Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Megan Alomon    28/05/2014    1 recensioni
L’altro giorno stavo mangiando il solito piatto di sassi quando Luca, il fisico, seduto all’altro capo del tavolo, ha staccato gli occhi dal libro che stava leggendo e mi ha detto: “Mai mangiati i sassi al gratin?”
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sassi al gratin


L’altro giorno stavo mangiando il solito piatto di sassi quando Luca, il fisico,  seduto all’altro capo del tavolo, ha staccato gli occhi dal libro che stava leggendo e mi ha detto: “Mai mangiati i sassi al gratin?”
Lì per lì, visto che Luca parla poco, sono rimasto un po’ sorpreso e mi sono bloccato con il cucchiaio a mezz’aria.
“Sassi al che?” ho chiesto di rimando.
“Gratin!” ha risposto lui alzando le spalle come se fosse la cosa più semplice del mondo.
“Ah. Gratin. E come si fa?”
Luca allora mi ha spiegato la ricetta finendo con “E mi raccomando, a metà cottura devi metterci un po’ di cloruro di sodio, giusto per aggiustare il sapore.”
“Oh! Cloruro a chi?!”
“Guarda che non è un’offesa.”
“Ah.”
Luca si è messo a ridere e io non ho capito perché. Luca è strano. Studia fisica tutto il giorno, legge libri sulla fisica, mangia insalate di matematica, scrive la lista della spesa sottoforma di sistemi algebrici… Luca è un fisico e questo dovrebbe dirla tutta. Non credo nemmeno sia umano.
Mentre stavo mettendo il piatto nel lavello, ha sbottato con un “Toni! Lo sai che il 5 e il 6 sono uguali?”
“Ma sei scemo?”
“Ma no! Adesso ti spiego…” Sta di fatto che ha cominciato a parlare quella lingua strana con cui i fisici comunicano fra di loro e io non ho capito una sola parola.
“Sì”, ho detto per farlo smettere, “Tutto chiaro.”
Ha sbadigliato, ha chiuso il libro e ha detto “Vado di là a calcolare la velocità di un elettrone di Stronzio, tu mi segui?”
“Ma che hai oggi? Stronzo sarai tu!”
“Ma ho detto Stronzio, non stronzo.”
“Ah. Vabbe’, guarda che non sono scemo.”
“Lo so, mangi sassi!” Luca ha riso mentre se ne andava in camera sua. Io, di nuovo, non ho capito perché.
 
Stamattina invece c’era mercato e così, da bravo non-fisico quale sono, ho deciso di andare a fare la spesa.
La lista però l’aveva scritta Luca e io non capivo nulla di ciò che c’era scritto.
Quando sono arrivato davanti al banco dei sassi, mi sono ricordato che la ricetta del gratin e mi sono avvicinato.
“Ciao Toni! Sempre puntuale eh?”
“Ciao Stanislao. Ascolta, mi dai cinque etti di sassi freschi, per favore?”
Stanislao mi ha guardato malissimo.
“Cinque?!”
“Sì. Cinque.”
Stanislao si è appoggiato con un gomito al banco e ha sussurrato “Ma Toni, non lo sai che cinque e sei sono uguali?”
Merda, ho pensato, Stanislao è un fisico!
“Devi essere più preciso Toni. Se no non so quanti sassi darti.”
Ho sospirato.
“Fai sette etti. Vabbe’, fai un chilo, il resto li congelo.”
Stanislao ha sorriso, mi ha dato i sassi, io l’ho pagato e sono andato a vedere se trovavo quella cosa… il clorocoso che dovevo aggiungere a metà cottura.
“Salve!” ho detto al banco della verdura, “Per caso avete del clorocoso di sodio?”
“Che?”
“Cloroculo.”
“Scusi?!”
“Clorocuore.”
“Eh?”
Avendo capito che al banco della verdura non avevano quello che stavo cercando, sono andato al banco del pesce.
“Buongiorno Alice!”
“Ciao Toni.” Mi ha risposto la donna.
“Senti un po’, avrei bisogno del cloroculo di sodio.”
Alice si è messa a strillare come una pazza e mi ha tirato dietro una piovra seguita da un “Pazzo maniaco! Ma come ti permetti?!”
“Ma io volevo solo…”
“Non da me!”
Me ne sono andato senza capire il perché della sua reazione. Le donne sono strane.
Ho guardato l’ora ed era già tardi perciò ho deciso che forse il clorocoso di sodio non era poi così importante.
Mi sono messo ai fornelli immediatamente e in poco tempo avevo preparato un gratin di sassi che aveva un aspetto molto invitante.
Luca è spuntato dalla sua camera verso l’una.
“Cos’è sto profumino?” ha chiesto.
“Gratin di sassi!” gli ho risposto fiero.
“Oh, voglio assaggiarlo.”
Gli ho dato una forchetta e lui ne ha assaggiato un boccone. “Toni, manca sale.”
“No, guarda che ho messo tutto quello che mi hai detto di mettere a parte il clorocuore di sodio perché proprio non sapevo dove comprarlo.”
Luca ha riso.
“Perché ridi?”
“Il cloruro di sodio! Toni, è sale. ‘Cloruro di sodio’ è il nome del sale.”
Sono rimasto zitto per un minuto abbondante.
Ho pensato ad Alice che mi aveva dato del maniaco.
Ho pensato al tizio del banco verdura che aveva una faccia sconvolta.
“Posso sapere perché non me lo hai detto subito?!” ho sbottato.
“Pensavo lo sapessi!”
“E invece no!”
Luca rideva, rideva, rideva. A me veniva da piangere. Quanto mi sono sentito scemo.
Poi però ho pensato "No, non posso essere scemo, io magio sassi!"
E gli scemi non mangiano sassi, vero?
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Megan Alomon