Era bella. So, può risultare scontato; la protagonista di una storia DEVE esser bella, ma lei, lei può essere descritta solo da ognuno di noi , solo se ognuno di noi accede ai propri ricordi, alle proprie emozioni, alle proprie idee e sensazioni e prende tutto ciò che di più bello crede di conoscere e neanche allora sarete troppo vicini dal delineare, dal definire quanto potesse essere bella quella ragazza. Amava con gli occhi. Non sono state inventate parole o aggettivi sufficienti per descriverla attraverso il nero dell'inchiostro e il bianco del foglio; bisognerebbe poter scrivere con tutti colori del mondo sopra un foglio d'arcobaleno. Amava con gli occhi. Il sorriso? Ma dai è scontato! Bianco candido e smagliante capace di scaldare anche il più freddo e duro cuore, forse era così per davvero ma, personalmente, nel suo sorriso non andavo cercando la purezza dello smalto o il bianco assoluto bensì la salvazione dalle quotidiane fatiche e attese. Non soltanto un sorriso bello, una vera oasi per il berbero del deserto di tutti i giorni, come il Kilimangiaro si staglia al di sopra delle pianure che lo circondano, così il suo sorriso si staccava dal grigiore comune, da tutti gli altri sorrisi, falsi, ipocriti e vuoti, immensamente vuoti... Amava con gli occhi. Le sue mani erano fredde come la neve e calde come l'amore materno, bianche come la panna e rovinate come le città perdute, capaci di trasmettere tutto in un tocco, in uno sfiorare la pelle del fortunato, erano belle quelle mani, mani magiche, mani di maga, mani amate. Amava con gli occhi. Profumava, profumava di buono, profumava di amore e di tenerezza, profumava di estate e di primavera e di autunno e anche d'inverno. Profumava per me e per il mondo, eau d'amour. Amava con gli occhi.