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Autore: AsukaSoryu    05/08/2003    1 recensioni
La mia prima FF a capitoli su EVA!!!spero vi piaccia + dell'altra^_^!!! La storia della partenza per un viaggio, un viaggio speciale..
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nave dei sogni

By AsukaSoryu

 

Allora, questa è la mia prima FanFiction a capitoli su EVA, fino ad ora ne avevo fatta anche un’altra, (“Special Night”), ma era di un solo capitolo. Naturalmente cercherò di impegnarmi a finirla presto, per il momento vi auguro buona lettura, CIAOOOO!!!

 

Capitolo 1: Goodbye

 

Fredda. Quella mattinata poteva essere definita con un solo aggettivo, e quell’aggettivo era proprio “fredda”. Anzi, gelida. La valigia di Asuka era già pronta e Shinji, entrando in cucina per fare colazione, non poté fare a meno di notarla. Un mezzo sorriso glaciale gli si dipinse sul volto. Non aveva chiuso occhio per tutta la notte, da tanto quel pensiero lo tormentava. Asuka partiva. Sarebbe tornata in Germania con la nave che partiva quella mattina, alle 9.00 dal porto di Neo Tokyo 3. Asuka che se andava…avrebbe dovuto esserne felice, lui? Non lo sapeva. Per quanto lei lo avesse torturato in quei due-tre anni che avevano vissuto sotto lo stesso tetto, non riusciva a provare gioia per la sua partenza. Si sedette al tavolo della cucina, e invece di fare colazione, rimase a fissare il vuoto. Lui era…triste?? Triste? Ma per che cosa?? Non doveva forse saltare di gioia?? Dopotutto, il suo “incubo peggiore”, una “tale” Asuka Soryu Langley, avrebbe lasciato il campo libero!!! Perché non riusciva a gioire per una tale “fortuna”? Perché, la sera prima, quando gli era stata comunicata la notizia, non aveva esclamato, allegrissimo, un bell’ “EVVIVA!!!” ??? Perché si era limitato a fissare il pavimento, e a mormorare un “Ah, va bene” tutt’altro che convinto???

In quell’istante, Asuka si materializzò sulla porta della cucina. Era già vestita e si fermò a guardare Shinji, anzi, “Stupi-Shinji”. Lo fissava come se, tutto d’un tratto, si fosse resa conto di avergli fatto dei torti. Come se si fosse accorta solo in quel momento di averlo ferito, e non lo avesse voluto.

Shinji la osservava con la coda dell’occhio, e, improvvisamente, vide qualcosa di luccicante cadere a terra. Il parquet si era bagnato. Alzando lo sguardo, Shinji incontrò gli occhi lucidi di Asuka.

 

- Asuka…

 

La ragazza, senza smettere di fissarlo, si asciugò le lacrime e raccolse i suoi bagagli. Dopodiché, con una voce completamente diversa dal solito, mormorò:

 

- Addio, Stupi-Shinji…

 

Shinji la seguì fino alla porta d’ingresso, poi, senza dire una parola, restò a lungo a guardarla mentre caricava i propri bagagli su un taxi. Quando ebbe finito, Asuka si voltò a guardare un’ultima volta il ragazzo, poi salì nell’auto senza nemmeno salutarlo.

Shinji stette per parecchio tempo immobile sulla porta, anche quando il taxi era già ripartito. Cosa avrebbe fatto ora? Beh, era sicuro di saperlo, fino a pochi mesi prima. In quei giorni, che ora gli sembravano passati da secoli, aveva imparato ad apprezzare Asuka per quello che era, la VERA Asuka, non quella che si nascondeva dietro una maschera di ragazza perfetta, che diceva addirittura che la sua non era una recita. Era cambiata…ora mostrava apertamente i suoi sentimenti, ora poteva lamentarsi quanto voleva, senza preoccuparsi di recuperare il suo voltafaccia all’improvviso. Shinji non sapeva chi l’aveva cambiata, sapeva solo che si era trasformata…e non solo caratterialmente, ma anche fisicamente…era ormai una donna, anche se il suo aspetto era ancora quello di due anni prima, quando l’aveva vista per la prima volta, ed era davvero…bella. Sì, decisamente una bella ragazza, con dei begli occhi, una capigliatura lucente e un sorriso radioso, e poi…e poi anche il resto del suo corpo, le sue forme da “wonder girl”… si rese conto che pensare quelle cose non lo

scandalizzava più, non lo facevano più sentire un “maniaco”…era un adolescente, e pensava che dopotutto immaginare certe cose erano normali (o almeno questo era quello che gli aveva detto Misato).

Gli sarebbe mancata moltissimo, lo sentiva. Gli sarebbero mancate le critiche e le prese in giro di Asuka sul suo modo di combattere, le sue risate, la sua voce, la sua solarità, le sue lamentele…

Senza neanche rendersene conto, prese la propria bicicletta e cominciò a pedalare a tutta velocità verso il porto…

 

  
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