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Autore: ShootinStar    29/05/2014    2 recensioni
“Con quei capelli potresti essere scambiata per una di famiglia. Sono quasi identici a quelli di Lily e di Rose!” ed aveva aggiunto: “Mio fratello deve aver ereditato la propensione per le rosse da mio padre e da mio nonno”. //
Fanfiction ambientata ad Hogwarts 24 anni dopo la Seconda Guerra Dei Maghi (siamo nel 2022), con protagonisti i figli del "golden trio" e alcuni loro coetanei inventati da me, oltre ad altri personaggi che sono sicura sarete felici di incontrare di nuovo. Non scrivo da un po', ma spero di esserne ancora in grado!
Buona lettura :) - Frannie
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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L'Espresso per Hogwarts era già svanito nella nebbia da più di un'ora e non c'era ombra delle carrozze che solitamente aspettavano gli studenti fuori dalla piccola stazione ferroviaria. Natalee Lane camminava su e giù, visibilmente irritata. “Di questo passo ci perderemo lo Smistamento” continuava a borbottare, mentre una ragazza dalla pelle scura e lunghi boccoli neri la osservava a braccia incrociate, visibilmente più tranquilla. “Andiamo Nat, sono 5 anni che assisti alla cerimonia di iniziazione delle matricole, se anche dovessimo perdercela quest'anno non sarebbe certo la fine del mondo!”. La ragazza si voltò in direzione dell'amica, sforzandosi di non continuare a muoversi. “Ma rimane comunque una delle parti migliori di questa scuola! Ricordi quando toccò a me?” “E come potrei dimenticarmene? Quando ti sedesti al nostro tavolo non riuscivi a smettere di parlare a vanvera, gli altri Grifondoro ti avrebbero fatta rinchiudere nella Stamberga Strillante se avessero potuto!” ridacchiò, sfregandosi le braccia nude. “Ma effettivamente comincia a fare un po' freddo qua fuori” commentò, voltandosi verso il resto del gruppo e cercando con lo sguardo qualcuno che ne sapesse più di loro. “Potter! Per caso sai che fine hanno fatto le carrozze? Stiamo congelando qua fuori!”.
Un ragazzo con i capelli spettinati e vivaci occhi marroni si avvicinò alle due ragazze, allontanandosi (con loro disappunto ed enorme dispiacere) da un gruppetto di ragazzine più giovani. Si sfregò la fronte con la mano, gesto che doveva aver ereditato dal padre, sebbene mancasse sul suo viso quel segno che aveva reso famosa tutta la sua famiglia. “Purtroppo ne so quanto te, Rhonda. Se avessi il mio gufo potrei inviarlo al castello per avere qualche informazione in più, ma è...” “Già al castello, come i nostri bauli e tutte le altre cose” lo interruppe Natalee, stizzita. James le scompigliò i capelli. “Sta' calma ragazzina, vedrai che arriveremo in qualche modo!”. L'altra Grifondoro si scostò immediatamente, lisciandosi nuovamente la frangia. “Evita di fare l'uomo vissuto con me, ho l'età di tuo fratello e sulla scopa sono perfino più brava di te, caposcuola” aggiunse, facendo una smorfia. Il ragazzo rise. “Non è colpa mia se sono così affidabile, affascinante e degno di fiducia. La preside ha deciso spontaneamente di riconfermarmi il ruolo, non che io abbia insistito ovviamente ma c'è da dire che...” “Che il ruolo ti calza a pennello, visto l'impatto che ha sulle ragazze” commentò Rhonda, tirandogli una gomitata. “Chi sta parlando di ragazze?”. Un altro Grifondoro si unì alla conversazione, avvolgendo il collo dell'amico con il braccio destro.
Le due ragazze alzarono gli occhi al cielo, mentre Dorian Baston le osservava con la stessa attenzione di un radiologo intento ad esaminare uno scheletro fuori dal comune. “E dite un po', da quando voi due sareste diventate così sexy?”. Natalee sbuffò, sporgendosi in avanti con la speranza di veder finalmente comparire la schiera di carrozze vuote che li avrebbero condotti al castello. E poté tirare un sospiro di sollievo, perché proprio in quel momento un enorme cavallo alato di corporatura esile, con il manto nero striato di venature bianche, stava avanzando verso di loro, guidato dal professor Paciock e seguito da tanti altri.
L'insegnante di Erbologia agitò la mano in aria e ordinò al thestral di fermarsi, scendendo dalla carrozza con un'agilità che fino a qualche anno prima sarebbe sembrata inadatta a lui. “Scusate per il ritardo, ragazzi. So che siete stanchissimi, ma abbiamo avuto dei problemi tecnici” lanciò un'occhiata irritata alla creatura vicina a lui. “Coraggio, salite! E mi raccomando, non più di 8 persone per carrozza, ce ne sono abbastanza per tutti e avrete tutto l'anno per stare insieme!”.
Rhonda, Dorian e James salirono con il professore, stringendosi per far posto ad altri studenti, mentre Natalee si attardò ad accarezzare il thestral con tocco lieve, come piaceva a lui. Alcune studentesse del secondo anno la indicarono col dito, parlottando tra di loro, ma lei non se ne preoccupò. Vi auguro solo di non riuscire mai a vedere queste sciagurate creature come le ho viste io fin da quando avevo la vostra età pensò tra sé e sé, mentre uno dei ragazzi l'aiutava a salire e a sedersi, mentre il professor Paciock con uno schiocco della lingua faceva ripartire la carrozza, diretta a velocità sostenuta verso Hogwarts.
 
 
“Finalmente a casa!”. Megan si gettò sulle morbide coltri blu notte del letto a baldacchino, il baule abbandonato in qualche angolo della stanza, respirando a pieni polmoni con gli occhi chiusi e un'espressione di pura gioia dipinta sul viso. Rose scosse la testa sorridendo e si sedette sul letto di fianco, osservandola. “Non credevo che le lezioni di Storia della Magia ti fossero mancate così tanto!” borbottò, schivando immediatamente dopo un cuscino tiratole dall'amica all'altezza della testa. “Piantala! Sai a cosa mi riferisco”. La ragazza si tirò su a sedere, lisciando con la mano le coperte che da ormai 5 anni l'avevano riscaldata nelle notti invernali più fredde. “Sì che lo so” continuò l'altra Corvonero, alzandosi e cominciando a tirar fuori i vestiti che si era portata da casa, ripiegandoli ordinatamente sul letto. Indugiò solo un istante su un biglietto attaccato al coperchio del baule, dove una calligrafia ordinata che ben conosceva le augurava un buon anno scolastico, raccomandandosi di non lasciarsi distrarre dai suoi studi e di inviare qualche lettera a casa di tanto in tanto, accompagnata da una foto in cui i suoi genitori le sorridevano e la salutavano con la mano, i capelli rossicci del padre così simili ai suoi che svolazzavano qua e là.
“Soliti auguri di H&R?” chiese Megan, sbilanciandosi in avanti per sbirciare da sopra la sua spalla. Rose annuì, accennando un sorriso. “Come al solito c'è lo zampino di mio padre in quel non lasciarti distrarre. Come se non sapessi a chi si riferisce” sospirò, riponendo il biglietto e la foto in una tasca laterale e riprendendo a svuotare il baule. L'altra ragazza incrociò le braccia ridendo sotto i baffi. “E a chi si riferirebbe, secondo te?” domandò. Rose continuò imperterrita a non guardarla, temendo che dalla sua espressione potesse trasparire più del necessario. “Sai com'è fatto mio padre, è gelosissimo anche se ovviamente non c'è motivo per cui...” “Io direi che un certo Serpeverde alquanto affascinante sia un motivo più che valido” la interruppe l'amica, sghignazzando.
La giovane Corvonero sbuffò, richiudendo il coperchio del baule con un tonfo sordo. “Per l'ennesima volta, Megan, non c'è niente tra me e Scorpius, dovresti smetterla anche tu di...” “E ovviamente hai pensato subito a Malfoy, no? Ci saranno decine di ragazzi affascinanti tra i Serpeverde, ma sei stata capace di pensare solo a lui. Ti dice niente questo?” domandò con un'espressione vittoriosa e soddisfatta, mentre l'amica sospirava di nuovo, l'esasperazione dipinta a chiare lettere sul suo viso. “Pensala come vuoi, Meg. Non ho tempo per queste cose, devo far vedere una relazione di Erbologia al professor Paciock, parlare con i prefetti e vorrei anche assicurarmi che mio fratello non si sia già cacciato nei guai”. Megan alzò le mani in segno di resa e aggiunse: “Come vuole lei, signorina Weasley. Ancora mi chiedo perché tu abbia rifiutato di diventare caposcuola visto che in quanto a stress ed impegni sei fin troppo allenata” e scoppiò in una risata. L'altra sogghignò. “Come avrei potuto privare miss Shauna Corner del privilegio di sculettare in pubblico al fianco di Bradley Samuels e di tutti quei palloni gonfiati che mostrano quella stupida targhetta come se fosse un vero e proprio lavoro?” “Hey, vacci piano sorella! Tuo cugino fa parte dei palloni gonfiati, se non sbaglio!”. Rose ci pensò su e aggiunse: “Esatto, ma perlomeno James nel fare l'arrogante ha stile”. Risero insieme e Megan si portò le ginocchia al petto come una bambina. “Sicura che vuoi uscire proprio adesso? È tardi, dovremmo già andare a dormire e di sicuro non troverai nessuno a quest'ora!”. L'altra ragazza spostò il peso da una gamba all'altra, indecisa. “Vado solo a controllare che Hugo sia nel suo dormitorio e torno, promesso” “Dovresti smetterla di fargli da mammina, a 14 anni tu eri molto più indipendente!” “Solo perché non avevo nessuno disposto a preoccuparsi per me” ridacchiò, uscendo dalla camera in punta di piedi.
 
 
La mattina seguente
 
 
Abigail picchiettò col dito sul vetro dell'enorme finestra che si affacciava sulle profondità del Lago Nero, notando con la coda dell'occhio quella che avrebbe potuto benissimo essere la punta della coda di una sirena che sfrecciava lontana dalla sua visuale. La luce mattutina non riusciva neppure lontanamente a penetrare in quegli abissi oscuri, che come al solito avevano un aspetto piuttosto inquietante ai suoi occhi. Al contrario, la luce verdastra diffusa in tutta la Sala Comune dei Serpeverde non la infastidiva affatto; le piaceva quel colore, così come le piacevano i divanetti in pelle nera così eleganti e il caminetto in marmo (ad eccezione di quegli orribili teschi che lo abbellivano).
L'unica cosa a cui non era riuscita ad abituarsi, sebbene quello fosse ormai il suo settimo anno nella scuola, era la pigrizia senza speranza di alcuni studenti; erano tornati ad Hogwarts soltanto la sera precedente e già non stava più nella pelle per la voglia di ricominciare le lezioni, di fare lunghe passeggiate all'aria aperta, di rivedere le compagne e sì, forse anche qualche compagno che credeva non gli sarebbe mancato affatto, e cosa facevano tutti gli altri? Si alzavano a fatica dal letto, lamentandosi delle sue maniere troppo brusche e biascicando un “non ho voglia” tra uno sbadiglio e l'altro. Queste generazioni di oggi sono fuori di testa pensò tra sé e sé, quando finalmente uno dei ragazzi uscì dal dormitorio. Nonostante la sagoma nella vetrata fosse quasi irriconoscibile, sapeva già di chi si trattava. “Giorno, Al. Dormito bene?” domandò con una punta di affetto quasi materno di cui non poteva proprio fare a meno quando si trattava di lui.
Il ragazzo nel riflesso sorrise, massaggiandosi la fronte e i capelli ancora spettinati. “Così bene che avrei preso volentieri in considerazione l'idea di rimanere sotto le coperte questa mattina” mormorò, facendola voltare di scatto e scoppiando a ridere davanti alla sua espressione seccata. “Ah ah, divertente Potter. Come se tu non sapessi quanto ho bisogno del tuo aiuto con quei bambocci scansafatiche!” “A me sembra che te la stia cavando alla grande, come tuo solito. Anche se Grant deve averti mandato qualche dozzina di accidenti” aggiunse Al, continuando a stropicciarsi gli occhi. “Niente di nuovo, quindi” commentò Abigail, sorridendo. Pochi istanti dopo altri ragazzi e ragazze si unirono a loro, sbadigliando all'unisono e incespicando nelle pieghe dei tappeti argentei che coprivano ogni centimetro dell'enorme stanza nei sotterranei. Quando si furono radunati quasi tutti, la caposcuola si voltò per uscire dall'ingresso celato da una normalissima parete di pietra e si fermò di colpo. Al, che la stava seguendo, le andò a sbattere contro, soffocando un lamento. “Abby, si può sapere che...” si zittì a sua volta, seguendo lo sguardo dell'amica.
Davanti all'entrata della Sala Comune dei Serpeverde c'era un enorme poster apparso dal nulla che impediva agli studenti di uscire. Era grande quasi quanto la parete ed era niente di meno che una foto della stessa Abigail avvinghiata ad un ragazzo poco più alto di lei, le labbra premute sulle sue. Al si avvicinò per osservare meglio e riconobbe in quel ragazzo, seppur a fatica, il fratello James. Si voltò verso la ragazza per chiedere spiegazioni, ma la Serpeverde aveva già alzato la bacchetta e la stava puntando alla gola di uno spaventatissimo Grant. “Dimmi chi ti ha aiutato ad organizzare uno scherzo così pessimo e forse deciderò di risparmiarti la vita”. “Abby, non riesco a toglierlo!” urlò una studentessa, che si stava allungando sulla punta dei piedi, strattonando il gigantesco poster, senza riuscire a spostarlo di un solo millimetro. “Incantesimo di Adesione Permanente, solo chi l'ha eseguito può annullarlo” rispose Abigail, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo interpellato fino ad allora. “Allora, vuoi deciderti a parlare? Non vorrei perdermi la prima colazione dell'anno per colpa di un insulso serpentello come te”. Il ragazzo deglutì a fatica, alzando le mani a mo' di resa. “Ti giuro che non sono stato io! Come avrei potuto avere quella foto? Ti prego, Abby...” Un fievole lampo verde scaturito dalla bacchetta gli solleticò il mento, facendo comparire delle gocce di sudore sulla fronte già corrugata.
Al raggiunse l'amica e appoggiò una mano sulla sua spalla, sembrando quasi più grande della sua età. “Lascia perdere, non ne vale la pena” ma la ragazza non mollava la presa. Ad un tratto una voce proveniente dalla schiera di Serpeverde commentò acidamente: “Vedo che non sei ancora diventata il cagnolino obbediente dei Potter come avevo sentito dire, credevo avessi perso la tua forza di volontà, Abby”. A quelle parole la caposcuola si decise ad abbassare la bacchetta, sorridendo tra sé e sé. “Felix Norton, ti conviene staccare immediatamente quell'orrendo poster, o ti giuro che alla prossima lezione di Difesa Contro Le Arti Oscure farò in modo di essere in coppia con te e ti distruggerò” sibilò tra i denti, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo che si fece largo tra gli altri e con un ghigno insopportabile stampato sul viso agitò la bacchetta e fece scomparire il poster in un secondo. Abigail fece per incamminarsi verso l'uscita, quando quell'odioso ragazzo la superò, mormorandole all'orecchio un avvertimento: “La prossima volta che tu e Potter decidete di appartarvi, cercate di farlo in maniera più discreta. I campi estivi non sono più affidabili come una volta”.
 
 
“Buongiorno Davis! L'anno scolastico è appena iniziato e ce l'hai già a morte con qualcuno?”. James Sirius Potter incrociò la coetanea nonché collega caposcuola del settimo anno proprio all'entrata della Sala Grande, mentre la ragazza agitava i riccioli rossi in preda ad una furia disumana. “Se vuoi posso aggiungerti alla lista di persone che incenerirei volentieri, Potter” sibilò, fulminandolo con lo sguardo. James agitò la bacchetta con indifferenza. “Non obbligarmi ad usare un incantesimo acquatico di prima mattina, sono ancora assonnato e potrei finire per annegarti involontariamente” e le fece l'occhiolino. La ragazza alzò gli occhi al cielo e lo superò urtandolo di proposito con la spalla sinistra e facendo il suo ingresso nell'enorme stanza già gremita di studenti.
“E' proprio pazza di te, eh?”. Dorian, uno dei suoi migliori amici, gli assestò una poderosa pacca sulla spalla, sghignazzando. James sorrise suo malgrado. “Ci sto lavorando” concluse, prima di unirsi al tavolo dei Grifondoro, dove venne accolto da abbracci e saluti amichevoli, nonché dalle occhiate ammiccanti di alcune studentesse del quarto e quinto anno. Il ragazzo si sedette, cercando di ignorarle sebbene tutta quella popolarità gli facesse comunque piacere. Si concentrò piuttosto su un'altra Grifondoro che stava entrando proprio in quel momento, avanzando con la testa china e le mani strette l'una nell'altra. Aveva lunghi capelli castani e degli occhi azzurrissimi e sebbene fosse quasi l'opposto della sorella, alcuni tratti del viso (il naso piccolo e grazioso, la pelle pallida e la bocca sottile) tradivano la loro effettiva parentela.
James agitò il braccio nella sua direzione, sapendo già che la più giovane delle sorelle Davis non l'avrebbe neppure considerato. La ragazza gli lanciò una rapida occhiata prima di tirare dritto e sedersi all'altro capo del tavolo, con le studentesse del quinto anno. Dorian gli sferrò una gomitata in pieno petto. “Hai finito di provarci con chiunque ti passi sotto il naso? Tra l'altro, Becca non sembra proprio il tuo tipo, è fin troppo mansueta”. Il giovane Potter si voltò verso l'amico con un sorrisetto. “Chi ha detto che ci sto provando? Cerco solo di mantenermi fedele agli impegni presi”. L'altro ragazzo sollevò un sopracciglio. “Ah già, dimenticavo. Abigail impedisce alle Serpi di mangiarsi il tuo fratellino in un sol boccone se tu fai da angelo custode a sua sorella nella tana dei Grifoni, giusto?”. James annuì, addentando un pezzo di torta al cioccolato. Dorian tornò ad osservare pensieroso l'altro capo della sala, dove si trovava il tavolo dei Serpeverde. “Che strano scherzo del destino, dividere due famiglie come le vostre tra le due case rivali per eccellenza” commentò. Il ragazzo di fianco a lui alzò le spalle e continuò a concentrarsi sulla propria colazione, fino a quando un tintinnio proveniente dal tavolo dei professori non attirò la sua attenzione.
La preside si alzò dall'enorme sedia centrale, ergendosi in tutta la sua statura (che non era certo poca, nonostante l'età ormai avanzata) ed abbracciò tutta la Sala Grande con i suoi occhi severi temprati da tante, forse troppe battaglie. Poi si schiarì la voce e parlò con una solennità che quasi eguagliava quella del tristemente defunto ex-preside Albus Silente.
“Benvenuti e bentornati. La Cerimonia dello Smistamento tenutasi ieri sera ha permesso ai nuovi arrivati di trovare una collocazione nella Casa più adatta alla loro personalità e alle loro aspirazioni. Spero siano felici della scelta del Cappello Parlante, considerato il fatto che avrà tenuto conto della loro volontà, com'è tradizione ad Hogwarts. Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità”. James conosceva bene quella frase, sapeva che a pronunciarla era stato proprio il vecchio Silente quando suo padre aveva temuto di non essere poi così diverso dal temutissimo Lord Voldemort. Era la frase che era stata ripetuta milioni di volte a suo fratello Al, forse proprio quella che l'aveva spinto ad accettare di appartenere ai Serpeverde. Il ragazzo apprezzò il fatto che quel piccolo particolare fosse stato aggiunto al discorso di inizio anno, in ricordo di uno dei più grandi maghi della storia.
“Purtroppo, come ben sapete, le carrozze che vi hanno condotto al castello ieri sera sono arrivate con quasi due ore di ritardo, ragion per cui questo discorso è stato posticipato a stamattina, con grande disappunto da parte vostra, a quanto vedo” continuò la McGranitt, sorridendo appena nel notare le facce ancora assonnate tanto degli studenti quanto dei professori al suo fianco.
“Ma non voglio indugiare oltre e privarvi della vostra prima colazione ad Hogwarts dopo una lunga assenza estiva, quindi vorrei semplicemente augurare a tutti voi un buon anno scolastico, un grande in bocca al lupo per coloro che dovranno sostenere i G.U.F.O. ed i M.A.G.O. e ovviamente un saluto speciale alle nostre nuove matricole, con la speranza che sappiano adattarsi nel migliore dei modi alla vita un po' frenetica del castello”. Chinò lievemente il capo ed uno scroscio di applausi risuonò per tutta la sala. La preside si sedette di nuovo e cominciò a mangiare con la delicatezza di un canarino, mentre accanto a lei Rubeus Hagrid ingurgitava uova strapazzate e pancetta affumicata come se fosse rimasto a digiuno per tutta l'estate.
 
 
 
 
Salve a tutti/e!
Rieccomi a scrivere dopo ben DUE ANNI (escludendo una piccola parentesi dell'anno scorso a proposito di una ff su Bieber che poi non ha avuto seguito, ahimé). Spiacente di rompervi nuovamente le scatole con i miei capolavori, ma avevo voglia di sfogarmi un po' e scrivere è sempre il modo migliore, no?
Stavolta però ho evitato di tirar fuori l'ennesima storia sui One Direction o altri cantanti perché, detto sinceramente, non ne avevo proprio voglia ahaha
Per una volta ho voluto cimentarmi con qualcosa che comunque mi piace molto aka il mondo di Harry Potter e visto che non si può pretendere di scrivere altro riguardo ai personaggi della “vecchia generazione” già ampiamente trattati (dalla Rowling più di tutti), ho deciso di parlare un po' dei nuovi arrivati, ossia dei fantomatici figli/nipoti dei nostri eroi preferiti che incuriosiscono un po' tutti. Spero che questa fanfiction vi appassioni e, come sempre, sono ben accetti i complimenti ma anche le critiche! Buona lettura, recensite pure che non mordo nessuno ;)
 
Frannie
 
  
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