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Autore: heartbreakerz    28/05/2014    2 recensioni
[ Old!Erik/Old!Charles, 516 parole. ]
Dal testo: Erik aprì la porta della stanza ed entrò con passo lento e svogliato, essendo ancora assonnato dopo la lunga nottata passata a parlare con Charles dei loro piani per il futuro, a litigare su ciò che era giusto e ciò che non era giusto fare, per poi ritrovarsi accoccolati l'uno tra le braccia dell'altro, con i ricordi dei vecchi tempi in mente e quella sensazione di un piacevole calore che si spargeva sui loro petti.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Tutti i personaggi e le ambientazioni contenuti all’interno di questa storia non mi appartengono. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e non intende infrangere il copyright dell’autore originale.


 

Ricordi per colazione

Erik aprì la porta della stanza ed entrò con passo lento e svogliato, essendo ancora assonnato dopo la lunga nottata passata a parlare con Charles dei loro piani per il futuro, a litigare su ciò che era giusto e ciò che non era giusto fare, per poi ritrovarsi accoccolati l'uno tra le braccia dell'altro, con i ricordi dei vecchi tempi in mente e quella sensazione di un piacevole calore che si spargeva sui loro petti.

Dietro di sé, Erik controllava attentamente un vassoio di metallo, sul quale aveva posato la colazione, colazione che aveva preparato appositamente per Charles, come faceva tutte le domeniche da un tempo ormai inspiegabilmente lungo.

Appena mise piede in camera, Erik lasciò fluttuare il vassoio sul comodino, e si avvicinò al materasso, lasciandocisi cadere sopra, stando attento a non svegliare Charles, che ancora riposava.

Erik ancora ricordava i tempi in cui Charles non riusciva a dormire decentemente per colpa degli incubi: quando ancora non sapeva controllare il suo potere, quando ancora i pensieri di tutte quelle persone gli entravano in testa e Charles la mattina si svegliava sapendo cosa aveva fatto quel tipo lì o che aveva combinato la madre di quel tipo là. Quel periodo era stato una tragedia per entrambi: per Charles perché sopportare tutte quelle voci nella propria testa era stato difficile e irritante oltre ogni dire, e per Erik perché vedere il proprio amato stare male ma non poter far nulla per aiutarlo era come aver perso completamente i suoi poteri magnetici.

E ora, invece, Charles riposava tranquillo, l'ombra di un sorriso sulle sue labbra, mentre, probabilmente, la sua mente vagava sui ricordi della loro gioventù.

Non che la loro vita ora non fosse bella: si svegliavano tutte le mattine in un letto caldo, il rumore dei ragazzi che si svegliavano e vociferavano, alcuni che preparavano la colazione, tutti che si occupavano di tutti come una grande famiglia. Ma il tempo era passato e continuava a passare, e sia Charles che Erik erano arrivati a dover affrontare grandi difficoltà che li avevano segnati nel profondo.

Ma, Erik non riusciva a spiegarsi perché, in quel momento, guardando Charles arrotolato dentro a quella coperta come un bozzolo, l'unica cosa che gli veniva da fare era sorridere spensierato, come non faceva da quando era piccolo e ancora la crudeltà non l'aveva nemmeno sfiorato.

Charles si mosse nel sonno. Allungò le braccia e il busto verso la parte del letto di Erik e, trovandola forse troppo fredda, la sua mente reagì d'istinto e si svegliò. Erik lo vide aprire gli occhi e guardarsi un attimo attorno, prima di catturare il suo sguardo tranquillo e rilassato.

«Erik,» disse in segno di saluto, la voce ancora arrochita dal sonno, le parole che gli si bloccavano sulle labbra.

Erik colse quel saluto come un invito e s'arrampicò sul letto e lo raggiunse; lo strinse tra le proprie braccia, e Charles, come attirato da una calamita, si rilassò con la testa sul suo petto e chiuse di nuovo gli occhi.

"La colazione può aspettare," pensò Erik, sentendo Charles cadere di nuovo tra le braccia di Morfeo.


 
   
 
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