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Autore: She loves writing    31/05/2014    4 recensioni
“Melanie!” Urlo. Una ragazza compare magicamente. Sorrido a Michael, indicandola.
“Voleva salutarti.”
“El, non c’è nessuno lì.” Mi volto.
“Sì, invece. Non la vedi?”
“Ellie..”
“Sicuro di non essere tu quello ubriaco, Clifford? Guarda che Melanie è proprio qui!”
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Never forget.




Vorrei tornare indietro nel tempo.
Vorrei non essere ubriaca, vorrei non aver preso la macchina quella sera, vorrei essere riuscita a mangiare a pranzo.
Vorrei aver accettato l’invito di Ashton, vorrei trovarmi a casa sua a scherzare con Calum e Luke.
Vorrei aver comprato quel vestito blu, la settimana scorsa, vorrei aver preso una laurea degna di nota, vorrei aver ascoltato i miei genitori da piccola. Vorrei aver trattato meglio mia sorella e litigato un po’ meno con mio fratello.
Vorrei avere un gatto, magari uno bianco o arancione. Vorrei andare al concerto di Ed Sheeran, vorrei fare una vacanza in America, vorrei svegliarmi da questo incubo.
Vorrei Michael fosse qui ad aiutarmi. Vorrei riuscire a prendere il telefono. Vorrei capire dove mi trovo.
In effetti, la lista di cose che vorrei è ancora abbastanza lunga, ma nessuna di queste cose riuscirebbe ad accontentarmi davvero.
Perché l’unica cosa che voglio più di qualunque altra è riavere la mia migliore amica indietro.
La suoneria del mio cellulare mi arriva ovattata alle orecchie.
Ma quanto ho bevuto?!
Rido, sedendomi a terra. In realtà non dovrei farlo, non so neanche se sono per strada o in una casa.. L’ipotesi di essermi seduta nel bel mezzo della strada e che un’auto potrebbe investirmi da un momento all’altro mi porta a ridere ancora di più.
Svuoto la borsa di fronte a me, poi, con la vista leggermente offuscata, cerco di poggiare le mani a terra. Tasto gli oggetti fino a sentirne uno vibrare sotto la mia mano. Afferro quello che credo sia il telefono e cerco di accettare la chiamata, chiunque sia a farla.
Per un colpo di fortuna ci riesco e scoppio a ridere, di nuovo.
“El?” Aggrotto la fronte. Chi è?
“Chi sei?” Chiedo. Sento un sospiro.
“Sei ubriaca..” Rido.
“Tu credi? Io mi sento così bene!” Esclamo. Poi mi rattristo. Non è vero che sto bene. Neanche un po’.
“Dove sei, El?” Mi chiede.
“Ed io cosa ne so?”
“Neanche un indizio?” Alzo le spalle.
“C’è un cavallo alato.” Dico, guardando diritto davanti a me l’unica figura che riesco a distinguere.
“E’ nero. Ma ha le ali verdi. E’ bello!”
“Oh, adesso si che ho capito dove sei!” Credo ci sia sarcasmo nella sua voce, anche se non riesco ad esserne sicura.
“Allora vieni?”
“Non c’è nessuno con te, El?”
“Ci sei tu.”
“Intendo fisicamente. Vedi qualcuno?”
“Il cavallo.” Annuisco sicura.
“E basta?”
“Sì.” Sospira di nuovo e mi ricordo che non ho ancora capito con chi sto parlando.
“Ma chi sei?” Domando di nuovo.
“Michael, Ellie. Sono Michael.”
“Ah.” Commento. Ora mi ricordo di lui. Sorrido.
“Mi sei mancato, sai, Mike?” Chiedo, incrociando le gambe.
“Anche tu mi sei mancata. Hai capito dove ti trovi?” Mi guardo intorno, ma non vedo niente.
“In paradiso?” Chiedo, fissando un muro bianco.
“Non credo. Controlla meglio.” Mi alzo, avvicinandomi al muro. La borsa ancora svuotata a terra rimarrà lì, non sono in grado di prenderla, lo so. Rido.
“Mike..”
“Cosa?”
“Sono..” Rido di nuovo, lasciando la frase a metà.
“Dove?” Chiede. Continuo a ridere, riconoscendo il giardino in cui mi sono seduta.
“A casa sua.”
“Di chi?” Guardo la ragazza in piedi di fronte a me. Mi sorride e ‘salutalo’, dice.
“Di Melanie, ovvio! Ti saluta. Te la passo?” Chiedo, allungando il telefono verso la mia migliore amica che però scuote la testa. Poi scompare.
“E’.. è andata via..” Commento delusa.
“Ellie..” Comincia Michael, ma non lo sto ascoltando. Comincio a piangere, senza capirne bene il motivo.
“Ehi, mi ascolti?” La sua voce dolce mi arriva alle orecchie.
“Si..” Sussurro.
“Non piangere. Sto arrivando, non muoverti di lì amore.” Poi attacca. Io rimango con il cellulare tra le mani. Amore? Sono ubriaca, sì, troppo forse, ma una parte della mia testa è ancora sobria. Non so quale, ma c’è.
E sa per certo che Michael non mi ha mai chiamata amore.
Mi siedo di nuovo, appoggiando le spalle al muro stavolta. Mentre aspetto, mi metto a contare. Sono impazzita, lo so. E’ comunque rilassante, quindi continuo, fino ad arrivare a trecento e qualcosa. Poi sbuffo. Perché il tempo non passa?
“Michaaael!” Canticchio. E quasi come se mi avesse sentito, un ciuffo nero mi appare davanti.
“Sei biondo!” Esclamo.
“E nero.” Aggiungo. Non distinguo bene i lineamenti, ma sono sicura che abbia i capelli biondi con una striscia nera al centro.
“E tu sei ubriaca. Come la mettiamo?” Rido di gusto.
“Ti ricordavo più simpatico, Mike.”
“Ehi!” Sbotta offeso. Mi illumino, perché mi sono appena ricordata di una cosa.
“Melanie!” Urlo. Una ragazza compare magicamente. Sorrido a Michael, indicandola.
“Voleva salutarti.”
“El, non c’è nessuno lì.” Mi volto.
“Sì, invece. Non la vedi?”
“Ellie..”
“Sicuro di non essere tu quello ubriaco, Clifford? Guarda che Melanie è proprio qui!” Lui sospira. Poi si accovaccia per arrivare alla mia altezza e mi tende una mano.
“Sono sicuro che Melanie vuole dormire. Andiamo a casa?”
“Vuoi dormire?” Chiedo alla ragazza mora. Lei annuisce. Metto su una faccia triste.
“Ma poi domani ci vediamo?” Chiedo. Lei non risponde.
“Sì, stai tranquilla.” Dice Michael al posto suo. Alzo le spalle e mi metto in piedi, seguita da lui.
“Dove andiamo?” Chiedo.
“Sulla luna.” Risponde.
“E me lo dici così?!” Esclamo. Insomma, sto per andare sulla luna!
“Scusa, la prossima volta ti lascerò l’effetto sorpresa.” Sorrido.
“Sei proprio bello, sai?” Chiedo, fermandomi a guardarlo. La vista si è un po’ regolata, lo vedo arrossire.
“Continui ad essere ubriaca.”
“Dirlo non mi farà smettere di esserlo.” Annuisco.
“Lo so.”
“Ma tu sei bello comunque.”
“Grazie.” Non so neanche io come, ma cinque minuti dopo sono nella sua macchina, in lacrime.
“Il fatto è che mi manca da morire ed è tutta colpa mia e..”
“Ellie, smettila.” Michael è più serio di quanto mi aspettassi.
“Non è colpa tua, è stato un incidente.” Scuoto la testa, ma rimango in silenzio. L’auto si ferma davanti ad una casa che mi sembra familiare. Vedo Mike scendere, quindi faccio lo stesso.
Lo seguo dentro casa e lui mi invita a sedermi sul divano.
“Dovresti dormire.”
“Mi fa male la testa..” Dichiaro. Credo che la sbronza mi stia passando.
“Immagino. Chissà quanto hai bevuto..”
“Un po’.” Ammetto.
“Un po’ troppo, semmai.” Sorrido, colpevole. Poi lo abbraccio.
“Grazie per essere venuto a prendermi.”
“Non ti avrei mai lasciata lì.” Mi stringe e il suo profumo mi invade le narici. Persino da ubriaca, è una sensazione che non cambierei per nient’altro al mondo.
“Ora andiamo a dormire, piccola, ne riparliamo domani.” Mi prende in braccio ed io ridacchio. Saliamo al piano di sopra e non ho idea di come abbia fatto a non cadere per le scale, poi mi poggia sul letto e mi mette una coperta addosso.
“Mike?” Lo chiamo.
“Si?”
“Resti qui, vero?” Lui guarda l’altra metà del letto, poi mi sorride e si stende accanto a me.
Torno ad abbracciarlo e in due minuti sto già dormendo.



Melanie Cooper era la mia migliore amica da sempre.
Era una delle ragazze più belle che avessi mai visto ed era anche l’amica migliore che qualcuno possa desiderare.
Se n’è andata solo due settimane fa.
Eravamo uscite per andare ad una festa e, anche se era vicino, io avevo insistito per prendere la macchina.
Era lei a dover guidare, ma aveva i tacchi, quindi ad un incrocio non è riuscita a frenare  in tempo e.. beh, io sono stata ricoverata per un’intera settimana.
Lei però non ce l’ha fatta.
Ed ora mi manca terribilmente. E’ tutta colpa mia, se non avessi insistito per prendere la macchina tutto questo non sarebbe successo e lei sarebbe ancora qui con me.
In effetti, non so come abbia mio fratello fatto a perdonarmi.
Lui e Mel stavano insieme da un paio di anni. La sua scomparsa lo ha sconvolto e non capisco perché non ce l’abbia con me. Io mi odio.
Chiudo gli occhi, la testa mi pulsa terribilmente.
“Ehi..” Sento una voce sussurrare. Guardo di fronte a me. Dalla porta è appena entrato Michael. Rimango bloccata. E’ davvero lui?
“Mike?” Chiedo in conferma. Lui sorride ed io mi alzo di scatto e gli corro incontro, fregandomene del mal di testa.
“Mio Dio, non posso crederci, sei qui..” Lui ride, stringendomi forte.
“Eri proprio ubriaca ieri, eh?”
“Cos’è successo?” In realtà qualcosa ricordo, ma è troppo confuso nella mia mente.
“Ti ho chiamata perché ero appena tornato e volevo sapere come stavi. E mi hai risposto dicendo di non sapere dov’eri. Hai persino visto un cavallo alato.” Mi nascondo la faccia dietro le mani.
“Scusa.” Lui mi abbraccia di nuovo, in risposta.
“Mi sei mancata.”
“Anche tu, non immagini quanto.” Michael era partito il giorno prima di quella orribile sera. I suoi lo avevano obbligato ad andare e non è potuto tornare.
Non nego che ci sia rimasta male quando non l’ho visto al mio risveglio in ospedale, ma so che anche per lui è stata dura. E non posso credere che ora sia qui.
“Sarei tornato prima se avessi potuto. Mi dispiace così tanto, Ellie..” Affondo il viso nel suo petto.
“Ora sei qui, è questo che conta.” Lui mi lascia un bacio sui capelli.
“Ti amo.” Dice poi. Per la prima volta dopo due settimane mi sento bene. Il cuore batte un po’ più forte.
“Ti amo anch’io.”
“Ellie, senti..” Comincia. Lo guardo, improvvisamente preoccupata.
“Non devi pensare sia colpa tua.” Dice invece. Sospiro sollevata. Poi penso alla sua frase.
“Ma lo è.” Ribatto.
“No. Nessuno poteva prevederlo e sono sicuro che se avessi potuto saperlo non avresti preso l’auto. Quindi non è colpa tua.”
“Non fa alcuna differenza, Michael. Lei era alla guida di quella macchina perché io avevo deciso così. Non è giusto ed è tutta colpa mia.”
“Nessuno di noi ce l’ha con te, Ellie, perché tu ti ostini a pensare certe cose?”
“Davvero non capisco come facciate a non odiarmi.” Ammetto.
“Smettila.” Mi guarda negli occhi e faccio leggermente fatica a restare concentrata sul discorso. E’ così bello..
“El, non è colpa tua. Punto. E non potremmo mai odiarti! Quando lo capirai che ti vogliono tutti un bene dell’anima? Che io ti amo più di ogni altra cosa?” Arrossisco e abbasso la testa.
“Io non..”
“Ellie, guardami.” Io rimango immobile.
“Amore, ehi..”
“Non dovrebbe mancarmi, Michael. Dovrebbe essere qui.” Una lacrima mi scivola sulla guancia.
“Lo so, piccola. Ma sono sicuro che lei sta bene. Ovunque sia. E ti vuole ancora bene, tantissimo.” Le lacrime aumentano. Non voglio piangere. Singhiozzo.
“Ehi, no, va tutto bene.” Mi ritrovo per l’ennesima volta stretta tra le sue braccia.
Quando riesco a calmarmi, lo guardo. Non ho smesso di piangere, ma il mio respiro è tornato regolare.
“Grazie.” Sussurro.
“Non dirlo nea..” Scuoto la testa velocemente, interrompendolo.
“Non dico solo per.. questo. Grazie per avermi trovata, ieri sera e anche quando ci siamo conosciuti. Grazie per non avermi lasciata andare. Per essere ancora qui e.. per tutto. Non so cosa farei senza di te, ti amo così tanto, Michael..” Ammetto. Lui rimane fermo. Forse sorpreso, ma non sono sicura.
“Mi fai impazzire..” Commenta incredulo. Sorrido leggermente.
“E’ una cosa positiva o..” E le sue labbra sono sulle mie, prima che possa finire la frase.
Mi accorgo che da quando è tornato, questa è la prima volta che mi bacia. Porto le mani dietro il suo collo, quanto mi è mancato!
“Decisamente positiva.” Sussurra, prima di baciarmi di nuovo.
E per un momento ci credo anche io. Melanie sta bene e, forse, posso provare ad andare avanti.
Smettiamo di scambiarci baci solo perché il mio telefono squilla.
-Dove sei?- E’ il messaggio di mia sorella.
-Da Mike.- Rispondo.
-Ti aspettiamo per pranzo?- Il mio ragazzo mi lascia qualche bacio sul collo, facendomi rabbrividire.
-Non c’è bisogno, torno nel pomeriggio.-
-Va bene x- Lo sento sorridere divertito.
“Stronzo.”
“Mmh.” Mugugna lui prima di baciarmi ancora. Chiudo gli occhi.
Improvvisamente mi tornano in mente le parole di mio fratello.
‘Ora devi vivere anche per lei, Els.’
Sorrido, perché ho capito cosa intendeva.
E te lo giuro, Melanie, ti prometto che andrò avanti. E che non ti dimenticherò mai.
“Andiamo a fare colazione?” Chiede Michael. Annuisco.
Ti voglio ancora un casino di bene.
“Anche io te ne voglio.” E so che è solo la mia immaginazione, forse sono ancora un po’ brilla, ma la sua voce, insieme alla stretta di Mike sulla mia mano, mi danno la forza di reagire.
Ovunque tu sia, grazie.








 
Ehi!
Non so quanto mi convenga commentare,
in realtà non so neanche perchè sto pubblicando
questa storia..
Beh, niente, grazie se l'avete letta, lo so che non è il massimo.
Vi voglio bene comunque u.u
E sì, sono un po' pazza ahaha
Baci <3
Ps. lo so che Michael non ha più i capelli in quel modo, ma che
ci volete fare, d'altronde se non cambia colore tanto spesso non è lui :')
  
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