Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Windancer    31/05/2014    0 recensioni
Tomoyo e Sakura dopo uno dei tanti scontri :3
Ho immaginato un po' i sentimenti della giovane brunetta.
"E ingenua, le aveva sorriso di rimando provocandole ancora una volta una dolce fitta al cuore."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Kero-chan -Cerberus, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Storia nata veramente per caso. In realtà avevo intenzione di scrivere tutt'altro ma alla fine ecco cosa ne è venuto fuori. Trovo che il personaggio di Tomoyo meriterebbe più attenzione di quanta le ne sia stata data nella storia. Fatemi sapere che ne pensate.

Disclaimer: Naturalmente i personaggi non mi appartengono e non sono usati a scopo di lucro.


To the sun that lights the day
(Tsubasa wo kudasai, tsubasa wo kudasai…)
To the clouds that drift away
Only then will I be free
Past the city lights and haze
Through the autumn trees ablaze
In the sky, I am truly free
Just you and me
(Tsubasa wo Kudasai - Hayley Westenra)

Song at the End of the Day

“Sakura!” Si riparò il viso con le mani cercando di distinguere la figura esile dell’amica fra le volute di fumo denso e grigio che si levavano dal luogo dell’impatto: una gigantesca voragine si apriva di fronte a loro proprio dove nel pomeriggio avevano visto la bella fontana appena costruita al centro della piazza.

Il luogo era ormai deserto, velocemente ripose la videocamera nella custodia nera di pelle che era la sua preferita da tempo e si mise in ascolto cercando di capire in che direzione muoversi.

“Qui!” Rispose una voce familiare. Tremava, al pensiero di riaverla fra le braccia, così piccola e fragile, così coraggiosa la sua Sakura.

Fra gli strepiti di Kero-chan (Non stava zitto un momento quel piccoletto!) si avvicinò di corsa alla macchia rossa che aveva distinto fra le macerie degli edifici lì intorno.

Lo scontro era stato particolarmente arduo: lo dimostravano le numerose escoriazioni su braccia e gambe e un taglio abbastanza profondo sulla guancia sinistra, nel complesso però se l’era cavata egregiamente. Come la sua amica avrebbe spiegato la natura di quelle ferite a suo fratello, be’ è un’altra storia.

Non le diede neanche il tempo di parlare che la strinse forte come se non si capacitasse ancora che lei fosse viva ma ce l’aveva fatta! Non aveva ceduto un istante nella battaglia e l’aveva vista: la fronte bianca corrugata nello sforzo immane di catturare l’ennesima carta ribelle per poi essere avvolta in un abbagliante fascio di luce.

I suoi occhi, verdi e limpidi, per un attimo avevano incrociato i suoi e pur non potendo parlare aveva sperato con tutta sé stessa che il suo desiderio, la preghiera che ripeteva ogni giorno dal più profondo dell’animo la raggiungesse. E le era parso che la combattente le avesse risposto con un cenno del capo, perché sì aveva capito, e la ringraziava dell’affetto che le regalava e della fiducia che aveva sempre riposto in lei.

Avrebbe voluto dirle di più, ma si limitò in quegli attimi frenetici ad abbracciarla ancora ripetendole quanto era stata carina in quel vestito rosso a balze. In vista del prossimo scontro gliene avrebbe cucito uno anche più bello!

Riscaldò le mani fredde dell’altra fra le sue, mentre Sakura era intenta a rendersi presentabile non aveva smesso un attimo di guardarla. Non era la prima volta che lo faceva e anche solo vederla le regalava un grande senso di pace, aiutarla e darle il suo sostegno, sempre, era tutto ciò che poteva fare per lei, accompagnarla nelle sue avventure, come la migliore delle amiche, questo era sufficiente a renderla felice, doveva esserlo.

In pochi mesi tutto il suo mondo era cambiato, s’era capovolto totalmente, sconvolto dalla vitalità della sua amica.

Ricordava con matematica precisione il momento in cui aveva realizzato quanto fosse speciale: era stato proprio durante al termine della prima battaglia. In cuor suo aveva creduto sempre nella sua forza e al tempo stesso ad ogni ferita aveva sentito quasi come un dolore fisico, una tremenda fitta attraversarle il corpo, ad ogni colpo subito ne aveva sofferto terribilmente.

E vederla ancora spaventata da sé stessa e dai poteri che ormai erano parte di lei l’aveva spinta a metter da parte le sue incertezze per aiutarla a superare quelle angosce.

Da allora erano state veramente inseparabili, anche in quel momento non aveva permesso alla paura di farsi strada in lei.

Scosse la testa, ritornando alla realtà.

Era ormai tardi.

"Dai, torniamo a casa". Le disse, tirandosi indietro i lunghi capelli scuri.

Prima di incamminarsi le aveva scostato una ciocca di capelli impolverata dal viso, un po’ tirato per la stanchezza ma dall’espressione soddisfatta, non le era mai sembrata tanto bella come allora. Le gote dell’altra si tinsero di rosa, s’imbarazzava così facilmente.

Un po’ accaldata  per la corsa aveva accostato la fronte alla sua sussurrando piano ad occhi chiusi: “Sei stata eccezionale, ti voglio bene Sakura, e sarà sempre così”.

Seppe che in quelle parole vi era più di quanto non trasparisse, ma andava bene così, la guardò prima di sciogliere l’intreccio delle loro mani.

E ingenua, le sorrise di rimando provocandole ancora una volta una dolce fitta al cuore.

  
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