29/05/2014
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PROLOGO:
Ciao, sono semplicemente io: una ragazza non fuori dal comune, ho i capelli bruni, lunghi e lisci, gli occhi marroni, sono abbastanza alta e ho una corporatura normale, con qualche curva. Mi chiamo Diana, Diana Miller, non ho amiche, preferisco stare da sola, ne secondi nomi ,come la maggior parte di persone qui in Gran Bretagna, ma dopo quella sera credo che il mio nome sia Diana Milleproblemi Miller. Ma partiamo dal principio..
Ciao, sono semplicemente io: una ragazza non fuori dal comune, ho i capelli bruni, lunghi e lisci, gli occhi marroni, sono abbastanza alta e ho una corporatura normale, con qualche curva. Mi chiamo Diana, Diana Miller, non ho amiche, preferisco stare da sola, ne secondi nomi ,come la maggior parte di persone qui in Gran Bretagna, ma dopo quella sera credo che il mio nome sia Diana Milleproblemi Miller. Ma partiamo dal principio..
CAPITOLO primo
FINE DI UNA STORIA:Tutto ebbe inizio quella sera.
Mio padre non tornava a casa dal lavoro e ormai erano le 22.30, non rispondeva alle chiamate nè mie nè di nessun altro e nemmeno ai messaggi. Avevamo paura che gli fosse successo qualcosa. Poi per me era già più difficile la questione, mia madre era finita in sedia a rotelle a causa del suo lavoro, perdendo l’uso delle gambe, perciò ora lei faceva la casalinga, mentre mio padre lavorava giorno e notte. Mentre stavo sul divano a pensare dove fosse finito mio padre, persa nei miei pensieri, all’improvviso qualcuno spalancò con forza la porta di casa: era arrivato. Io e mia madre gli andammo incontro per chiedergli cos’era successo, ma prima che noi finissimo la frase, incominciò a parlare a vanvera...
Papà: cos’hai fatto oggi? È?? Hai pulito la casa? Cosa hai fatto!
Mamma: la casa l’ho pulita ieri
Papà: allora suppongo niente vero?
Mia madre fece scena muta poi mio padre continuò..
Papà: Lo sapevo... io invece sai cosa ho fatto?? Ho sgobbato tutto il giorno! Per cercare di guadagnare soldi per una vita migliore!
Mentre diceva queste cose si avvicinava sempre di più a mia madre, io guardavo la scena, volevo fare qualcosa, ma non riuscii a fare niente.
Mamma: Diana, vai in camera tua.
Io: ma mamma.. io..
Mamma: Diana! Vai in camera tua ho detto subito!
E così feci.. non sapevo più cosa fare, e sapevo che la mia vita sarebbe diventata disastrosa. Per darvi un idea.. ci sono tante ragazze che si lamentano per come sono, ma se mi conoscessero, sarebbero ben contente di avere la propria vita.
Arrivata la camera chiusi la porta, sentii tutta la litigata, mi fa ancora male raccontare tutti i dettagli perciò arriverò al sodo, alla fine di tutto mio padre si mise a picchiare mia madre. Non ricordo come nè il perchè. Vi posso solo dire che piansi fino a quasi affogare nelle mie stesse lacrime, sentivo qualcosa di pesantissimo sullo stomaco, restai così finchè, simile a uno zombie mia madre venne in camera mia preoccupata e mi disse di andare via da questa casa. Io restai a bocca spalancata a sentire quelle parole, ma, un po’ per istinto, un po’ per l’occhiata sicura di mia madre, e un po’ per la stessa paura, aprii la finestra di camera mia, e con l’aiuto di mia madre riuscii a fuggire, senza una meta, senza un posto dove stare. Fu così che fui soprannominata da me Diana Milleproblemi Miller.