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Autore: Martunza    04/08/2008    2 recensioni
Fumava la sua sigaretta pensieroso. La pioggia batteva fitta contro il vetro, era una giornata uggiosa, rispecchiava il suo umore di sempre.
Osservando quelle persone lì fuori, provò pena per loro. Chissà quanti in quel momento avrebbero voluto essere al suo posto. Appoggiando delicatamente i polpastrelli sul vetro, si sentì al sicuro, lì, lontano da tutti. Intoccabile.
In un mondo senza tempo, le riflessioni di un folle sulla condizione di due giovani.
Non sono un gran che con i riassunti, spero me lo perdonerete.
Per Mikey.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Now that I've lost everything to you
You say you wanna start something new
And it's breakin' my heart you're leavin'
Baby, I'm grievin'
But if you wanna leave, take good care
Hope you have a lot of nice things to wear
But then a lot of nice things turn bad out there

Fumava la sua sigaretta pensieroso. La pioggia batteva fitta contro il vetro, era una giornata uggiosa, rispecchiava il suo umore di sempre.
Racchiuso a feto, non sarebbe stato in grado di dire come si sentiva. Poteva essere una giornata qualunque, poteva essere lì da sempre e rimanerci per sempre. Effettivamente, non sapeva da quanto era lì. La sigaretta sembrava essere appena cominciata, mentre a lui sembravano anni che la stesse fumando, e non potè evitare di ringraziare per questi piccoli miracoli. Il contatto della fronte con la fredda finestra gli provocava dei brividi piacevoli.
Si girò lentamente verso la piccola stanza, inevitabilmente, andò a cercare le due figure sdraiate con posizioni scomposte sul letto, dormienti.
I due corpi erano uno di una donna, e uno di un uomo. Li osservò attentamente: sembravano marmorei, i loro visi erano privi di rughe, totalmente rilassati e immersi nel sonno, sembravano quasi bambini.
Erano bellissimi. Di una bellezza pura, eterea, innocente. Una bellezza che lui ormai aveva perso da tempo.
Si chiese se ci fosse anche la piccola possibilità che anche lui quando dormisse acquisisse quei lineamente così rilassati, se tornasse a vivere un po' di pace, anche solo in sogno. Ma poco importava, i sogni finiscono, la realtà è un' altra: ci si sveglia e si riprende la vita di tutti i giorni, è così che vanno le cose. Si doveva abbandonare il proprio mondo, accettare il fatto che vivere insieme agli altri implica saperlo fare.
Ma lui si era sempre sentito diverso, era per questo che se n'era andato. Credeva di aver fatto la cosa giusta, a quei tempi. Ma aveva sbagliato qualcosa evidentemente. Rivolse di nuovo lo sguardo fuori dalla finestra, ma c'era troppa nebbia e non vedeva molto. Rimase a guardare fuori per un po'. Era mattina presto, forse nemmeno le cinque, eppure c'era già gente che girava per le strade deserte, riusciva a scorgerli appena.
Osservando quelle persone lì fuori, provò pena per loro. Chissà quanti in quel momento avrebbero voluto essere al suo posto.
Appoggiando delicatamente i polpastrelli sul vetro, si sentì al sicuro, lì, lontano da tutti. Intoccabile.
Guardò la sigaretta. Era quasi a metà. L'appoggiò alle labbra e diete una lunga boccata. Voleva che si consumassero a vicenda.


Oh, baby, baby, it's a wild world
It's hard to get by just upon a smile
Oh, baby, baby, it's a wild world
and I'll always remember you like a child, girl
You know I've seen a lot of what the world can do
And it's breakin' my heart in two
Because I never wanna see you sad, girl
Don't be a bad girl



Non sapeva cosa pensare di lei, in effetti, non è che la conoscesse benissimo. Di lei sapeva soltanto che era solo un'altra come lui. Era solo un'altra che aveva perso la strada. Sapeva che lei c'aveva provato, a far filare le cose per il verso giusto, si era ritrovata in mezzo ad una vita che poteva andare, ma che per qualche motivo trovava sempre il modo di fregarla, e di arrivare prima di lei al traguardo desiderato. Insomma, era un'inconcludente. Eppure era strano, lui rimaneva per ore ad ascoltarla parlare di sè, mentre lei gli accarezzava i capelli e la schiena, dolcemente. Quando la guardava, non pensava a lei come ad un' incapace vittima degli eventi, bensì ad una persona che aveva avuto fretta di crescere per fare del bene, ma non sapendo come, e che poi si era soltanto vista rifiutata, senza nemmeno capire perchè. A sentir lei, loro erano stati i primi ad accettarla totalmente senza chiedere niente. Aveva ragione, lei era stata scelta. Non sapevano nemmeno bene perchè, era successo e basta, e comunque non aveva importanza.
Lei era lì ora, e cosa ancora più importante, sapeva che a far si che lei continuasse a stare con loro, c'era il fatto che solo con loro si sentiva totalmente a suo agio. Sapeva che, qualsiasi cosa avesse fatto, sarebbe rimasta comunque sempre bellissima.
E' vero, avevano un rapporto e un modo di approcciarsi l'uno agli altri puramente fisico, ma anche questo faceva parte del gioco. Ognuno aveva la sua parte nel trio, ognuno era indispensabile per gli altri. Ed era bellissimo sapere che se non si era mai abbastanza per il prossimo, nel mondo di fuori, lì, in quella piccola stanza, bastavano loro tre, i loro tre corpi nudi ad elevare e gratificare gli spiriti degli altri due, rendendoli appagati e felici. E questa era una cosa bellissima.
La sigaretta era a metà ora. Soffiò via il fumo dal naso, giù, in strada, un polizziotto agitava le braccia contro una prostituta che, rifiutandosi di spostarsi, venne spintonata dall'uomo.
Voltò di nuovo lo sguardo dentro la stanza.


But if you wanna leave, take good care
Hope you make a lot of nice friends out there
But just remember there's a lot of bad and beware
Baby, I love you
But if you wanna leave, take good care
Hope you make a lot of nice friends out there
But just remember there's a lot of bad and beware



Si concentrò su di lui. Aveva smesso di chiedersi cosa provasse per quella persona, sapeva che non avrebbe mai trovato risposta. Erano così intimi, eppure sapeva a mala pena il suo nome. Il resto non sembrava poi così importante. Dentro quella piccola stanzetta con le pareti bianche e il soffitto di legno, tutto acquistava un altro significato: togliendosi i vestiti, sembrava che i ragazzi togliessero anche una maschera, si spogliassero della propria vita, delle propre bugie, per tornare ad essere liberi e selvaggi, per tornare ad essere loro stessi.
Non erano particolarmente amici, non sapeva che lavoro facesse, nè se studiasse all'università, ne avrebbe saputo rispondere sinceramente, nel qual caso qualcuno gli avesse chiesto se poi gliene importasse qualcosa.
Era più divertente immaginare, piuttosto che chiedere per poi rimanere delusi. Sembrava un ragazzo qualunque, in gamba, certo, ma con niente a parte un'intelligenza spiccata e un bel paio di occhi color ghiaccio.
Si disse che forse si sentiva così attratto da lui perchè da giovane anche lui avrebbe voluto essere così: gli dava l'aria di uno che fosse solitario per scelta, non per imposizioni esterne. Era tranquillo e taciturno, amava scrivere poesie. Ogni tanto, quando avevano finito i loro giochi amorosi, e se nessuno era ancora pronto per essere accolto tra le braccia di Morfeo, gli leggeva qualcuno dei suoi ultimi lavori, sperando potesse conciliargli il sonno.
Era anche lui una persona buona, che tuttavia faticava ad uscire, e per questo non era totalmente apprezzato anche dalle persone che dicevano comunque di apprezzarlo, nel suo genere.
Ancora una volta, sembrava che solo la ragazza e lui potessero capire a pieno la nobiltà del suo animo, tutta via, da persona egoista qual'era diventato con il passare degli anni, la cosa non gli dispiaceva affatto.



Per non farsi sopraffare dalle contrastanti emozioni, tornò a rivolgere lo sguardo lontano, oltre le nubi imprigionate fuori dalla finestra.
Era più vecchio di tutti e due, sapeva com'era fatto il mondo, e l'idea che questi due giovani e ancora innocenti ragazzi avessero potuto imbattersi ancora una volta nelle ingiustizie di quello schifo di posto li fuori, gli riempiva il cuore di dolore.
Pensandoci, non avrebbe saputo dire da quanto aveva iniziato a volergli bene. Forse non era nemmeno un volergli bene a tutti gli effetti, solo che con loro poteva condividere, senza nemmeno parlarne, un malessere che si portava dentro sin da quando era piccolo. Ed era sicuro che anche loro lo capivano, lo riconoscevano e, anche se ognuno a modo suo, condividevano il peso dell'essere diversi oggi.
Si rese conto da subito di avere empatia con loro, dalla prima volta che li aveva visti, quasi un anno fa ormai, in quel piccolo bar, vicino al centro, dove erano rimasti a bere e parlare tutti e tre, mangiandosi con gli occhi. La fine della storia era prevedibile, tuttavia, non rinnegava nulla di quello che aveva fatto, ne era dispiaciuto che le cose fossero andate così. In fondo, lo sapeva benissimo che fuori da quella stanza erano tre estranei, ma quando si trovavano lì sdraiati tutti e tre insieme, era come sè divenissero un corpo solo, una sola anima.
E si sentivano vivere.
Probabilemnte, si disse, in un qualche modo tutto suo, voleva proteggerli... erano ancora così puri, così pieni di aspettative, così entusiasti.
Qanto dolore li aspettava. Quante aspettative mancate.
E le promesse! Le parole che avrebbero donato al vento, credendo che invece sarebbero rimaste impresse nei loro cuori e nei cuori dei fortunati a cui le stavano dedicando!
Si chiese quanto sarebbe riuscito ad arrivare integro, dall'inizio alla fine.
Si chiese quanto era rimasto di autentico di se stesso.
Si ripromise di prendersi cura di quei ragazzi, per quanto avrebbe potuto.
Si ripromise di non farsi più scoraggiare cosi facilmente.
La sigaretta era ormai finita.
Mentre reclinava la testa all'indietro chiudendo gli occhi, addormentandosi, questa gli scivolò dalle lunghe e pallide dita, cadendo sul pavimento, coperto da un tappeto, che, poco dopo, prese fuoco.

Fuori, iniziò a nevicare.

Trovarono i corpi, o meglio, quel che ne era rimasto, qualche ora dopo.
La cosa che più impressionò i vigili, i medici, e tutti coloro che accorsero alla scena per primi, non fu affatto la sciochezza per la quale erano morti i tre, bensì, si stupirono dei volti così rilassati e inconsapevoli delle vittime del fuoco.
I primi corpi ad essere ritrovati, e quelli che versavano nelle migliori condizioni, erano quelli dei ragazzi, i quali furono subito affidati ai medici, per fare i dovuti accertamenti.
Per quanto riguarda il corpo dell'uomo trovato accasciato vicino alla finestra, un paramedico affermò che nemmeno suo figlio di due anni aveva un' espressione così pacifica, mentre dormiva.
  
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