Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: LadyWolfReborn    29/05/2014    0 recensioni
"Il trono di spade era lì, in fondo alla sala, alto, immenso, pericoloso. Il lungo corridoio era circondato dagli scheletri dei draghi e mano a mano che ci si avvicinava al trono diventavano sempre più grandi e terribili. Il drago era lo stemma della sua casata, simbolo della forza dei Targaryen, dei suoi avi… E quei teschi erano lì per ricordare a tutti chi erano e quanto fossero potenti. Il drago era anche il suo simbolo,ciò che lui era, ciò che rappresentava: Rhaegar Targaryen, l’ultimo dei draghi…"
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elia Martell, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Ser Arthur Dayne era il suo migliore amico, uno dei più cari e lui aveva bisogno di parlarne con qualcuno. Avrebbe potuto parlarne con Elia, ma dal torneo di Harrenal, nonostante si comportasse sempre in modo gentile con lui, c’era qualcosa di diverso, di spezzato nel loro rapporto. Sfogliò mentalmente i suoi parenti: suo padre neanche a parlarne, Viserys era un bambino e sua madre… Lei poteva anche essere una possibilità,ma non era sicuro che avrebbe capito. Ci sarebbe stato anche il prozio Aemon ma era miglia di distanza, al freddo glaciale della Barriera e spiegarli tutto tramite un messaggio consegnato da un corvo non era proprio il massimo. Rimaneva solo Ser Arthur, non che fosse il migliore per discutere di queste faccende ma si fidava di lui. Rhaegar si era rinchiuso nella biblioteca della Fortezza Rossa il giorno dopo aver appreso che sarebbe diventato padre per la seconda volta… Era passata una settimana. Usciva solo per le necessità, per dormire e per prendere una boccata d’aria. Aveva bisogno di restare da solo e pensare, e di cercare di scoprire qualcosa di più da quegli antichissimi tomi. Sfogliò distrattamente un libro enorme, leggendo i titoli con la coda dell’occhio senza vedere nulla di interessante. Il gran maestro Pycelle entrò nella biblioteca e illuminata solo da poche candele soffuse. «Altezza, non credete di dover uscire? C’è un bellissimo sole fuori, bisogna godersi queste giornate prima dell’arrivo dell’inverno, e voi siete rinchiuso qua dentro da giorni…» Rhaegar continuò a sfogliare svogliatamente il manoscritto di fronte a lui, senza degnare il maestro di uno sguardo «Vorrei rimanere qui invece, gran maestro »«Ma altezza, se permettete…»«No non permetto…» Alzò lo sguardo verso Pycelle, che incassò il colpo abbassando lo sguardo. «Adesso puoi andare gran maestro. Grazie per i tuoi consigli» Rhaegar riabbassò lo sguardo sul manoscritto, ma con la coda dell’occhio poté vedere il maestro fare un inchino e avviarsi verso la porta «Ah! Gran Maestro!» Il vecchio si voltò verso il suo principe, quasi speranzoso «Fai entrare Ser Arthur Dayne quando esci» L’uomo annuì e uscì. Rhaegar curvò un angolo della bocca, prima di tornare a sfogliare quel tomo. non si fidava di quel vecchio. Da sempre più fedele a Lord Tywin che a suo padre, più fedele ai Lannister che ai draghi e più fedele ai leoni dorati che alla catena che portava al collo. Ma re Aerys non lo aveva ancora capito, sospettoso di quelli a lui fedeli e fiducioso in quelli che l’avrebbero tradito in pochissimo tempo. E lui non poteva fare niente, tranne forse tenere queste persone il più lontano possibile dalla faccende importanti. Ser Arthur entrò nella stanza con un inchino «Mi avete fatto chiamare, vostra grazia?» Rhaegar gli sorrise divertito «Vostra Grazia? Non devi essere così formale… Quando facevamo gli scudieri insieme, mi chiamavi semplicemente Rhaegar!» Il cavaliere abbassò lo sguardo sorridendo «Siediti» Gli disse il principe, indicando la sedia di fronte a lui. Ser Arthur si sedette, anche se un po’ a fatica a causa dell’armatura «Hai trovato quello che cercavi?» Disse indicando la miriade di tomi e pergamene gettate alla rinfusa sul tavolo della biblioteca . Rhaegar picchiettò le dita sul libro che stava leggendo, fissando il vuoto «Più che altro sto cercando di dare ordine alle idee, per trovare un senso alle cose…»«Allora ci riuscirai… Sei sempre stato bravo con la testa, uno dei migliori… Però io sono più bravo con la spada» Rhaegar rise «Sono un ottimo guerriere, ma nessuno può competere con la Spada dell’Alba» Si alzò in piedi e andò a prendere una caraffa di vino . Versò una coppa per se e una per Ser Arthur Dayne, gliela porse mentre quello lo guardava confuso Il cavaliere afferrò la coppa «Di cosa hai bisogno, Rhaegar?» Il principe si allontanò da lui, sorseggiando il vino «Ti ricordi come diventai scudiero?» «E come potrei dimenticarlo? Ti eri rinchiuso qui dentro per giorni, a fare solo gli dei sanno cosa. Poi, improvvisamente, uscisti dicendo che dovevi diventare un guerriero » Bevve la sua coppa di vino tutta d’un fiato, poi sghignazzò «È per questo che hai bisogno di me? La storia si sta ripetendo e i libri ti hanno ridato una voglia matta di batterti con qualcuno?» Rhaegar sorrise, scuotendo la testa. Posò la coppa di vino «Ti ricordi perché?»«Non l’ho mai saputo..Capire che cosa ti passa per la testa è un’impresa impossibile…»«Elia ci riesce, e mi conosce da meno tempo»«È tua moglie…» Il cavaliere si alzò di scatto «Mi hai chiamato per farmi risolvere degli enigmi?» Rhaegar sorrise, sinceramente divertito «Qualcosa del genere…» Ser Arthur lo guardò confuso e scosse la testa «Vuoi darmi qualche indizio, oppure devo tirare ad indovinare?» «Hai mai sentito parlare del “Principe che fu promesso”?» L’uomo di fronte a lui corrugò la fronte «Il principe che fu promesso… a chi?» Rhaegar lo fissò allibito «A nessuno! É una profezia!» Il principe fece di tutto per trattenersi dallo scoppiargli a ridere in faccia «E allora, promesso per fare cosa?»«Sconfiggere le tenebre, portare pace e prosperità» Ser Arthur non ebbe il suo stesso tatto e scoppiò a ridere,così forte che quel suono aspro risuonò per tutta la biblioteca, facendo storcere il naso a Rhaegar «Non avrei dovuto dirtelo» Disse corrugando la fronte. L’uomo di fronte a lui continuava a ridere, faticando persino a respirare «Perdono, altezza» Disse asciugandosi le lacrime «E questo principe… Dovresti essere tu?»«Credevo di esserlo, ora non ne sono più tanto sicuro…» Riprese a sfogliare il manoscritto, aspettando che la guardia reale si calmasse «Quindi fammi capire bene…» Riprese il cavaliere alcuni secondi dopo «Tu hai iniziato a comportarti come un vero guerriero, come un vero principe solo perché credevi di essere questo principe della profezia?» Rhaegar annuì «E adesso, pensi di non essere tu, ma qualcun altro?»«Esattamente…» Rhaegar gli rispose continuando a sfogliare il manoscritto, senza guardarlo. Ma lo sentì abbandonarsi pesantemente contro lo schienale della sedia. Passarono alcuni secondi di religioso silenzio, poi ser Arthur parlò, guardando un punto fisso della stanza, lo sguardo perso «Hai sbagliato?» Rhaegar stavolta non poté fare a meno di alzare lo sguardo e fissarlo, dritto negli occhi, confuso «Cosa?»«Rhaegar Targaryen, l’ultimo dei draghi, ha sbagliato i suoi calcoli?» Il cavaliere voltò la testa verso il principe, guardandolo negli occhi. Rhaegar rispose un po’ deluso «Sono umano anche io… Ho commesso molti errori, tantissimi, sin dal giorno in cui sono nato…»La tristezza lo invase, facendolo sentire, inutile, debole… Troppo poco per soddisfare le aspettative degli altri. Ser Arthur si alzò e incominciò a girovagare per la stanza «Chi pensi che sia?» Disse dopo qualche secondo «Mio figlio…Forse» Il cavaliere era sconvolto «Un bambino non ancora nato?»«Ho detto forse…»«Pensavo fossi solo un po’ strano, non completamente folle» Rhaegar lo fissò, la sofferenza lasciò spazio all’offesa e alla rabbia, erano amici, ma aveva superato il limite «Esci da questa Stanza!» Lo disse con il tono più autoritario possibile «Ho bisogno di stare da solo!» Ser Arthur stava per dire qualcosa, però si fermò, si inchinò, mugugnò un “con permesso” ed uscì. Il principe rimase da solo, nella semi-oscurità, le candele che producevano solamente una tetra luce. Prese la sua arpa e iniziò a suonare, gli occhi chiusi, mentre ascoltava quella melodia, triste, lontana, profonda. Uscì piano dalla biblioteca e percorse i corridoi della Fortezza Rossa, fino al cortile. Quando uscì all’aria aperta, tutto diventò bianco. Si fermò un attimo, una mano poggiata su un muro per reggersi, mentre con l’altra si massaggiò gli occhi. Passò un po’ di tempo prima che riuscisse a riabituarsi alla luce, aveva passato troppo tempo nella semi-oscurità. «Mio principe, state bene?» Rhaegar alzò lo sguardo. Il ragno tessitore stava di fronte a lui, chinato in avanti, preoccupato. Era apparso dal nulla, silenzioso come al solito, colpa di quelle strane pantofole che portava sempre. «Lord Varys…» Rhaegar si rimise dritto, composto «Non è niente, troppo tempo nel buio della biblioteca» «Oh! Le tenebre» Sul volto incipriato apparve un sorriso mellifluo «Spesso portano gli uomini alla perdizione... e poi quanto è difficile ritrovare la retta via…» Si inchinò, il sorriso sempre stampato in faccia«Con permesso, Vostra Altezza» E si allontanò, silenzioso. Il principe lo seguì con lo sguardo senza dire una parola, inquieto. Appena scomparve dalla sua vista, Rhaegar riprese a respirare. Quell’ “uomo” gli faceva sempre venire un brivido lungo la schiena. Scosse la testa e si allontanò, verso il cortile vero e proprio. Ser Oswell Whent stava aiutando suo fratello Viserys a montare a cavallo «Vostra altezza, siete sicuro di riuscire a controllare il cavallo da solo?»Ser Whent era un po’ preoccupato, e stringeva le redini del cavallo come se non avesse nessuna intenzione di lasciarle. «Certo che sono sicuro!» Il bambino cercò di tirare verso di se le redini, ma la stretta del cavaliere era irremovibile. Viserys lo guardò offeso «Io sono Viserys Targaryen dell’antico sangue di Valyria, un principe, un drago!» Disse quelle parole con orgoglio, come solo un principe poteva fare «Mio fratello è il grande Principe Rhaegar, l’ultimo dei Draghi! Credo di essere in grado di andare a cavallo da solo!» Urlò quelle parole, tornando ad essere il bambino viziato che era. «Io non avevo sette anni quando imparai a cavalcare» Disse Rhaegar sorridendo, avvicinandosi a loro. «Mio principe, lo faccia ragionare, ve ne prego! il cavallo è troppo grande e lui e troppo inesperto!» Rhaegar guardò Viserys, che lo fissava supplicante «Ti preeeeego!» Il principe di Roccia del Drago annuì, Ser Whent sbiancò, sconvolto; Viserys era raggiante «Siii! Urrà!» «Però vai piano! Sta attento!» Il bambino annuì velocemente mentre sorrideva. La guardia reale iniziò a lasciare le redini «Con permesso, vostra Altezza, ma io non sono ancora del tutto convinto che sia una buona idea…» Viserys era così impaziente che non gli permise neanche di finire la frase, saltellò sulla groppa del cavallo e strinse violentemente le caviglie contro i fianchi del destriero. L’animale partì al galoppo. Rhaegar impallidì, Ser Whent non riuscì ad afferrare le redini in tempo e il cavallo si allontanò velocemente. «Viserys!» Gridò il principe, partendo all’inseguimento dell’animale insieme alla guardia reale, mentre alcuni stallieri cercavano di fermarlo. Suo fratello gridava come un pazzo, aveva abbandonato le redini e si stringeva al collo del cavallo. Non avrebbe dovuto lasciarglielo fare, si sentì terribilmente in colpa “Vi prego dei, fate che non gli accada niente!” Si diresse verso le stalle e montò su uno dei cavalli e partì all’inseguimento del fratello. L’animale sembrava inarrestabile, e stava percorrendo l’immenso cortile della Fortezza Rossa in brevissimo tempo. Rhaegar raggiunse il cavallo, ma non riuscì ad afferrare le redini. Così prese suo fratello dalla collottola «Viserys! Molla la presa!» Nonostante fosse incredibilmente spaventato il bambino annuì e Rhaegar lo trascinò sulla sua sella. Gli stallieri riuscirono a fermare il cavallo imbizzarrito. «Stai bene?» Chiese al piccolo Targaryen che stava abbracciato contro il suo petto «Adesso si!» Rispose Viserys respirando affannosamente e stringendosi di più a lui. Rhaegar rispose all'abbraccio. Lui non poteva essere “il principe che fu promesso”. Il prescelto della profezia non avrebbe continuato a fare errori su errori, non poteva essere stupido come lui. Angolo dell'autrice Ciao a tutti! Sono tornata con questo secondo capitolo, Rhaegar ha parlato della profezia che lo assilla tanto e che spesso gli fa commettere strane azioni, cosa potrebbe mai succedere nel prossimo capitolo? Aspettate e vedrete ^^ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :D E se avete critiche o commenti da fare sono sempre vene accetti. Al prossimo capitolo
  
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