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Autore: MyRauhl    29/05/2014    5 recensioni
“Io non ho paura di nulla, Hemmings. Non sono la ragazza che credi, io vado bene a scuola, non disobbedisco ai miei genitori e tutti vorrebbero una figlia come me. Mettiti in testa che non sono una cattiva ragazza.”
“Se dici di non essere una cattiva ragazza allora ti ci farò diventare io.”
“Perché dovresti? Non puoi semplicemente lasciarmi stare?”
“Sei più interessante di quanto potessi pensare, bellezza. E io queste occasioni non me le faccio scappare facilmente.”
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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YOU’RE MY DANGER IN THE DARK


She said to me, forget what you thought
'Cause good girls are bad girls that haven't been caught
So just turn around and forget what you saw
'Cause good girls are bad girls that haven't been caught
 
 

Sydney Cooper aveva la media più alta di tutto il liceo e vantava una borsa di studio per Harvard. I suoi genitori non potevano che essere fieri di lei, portava a casa voti eccellenti, non disubbidiva mai e li rendeva felici comprando loro regali e aiutando nelle faccende domestiche. Oltre ad essere la figlia modello, Sydney rappresentava l’ideale della ragazza perfetta anche tra i compagni di scuola grazie al suo aspetto fisico. Il suo viso angelico era contornato da una cascata di riccioli biondi e i suoi occhi verde smeraldo facevano breccia dritto nel cuore di ogni studente. Come se non fosse stato abbastanza, la ragazza era addirittura fidanzata con lo studente più brillante della sua classe, l’unico che poteva competere con lei nell’ambito scolastico: Michael Clifford. Le ragazzine del primo anno gli sbavavano dietro ogni volta che passava nei corridoi, ma quando notavano che il ragazzo dagli occhi di ghiaccio era in dolce compagnia se ne andavano rassegnate perché delle ragazze normali non avrebbero mai potuto competere con una ragazza come Sydney.
La famiglia Cooper abitava in una villetta nella periferia di New York e la stanza di Sydney si trovava all’ultimo piano. La finestra dava su una lunga distesa di prato e solitamente la ragazza andava a leggere proprio lì i suoi libri preferiti. Il canto degli uccellini e il profumo dei fiori di campo la rilassavano e quando la signora Cooper la vedeva intenta a studiare in quel luogo la lasciava stare senza disturbarla.
Ogni notte, all’insaputa dei genitori, scendeva in giardino per passare un po’ di tempo con il suo fidanzato, ma fino a quel momento quella era stata l’azione più ribelle che Sydney avesse mai compiuto.

Quella sera Sydney aveva aspettato come sempre che i suoi genitori andassero a dormire per poi scendere ad aspettare Michael. Era venerdì e di solito il venerdì i due fidanzati si incontravano per raccontarsi la settimana e per stare un po’ insieme, ma quando scese in giardino Michael le mandò un messaggio dicendole che non sarebbe potuto venire, perché aveva l’influenza. Scocciata, Sydney si alzò in piedi per tornarsene in camera, ma l’odore di una sigaretta ed un rumore tra i cespugli la incuriosirono. Si avvicinò al luogo da cui proveniva quel forte odore di tabacco e alla luce della luna scorse il profilo di un ragazzo appoggiato ad un albero nel suo giardino.
Aveva i capelli di un biondo chiaro, quasi dorato, gli occhi azzurri scrutavano il vuoto e l’espressione dipinta in volto era spenta. Tra le dita aveva una sigaretta accesa e Sydney storse il naso solo a sentirne l’odore: non aveva mai fumato e sinceramente la puzza della sigaretta non la attirava più di tanto.
“Resti lì a fissarmi ancora o hai intenzione di uscire allo scoperto?” disse il ragazzo continuando a mantenere lo sguardo di fronte a sé. Sydney sentì le guance avvampare dall’imbarazzo per essere stata beccata a spiarlo e per un momento pensò di fare finta di niente e di tornarsene in casa come se nulla fosse. Ma lui, quasi come se le avesse letto i pensieri, disse:
“Non far finta di niente, ti ho vista, sai?” il suo sguardo restava puntato sempre nella solita direzione, ma un sorriso beffardo comparve sul suo viso mettendo in mostra una fossetta sulla guancia destra.
“Cosa ci fai nel mio giardino?” chiese Sydney allarmata. Non era mai stata una ragazza coraggiosa e aveva molta paura a starsene lì da sola con uno sconosciuto. Se i suoi genitori l’avessero scoperta sarebbe finita nei guai.
“Fumo.” ovvio, pensò Sydney. La ragazza si avvicinò a lui,  tentando di non far vedere che stava tremando come una foglia e finalmente il ragazzo la guardò negli occhi. Quando i loro sguardi si intrecciarono, Sydney sentì una fitta allo stomaco e i suoi pensieri sparirono dalla testa, lasciando spazio solo all’immagine di quei due occhi color mare. Provò a dire qualcosa, ma non ci riuscì.
“Vuoi?” disse lui spezzando il silenzio e tendendole la sigaretta. Di tutta risposta Sydney scosse il capo.
“Oh no, io non fumo.” Il biondino scoppiò a ridere sotto lo sguardo interrogativo della ragazza.
“Non hai mai fumato?”
“No.”
“Uh, quindi ora ho a che fare con una brava ragazza. Sai, non voglio sembrare stalker, ma ogni tanto vedo te e il tuo ragazzo qui in giardino a sbaciucchiarvi. Dico, gli hai mai fatto un pompino oppure sei troppo casta e pura per farlo?
” a quelle parole Sydney avvampò di nuovo, ma stavolta per la rabbia. Non aveva la minima idea di chi fosse quel ragazzo, ma lo odiava con tutto il cuore, soprattutto perché non doveva intromettersi nei suoi affari privati.
“Si può sapere chi caspita sei e che cosa vuoi da me?!” chiese lei con una punta di acidità nella sua voce.
“Sono Luke Hemmings, abito a tre case di distanza da qui. Non vengo a spiarti ogni sera, non sono quel tipo di ragazzo. Ma sai, spesso gironzolo per il quartiere e ti vedo. So che dietro quel faccino da angioletto si cela una cattiva ragazza, ma hai troppa paura di scoprirlo.”
“Io non ho paura di nulla, Hemmings. Non sono la ragazza che credi, io vado bene a scuola, non disobbedisco ai miei genitori e tutti vorrebbero una figlia come me. Mettiti in testa che non sono una cattiva ragazza.”
Disse Sydney sputando il suo cognome con disprezzo. Di tutta risposta Luke si lasciò sfuggire un sorrisetto soddisfatto e si avvicinò a lei. Inspirò una boccata di fumo, avvicinò le labbra a quelle della ragazza ed espirò piano, in modo che potesse respirare un po’ di fumo passivo.  Sydney tossicchiò un poco e questo fece sorridere ulteriormente il biondo.
“Se dici di non essere una cattiva ragazza allora ti ci farò diventare io.”
“Perché dovresti? Non puoi semplicemente lasciarmi stare?”
Luke accarezzò la guancia di Sydney e per un attimo lei si perse nuovamente nel suo sguardo.
“Sei più interessante di quanto potessi pensare, bellezza. E io queste occasioni non me le faccio scappare facilmente.” E detto ciò diede un casto e veloce bacio sulle labbra della ragazza, per poi sparire.
 
Il lunedì seguente Sydney aveva fatto fatica a concentrarsi durante le lezioni. Erano passati pochi giorni dall’incontro con Luke Hemmings e lui, per sua fortuna, non si era ancora fatto vivo. Sydney era convinta che quel ragazzo strano e pieno di sé si fosse completamente dimenticato delle assurdità che aveva letto, così pensò che non fosse necessario concentrarsi su di lui più di tanto, perciò iniziò a seguire con interesse la lezione di letteratura inglese. Prendeva appunti sulla vita di Shakespeare e sui suoi componimenti, la professoressa continuava a parlare ininterrottamente e ben presto la trama di The Tempest soppiantò nella sua mente l’immagine di quei due occhi azzurri.
Alla fine della lezione Sydney contava di passare un po’ di tempo con Michael, dato che non l’aveva visto per tutto il weekend, ma sfortunatamente il suo ragazzo doveva andare per forza ad un incontro della squadra di pallanuoto, così Sydney si ritrovò nuovamente sola, come venerdì sera. Decise di andare in biblioteca durante la pausa pranzo, non aveva voglia di andare a mensa in quel momento preferiva la compagnia dei libri piuttosto che quella delle persone. Iniziò a sfogliare il libro “Cime Tempestose” mentre sgranocchiava di tanto in tanto dei crakers portati da casa.
“Sei un topo da biblioteca!” una voce troppo alta per lo standard della biblioteca la fece sobbalzare, facendole cadere sia il libro che il suo pranzo.
“Cazzo!” esclamò tra sé e sé, mentre tentava di sistemare il disastro che aveva fatto con le briciole dei crakers: se l’avesse vista la bibliotecaria l’avrebbe mangiata viva, non voleva che le persone mangiassero lì dentro.
“Dici anche le parolacce? L’avevo detto io che non eri del tutto santa.” Un Luke Hemmings strafottente la stava osservando dall’alto in basso, mentre sfogliava con poca voglia un libro di cui neanche lui sapeva il titolo. Sydney si sistemò i capelli e si alzò in piedi andandogli incontro con gli occhi pieni di rabbia.
“Che cosa ci fai tu qui?!” tentava di mantenere il tono di voce basso, non voleva finire nei guai per colpa sua.
“Ti stavo cercando.. –  osservò la copertina del suo libro per cercare di intravedere la targhetta col nome – Sydney Cooper. Ti va di saltare le prossime due ore?”
“Certo che no! Devo seguire le lezioni. E poi non voglio passare del tempo con te!”
quel ragazzo aveva la capacità di farla andare su tutte le furie nel giro di pochi secondi e a Luke quella situazione faceva molto ridere.
“Hai paura che ti becchino?”
“Te l’ho già detto Hemmings, io non ho paura di nulla.” Luke accostò le labbra all’orecchio di Sydney e sussurrò: “Dimostralo.” Prima di uscire dalla biblioteca.
 
Dieci minuti dopo, Sydney stava correndo fuori dalla scuola, spinta da chissà quale stupido pensiero. Inizialmente aveva pensato di ignorare completamente Luke Hemmings, perché era un ragazzo stupido per di più quella storia non le piaceva affatto. Ma l’idea di essere considerata una fifona da parte di quell’insulso biondino la convinse a varcare la soglia della scuola due ore prima dell’orario prestabilito.
Luke sapeva benissimo che Sydney non si sarebbe tirata indietro, l’aveva volontariamente provocata e la stava aspettando in macchina. Quando la vide uscire dall’edificio guardandosi attorno per non essere beccata le aprì la portiera per farla accomodare.
“Mettiamo in chiaro una cosa Hemmings. Questa è la prima e ultima volta che vengo via con te, è chiaro?” Luke le sorrise come se gli avesse detto una cosa dolce e partì.
Per tutto il tragitto Sydney si guardò in giro, sperando di non incrociare in una delle vie principali di New York l’automobile dei suoi genitori. Se l’avessero beccata sarebbe morta all’istante.
“Dove stiamo andando?”
“Nel bronx.”
Disse con nonchalance Luke e a quelle parole Sydney impallidì.
“Che cosa?! No, tu adesso mi riporti a casa! Ma dico, sei matto? Se una ragazza come me entra nel bronx non ci esce viva! È pieno di maniaci lì dentro e aspettano solo che ci sia una ragazza indifesa come me da aggredire!”
“Stai tranquilla che se ti sentono parlare ti stanno alla larga. Ti vuoi fidare di me?!”
“Non mi fiderò mai di te!”
Luke la ignorò e continuò a guidare fino a che non arrivarono davanti ad uno skate park. I muri di quel parco erano piedi di graffiti e le facce dei ragazzi che si trovavano lì intimorivano Sydney. Quest’ultima però non voleva ammettere di essere terrorizzata a morte da quella situazione, era una questione di orgoglio così quando Luke scese dall’auto lei lo seguì standogli accanto.
“Cosa facciamo ora? Non sono mai salita su uno skate” sussurrò Sydney.
“Non siamo qui per fare Skate. Seguimi, dai.” Mentre camminavano verso un vicolo deserto, Luke fece un cenno di saluto ad uno dei ragazzi che stava sfrecciando sul suo skate e Sydney si sentiva gli occhi puntati addosso. Appena rimasero soli, Luke tirò fuori dallo zaino che aveva in spalla due bombolette e ne porse una a Sydney.
“Hai paura di qualcosa Sydney?” la canzonò Luke.
“No.” Affermò più a se stessa che a lui.
“Bene, allora non avrai paura di fare un disegno sul muro.”
“Ma è illegale!”
“Hai paura di essere beccata?”
le donò un sorriso beffardo e di tutta risposta Sydney afferrò la bomboletta nera che le stava porgendo per poi agitarla ed iniziare a spruzzare la vernice sul muro. Inizialmente non aveva idea di cosa disegnare, aveva colto la sfida di Luke per orgoglio, e ora si trovava con il braccio sospeso in aria, indecisa su come rovinare quel muro appena riverniciato. Senza che lei se lo aspettasse, Luke fece aderire il suo petto alla schiena di lei e guidò i movimenti della mano di Sydney, in modo che lei potesse scrivere nero su bianco “Good girls are bad girls that haven’t been caught”. Appena finì la scritta, Sydney fece cadere a terra la bomboletta spray e guardando la sua opera finita si sentì una persona diversa. Era consapevole che l’avesse aiutata Luke, ma  quella scritta era venuta davvero bene e le venne subito voglia di farne un’altra, un’altra e un’altra ancora.
Mentre la sua testa scopriva quel mondo proibito in cui le leggi venivano infrante da ragazze ribelle come lei, Luke avvolse la vita di Sydney con un braccio e l’attirò a sé, in modo da poterle lasciare leggeri baci sul collo.
Sydney sentiva i brividi correrle lungo la schiena, era attraversata da una scarica di adrenalina mai sentita prima e sperava che almeno il pensiero del suo fidanzato Michael la riportasse con i piedi per terra. Ma quando Luke la fece voltare verso di lui e si avvicinò alle labbra di lei, non ci pensò due volte a baciarlo e ad avvolgere le braccia attorno al suo collo.
 
Appena arrivata a casa, i suoi genitori la stavano aspettando seduti al tavolo della cucina. Solitamente quelle scene avvenivano quando Sydney si dimenticava di comunicare un voto sotto alla sua media oppure quando non avvisava per due minuti di ritardo, ma sapeva che quella volta le cose erano ben peggiori.
La scuola aveva chiamato a casa chiedendo perché Sydney non fosse stata a scuola nelle ultime due ore di lezione. I suoi genitori le fecero mille domande, dicendo anche che nemmeno Michael sapeva dove fosse stata e che non l’avrebbe passata liscia. Mentre suo papà e sua mamma la interrogavano e la minacciavano di metterla in punizione, Sydney pensava al volto di Luke, alle sue labbra perfette e al profumo dei suoi vestiti. Pensava alla scritta sul muro nel Bronx e pensava al messaggio che aveva ricevuto pochi secondi prima, in cui Luke le diceva che sarebbe passato a prenderla quella sera per uscire.
“Allora? Dove sei stata?” verità o menzogna? Verità o menzogna? Brava ragazza o cattiva ragazza? Erano questi i pensieri che affollavano la testa di Sydney. Purtroppo non riuscì a trovare una scusa per giustificare l’assenza ai genitori, perciò quest’ultimi le ritirarono la carta di credito e la connessione internet, proibendole di uscire di casa per le due settimane seguenti.
 
Aveva iniziato a piovere e Sydney era chiusa in camera. Non voleva mangiare, stare con i suoi genitori le metteva ansai perché loro non la smettevano di fare domande su domande riguardo la sua bigiata, così preferì starsene nella sua stanza ad aspettare che arrivassero le 11 di sera. Quando sentì i suoi genitori spegnere la luce e andare a letto, prese il cellulare e scrisse un messaggio a Luke.
 
SYDNEY: Dove hai intenzione di andare stasera?

LUKE: Dove vuoi tu, perché?

SYDNEY: Perché io non voglio tornare.
 

Detto ciò scrisse un biglietto veloce ai suoi genitori, dicendo che si sarebbe assentata per un po’ di giorni perché aveva bisogno di ritrovare se stessa. Scrisse inoltre un sms a Michael, il suo ragazzo, comunicandogli che ormai da parte sua non c’era più nulla e che non si sarebbero più visti per un bel po’ di tempo.
Infine prese lo zaino e lo riempì con vestiti, biancheria, cosmetici e, appena prese in mano “Cime Tempestose” si bloccò. Non sapeva cosa fare, portarselo dietro avrebbe significato portare con sé una parte della vecchia Sydney che stava tentando di eliminare. Era pronta per un cambiamento così drastico? Sì, pensò, lo era. Per tutti quegli anni non aveva fatto altro che sottostare ai voleri dei professori e dei genitori, si era sempre comportata bene per rendere felici loro, ma alla sua felicità non ci aveva mai pensato. Nemmeno quando stava con Michael riusciva ad essere felice, lui era troppo perfetto per lei e a Sydney non interessava affatto la perfezione. Ora aveva l’occasione di fuggire, di crearsi una nuova vita e di uccidere la vecchia sé perfettina, rimpiazzandola con una nuova Sydney ribelle. Tutto quello lo doveva a Luke, era stato grazie a lui che la ragazza aveva capito che poteva cambiare se lo voleva. E lei voleva cambiare insieme a lui.
Quando sgattaiolò fuori di casa, lasciò il suo mazzo di chiavi sotto lo zerbino e salì di corsa in macchina da Luke, che la stava aspettando. Lui le diede un bacio e sulle labbra per salutarla ed accese l’auto.
“Dove andiamo?”
“In qualsiasi posto, basta che la vecchia Sydney non venga con noi.”

E così l’auto partì, lasciando a New York la vecchia vita di Sydney Cooper e concedendo ai due giovani la possibilità di costruirsi una nuova vita. Insieme.
 
 
 
 
 









Okay tutta sta cosa è un po’ irreale in effetti… ho guardato in giardino e non c’è nessun Luke Hemmings che fuma purtroppo :(
Questa one shot è di passaggio, è la prima volta che scrivo sui 5SOS e spero sinceramente che non vi abbia deluso.
È un po’ lunghina a dire la verità… ma oh, oggi sono stata a casa con la febbre e avevo bisogno di fare qualcosa, così ho acceso il pc ed ecco qui il risultato di 38 di febbre :)
Se volete e se vi è piaciuta un giorno proverò a scrivere un’altra one shot, se vi ha fatto schifo no ahahahha!
Fatemi sapere cosa ne pensate, magari con una recensione ;)
Ora mi eclisso, ciao!
Aliss_
 
  
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