Fanfic su artisti musicali > SHINee
Segui la storia  |       
Autore: Elcchan    29/05/2014    2 recensioni
Alice Riddle. Dice niente il nome? Forse una certa Alice Liddle che attraversava il paese delle meraviglie con il suo bel vestitino blu? E se il vestito non fosse un vestito e non fosse blu ma rosa? E se gli abitanti del paese delle meraviglie fossero Idol con sembianze animali?
Alice attraverserà il paese delle meravigli seguendo un bellissimo cane bianco, con al collo un orologio, e che canta: "Presto che è tardi."
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alice in K-Land


1-Nella cuccia del cane.


Alice Riddle non è mai stata una ragazza popolare, anzi tutti la detestavano, un po’ perché era intelligente, un po’ perché era strana, visto il ficco gigante rosa che portava in testa e i suoi occhi completamente fuori dal comune: rosa e azzurri. Ma il motivo principale che aveva spinto la gente a odiarla così era uno: in una bella giornata di primavera, una di quelle calde dove il sole ti scalda il viso, una di quelle che ti mette di buon umore anche se vedi tutto nero, Alice stava camminando per il corridoio, quando un ragazzo le si avvicinò. Più che avvicinarsi le si parò davanti impedendole il passaggio: aveva capelli biondi ben curati e luccicanti, occhi azzurri come il cielo e un sorriso che pareva rubato ad un angelo. Con la sua voce dolcissima le chiese: “Ti va di venire a una festa sabato sera, birra musica e divertimento!” Alice lo guardò, anche se non lo conosceva, capiva bene che tipo: uno di quello che con le ragazze ci sta si e no per una notte, due se sono carine. Schietta e coincisa rispose: “No.” poi continuò per la sua strada, fatto sta che quel ragazzo era proprio uno dei più popolari di quella scuola e che le ragazze gli venissero dietro come le galline fanno con il gallo. Da notare il quoziente intellettivo degli animali citati. Così tutta la scuola incominciò a deriderla e parlarle alle spalle.
Quella mattina Alice percorreva tranquilla il tragitto casa scuola, quando delle ragazze le arrivarono da dietro battendole sulla spalla. Alice si girò,  le tre ragazze avevano un sorriso finto sulla faccia coperta dalla cipria: “Certo che sei proprio sfigata! Nemmeno il fondotinta sai metterti, sei a chiazze!” Alice rispose apatica: “Si chiamano lentiggini…” La bionda in centro disse imitando Alice: “Si chiamano lentiggini! Avete sentito ragazze? No ti sbagli si chiama essere sfigata!” detto questo la superarono e ridacchiarono. Alice riprese a camminare, un po’ seccata, ma ormai c’era abituata. Una lattina di coca-cola le colpì la testa per poi cadere e finire tra le aiuole di rose rosa, Alice si chinò a raccoglierla, alzò lo sguardo, lo sapeva erano stati i due amichetti del ragazzo aveva rifiutato, si alzò sorrise e con tutta la sua forza lancio la lattina che colpì in piena faccia il più grosso, bagnandolo con i residui del liquido che una volta la lattina conteneva! Bill, così si chiamava, urlò: “Come hai osato troietta? Ora ti faccio vedere io!” poi insieme al suo amico si misero a rincorrere Alice, che incominciò a scappare come un gatto inseguito da un cane. Arrivò a scuola, aveva ancora quei cagnacci alle costole, riuscì a salire le scale, e a dargli un po’ di distacco, corse per l’ultimo rettilineo che la separava dalla classe e con una scivolata in grande  stile entrò in quest’ultima e si sedette al suo posto. I compagni la fissavano sbalorditi, neanche 10 secondi dopo arrivarono i due cagnacci, che entrarono in classe e si diressero verso Alice. Stavano arrivando, la ragazza però sorrideva. Il più grosso fece per tirarle un pugno, ma la professoressa entrando in classe disse: “ Bill!!! Lascia in pace Alice!!” La ragazza sorrideva: “Eh Bill, lascia in pace Alice.” Bill la fisso: “Dopo sei morta, troia!”
 
La campanella suonò, Alice mise i suoi libri nella borsa se la mise sulle spalle e uscì dall’aula. Arrivò fino in cortile, decise di prendere la scorciatoia che passava per il giardino. Arrivata a metà del suo tragitto si sentiva osservata: si girò di colpo e vide Bill insieme al suo amichetto: “Io e te abbiamo un conto in sospeso!” Alice furba rispose: “Davvero? Sai contare?” Bill la prese e le diede un pugno in piena faccia che la spinse contro l’albero, Alice cadde a terra, e  il contenuto della sua borsa si rovesciò sul terreno erboso del giardino. Bill stava arrivando. Alice afferrò il cellulare che era caduto, aveva uno sfondo strano, sembrava un cane bianco con un collare a un ciondolo a forma di orologio. Tocco il cellulare touch screen per chiamare aiuto quando…

Tutto intorno a lei girava, roteava come un enorme mulinello e lei si sentiva cadere giù, giù, giù sempre più giù. Un vento caldo, che proveniva dal basso, la scaldava, e Alice sentiva la divisa scolastica sgretolarsi al comando di quel vento! Si guardò i vestiti, si stavano veramente sgretolando, non ne rimaneva neppure un filo. Una forte luce rosa la costrinse a chiudere gli occhi.                                                             

Li riaprì in seguito a uno schianto con il terreno, si sentiva strana. Cos’era successo? Era forse morta? Si alzò in piedi, e il primo istinto fu quello di guardarsi i vestiti. Una gonna rosa trasparente, lasciava intravedere dei pantaloncini neri a cui erano attaccate delle bretelle una su e una giù, una maglia rosa anche questa trasparente, che le scopriva una spalla  con una manica a sbuffo che nascondeva un top nero. Le mani portavano dei guanti, uno lungo fino al gomito e uno corto che le copriva a malapena il polso. Erano entrambi a righe rosa e bianche come le calze, un con una giarrettiera che le arrivava a metà coscia  e l’altra che cadeva sotto il ginocchio, ai piedi indossava un paio di stivali rosa. L’unica cosa che le rimaneva era il suo fiocco rosa che portava in testa! Un po’ confusa si guardò attorno. Dov’era?  Sembrava una cuccia gigantesca. Scrutando quel posto intravide qualcosa di bianco tra dei cuscini: si avvicinò. Era un cane bianco di media stazza, un cane lupo suppose Alice; aveva il pelo lungo e bianco: sembrava morbido! Alice gli si avvicinò, lui la guardò e si mise a correre verso di lei saltandole addosso e incominciando a leccarla sulla ferita procuratasi battendo contro l’albero. Poi , il cane si girò e incominciò a correre: “Woff, presto che è tardi!” Alice decise di seguirlo: “Cane, qui cane cane cane!” niente da fare il cane correva  per la sua strada canticchiando. Canticchiando? Ma quale cane cantava? Questo intanto sparì. Alice arrivò in una stanza rotonda, dove c’era una piccola porticina. Cercò di aprirla ma la porta cantò: “Sei troppo grande!” Alice fece un balzo indietro: “Tu tu tu parli?” La porta cantò nuovamente: “Tu non sai cantare? Perché non canti? Qui tutti cantano!” Io non so cantare. “Non lo sai fare? Qui sanno cantare.”   Alice allora incominciò a cantare: “Mi fai passare?” La porta rispose, sempre cantando: “La tua altezza prima devi abbassare!” Alice allora cantò: “E come posso fare?” La porta la rassicurò: “Il latte prima devi trovare!” Alice si guardò attorno e vide un tavolino con sopra un bottiglietta con del latte dentro, dove sopra c’era scritto “LATTE ALLA FRAGOLA, DRINK ME !” Alice osservò la bottiglia: “Non ne dovrei bere, male può fare!” la porta controbatté: “Allora non puoi passare!” Non poteva crederci, una porta la stava ricattando? Fece un respiro profondo, chiuse gli occhi  e contò fino a 10, la porta disse: “Non ti servirà contare!” Alice non ne poteva più: “Smettila di parlare!” poi in un solo sorso bevve il contenuto della boccetta, e divenne piccola piccola. Si avvicinò alla porta e chiese: “Ora posso passare?” la porta cantò: “La chiave devi afferrare!” Alice guardò sopra il tavolo: “Non ci credo!” la ragazza ormai diventata alta solo 8 cm, cercò di arrampicarsi sul tavolino, ma non ci riuscì, scivolando: “ Oh e adesso some faccio?”  la porta cantò di nuovo: “Non ti abbacchiare, il biscotto prova a mangiare!” Davanti ad Alice apparì un biscotto, dove era scritto “ EAT ME” Alice diede un morso al dolce e prima di potersi accorgere di quello che succedeva divenne alta 3.00 m, si sentiva triste e sconsolata “Come avrebbe fatto adesso?” Incominciò a piangere, e presto la stanza si riempì di un mare di lacrime, la porta urlò: “ Alice Alice la bottiglia devi bere!” Alice afferrò la bottiglia e in un secondo divenne piccola piccola e ci finì dentro a quella piccola bottiglia che era diventata tanto grande.

Image and video hosting by TinyPic" />

Angolo del autrice:

Oddio. Questa è una cosuccia di un anno fa. Mi pareva giusto pubblicarla no? Mi rendo conto che non è sto gran che. Spero vi picaccia se è così lasciate una recensione o tacete per sempre. XD Scherzo mi farebbe piacere avere qualche recensione ^^ Per quanto riguarda Don't forget me aggiornerò al più presto ^^ 
Il disegno è di Sacchan ^^
Ecchan :3
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: Elcchan