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Autore: ariadiprimavera    29/05/2014    3 recensioni
Una bambola di porcellana. Un giocattolo innocente, ma che può rivelarsi qualcosa di più...
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alice ammirava soddisfatta il suo regalo di compleanno: sopra alla cesta dei giochi era seduta una grande bambola di porcellana. Era vestita all’antica, aveva lunghi boccoli biondi che le ricadevano morbidamente sulle spalle e gli occhi erano azzurro chiaro. Era molto espressiva, e Alice poteva quasi sentire il suo sguardo seguirla qualunque movimento facesse. Suo padre aveva detto di averla comprata da una vecchia che l’aveva trovata dopo avere svuotato la soffitta, in una scatolone dimenticato, senza neanche sapere come ci fosse arrivata. Ma ora era di Alice, e la bambina stava pensando a come si sarebbe divertita giocandoci, l’indomani. Sua madre entrò nella stanza, le rimboccò le coperte e le diede un bacio sulla fronte, augurandole la buonanotte. Accese la piccola lampadina che ogni notte Alice voleva accesa, a causa del suo grande timore del buio. Uscì, e la bambina si volse subito a guardare la bambola. “È proprio bella” pensava “peccato solo per gli occhi... Hanno uno sguardo strano, quasi cattivo”. Quegli occhi le mettevano addosso un senso di inquietudine, ma si vergognava profondamente di avere paura di una cosa inanimata come una bambola, e quindi si rigirò nel letto e si impose di non pensarci. Si addormentò velocemente.
 
Si svegliò di soprassalto. Dapprima non riuscì a capire perché si fosse svegliata, ma poi ricordò di avere sentito un rumore. Stette immobile e tese l’orecchio attentamente. Ed ecco di nuovo quel rumore: un sussurro indistinto. Non riusciva a capire da dove provenisse, ma aveva la netta consapevolezza che fosse molto vicino a lei. Presa da improvviso terrore, si girò e controllò attentamente la stanza. Niente di insolito. Tirò un sospiro di sollievo. Stava per convincersi di avere immaginato tutto, quando si accorse che in realtà qualcosa che non andava c’era. Sulla cesta dei giochi non c’era nessuna bambola. Scrutò attentamente intorno a sé, ma non la vide. Fu solo dopo qualche minuto che, con sua grande sorpresa e non senza un certo spavento, la vide seduta in fondo al suo letto, con il suo sguardo vitreo e vagamente beffardo. Come al solito, la fissava.
Non riusciva a capacitarsi di come la bambola avesse fatto a finire sul suo letto, ma infine si risolvette a prenderla, rimetterla sulla cesta e rimandare le riflessioni al giorno dopo. Si assopì di nuovo.
 
Una risatina la svegliò nuovamente.  Alice andò subito con lo sguardo alla cesta e, come forse un po’ si aspettava, la bambola non era lì. Si tirò la coperta fino a sopra gli occhi, spaventata. Piano piano riuscì a farsi coraggio e ad abbassarla: incontrò subito lo sguardo gelido della bambola, ai piedi del suo letto. Si alzò di scatto, la prese, la gettò dentro l’armadio e lo chiuse a chiave. Mise la chiave sotto il suo cuscino e cercò di rilassarsi, ma senza riuscire a smettere di gettare di tanto in tanto occhiate nervose all’armadio. Sprofondò nel sonno senza neanche accorgersene, ma con un brutto presentimento.
 
Non fu per niente stupita di essere svegliata di nuovo, stavolta da una voce cristallina che chiedeva: “Vieni a giocare con me?”. Anche se riluttante, guardò direttamente nella direzione ormai nota: la bambola era lì, con tanto di boccoli biondi, vestiti all’antica e occhi di ghiaccio dalle lunghe ciglia. Alice mise una mano sotto il cuscino e tastò il materasso: la chiave dell’armadio era lì, nessuno l’aveva spostata.  Fu immediatamente presa dal terrore. Si mise a piangere e urlò. Afferrò la bambola e la scaraventò con forza sul pavimento. La sua testa andò in mille pezzi.
 
La madre, svegliata dall’urlo e dal frastuono, corse in camera di Alice. La bambina era a terra di fianco al letto, mentre il sangue le usciva da una grande ferita sulla fronte. Si chinò a chiamarla, a scuoterla, ma lei non rispondeva, e in cuor suo la madre seppe che non avrebbe più risposto.
La bambola osservava impassibile la scena dalla sua posizione sopra alla cesta, una scintilla malvagia negli occhi azzurro ghiaccio.
   
 
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