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Autore: Pippi91    30/05/2014    1 recensioni
[Ravenswood]
Cosa penseresti se Caleb di Ravenswood, venisse a bussare al finestrino della tua auto spaventato a morte? Ogni pensiero, qualsiasi pazzo pensiero che potresti fare, non arriverebbe mai a deragliare così tanto la realtà in cui pensi di essere.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Spoiler!
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Premessa
Ho fatto un sogno. Qua lo racconto e qua lo concludo. Semmai dovesse piacere la storia, potrei decidere di continuarla. O semmai avrò voglia, prenderò almeno l'inizio, come spunto di una nuova storia. Buona lettura.

 
Ho le mani sul volante, non manca molto ormai. Sono contenta di essere uscita, un po' d'aria e di svago non possono farmi altro che bene. Con lui è finita ormai da settimane, eppure il suo pensiero non riesce a sbiadirsi dalla mia mente, ne tanto meno dal mio cuore. Metto la freccia e pian piano giro verso questo complesso di negozi tutti vicini. Nulla di glamour o fantastico. C'è una sala slot, un negozio di articoli vari molto simili a quelli dei cinesi, un ristorante asiatico, una tabaccheria e un pub. Mi allungo con la macchina fino alla fine del viale per guardare, uno per uno, i vari negozi cercando, intanto, un posto dove parcheggiare la mia piccola utilitaria. C'è una strana agitazione nell'aria e non capisco perchè. Molte auto si susseguono facendo il mio stesso percorso con l'intenzione di trovare, come me, parcheggio di fronte ai negozi, invece di lasciare l'auto in posti sicuri ma leggermente lontani. Che paese di pigri che siamo. Mi scappa una risata, guardo l'orario sul polso, visto che il cruscotto segna sempre un orario sballato: sono le 16:10, sono in anticipo come sempre. Mi parcheggio in un posto di fronte ai negozi, rimango lì qualche secondo ma nulla sembra convincermi, così avvio il motore e nuovamente mi sposto infilandomi in un altro posto. Passa qualche minuto e ancora il disagio sembra soffocarmi. Mi muovo ancora fino a quando mi accosto sul lato, accendo le quattro frecce e aspetto.
Sono le 16:30, fisso l'orologio sul polso e poi .. toc toc, qualcuno bussa al finestrino del lato passeggero e io sobbalzo girandomi immediatamente. Ma che.. Caleb? Sgrano gli occhi, non capisco cosa ci faccia qui. Glie lo chiedo, ma poi mi rendo conto di aver ancora il finestrino alzato. Lo abbasso.
«Cosa ci fai qui?» sembra quasi un'accusa la mia.
«Ahm.. ciao, scusami passavo da queste parti e ti ho vista. Posso salire?» sembrava turbato nella voce. Inclino la testa e senza indugio annuisco. Lui apre la portiera, entrando in auto, poggiandosi al poggia testa. Dio.. non lo ricordavo così sexy, lo schermo non gli rende giustizia. Sospiro, scacciando quei pensieri e metto di nuovo in moto l'auto vedendo che si è liberato un posto. Parto in un attimo e cerco di parcheggiarmi lì con un paio di manovre ma la macchina proprio non ne vuole sapere di stare dritta e ficcarsi in quello spazio. Sbuffo, spazientita.
« Non è colpa tua. Ti stanno bloccando..» la voce si abbassa pian piano. Lo sguardo vacuo di quei suoi occhi castani «.. da quanto non riesci a parcheggiare?» mi chiede stavolta fissandomi. Quello sguardo che muta ancora, prendendo tracce di sensazioni spaventose.
«Una mezzora.. perchè? » Aggrotto la fronte. Indispettita, curiosa. Dove vuole andare a parare?
«Poco prima delle sedici ho deciso di venire qui, abbandonando per sempre Ravenswood. Loro mi hanno seguito anche qui.»
«Cosa? Loro chi?» chiedo esasperata, stringendo le mani sul volante, tenendo la macchina accesa per paura di dover scappare in un attimo. Un altro posto si libera, stavolta più lontano. Quel posto deve essere mio. Accelero e mi allungo sulla salita riempiendo lo spazio.
«Gli spiriti di Ravenswood.» Bisbiglia poco dopo. Aggrotto la fronte, lo fisso.
«Ma hai fumato?» la mia voce è calma, quasi divertita. Ormai ho preso tutto come uno scherzo. Lui però non ride, è immobile se non per gli occhi che sembrano fare la radiografia ad ogni cosa intorno a noi.
«Ti sei accorta di esserti parcheggiata in una corsia di accelerazione?» è cauta la sua voce.
«Ma che dici?» sbotto io, ora irritata. Non sono così idiota, eppure quando mi guardo intorno vedo della segnaletica stradale esattamente identica a quella delle corsie di accelerazione. La carreggiata che va a insinuarsi in un'altra, unendosi grazie alle strisce tratteggiate per terra. Oh mio Dio.
«Come diavolo ci sono finita qui? Era un posto libero Caleb, ne sono sicura. » non riesco nemmeno a urlare. Sono spaventata, immobilizzata perchè so dove avevo parcheggiato e sicuramente non era lì.
«Hanno annebbiato la tua vista. Tu pensavi di aver trovato un posto libero, invece è qui che ci volevano. Dobbiamo andarcene da questa corsia.» non finisce nemmeno di dirlo che parto a razzo in retromarcia, tornando nel piazzale dei negozi. Giro intorno ad un paio di auto e mi allontano verso il parcheggio più ampio, quello lontano che nessuno vuole raggiungere per paura di fare cinque passi a piedi. Fermo la macchina in uno spazio, stavolta senza problemi e scendo di fretta dall'auto.
«Ora tu mi dici cosa diavolo sta succedendo!» gli urlo contro, puntando il dito contro quel viso dai lineamenti perfetti e la barbetta appena incolta. Non lo avevo mai visto prima senza il suo viso pulito. Vengo distratta però da un auto, chiara, una smart. Non è l'auto a catturare il mio sguardo, quanto le persone che vi sono dentro. La mano che punta contro di lui si muove seguendo quell'auto che si indirizza verso la corsia di accelerazione dalla quale ci siamo appena allontanati, così anche lui può vedere quella scena raccapricciante. Una copia identica a Caleb e Hanna stanno seduti in auto. L'auto arriva circa dove si trovava la mia poco prima. I due.. spiriti? Non so. I due qualsiasi cosa siano, si girano verso di noi ma i loro visi si deformano allargando la bocca dalla quale esce un verso sinistro, le loro espressioni contrariate, come se non si aspettassero di vederci lì, lontani da quel punto. In quel momento, la piccola smart bianca esplode. Sento le mani di Caleb prendere le mie spalle, spingendomi verso il suo petto. Istintivamente nascondo il viso, sentendo nel cuore una paura mai provata prima che realizzo solo in quel momento. Non esce verso dalle mie labbra e le mie mani solo dopo qualche istante si muovono, andando a ricambiare quella stretta mossa dal terrore. Ora ci credo. Gli spiriti di Ravenswood sono qui.
«Mi dispiace tanto. Hanno cancellato la mia realtà così ho deciso di venire nella tua, perchè mi piace e guardarla mi rende sereno. Non pensavo che mi sarei tirato dietro anche gli spiriti. Ma non riuscivo proprio a stare lì, non riuscivo a farmi una doccia o a suonare la mia chitarra che alle mie spalle appariva l'ombra di me stesso..» Tace qualche secondo prima di sospirare « .. perdonami.»
Ora è tutto vero e capisco ogni cosa. La realtà delle serie tv. Ravenswood non esiste più e Caleb decidendo di inoltrarsi nella mia realtà, ha portato con se gli spiriti di quell'inferno.
«Ma.. io non capisco. Non c'è nulla di sovrannaturale qui. E' il racconto di una serie di sfortune, ma nulla mai è stato legato al sovrannaturale. Non può essere Caleb.. » bisbiglio, mi stacco dall'abbraccio sentendo una stranissima sensazione. Come se un cubetto di ghiaccio mi stesse scivolando dietro la schiena e non in modo piacevole. Guardo oltre le spalle di Caleb e grido, muovendomi in modo da spingere lui con le spalle contro la mia macchina, in un senso di protezione.
«Eri di nuovo lì. Ma senza Hanna. Solo tu.. cioè Lui. Lo spirito.» stavolta sento la mia voce rompersi, uscire come un lamento. Sto piangendo e non riesco a staccarmi da lui. Perchè è Lui quello reale, quello vero. Non il fantasma di se stesso che può mutare i tratti fino a spaventarmi a morte. Così lo stringo ancora un po', tremando quando quella stretta diventa più intensa.

Fine.
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E qui mi sveglio. Bye bye.
  
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