"He was a boy, she was a girl, can I make it anymore obvious? He was a punk, she did 
ballet, what more can I say. He wanted her, she'd never tell but secretly she wanted him as well. But  all of her friends stuck up their nose, they had a problem with his baggy clothes."

Si sveglia appena cinque minuti prima della sveglia, si rifà con cura il letto, prende i vestiti ben piegati nell'armadio e si dirige in bagno. Dopo aver riempito la vasca di acqua bollente, si immerge spensierato nel suo habitat preferito, socchiudendo un attimo gli occhi, un po' per il sonno e un po' per la luce che entra dalla finestra.
-Haruka, la colazione è pronta.
-Si signora. Lasciala raffreddare sul tavolo, arriverò quando ne ho voglia.
-Lo sa che non è il caso di arrivare in ritardo a scuola, Haruka.
Il dialogo tra il ragazzo e la voce femminile al di là della porta del bagno stava prendendo toni stizzosi.
-Ne sono consapevole, ora lasciami riposare.
Non c'era niente di più bello al mondo per Haruka Nanase che il suo bagno mattutino, se non fosse sempre interrotto dalla voce stridula della sua tutrice.
-Dannazione, ormai sono un ragazzo adulto, non ho bisogno di avere sempre il fiato sul collo, potrei vivere benissimo da solo.
Detto questo, Haruka si immerge completamente nell'acqua, affogando i suo pensieri.
Dopo una buona mezz'ora esce dal bagno ben vestito, un pullover verde mela sopra a dei pantaloni grigio topo, elegantissimo come sempre; notevolmente in ritardo, afferra una manciata di biscotti in una mano e lo zaino di scuola nell'altra. Esce di casa, e dopo essere rientrato imprecando per aver dimenticato dentro le chiavi della macchina, monta in auto e si dirige verso scuola.
Questa è la mattina di Haruka Nanase, non uno studente qualsiasi. Un diciassettenne abbandonato a se stesso per via dei viaggi di lavoro dei genitori, si è tirato su da solo e con l'aiuto di una signora anziana per gestire quell'enorme villa stratosferica che toglie il fiato in periferia di Iwatobi. Haruka Nanase, non uno studente qualsiasi, un riccone sfondato e viziato con la fissa per il nuoto e l'acqua. La mattinata, però, non è così ordinaria: è il primo giorno di scuola al secondo anno di una nuova scuola, quella di Iwatobi. Per lui sarà il primo anno lì, dato che per tutta l'infanzia ha studiato in una scuola privata non lontana da Iwatobi, ma vivendo completamente all'oscuro della città. Nuovi compagni, nuove amicizie magari…
-Che palle, odio le scuole pubbliche.
Lo scenario che si presenta di fronte ad Haruka di certo non è dei migliori: ragazzini che scorrazzano in giro per i corridoi, aule stracolme, foglietti volanti ovunque; insomma, un colpo al cuore per uno come lui così perfettino.
-Ma ciao! Tu devi essere il famoso Haruka Nanase, mi sbaglio? Ho sempre voluto conoscerti, anche io mi chiamo Haruka!
Questa ragazzina tutta squittante ora saltella davanti alla faccia impassibile di Nanase mentre percorre il corridoio.
-Sai, io e te ci conosciamo dall'infanzia, mio padre è il presidente della Mackerel Corporation, abbiamo giocato spesso insieme da picc-
-Scusa ma io non ti conosco. Piuttosto, sai dirmi dove si trova la presidenza? Gradirei scambiare due chiacchiere con il dirigente prima di iniziare l'ora.
-O-oh ma si certo, ti accompagno io volentieri! Vedrai, sicuramente ti ambienterai benissimo in questa scuola. Certo, anche io ci ho messo un bel po', dato che il "livello" del resto delle persone è abbastanza ordinario, per non dire peggio, ma io e gli altri abbiamo un ottimo gruppo super "in"! Ti farò conoscere la gente giusta, i miei amici, così vedrai qui la gente ricca come si diverte.
Haruka non bada più la ragazza che parla a macchinetta tutta entusiasta della sua vita viziata e lussuosa, che lui conosce molto bene. È tutto concentrato a fissare fuori dalle finestre del corridoio, in lontananza vede il suo bel mare chiamarlo, la tentazione di scappare da scuola è tanta. Così d'impulso i suoi piedi cambiano direzione, girando a destra verso le finestre. Ma non fa in tempo ad allungare un passo che cade per terra.
-Dannato, guarda dove cazzo cammini quando ti muovi in questo schifo di scuola!
Alzando lo sguardo, questa volta non più impassibile, ma alterato leggermente, Nanase fissa l'ammasso di muscoli di fronte a lui.
-Stai zitto, sfigato. Gente come te non dovrebbe neanche toccare Haruka Nanase.
-Oh, così questo pivellino tuo amico è il famoso Nanase, Haruka? E fatalità avete anche lo stesso nome, che carini. La coppia dell'anno: due ricconi all'Iwatobi, inchinatevi ragazzi!
Una schiera di adolescenti si spanciano dalle risate per le parole pronunciate dal ragazzo. Tutti tranne Nanase, che nel frattempo si è rialzato e sta guardando il ragazzaccio negli occhi.
-Pantaloni larghi, felpa XXL, cappellino al contrario, skateboard sotto braccio. Ti credi tanto figo da pretendere di prendere in giro una ragazza? A me sinceramente fai pena.
-Ehi ma chi cazzo ti credi di essere? Ah, no aspetta: tu pensi di essere il tuo paparino, quello che ti pulisce con il bavaglino!
-Non pensare di conoscermi così bene solo perché sai il mio nome, skater. Il tuo, qual è?
-Dovrei dirtelo? Solo perché voglio che ti ricordi la mia faccia, così da evitarmi le prossime volte. Sono Makoto Tachibana.
-Bene. Ci si vede in giro, skater. Non intrometterti più nel mio cammino.
-Parli come un libro, Nanase. Spero che tu vada all'inferno.
-Andiamo Haruka, non perdiamo altro tempo qui. Portami dal Preside.
I due ragazzi proseguirono verso la presidenza, scostando il gruppo di ragazzi che si era formato intorno a loro. Haruka e Makoto si diedero un'ultima occhiata di sfida: la tregua prima della tempesta.

*prosegue nel prossimo capitolo*