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Autore: anqis    28/05/2014    4 recensioni
"Abbiamo fatto una cazzata" afferma l'amico.
"Il solito, no?" tenta di scherzarci su, ma le mani di Harry strette attorno al volante svelano la reale gravità della faccenda.
"No, Louis" lo interrompe Zayn, serio e ora sicuramente lucido, "abbiamo fatto una grandissima cazzata"
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Occhi sporchi.




La porta si chiude alle spalle di Louis con un tonfo sordo. Storce il naso in una smorfia: neanche un'uscita di scena decente gli concedono, in quel cazzo di palazzo di vetro e fondamenta di bugie. 
Una mano sfila tra i capelli sfibrati e da lavare, in un gesto nervoso ed ormai abituale. Si incammina, ignorando i richiami provenienti dalla stanza appena lasciata, con le mani nella tasca dei pantaloni della tuta e gli occhi che guardano dritto di fronte a sè. Soltanto quando le porte dell'ascensore si incontrano impedendogli la visuale, si concede di rilassarsi: un sospiro scivola dalle sue labbra con la stessa lentezza con cui abbandona la testa contro la parete alle sue spalle. Le palpebre, pesanti da giorni e forse una vita, si abbassano oscurando la luce fastidiosa che illumina il piccolo ambiente, mentre i piani vengono scanditi dal solito tintinnio. 
È con un sorriso ironico che accoglie tra le nubi di pensieri, il ricordo di quella prima volta che ha messo piede lì dentro, affiancato dalle figure dei suoi cinque amici, emozionati: Niall che saltellava nell'angolo, Liam che per una volta non sembrava avesse intenzione - o le palle - di parlare, Zayn che is mordicchiava le labbra per celare il nervosismo e Harry che gli stringeva la spalla destra con le dita che affondavano e affondavano nella carne. 
"Sarà tutto diverso dopo la firma?"
"Sì, ma sarà diverso in meglio"
Ride amaro sovrastando la voce registrata che annuncia l'arrivo al piano terra. Mai sentita cazzata più grande.  Apre gli occhi arrossati ed esce, non riuscendo ad evitare di sbattere la spalla contro una delle due porte di metallo. Soffoca un lamento e sorride spavaldo ai dipendenti che erano in attesa, riscuotendo a sua volta maschere di finto piacere e gentilezza. 
"Idioti, falsi raccomandati" ringhia la sua testa, e forse gli è scappato pure ad alta voce, ma poco gli importa.
Cammina sicuro verso l'uscita, con il mento sollevato e - non se ne rende conto - le spalle basse che sembrano gridare pietà, basta basta pesi.
L'aria fresca gli schiaffeggia le guance magre, ma non è che una carezza rispetto alla violenza con cui due occhi verdi lo guardano. Harry è ritto sul marciapiede opposto: indossa i soliti pantaloni neri rotti sul ginocchio, un maglione dello stesso colore e per un'istante, gli pare di intravedere una saetta scura illuminare le iridi sempre tranquille del suo migliore amico. Si domanda con un sorriso triste rivolto al cemento, se possa considerarlo ancora così. 
Con disinvoltura finge di non averlo visto e svolta a destra. Ma è inutile, perché dopo pochi passi può sentire gli stivali di Harry affiancarlo. Si arresta prima che sia l'altro a farlo, una mano già in aria. 
"Cosa vuoi" sibila senza neanche guardarlo. Non mi toccare.
"Louis" lo chiama Harry e sussurra il suo nome piano, come se non fosse più neanche sicuro di quello e Louis, infondo, non può non biasimarlo. A volte, di fronte allo specchio di camera sua, stenta a riconoscersi in quel riflesso magro e così sciupato. Ci sono occhi della stessa forma dei suoi, dello stesso colore e con le stesse ciglia corte, ma folte: eppure non sono i suoi, non possono essere suoi. 
"Cosa vuoi" ripete ancora senza guardarlo. 
I secondi trascorrono e Harry non dice niente. Louis può percepire il suo sguardo perforarlo da parte a parte e la rabbia ribolle nelle vene e gli rivolta lo stomaco. Poi, prima che possa realizzarlo, sente un braccio circondargli le spalle che - cazzo - tremano, forte come fragili rami in balia del vento autunnale.
"Torniamo a casa"


L'auto di Harry è scomoda. I sedile in pelle sanno di deodorante, menta e uomo. Louis si sente quasi soffocare in quel minuscolo abitacolo, abbassa il finestrino e si gode il vento, con le braccia che stringono una una gamba alzata sul sedile.
Il silenzio è scalfito dai rumori dell'autostrada e dal tamburellare della dita di Harry sul volante. Louis sta osservando la sua mano da più di un quarto d'ora, quando il cellulare vibra nella tasca dei jeans. 
Il nome Zayn illumina lo schermo e il suo viso in un sorriso. Accetta la chiamata senza esitazioni.
"Zayn" sospira piano abbandonandosi contro lo schienale.
"Ehi" la voce roca dell'altra lo fa ridacchiare, deve essersi fumato l'ennesima sigaretta. Gli andrà a puttane la voce così e sarà una sfida tra lui e Mick Jagger. "Com'è andata?" 
Ride. "Di merda" riassume, "a quanto pare potremmo finire in tribunale"
Louis ora guarda le spalle di Harry: non gli è sfuggito il modo in cui si sono irrigidite. 
Zayn dall'altra parte della cornetta sospira pensamente. Sembrebbe teso, ma si convince che è solo stanco. "Abbiamo fatto una cazzata" afferma l'amico.
"Il solito, no?" tenta di scherzarci su, ma le mani di Harry strette attorno al volante svelano la reale gravità della faccenda.
"No, Louis" lo interrompe Zayn, serio e ora sicuramente lucido, "abbiamo fatto una grandissima cazzata" ripete sperando che l'altro smetta di fare l'idiota e l'ingenuo, affronti la realtà dei fatti e realizzi le conseguenze che le loro azioni sconsiderate implicano.
Ma Louis non ha affatto voglia di stare ad ascoltarlo: di rimproveri ne ha già subiti in silenzio pochi minuti fa e Zayn è l'ultimo che possa prendersi il permesso di dire qualsiasi cosa sul suo conto. Stringe gli occhi e serra la mascella: "E allora?"
"Louis, finiscil-" ma ha già chiuso la chiamata e gettato il cellulare nei sedili posteriori, seguito dallo sguardo vigile e silenzioso di Harry. 
"Louis"
"Sta zitto"

La macchina rallenta e Harry, in un gesto ripetuto, poggia una mano sul sedile del passeggero per aiutarsi nel parcheggiare. Al contatto della dita di Harry coi suoi capelli, Louis spalanca la portiera strappando un "cosa fai!" al guidatore che frena di scatto. Ignora le proteste dell'altro, poggia un piede sull'asfalto e si catapulta fuori.
"Louis!"
Il vento, sempre il vento.
Supera il cancello, la porta d'ingresso e scompare all'interno della casa. Il silenzio lo avvolge e lo scuote, cosa ci fa tra quelle mura vuote? Vuole uscire, pensa, toccandosi i capelli. Vuole uscire, andarsene e forse non tornare più. Corre verso la porta, ma quando la spalanca si trova di fronte la figura alta di Harry che lo guarda paziente. 
"Togliti" gli ordina.
Harry, contro ogni sua aspettativa, non si muove. Rimane in piedi di fronte a lui, quei centimetri che li separano sembrano essere aumentati nel corso dei mesi e questo invece di intimidirlo, lo porta ad avanzare di un passo. 
"Togliti"
"No"
Le mani prudono dalla voglia di chiudersi in un pugno e schiantarsi contro lo zigomo dell'altro e Louis neanche si accorge delle proprio azioni, perché alza le mani. Mani che si fermano a mezz'aria, bloccate da quelle grandi e forti di Harry che tremano, ma forse non sono le sue. 
"Louis"
"Lasciami"
"Louis" 
"Smettila di guardarmi in quel modo, cazzo!" grida e non gli importa se qualcuno lo sentirà, andrà a riportarlo al primo giornale scandalistico per guadagnarci denaro sporco, vuole soltanto che Harry smetta di guardarlo con quell'espressione di colpa impressa sul viso. "Una canna, abbiamo condiviso una semplice canna! Perché stiamo ribaltando il mondo per una stupida e insulsa canna? Come se tu, Niall o Liam non ne aveste mai fumata una, ipocriti del cazzo" la voce non si affievolisce, si alza di nota in nota e stride, come un microfono caduto a terra. Ma le spalle, quelle sì che sembrano cedere, come le braccia che scivolano piano piano giù, sempre stretta tra le dita solide e ferme di Harry che lo tiene in piedi, quando vorrebbe solo scivolare e non rialzarsi più.
"Che problema avete, io non vi capisco. È per calmarsi e farsi qualche risata, e perché no, filmiamo un video. Zayn ride e parla, anche Nick che non hai mai detto di no ad un innocente passa tempo e io sto bene, sto bene per un po', ma no, neanche questo potete concedermi. Neanche un pizzico di felicità, no, Louis deve stare lucido e sorridere a quelle fottute telecamere che filmano, obbiettivi che sorridono e poi al primo passo falso, ti assalgono e ti accecano di flash, di giudizi. Non può sbagliare Louis, non può commettere errori per la sua immagine. Ma sai cosa? Io mi sono stancato di questa immagine che non sono io - quel dannato specchio - e allora sai cosa faccio? Mando tutto a 'fanculo! Ecco, esatto, vi è piaciuto quel video? No? Come se mi importasse!"
Scuote le spalle per libertarsi dalla presa di Harry che ora lo blocca per le braccia e lo spinge dentro la casa. Vorrebbe protestare Louis, ma non riesce a parlare, ha detto tutto ed ora tra i denti ha solo gemiti e singhiozzi soffocati. Vorrebbe scansarlo, ma tutto ciò che riesce a fare e colpire il petto di Harry con il viso, i capelli che gli nascondono occhi sporchi di lacrime asciutte. 
E poi non sa come succede: c'è che Louis segue le lacrime e cade, cade a terra, ma fa meno male quel precipitare con le braccia calde di Harry attorno a sè, con il viso affondato nelle pieghe del maglione. C'è Harry che gli carezza la schiena e gli dà dello stupido perché "la prossima volta, chiama anche a me" e tra un singhiozzo l'altro, c'è anche una risata fievole, ma sincera, e Louis riesce per un'istante a vedere un vecchio se stesso negli occhi dell'altro, un ricordo di quando era felice anche senza erba, quando era felice perché c'era Harry con lui.
In quelle iridi legge anche consapevolezza, perché Harry sa tutto. Sa che se Louis si è ridotto in quello stato, a cercare conforto nel profumo inebriante dell'erba, a cercare adrenalina in azioni sconsiderate, è soltanto perché vuole sentirsi vivo. Vivo, come lo era prima che lui stesso decidesse di mettere fine a loro, perché "se dobbiamo fingere che non sia vero, preferisco che non fingere: è finita", quando lo sapevano entrambi che quella motivazione egoistica nascondeva invece il gesto più altruista che Louis potesse fare per Harry che sapeva mai avrebbe rinunciato alla carriera di cantante. Perché se fosse stato per Louis, il loro percorso musicale si sarebbe potuto anche interrompere al primo album, se Harry avesse detto di sì. Ma non è stato così: tre anni sono trascorsi e tre anni Louis ha resistito per lui. Quindi perché non concedergli quel poco di felicità temporanea quando quella vera l'ha persa per Harry?
Glielo domanda, stringendo il maglione tra le dita. "Perché, Harry? Perché?"
Harry non risponde, dice solo "scusa, è colpa mia" e Louis non si preoccupa neanche di dirgli che non è vero, perché se deve fingere, preferisce non farlo. 




Buonasera, 
sotto suggerimento di Laura (Walls su Efp) eccomi qui con questa one shot sfornato oggi così su due piedi.
Il motivo? Il famoso video di Zayn e Louis alle prese con una canna. L'intenzione iniziale era quella di scrivere una os simpatica, tranquilla e molto scialla su questi due ragazzi fatti, ma non so come si siano evolute le cose e.. il risultato è questo, una Larry angst e introspettiva. Non mi spreco a commentare il video in questione, perché ormai hanno detto tutti la loro opinione quindi chissene frega della mia ahah sinceramente! L'unica cosa: la os è uscita così, ma vi prego di non fraintendere: non sono della parte che Louis si distrugge a canne perché soffre per amore. Semplicemente mi sono approfittata della situazione per scopo puramente letterario, se poi Louis e Zayn si fanno le canne, cose loro quelle e poi hanno detto che Zayn era tremendamente sexy in quel video quindi.. ahah scherzo, motivazione alquanto stupida :) vabbè, che si divertano questi ventenni, se non ora, quando? 
Niente, spero abbiate apprezzato nonostante Larry non sia proprio il mio campo - lo slash in generale, anche se adoro leggerlo!  È un casino di pensieri e parole, ma a Laura è piaciuto e se è piaciuto a lei che non è il suo genere! Ahah fatemi sapere magari, mi farebbe estremamente piacere :)

Anqi 


ps. se l'html è tremendo, scusatemi: sto pubblicando dal cellulare poiché il computer è andato (e tutte le ultime cose che ho scritto con lui, piango) 


 

 
   
 
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