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Autore: Sebs    29/05/2014    4 recensioni
Bubbline AU! Real World
Bonnibel ha deciso di cambiare vita, ma per un incidente di percorso conosce Marceline, aspirante cantante che cerca di racimolare qualche soldo e di sfondare nel mondo della musica.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Gommarosa, Marceline
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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La vita di tutti i giorni cominciava a starle stretta, così Bonnibell decise di fare qualche cambiamento. Prima di tutto, aveva deciso che avrebbe potuto tornare più tardi a casa, la sera.
Poi decise che avrebbe tagliato i lunghi capelli biondi. Sembrava troppo ordinata, con la coda in palestra e la treccia a scuola… Troppo perfettina.
Così andò dal primo parrucchiere che trovò e disse che li voleva corti e spettinati. La ragazza le disse di lasciarla fare e un paio d'ore dopo Bonnibel si trovò con i capelli lisci tinti di rosa. "Mi dispiaceva troppo tagliarli", confessò la ragazza.
Invece di metterci una ventina di minuti come aveva pensato, ci mise quasi un'ora e uscì dal salone alle ventuno
Mentre era per strada, però, iniziò a piovere, così entrò nel primo edificio che trovò aperto. Così si trovò in un piccolo bar deserto: c'era solo il barista, che ordinava gli scaffali pieni di pacchetti di sigarette e bottiglie di alcolici. Prese un pacchetto di patatine e si sedette al bancone per aspettare che spiovesse.
Notò che su un lato del bar c'era un piccolo palco con un'asta di microfono. Bonnibel pensò che magari arrotondavano con serate karaoke. In che razza di locale era capitata?
"Grazie caramellina", sentì sussurrare all'orecchio, mentre una mano frugava nel pacchetto. Non fece in tempo neanche a ritirare il pacchetto, che la ragazza era già andata via, verso il palco. Lì c'erano già tre ragazzi, ognuno con il suo strumento e vestiti in un modo che Bonnibel quasi invidiava: uno aveva addirittura i dreads.
L'unica ragazza, quella che le aveva rubato dal pacchetto, era vestita come loro: camicia a quadri, jeans strappati, capelli legati e tacchi alti. Poteva avere la sua età, ma sembrava molto più matura.
Si sistemò dietro l'asta e disse: "Buonasera, gente", prima di iniziare a cantare una canzone lenta. Una canzone lenta che dopo la prima strofa divenne veloce, evidenziando la voce roca della ragazza.
"Sempre la stessa storia", disse il barista, mollando ciò che stava facendo. "Ehi, Whitney Houston, canzoni tranquille, da sfondo, non avevamo deciso così?"
"Ma non c'è nessuno, come al solito. Magari se facessimo un po' di casino si accorgerebbero che questo bar esiste!"
"Vacci piano con…"
"E poi alla principessa piace."
Si voltarono tutti verso Bonnibel. "Non è forse così?"
"Sono carini. E peggio di così non può andare, no?"
La cantante sorrise soddisfatta. "Uno, due, tre!"
Appena smise di piovere, Bonnibel si alzò e fece per andarsene.
"Principessa, aspetta! Non puoi andartene così"
"Ma sono quasi le undici..."
"Ti accompagniamo noi a casa, un altro paio di canzoni, dai!", disse, scendendo dal palco e tirandola fino ad un tavolo in prima fila. Risalì sul palco e ricominciarono a suonare come se niente fosse. Andò avanti così fino alle undici e mezza, poi i ragazzi staccarono gli strumenti e mettendo in ordine.
"Allora, principessa. Ti fidi di questi tipacci?"
"Io…"
"Tranquilla, non farebbero male ad una mosca. Dicevamo, come ti chiami?"
"Bonnibel"
"È sul serio un nome da principessa. Io sono Marceline. Questo, invece, è un nome da regina, non credi?"
Bonnibel annuì, sorridendo. Era matta, però era magnetica.
"Credi di poterci fare un po' di pubblicità? È demoralizzante avere solo quel barista come ascoltatore."
"Certo", disse, sebbene non conoscesse nessuno che ascoltasse quel genere di musica.
"Brava caramellina", le sussurrò avvicinandosi e baciandole le labbra.
Bonnibel rimase immobilizzata, guardando Marceline che andava verso gli altri.
"Avanti, accompagniamo la Principessa Bubblegum!"
 
Quando tornò a casa dovette sorbirsi una di quelle lezioni su le-brave-ragazze-non-fanno-queste-cose e la mandò a letto in punizione.
La mattina dopo dovette sentire anche le prediche dei prof che "non ti riconosco più!" e così decise di saltare le lezioni del pomeriggio, facendo dei volantini per il bar.
Fu quando anche le sue amiche iniziarono a darle addosso che non ce la fece più e tornò a casa.
Il giorno dopo cercò di sembrare di più quella di prima, legando i capelli come era sua abitudine. Magari quella storia di cambiare un po' non era una grande idea.
Ma ormai i professori e le sue amiche la vedevano come la tipa spettinata e salta-lezioni.
 
Appena finita la punizione, decise di andare a vedere come se la cavavano i ragazzi della band, così si mise una giacca e andò verso il bar.
C'era gente all'entrata tutti vestiti come i ragazzi della band. Riuscì a farsi strada e ad entrare.
Se la prima volta che era entrata lì il bar le era sembrato piccolo, adesso sembrava che non ci fosse neanche lo spazio per respirare.
I ragazzi stavano già suonando, e Marceline sembrava un'altra, con quel vestito e i capelli corvini sciolti.
Andò verso il bancone e salutò il barista. "Chi l'avrebbe mai detto, eh?"
Gli spettatori sembravano tutti a loro agio, e Marceline aveva il viso di un bambino a Natale. Andarono avanti per ore suonando vecchie canzoni, ma ad un tratto Marceline chiese un attimo di silenzio e disse: "Questa l'ho scritta dopo aver conosciuto una ragazza, un paio di settimane fa. Sembrava così diversa da tutte quelle che ho conosciuto e per cui mi sono presa una sbandata, ma era così dolce e pura. O forse dava solo a vedere. Pronti, ragazzi?"
 
 
 
Candy bear sweetie pie, wanna be adored.
I’m the girl you’d die for.
 
I’ll chew you up and I’ll spit you out
Cause that’s what young love is all about.
So pull me closer, and kiss me hard
I’m gonna pop your bubblegum heart
 
I’m miss sugar pink liquor, liquor lips
Hit me with your sweet love, steal me with a kiss.
I’m miss sugar pink liquor, liquor lips
I’m gonna be your bubblegum bitch

 
 
 
"Non vorrei rompere, principessa, ma credo sia per te."
"Dove lasciano le loro cose i ragazzi? Devo parlare con Marceline , da sole."
Il barista le indicò una porta che dava sul retro e le disse di aspettare lì. Appena la band aprì la porta, Bonnibel saltò in piedi. "Cosa cazzo credevi di fare?"
"Io? E tu che usi le persone e le getti via? Credevamo di poter contare su di te, principessina"
"Ho avuto da fare, e smettila di chiamarmi principessina!"
"Scommetto che non hai sentito mezza parola di quello che ho detto prima della canzone"
"E cosa…"
"Ho detto che sei la stronza più stronza di tutte"
"Io sarei u7na stronza?"
"Certo, mica…"
"Ragazze - le fermarono i ragazzi della band - forse state esagerando"
"Chiudi il becco", dissero in coro, perdendo il filo della discussione e iniziando a ridere.
"Vieni con me", disse Marceline, prendendo Bonnibel per una mano e portandola sul palco. "Gente, lei è la stronza!"
Il pubblico iniziò ad applaudire. A quanto pare erano davvero forti.
"Andiamocene di qui", disse, tornando nel retro e prendendo il giubbotto.
Uscirono dal locale e iniziò a scusarsi. "Forse non avrei dovuto scrivere una canzone del genere su di te, senza rifletterci o chiederti cosa ne pensi. Ma credevo che almeno saremmo potute… andare d'accordo, credo. Sai, essere amiche. Ma poi sei sparita per settimane…"
Bonnibel prese la mano di Marceline. "Per me è alquanto strano, tutto questo. Dalle mie parti è tutto così noioso e… lineare? Non so come dire…"
Marceline sollevò le sopracciglia. "Dalle tue parti non ci sono molte lesbiche, a quanto pare."
"No, assolutamente."
"Non sanno cosa si perdono"
Marceline sollevò il mento di Bonnibel con un dito, avvicinò il suo viso e la bacio, prima piano, come la prima volta, e poi, visto che Bonnibel non si opponeva, sul serio, stringendola a sé. Quando si allontanarono, Marceline notò uno sguardo diverso negli occhi di Bonnibel. Non la conosceva affatto, magari aveva solo voglia di sperimentare, o il ragazzo l'aveva appena mollata e voleva vendicarsi, o magari non sarebbe durata.
Ma a Marceline non importava. Bonnibel era così bella e pura.
 
 
 
Bonnibel era diventata una donna ormai, e aveva un buon lavoro. Sebbene fosse giovane, era una degli avvocato più importanti della capitale, ma nessuno la conosceva davvero.
La chiamavano in molti modi in aula. Stronza. Tigre. Mangiavvocati.
Ma appena accendeva la radio ricordava chi era davvero.
E quando sentiva quella voce chiamarla "Bubblegum" ricordava chi era. E contava i giorni che mancavano alla fine del tour.
 
 
Angolo dell'autrice ~
Ecco qui la mia prima Bubbline!
Adoro questa coppia, e così ho provato a scrivere una piccola FF su loro due. L'ho scritta velocemente, e probabilmente la dovrò rivedere, però voglio sapere cosa ne pensate!
Au revoir!
Sebs
  
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