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Autore: Despicable Meggs    30/05/2014    11 recensioni
Tony, Ziva, McGee, Abby, Gibbs... Li conosciamo tutti perché lavorano all'NCIS. Ma cosa sarebbe successo se invece di incontrarsi al lavoro si fossero incontrati al liceo? Come sarebbe stato un Tony di 17 anni? Come mai Ziva si è trasferita a vivere in America? Come sono Tim ed Abby?
In questa mia nuova FF, decisamente molto AU, vedremo la vita dei nostri agenti preferiti al liceo. Ci sarà da divertirsi e ci saranno momenti un po' più seri. Ma soprattutto ci sarà del TIVA. Tanto TIVA love a 17 anni XD
Quindi come ho detto questa è una storia AU in cui non solo compariranno i nostri personaggi preferiti ma anche personaggi che purtroppo nel telefilm non abbiamo visto (causa decesso) XD
Buona Lettura :)
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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New school and New friends

Il liceo. Ci passi gli anni migliori, dicono alcuni. Per altri è un incubo, è uno di quei posti da cui vorresti scappare. Vorresti svegliarti la mattina e sapere che è tutto finito. Che hai compiuto diciannove anni e stai per iniziare a frequentare l'università.
Ma che ti piaccia o no sei costretto ad affrontare questo periodo della tua vita. Quindi meglio farlo con un sorriso, giusto?

La scuola era già iniziata da circa quindici giorni, ma gli studenti si sentivano ancora in vacanza. Nessuno aveva ancora preso in considerazione l'idea di studiare ed era per quello che sul pulmino della scuola c'era ancora aria di divertimento.

"DiNozzo, quindici giorni che è iniziata la scuola e ancora prendi il pullman? Non è da te!" gli disse un suo amico.
Si chiamava Steve ed era uno dei suo compagni della squadra di Basket, uno dei suoi migliori amici.
Si conoscevano da quando erano piccoli, i genitori erano amici e avevano sempre frequentato le stesse scuole.

"Te l'ho detto Steve, è dal meccanico. Ma sarà pronta presto e io non dovrò più soffrire sopra questo pulmino infernale. Mi tocca alzarmi un'ora prima per andare a scuola" si lamentò Tony.

Tony DiNozzo era la stella della squadra di Basket della sua scuola, l'Anacostia High School. Era uno dei ragazzi più popolari della scuola ma nonostante tutto non amava stare al centro dell'attenzione.

"Povero Tony... Perché non chiedi a tuo padre se ti paga l'autista?" scherzò Steve.
"Ah ah, simpatico. Ma lo sai benissimo che a mio padre non piace sprecare soldi, nonostante sia ricco sfondato. È taccagno" commentò Tony.

Alla prima fermata salirono sull'autobus anche Abby e Tim. Loro erano davvero i migliori amici di Tony, erano quelli con cui passava più tempo. Quando non si allenava o non aveva feste legate allo sport era sempre in giro con loro. Anche a pranzo sedevano sempre allo stesso tavolo e questo suscitava sguardi di disapprovazione dal resto della sua squadra. Escluso Steve, ovviamente.
Pensavano tutti che Abby e Tim fossero due sfigati, di quelli che consideri solo quando hai bisogno di copiare i compiti. Ma in qualche modo a Tony piacevano ed essendo piuttosto popolare nessuno aveva il coraggio di prenderlo in giro o dargli torto.

Abby e Tim abitavano nello stesso quartiere. Erano grandi amici, di quelli che condividono tutto. E con Abby anche se non vuoi condividere, devi. Lei non è certo quella che accetta un no come risposta.
Salirono entrambi sul pullman e si diressero verso il fondo dove Tony gli aveva tenuto liberi due posti.

"Ragazzi" disse Tony salutandoli.
"Tim... Hai fatto matematica vero?" aggiunse.
"Certo, che domande. Tu no, vero? Vuoi copiare?" chiese conoscendo Tony.

Sapeva che proprio detestava la matematica e che per questo non faceva molti sforzi per provare a capirla.
Era sempre la stessa storia. Per buona parte dell'anno Tony copiava matematica e prima degli esami Tim passava interi pomeriggi a fargli studiare tutto per passare i test in modo decoroso.

"Mi hai beccato, Timmy. Ma sarai sorpreso perché ho persino provato a fare uno dei problemi che la professoressa ci ha dato. Guarda!" rispose Tony sventolando orgoglioso un foglio sotto il naso di Tim.
"Oh sono impressionato, oggi piove" disse Tim prendendo il foglio per guardarlo.

Solo allora si accorse che era tutta una presa in giro.

"Tony... Hai copiato il testo del problema e come risposta hai dato 'Lo chieda a John Nash, lui saprà risponderle'... Non credo che la professoressa sarà soddisfatta" disse Tim scuotendo la testa.

Scoppiarono tutti a ridere, anche Abby non seppe trattenersi.

"Per quanto possa valere sappi che è la migliore risposta che potevi dare. E tra l'altro adoro il film A beautiful mind" disse lei ridendo.
"Abby, non assecondarlo. O risponderà così anche al test finale, verrà bocciato e io dovrò passare l'estate a dargli ripetizioni" intervenne Tim.
"Ecco, copia tutto. E sbrigati che tra poco siamo arrivati" aggiunse dandogli il suo quaderno.

Tony passò il resto del viaggio copiando i compiti di matematica mentre Abby, Tim e Steve parlavano e facevano battute stupide.

Intanto, seduta in prima fila c'era una ragazza nuova. Erano tutti talmente presi a parlare che nessuno si era accorto di lei. O meglio avevano notato una faccia nuova ma apparentemente nessuno era interessato a fare conversazione.
Sedeva vicino alla sorella più piccola e le stava parlando.

"Andiamo Tali, non può essere poi così brutto" le disse.
"Si invece, Ziva! Non conosco nessuno e dovrò pranzare da sola. E tu non sarai con me..." si lamentò Tali.

Aveva dieci anni e frequentava l'ultimo anno della scuola elementare. Lei e Ziva si erano appena trasferite in America. Avevano vissuto in Israele fino a poco tempo prima, ma adesso vivevano a Washington con la madre.

"Hey, lo so che ti mancano i tuoi amici, ma te ne farai di nuovi. E poi anche io sarò da sola, ma sono sicura che sopravviveremo a questa giornata. E sono sicura che oggi pomeriggio quanto torneremo a casa ti sarai già fatta tantissimi amici" la rassicurò Ziva.
"Va bene..." annuì Tali poco convinta.

Ziva, a differenza di Tali, non aveva interesse a farsi nuovi amici. Le andava bene anche passare tutto l'anno da sola in un angolo.
Le piaceva avere degli amici ma se la cavava bene anche con la solitudine.


Tony, l'aveva vista scendere dall'autobus ed era rimasto incuriosito da lei. Primo perché era la prima volta che la vedeva secondo per il suo aspetto.
Era vestita in modo semplice, senza nulla che attirasse l'attenzione. Ma proprio la sua semplicità lo aveva colpito. I suoi capelli ricci ma ordinati, i suoi vestiti non troppo femminili ma che addosso a lei sembravano perfetti.
L'aveva vista solo un attimo ma sperava di rincontrarla, magari per presentarsi e scoprire com'era la nuova arrivata.

Fortunatamente le due scuole erano una di fronte all'altra, così quando scesero dall'autobus Ziva poté accompagnare la sorella di fronte alla porta di ingresso.

"Ok, Tali. È tempo per te di entrare a scuola e per me di andare nella mia" le disse dandole un bacio.

Tali la guardò triste, non ne aveva voglia per nulla.

"Non fare quella faccia, mostriciattolo. O mangio tutto il gelato che abbiamo in casa e tu non hai la merenda oggi pomeriggio" aggiunse per farla ridere.
"Non oseresti!" le sfidò Tali.
"Vuoi scommettere?" la provocò Ziva.
"No, tanto vinco. Non lo farai mai perché poi ti riempi di brufoli" rispose Tali facendole la linguaccia.

Ziva stava per risponderle quando vide un'insegnante avvicinarsi.
Era la maestra di Tali. Si presentò e disse a Ziva che si sarebbe occupata della sorella.

"Ci vediamo dopo la scuola" disse Ziva allontanandosi.
"A dopo, Zi" la salutò Tali.

E adesso era arrivato il momento per lei di cercare la sua prima aula e di iniziare le lezioni. Sperava che non richiedessero troppa partecipazione. Sperava di poter ascoltare in silenzio e sparire appena la campanella suonava.
Tirò fuori dallo zaino il foglio con la tabella degli orari e vide che la prima lezione che aveva era matematica. Aula 4D.
Entrò nella scuola e si mise a cercare la sua classe, sperando di non arrivare in ritardo.

Passò dieci minuti a vagare per i corridoi come un'anima in pena alla ricerca dell'aula. Era quasi stata tentata di chiedere aiuto ad alcune ragazze che camminavano lungo il corridoio quando alla fine trovò la classe che cercava.

Si avviò verso la porta quando sentì improvvisamente qualcuno che le andava addosso. Il foglio e il quaderno che aveva in mano le caddero.

"Hey! Fai attenzione. Ti sembro invisibile forse?" chiese scocciata mentre raccoglieva la sua roba.
"Scusami, non ti avevo visto, correvo perché sono in ritardo. Tu sei nuova, giusto?" le disse Tony.

Si fissarono un attimo negli occhi senza dire nulla. Tony stava finalmente squadrando centimetro per centimetro la misteriosa ragazza che aveva visto scendendo dal pulmino mentre Ziva si era persa nei suoi occhi azzurri.
Tornò in se dopo qualche secondo.

"Oh, che acuto osservatore. Non dirmi che l'hai dedotto dal fatto che non mi avevi mai vista prima?" commentò acidamente lei.

Non sapeva nemmeno perché gli aveva risposto così, non gli aveva fatto nulla. Forse era solo perché non voleva essere lì e aveva sperato di passare tutta la giornata da sola.

"Oh, facciamo del sarcasmo eh? Beh siccome sono un gentiluomo mi presento: Anthony DiNozzo" rispose sorridendo.
"Ziva David, quella nuova" disse lei.
"Beh, piacere di conoscerti Ziva, chiamami Tony... Anthony lo usa solo la prof di matematica quando non..." iniziò lui.

"Quando non... Cosa, Anthony?" disse la professoressa arrivando alle spalle dei due. Tony ebbe un sussulto e Ziva guardò la scena divertita.
"Quando... Quando mi dimentico di dirle che è vestita in modo davvero elegante. Sul serio questa mattina è impeccabile professoressa Shepard" disse Tony lusingando la donna nella speranza di farle dimenticare che per l'ennesima volta non era in classe.
"Bel tentativo Anthony, ma sei in ritardo anche oggi" rispose lei.
"Tu invece devi essere la nuova alunna" aggiunse guardando Ziva.

Lei allungò la mano e si presentò.

"Si, Ziva David molto piacere" disse stringendo la mano alla professoressa.
"Jenny Shepard, sono la tua insegnante di matematica. Scommetto che hai faticato a trovare l'aula" rispose lei.
"Si, è grande questa scuola" affermò Ziva.
"Non preoccuparti, qualche giorno e ti abituerai. Ora entrate entrambi in classe e tu, Anthony, cerca di arrivare puntuale domani. Ziva aveva una scusa valida per il suo ritardo, ma tu no" rispose l'insegnante.

Una volta entrati in classe Jenny presentò Ziva alla classe, una cosa che lei avrebbe volentieri evitato.
Si sentì molto in imbarazzo, tutti la fissavano e sentì qualcuno ridere. Sicuramente non ridevano di lei, ma per qualcosa che si stavano dicendo. Ma Ziva pensò subito di aver fatto qualcosa di ridicolo.

Fortunatamente l'unico posto libero che era rimasto era di fianco a Tony, almeno una persona di cui conosceva già il nome.
Si sedette di fianco a lui e si mise ad ascoltare la lezione. Voleva scrivere quello che l'insegnate stava spiegando quando si accorse che la sua penna non funzionava.

Mormorò qualcosa che Tony non riuscì a capire, ma che capì essere la sua lingua madre visto che aveva già notato che non era americana.

"Non so cosa hai detto ma penso che ti serva una penna" le disse porgendole una delle sue biro.
"Grazie" rispose lei timidamente mentre si metteva a scrivere.
"Che lingua era?" domandò Tony curioso.
"Ebraico..." disse lei sottovoce.

Aveva paura che l'avrebbe giudicata per le sue origini, avrebbe preferito non dover dire a nessuno da dove veniva.

"Oh, Israele? Mio padre c'è stato un paio di mesi fa per lavoro, mi ha portato questa" rispose lui sorprendendola. Non si aspettava una reazione così, si aspettava domande su terroristi o guerre di religione e invece lui le stava mostrando la biro che aveva in mano con sopra la scritta 'Tel Aviv'.

Ziva sorrise, ricordando di quando era stata là con il fratello.

"È una bella città" affermò.
"Anche mio padre l'ha detto..." iniziò Tony. Ma fu interrotto dalla professoressa che si era accorta che non prestava attenzione.

Jenny si voltò verso Tony e gli tirò in testa il gessetto che aveva in mano e con cui stava scrivendo alla lavagna.

"Anthony! Tutti i giorni la stessa storia? Quanti gessetti devo sprecare per farti stare zitto?" chiese mentre tutta la classe rideva.
"Prof, dica la verità. Io sono il suo preferito per questo mi richiama sempre" rispose Tony ammiccando.
"Certo, come no. Visto che fai tanto lo spiritoso ti faccio una domanda" disse Jenny.
"Chieda pure, tra me e mio fratello noi sappiamo tutto" rispose Tony.
"Bene, allora risolvi questa equazione" gli disse lei.
"Ehm... Questa la sa mio fratello" rispose Tony facendo ridere tutta la classe.

Ziva tra tutti non riuscì a resistere e scoppiò a ridere.
Anche l'insegnante trattenne a stento un sorriso. Nonostante Tony la facesse diventare matta lo trovava simpatico, faceva ridere senza essere maleducato.

"Tony presta attenzione per favore o non passerai i test" disse la professoressa recuperando il gesso e rimettendosi a scrivere.

Finita la lezione, Ziva fece per alzarsi ed uscire. Voleva chiedere a Tony se poteva aiutarla a trovare la sua prossima aula ma non voleva disturbare.
Così tirò fuori la tabella degli orari e lesse il numero dell'altra aula.

"Vuoi una mano a trovare la tua classe?" chiese lui.
"Se non sei in ritardo per la tua prossima lezione, volentieri" rispose Ziva mostrandogli il foglio.

"Aula 3A, psicologia. Vai sul pesante eh?" scherzò Tony.
"Vieni con me, andiamo dalla stessa parte" aggiunse facendo strada.

Mentre camminavano Tony ne approfittò per fare ciò che gli riusciva meglio, conversazione. Aveva visto che Ziva era una ragazza di poche parole e così decise che sarebbe stato lui a farla parlare.

"Allora, ti ho fatto divertire in classe vero?" chiese riferendosi a quello che era successo poco prima.
"Beh, devo ammettere che è stato divertente. La professoressa sembra abituata a queste tue scenette. Anche tuo fratello è in questa scuola?" commentò Ziva.
"Non ho un fratello, lo sanno tutti... Sono io che faccio l'idiota con questa battuta... Ma dimmi, come mai hai scelto psicologia?" chiese Tony curioso.
"Mi piace, la facevo anche in Israele" rispose Ziva.

Si limitava a rispondere il minimo indispensabile come se avesse paura di sbagliare. Tony capì che probabilmente era in imbarazzo per via della situazione nuova.

"Guarda, la lezione dopo questa l'abbiamo di nuovo assieme" disse Tony all'improvviso per evitare il silenzio imbarazzante.
"Anche tu fai lingue straniere?" chiese Ziva. Era felice di avere un'altra lezione con lui, quel ragazzo le era simpatico.
"Si. Se arrivo prima di te in aula ti tengo un posto. Altrimenti tienilo tu per me" le disse.
"Sempre che ti vada bene di sederti a fianco a me" aggiunse subito preoccupato di aver detto qualcosa che a lei non andasse bene.

Ziva rise vedendo la faccia di Tony.

"Certo, ma credo che arriverai prima tu. Io mi perderò di sicuro" commentò lei.
"Oh, ma è semplice. Guarda, questa è l'aula in cui devi andare ora. Per la prossima basta che ripercorri tutto il corridoio, passi l'aula in cui abbiamo fatto matematica e poi dopo il bagno delle ragazze svolti a destra. Un paio di porte dopo troverai l'aula di lingue" le spiegò.
"Gazie, penso di poter riuscire a non perdermi" rispose lei.
"Speriamo, hai avuto delle indicazioni perfette dalla tua guida turistica" scherzò Tony.

Lei rise divertita, pensando che quel ragazzo avesse una battuta per tutto.

"Va bene, ora ti lascio a psicologia. E scappo nella mia aula" disse Tony salutandola.
"Tienimi il posto, guarda che ci conto" aggiunse andando via e facendole l'occhiolino.
"Ok... Mmm... A dopo, Tony" disse Ziva.

Entrò nella sua classe e si sedette in un banco vuoto. Nessuno si sedette di fianco a lei, a quella lezione c'erano quasi solo ragazze e questa volta Ziva era più che sicura che la stessero fissando e stessero parlando alle sue spalle.
Forse perché non rispettava i canoni delle ragazze di quel liceo. Non indossava una mini gonna, non era truccata come se avesse dovuto andare in discoteca e non si metteva in mostra indossando maglie che non sarebbero andate bene nemmeno a sua sorella.

Ma durante quella lezione mentre ascoltava le parole dell'insegnate si mise a pensare a Tony e sperò che l'ora di lingue arrivasse in fretta così da poterlo rivedere e sedersi di fianco a lui.












Note dell'autrice:

Ma oggi è venerdì! Questo vuol dire che inizio la nuova FF del venerdì XD
OMG sono emozionata-felice! :)
Soprattutto perché non ho mai scritto una storia di questo tipo, così AU, così diversa! :D

E poi questa volta non potete dirmi che vi ho fatto piangere! [ne approfitto per scusarmi con tutti quelli che ho ucciso con il primo capitolo dell'altra storia, non era mia intenzione]

Cosa ne dite? Vi piace questa cosa di Tony, Ziva e tutti gli altri al liceo? Ci sono anche personaggi che nella realtà sono morti come Rivka e Tali...
Se dico AU è proprio AU! XD 
Mi sarebbe piaciuto vedere i nostri cari agenti dell'NCIS al liceo XD dovevano essere spassosi AHAHHA 

Questo capitolo è la prima metà della giornata di Ziva nella nuova scuola, l'altra metà la vedremo nel prossimo capitolo (o questo capitolo veniva troppo lungo)... E diciamo che è un po' un'introduzione in cui vediamo per la prima volta i personaggi... E c'è già l'incontro Tony e Ziva awwwww :)
Che ne dite vi piace come idea? :)

Non importa dire che il TIVA ci sarà ma dobbiamo aspettare! Si sono appena conosciuti non possono mettersi assieme in due capitoli ehehe XD
Diciamo che in questa storia non vorrei mettere elementi di sofferenza come nell'altra, quindi potete stare tranquilli! Sarà una storia Fluff e divertente :)

Prima di chiudere, ringrazio la mia amica Betta (aka slurmina) per i vari consigli che mi ha dato XD

Spero vi piaccia.
Baci, Meggie.
  
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