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Autore: Francy_141    29/05/2014    4 recensioni
Possibili spoiler per chi non segue la messa in onda americana
"Era bellissima, i capelli bagnati che le cadevano sulle spalle, quella pelle così chiara e morbida, avrebbe voluto andare li e baciarla. Lei lo fissava imbarazzata,
-ho dimenticato i vestiti- era rossa in viso, poi fece un altro passo verso di lui....."
Ok spero vi piaccia....forse è un pochino lunga, ma mi dispiaceva dividerla...
BUONA LETTURA!!!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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I SOGNI SI AVVERANO
 
Erano passate un paio di settimane da quando Slade era stato sconfitto ed esiliato su Lyan Yu. La calma era ritornata a Starling City, ed anche il nostro Team si stava lentamente riprendendo.
Il covo posto sotto al Verdant era compromesso, quindi avevano iniziato il trasloco nel nuovo, quello che Oliver usava per rimanere da solo.
Quella sera mentre Oliver era fuori di pattuglia, Diggle e Roy avevano avuto la serata libera, l'unica che ancora era al lavoro era Felicity, intenta a ripristinare il sistema di sicurezza. In quel momento la porta si aprì era Oliver di ritorno:
- Com'è andata?- chiese la ragazza, alzandosi dalla sua postazione, ma mentre si girava, ebbe un capogiro e con le mani si poggiò al tavolo, ad Oliver il gesto non sfuggì, le si avvicinò:
- tutto bene?-
- Si è solo che non ho ancora mangiato, ora vado a casa e...-
-non se ne parla, mi cambio e ti porto fuori, anche se con le mie finanze dovrai accontentarti di una pizza -, Felicity sorridendo disse:
- adoro la pizza-.
 
Erano seduti uno di fronte all’altra, mangiando, ridendo e scherzando, dimenticando almeno per quella sera Slade, il suo esercito, la città distrutta, le ferite…il TI AMO. Per una sera avevano trovato la normalità un ragazzo ed una ragazza che escono insieme. Finito di cenare, Oliver si offrì di riaccompagnarla a casa,
-grazie, ma non è necessario, casa mia non è molto distante-
-non si discute, non mi piace saperti in giro da sola, per queste strade cosi buie, facciamo due passi?- Sapeva che discutere con Oliver Queen sarebbe stato inutile, quindi accettò.
-Allora novità sulla ricerca di un nuovo lavoro?-chiese lui.
-Qualche proposta, ma cercherò di non trascurare mai il mio "primo impiego", puoi stare tranquillo, è che ho le bollette, l'affitto...-
-Ehi, tranquilla capisco benissimo-
-e con la Queen Consolidate ci sono novità?-
-Walter mi sta dando una mano, mi farà un prestito per acquistare parte delle quote, poi tu e Dig tornerete a lavorare con me- lei, continuando a guardare la strada, disse:
-non vedo l'ora-.
- Eccomi arrivata, Oliver grazie è stata una serata fantastica, sono stata benissimo-
- anch’io, penso che dovremmo farla piú spesso-
Si guardarono per un attimo, c'era un certo imbarazzo nell'aria, entrambi non sapevano se salutarsi semplicemente cosi, o magari con un bacio sulla guancia.
Alla fine decisero per uno scambio di sorrisi.
-Notte Oliver-
-Notte Felicity-
 Lui si girò e fece per andarsene, quando:
-Oliver- lo richiamò lei, lui si girò -volevo sapere, stai ancora dormendo su quella vecchia branda?-
-Ti assicuro che sembra più scomoda di quello che è!-
-Dormi con me...ehm, voglio dire non con me, nel mio letto...ma da me, ho un divano molto più comodo di quella vecchia branda-
-non credo sia il caso-
-Laurel, la fidanzata è gelosa?-
-Sai che non è la mia fidanzata...- lei allora inclinò leggermente la testa, e gli sorrise,
-allora non hai scuse, dai sali ti offro un caffè - inserì la chiave nel portone ed aprì, aspettando che il ragazzo si decidesse. Quando varcò la soglia lei commentò:
-era ora, pensavo preferissi il marciapiede-
 
-Accomodati- la casa era ordinata e piena di colori, il giallo delle pareti, l'arancio dei cuscini e delle tende, il bianco dei mobili,era allegra, proprio come la sua proprietaria.
-Cosa posso offrirti?-
-Sto bene così grazie, bella casa mi piace-
-grazie guardati pure in giro se vuoi, io ti prendo le lenzuola-
Quando Felicity tornò in soggiorno, trovò Oliver a fissare le foto attaccate al frigo con le calamite.
-Sembra passato un secolo- disse lei,
-ma che dici, sei sempre la stessa, dove le hai scattate?-
-qui ero all'università, questa era la mia compagna di stanza,- osservò la foto e sorrise, stavano facendo le smorfie,-anche questi erano amici dell'università, eravamo un gruppo di studi...tutti geni del computer-
-e questa?- nella foto c'era Felicity ed una signora più grande.
Il sorriso scomparve dalla faccia della ragazza,
-questa era mia nonna, lei era tutta la mia famiglia.-
-Mi dispiace, se non vuoi parlarne...-
-no tranquillo, è che mi manca così tanto. Ti ho detto che mio padre mi ha abbandonata, beh… dopo poco anche mia madre ha deciso che non voleva più fare quella vita, quindi un giorno mi ha portato a casa di mia nonna, e se ne è andata a Las Vegas. Tornava per il mio compleanno, a volte. Mia nonna mi ha cresciuta, è stata tutto per me. Ricordo ancora le nostre colazioni della domenica, pancake con lo sciroppo d'acero...è tantissimo che non ne mangio.
Si è ammalata l'ultimo anno di università, ma quando l'ho scoperto era tardi...non mi ha mai detto niente, aveva paura che trascurassi gli studi per lei.-
-E tua madre adesso dov'è?-
-Quando mi ha chiamato l'ultima volta era con il suo compagno da qualche parte, ma francamente non mi interessa, ha smesso di essere la mia famiglia molto tempo fa!- si girò e tornò verso il salotto.
-Abbiamo bisogno tutti di una famiglia, te lo dice uno che ha distrutto la sua-
-io ho scelto...tu,Dig e Roy, VOI siete la mia famiglia-
Oliver le si avvicinò, le mise una mano sulla spalla, avrebbe voluto abbracciarla e stringerla, ma non poteva, perciò le sorrise.
- ok -disse lei rompendo il silenzio -si è fatto tardi, credo sia meglio andare a dormire-
-il problema è che non ho portato nulla...-
-nel primo cassetto del bagno, c'è uno spazzolino nuovo, purtroppo non ho un pigiama della tua taglia, ma ti ho visto così tante volte senza maglietta che....non ci faccio più caso…beh fose un pochino!-Llui rise era così carina quando era imbarazzata e cominciava a parlare a raffica.
-Notte Fel e grazie ancora-
-Grazie a te Oliver-
 
La mattina seguente, fu svegliata da un profumo di caffè, andò in cucina, Oliver era già sveglio, aveva preparato non solo il caffè, ma anche i pancake con lo sciroppo d'acero.
-Buongiorno, sei già sveglio?-
-Ho pensato si ringraziarti preparando la colazione-
-waooo...Dormi qui anche stanotte? Non sapevo che sapessi anche cucinare....-
-mangiamo o si fredda tutto-
-complimenti Oliver sono buoni quasi come quelli di mia nonna- si alzò e lo baciò su una guancia, -mi faccio la doccia e andiamo -
Entrò in bagno, e cominciò a pensare "cavolo Fel, l'hai baciato....sulla guancia ma l'hai baciato...che ti è saltato in mente" il cuore le batteva forte.
Dal famoso "ti amo" avevano cercato di diminuire i contatti fisici. Ed ora lo aveva baciato.
Quando usci dalla doccia, si accorse di non aver preso i vestiti, aveva solo l'asciugamano, e non era neanche troppo grande:
-Cavolo Fel complimenti...speriamo solo che sia ancora in cucina...- fece un respiro profondo, aprì la porta, ma di fronte si trovò lui, la stava fissando:
-ti avevo sentito parlare, pensavo mi avessi chiamato-. Lei rimase immobile.
Era bellissima, i capelli bagnati che le cadevano sulle spalle, quella pelle così chiara e morbida, avrebbe voluto andare li e baciarla. Lei lo fissava imbarazzata,
-ho dimenticato i vestiti- era rossa in viso, poi fece un altro passo verso di lui e quando  furono uno accanto all'altra, quel corridoio sembrò diventare strettissimo, si sfiorarono ed entrambi sentirono un brivido lungo la schiena. Felicity entrò in camera, si chiuse la porta alle spalle e vi si appoggiò con la schiena facendo un respiro profondo. Lui fece lo stesso.
 
Mentre andavano a piedi verso il covo, nessuno dei due proferì parola, ancora imbarazzati per quello strano incontro nel corridoio, Felicity fu la prima ad interromperlo...
-mi dispiace per prima, è stato imbarazzante e poi non avrei dovuto baciarti, anche se solo sulla guancia. Però quante cose strane ho fatto stamattina- disse tutto senza guardare mai Oliver.
-È tutto apposto tranquilla, io piuttosto mi sarei dovuto girare, invece sono rimasto imbambolato a fissarti-
- Da quella sera a casa tua...le cose tra noi si sono complicate leggermente. Ho sempre capito quando mi dicevi una bugia, all'inizio me ne hai dette tante, ma questa volta… o sei diventato bravo a mentire e ne dubito o non hai mentito. Lo sò cosa pensi, ricordo il tuo discorso tornati dalla Russia....ma è innegabile che qualcosa stia succedendo tra noi- lui si fermò, lo sguardo era diventato serio e duro,
-non sei al sicuro vicino a me....il discorso è chiuso.-
Per tutto il resto del tragitto nessuno apri più bocca.
 
Quando arrivarono al covo, ad attenderli trovarono Dig, Roy e Laurel.
-Buongiorno a tutti -disse Felicity e si mise seduta alla sua postazione.
-Laurel che ci fai qui-
-Devo parlarti, dovremmo chiarire la situazione...-
-che situazione- disse Oliver sorpreso.
-Sono giorni che mi stai evitando, dobbiamo parlare del fatto che sono stata rapita da un pazzo, che voleva uccidere la donna che amavi!-
- Ma tu non eri l'unica ragazza rapita da Slade!- Era la voce di Roy, Felicity si girò verso l'amico lanciandogli un'occhiata quasi a volerlo fulminare.
-Cosa....lei?- disse Laurel guardando Felicity - lei non è il tuo tipo-
-Finora con i" suoi tipi" non gli è andata molto bene, io proverei a cambiare...
-Roy, basta- Felicity richiamò il ragazzo all'ordine
Dig vedendo che l’aria si stava scaldando prese Roy, ed insieme uscirono fuori.
-Laurel non credo che questo sia ne il posto, ne il momento giusto....possiamo riparlarne?-
-No-disse categorica -Oliver non dirmi che tra voi...insomma, lei è... Felicity non ho niente contro di te, ma noi abbiamo una storia alle spalle.-
-Non c'è nessun noi Laurel- a dirlo era stata Felicity.
-Laurel, è grazie Felicity se tu sei qui oggi, si è sacrificata ha rischiato la vita per salvare te e la città. È la persona più coraggiosa che conosca e penso che dovresti ringraziarla, non criticarla.- Felicity rimase allibita, Oliver la stava difendendo da Laurel. Il silenzio scese nel covo.
Laurel lo guardò e poi disse:
-credo sia meglio che vada, ma riprenderemo il discorso -ed uscì.
Erano rimasti soli, continuavano a fissarsi, poi Felicity, si girò verso i computer e disse:
- grazie, per le belle parole-
-Ho detto solo la verità. Ora devo andare ho un appuntamento con Walter- prese la giacca,
-comunque, non mi sono messa nei guai, per salvare la città o Laurel....l'ho fatto per te-.
Oliver la fissò...o meglio fissò la sua schiena. Ma non riuscì a dire nulla, ed uscì.
 
Anche questa giornata era finita, quando Felicity tornò a casa, si sentì un pò triste e sola, anche se per una sera era stato bello stare in quella casa con qualcuno Si mise comoda sul divano e cominciò a fare zapping per i canali. Non c'era niente di interessante. Andò al frigorifero, aveva voglia di gelato menta e cioccolato, ma era finito....sconsolata lo richiuse. In quel momento qualcuno bussò alla porta. Aprì e di fronte a lei c'era Oliver con una vaschetta di gelato.
-Hai messo delle telecamere nel mio appartamento? Vieni entra...mio eroe!-
-Stamattina avevo visto che eri a corto del tuo gelato preferito-
Felicity riempì due coppette, e si misero seduti sul divano.
-Ti sei chiarito con Laurel?-
- Non c'era nulla da chiarire.-
-Mi sono chiesta perché non le hai detto che tra noi non c'è niente....-
-Forse perché non è la verità.? Signorina Smock, lei mi sta rendendo le cose davvero difficili.-
-Scusa? Io cosa starei facendo?-
Lui la guardò e sorridendo disse -Beh mi invita qui a dormire da lei, poi esce dal bagno con quel mini asciugamano...- poi divenne improvvisamente serio - hai creduto sempre in me, anche quando gli altri non lo facevano, mi hai insegnato che non devo essere per forza un assassino che c'è un altro modo, non mi hai mai lasciato solo e ti sei fidata di me, anche quando ti ho usata come esca....mi scaldi il cuore solo con un tuo sorriso e poi adoro litigare con te. Tutto questo mi rende tremendamente difficile starti lontano.-
-Allora non farlo. Ho sognato di sentirti dire queste cose non sai quante volte, ma questo è stato bellissimo!-
-Ma non posso...è troppo pericoloso-
-Ok ma tu non puoi venire qui, dirmi queste cose bellissime e pretendere che io faccia finta di nulla…non riesco-
-Ma dobbiamo!-
Si volta e posa la ciotola del gelato sul tavolinetto di fronte al divano e fa un respiro profondo-
- quindi se io mi avvicinassi a te e ti sfiorassi cosi -con la mano sfiora la guancia di Oliver- tu riusciresti a far finta di nulla!-
-Felicity, non credo...-
-e se invece, ti baciassi sul collo?- si mise in ginocchio sul divano, e si sporse verso di lui, poggiò le sue labbra sul collo e uno, due, tre baci -niente?-
-Fe-li-ci-ty-
-Adoro quando scandisci il mio nome così- erano a pochi centimetri l'uno dall' altra, poi lo guardò e pensò "ora rocca a te.... ti prego baciami".
Lui prese il suo viso tra le mani, con i pollici cominciò ad accarezzarle le guance, lei chiuse gli occhi, il cuore le batteva talmente forte che era sicura che Oliver potesse sentirlo. Sentì quelle labbra, tanto desiderate e sognate, poggiarsi sulle sue. Fu il bacio più dolce e delicato che avesse mai ricevuto. Era talmente felice che non riuscì a trattenere una lacrima.
- Si....i sogni si avverano!- disse guardandolo negli occhi.
 
 
 
 
  
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