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Autore: Harry_Potter992    31/05/2014    2 recensioni
Vi piacerebbe ripercorrere i sette anni a Hogwarts di Harry ... con qualcosa in più?
Sto parlando di Laura Fancy e Jasmine German, che insieme a Ron e Hermione sono le altre due migliori amiche di Harry in questa fantastica avventura. Insieme i cinque ragazzi hanno condiviso e condivideranno di tutto: amicizia, divertimento, avventure memorabili, e da questo terzo anno a Hogwarts anche l'amore ...
Scoprite chi sono Laura e Jasmine, immergetevi insieme a me in quest'avventura, e sono certa che non ve ne pentirete. Perchè è vero, le cose che leggerete sono frutto della fantasia ... ma chi dice che nella mia testa non possano essere vere?
Dalla storia:
"- Dove sono Laura e Jasmine? - bisbigliò Neville a Harry mentre si sedeva accanto a lui.
- Loro non seguono Divinazione - rispose Harry.
Gli parve di vedere un'ombra di delusione passare sul volto di Neville, ma fu un attimo, tanto che pensò di averlo immaginato".
[...]
"Quel giorno in biblioteca non c'era molta gente. Per Jasmine era un sollievo: le piaceva quando quel luogo era silenzioso. Adorava stare lì: la lettura era la sua grande passione, fin da piccola il suo posto era in mezzo ai libri. La facevano sentire bene."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Laura e Jasmine: due nomi, una storia '
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Salve a tutti, lettori e lettrici!
Di solito non "parlo" prima delle note d'autrice, ma ora mi sento in dovere di farlo per alcune precisazioni, rivolte a coloro che non mi conoscono e che non sanno il progetto che ho in mente.
Questa storia fa parte di una serie, in cui raccoglierò ben sette storie. Ognuna parlerà di un anno di Harry a Hogwarts. Ne ho già scritte due, ispirate a "La Pietra Filosofale" e "La Camera dei Segreti". Questa è la terza storia, come potete notare dal titolo, e dunque si basa su "Il Prigioniero di Azkaban". Per leggerla è consigliabile la lettura delle prime due storie, non dico necessario, ma consigliabile, perchè ci sono due personaggi nuovi, Laura e Jasmine, altre due amiche di Harry oltre a Ron e Hermione, e leggere le altre due storie aiuterebbe a capire meglio il loro carattere, come si sono conosciuti e sono diventati amici, e così via.  
Credo di aver detto tutto! Vi auguro buona lettura, ci vediamo nelle note d'autrice!






Harry non era mai rimasto in contatto gli amici durante le vacanze estive, ma quell’estate successe più di una volta. Era stata proprio una buona idea aver dato loro il numero di telefono.   
La prima telefonata di Ron fu disastrosa. Sfortunatamente fu zio Vernon a rispondere.
- Qui Vernon Dursley.                                                                                     
Harry udì la voce di Ron anche dalla distanza a cui si trovava.                          
- PRONTO? PRONTO? MI SENTE? VORREI-PARLARE-CON-HARRY-POTTER!                                                                  
Zio Vernon sobbalzò e allontanò il telefono dall’orecchio.              
- CHI PARLA? - ruggì. - CHI SEI?                                                                  
- RON-WEASLEY! - urlò Ron. - SONO-UN-COMPAGNO-DI-SCUOLA-DI-HARRY!
- QUI NON C’E’ NESSUN HARRY POTTER! NON SO DI CHE SCUOLA STAI PARLANDO! NON CHIAMARE MAI PIU’! NON OSARE AVVICINARTI ALLA MIA FAMIGLIA!                                                                  
Zio Vernon scaraventò via la cornetta e poi fece a Harry una bella sfuriata.                                                                               
- COME HAI OSATO DARE QUESTO NUMERO A GENTE COME … GENTE COME TE!
Ron capì di aver messo Harry nei guai, perché non richiamò. Nemmeno Hermione si fece viva, e Harry sospettò che Ron l’avesse avvertita di non chiamare, il che era un peccato, perché lei naturalmente sapeva come usare un telefono e di certo avrebbe avuto abbastanza buonsenso da non dire che frequentava Hogwarts.                                                                                                        
Lo stesso discorso valeva per Laura e Jasmine, che erano Nate Babbane, ma per fortuna loro due si fecero sentire. Fortunatamente quando il telefono squillò Harry era l’unico nelle vicinanze.                                                                 
- Pronto?                                                                                                       
- Ciao, Harry! - gli risposero due voci femminili.                                      
- Laura! Jasmine! Ciao! Siete insieme?                                                                
- Sì, io sono andata a dormire a casa sua - spiegò Laura. - Ci stavamo annoiando e abbiamo pensato di chiamarti.
- Come stai? - chiese Jasmine.                                                                      
- Qui dai Dursley male, come al solito. E voi?                                                 
- Noi bene - fu Laura a parlare. - Stiamo andando al mare … cioè, io sto andando al mare, Jasmine non può perché suo padre lavora e quando si prenderà le ferie verrà anche lei …                                    
- Cioè tra pochissimo - disse Jasmine. - Non resisto più!                                                         
Ci fu qualche attimo di silenzio, poi Harry sentì nuovamente la voce di Laura: - Ron e Hermione ti hanno chiamato?                                  
- Hermione no, Ron invece sì. Mi sono preso una bella sgridata …    
Raccontò l’episodio del giorno prima, imitando le grida di Ron e di zio Vernon. Evidentemente la sua imitazione doveva avere un che di comico, perché Laura ridacchiò.                                               
Anche Harry si lasciò sfuggire un sorriso. Fino ad allora non aveva visto il lato divertente della cosa, troppo preso dalla sfuriata dello zio e dal fatto che Ron non avrebbe più potuto chiamarlo; ma in quel momento la risata di Laura lo contagiò, e si lasciò andare anche lui.   
Continuarono a parlare del più e del meno. Laura chiese come stesse Edvige, e Harry disse che dopo tanti tentennamenti zio Vernon aveva accettato di lasciarla libera almeno di notte, perché si annoiava a stare chiusa in gabbia e faceva un gran fracasso.              
- Ci credo, poverina - fu il commento di Laura.                                         
Quando zio Vernon uscì dal bagno e scoprì che Harry stava parlando con due sue amiche, lo costrinse a chiudere, forse sospettando che anche loro frequentassero Hogwarts.                           
- Devo chiudere - disse Harry cupo. - Ci sentiamo.                                     
- Sì - confermò Jasmine, e le due salutarono in coro.                            
Harry riagganciò e andò nella sua stanza. Il suo umore era un po’ migliorato; probabilmente era merito della conversazione con le amiche. Ripensò alle battute e alle risate di Laura e l’umore migliorò ancora un po’.                                                                                
Il resto dell’estate fu disastroso. Venne a trovarli zia Marge, la sorella di zio Vernon, e rimase a Privet Drive per una settimana. Harry promise agli zii di fare il bravo, ma proprio l’ultima sera si arrabbiò così tanto con lei a causa delle sue continue provocazioni che accadde l’imprevedibile: Marge cominciò a gonfiarsi come un pallone e volò via dalla finestra. Dopo quell’episodio Harry se ne andò di casa, e fu fortunato a trovare un passaggio sul Nottetempo, un autobus dei maghi che lo portò dritto al Paiolo Magico, un locale a Diagon Alley.       
Fu molto sorpreso di trovare lì ad aspettarlo Cornelius Caramell, il Ministro della Magia in persona. Dopo che il Ministro gli ebbe consigliato di pernottare in quel locale, Harry gli chiese perché non lo avevano espulso da Hogwarts, visto che aveva infranto il Decreto per la Restrizione delle Arti Magiche fra i Minorenni. Ma Caramell si limitò a dire che non lo avrebbe certo punito per una cosetta del genere e si affrettò ad andarsene, non prima di avergli raccomandato di non andare in giro per la Londra babbana e di tornare prima che facesse buio. 
Harry trascorse l’estate girando per i negozi di Diagon Alley e mangiando sotto gli ombrelloni colorati fuori dai caffè. Sedeva fuori dalla gelateria di Florian Fortebraccio a finire i compiti, e a volte gli dava una mano Florian stesso, che oltre a sapere molte cose gli offriva un gelato gratis ogni mezz’ora.                                         
Mentre i giorni passavano, Harry prese a cercare Ron, Hermione, Laura e Jasmine dappertutto. Incontrò Neville fuori dal Ghirigoro e incrociò Seamus e Dean da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch, dove occhieggiavano una scopa molto bella chiamata Firebolt.
L’ultimo giorno delle vacanze, Harry era andato a dare un’altra occhiata alla Firebolt ed era appena uscito dal negozio che si sentì chiamare. Erano i suoi quattro amici, seduti a un tavolino della gelateria di Florian Fortebraccio. Ron era lentigginoso come sempre, Hermione era molto abbronzata, Jasmine era anche lei molto abbronzata e soprattutto più alta che mai, e Laura era piuttosto carina, con la sua pelle chiara che l’esposizione al sole non aveva cambiato più di tanto e i vivaci occhi azzurri. La osservò meglio e si accorse che si era tagliata i capelli, già prima piuttosto corti.                                                                                          
Si avvicinò mentre loro lo salutavano con la mano.                                
- Finalmente! - disse Ron sorridendogli. - Siamo andati al Paiolo Magico, ma ci hanno detto che eri uscito …                                                  
- Come fate a sapere che sto al Paiolo Magico?                                           
- Papà - disse Ron semplicemente.                                                           
Il signor Weasley, che lavorava al Ministero, doveva aver saputo della storia di zia Marge.
- Hai davvero gonfiato tua zia, Harry? - chiese Hermione in tono molto serio.     
-Non volevo - rispose Harry. Ron, Laura e Jasmine scoppiarono a ridere.                                                
- Non c’è niente da ridere - disse secca Hermione. - Davvero, mi stupisco che Harry non sia stato espulso.                   
- Anch’io - ammise Harry.                                                                              
- Sì, è stata una bella fortuna - aggiunse Laura, un po’ preoccupata.                                                                                              
Harry si rivolse a Ron: - Tuo padre non sa perché Caramell mi ha lasciato andare?                                                                                          
- Probabilmente perché sei tu, no? - fece lui scrollando le spalle. - Il famoso Harry Potter, eccetera eccetera. Preferisco non sapere cosa farebbe a me il Ministro se gonfiassi una zia. Comunque anche noi dormiamo al Paiolo Magico, così domani possiamo andare insieme a King’s Cross! E c’è anche Hermione!                               
Hermione annuì sorridendo. - I miei mi hanno accompagnato qui stamattina con tutte le mie cose per Hogwarts.                                    
- Ottimo! - disse Harry allegro. - E voi? - aggiunse guardando Jasmine e Laura.                                                                                             
- No, noi no - disse Jasmine. - Abbiamo incontrato Ron e Hermione e siamo rimaste con loro mentre i nostri genitori sono alla Gringott, ma tra un po’ ce ne andremo.                                             
Harry annuì, un po’ dispiaciuto. -E avete già i libri nuovi e il resto?       
Ron estrasse dalla borsa una scatola e la aprì. - Guarda un po’. Bacchetta nuova di zecca. Quattordici pollici, legno di salice, con un crine di coda di unicorno. E abbiamo tutti i libri. Forti quei Libri Mostri, eh? Il commesso si è quasi messo a piangere quando gli abbiamo detto che ne volevamo quattro.                                                           
- Non lo biasimo - commentò Jasmine. - Non piacciono neanche a me.                                                                 
- A chi piacerebbero? - fece Laura. - Non sono proprio il massimo, visto che ogni volta che provi ad aprirne uno rischi di essere azzannato …                                                                                                  
- E quelli cosa sono, Hermione? - chiese Harry, indicando tre borse stracolme accanto a lei.                                                                            
- Quest’anno seguirò più corsi di te - disse Hermione. - Sono i libri per Aritmanzia, Cura delle Creature Magiche, Divinazione, Antiche Rune e Babbanologia.                                                                                   
- Perché anche Babbanologia? - fece Ron sgranando gli occhi. - Tu sei una Nata Babbana! Sai già tutto dei Babbani!                                     
- Ma sarà affascinante studiarli dal punto di vista dei maghi - disse Hermione entusiasta.                                                                                
Jasmine lanciò un’occhiata a Ron, ridendo sotto i baffi, e lui ricambiò con aria ancora perplessa. Anche Laura sembrava un po’ sconcertata dalla scelta dell’amica.                                                                              
- Hai intenzione anche di mangiare e dormire ogni tanto quest’anno, Hermione? - chiese Harry.                                            
Ron ridacchiò. Hermione fece finta di niente.                                                              
- Ho ancora dieci galeoni - disse. - Fra poco è il mio compleanno, e mamma e papà mi hanno dato dei soldi perché mi comprassi un regalo in anticipo.                                                                                       
- Un bel libro, magari? - chiese Ron con fare innocente.                                       
- No, non credo. Vorrei proprio un gufo. Voglio dire, Harry ha Edvige e tu hai Errol …                                                                                     
- Non è mio - replicò Ron. - Errol è il gufo di casa. Io ho solo Crosta. - Estrasse il topo dalla tasca. - E voglio fargli dare un’occhiata -aggiunse.                                                                             
In effetti Crosta era più magro del solito e aveva i baffi flosci.             
- C’è un negozio di creature magiche proprio laggiù - disse Harry, indicando il Serraglio Stregato.
All’interno del negozio c’era uno strano odore e, dovunque ci si voltasse, si vedevano gabbie dappertutto. Al bancone c’era già un mago, così mentre aspettavano il loro turno presero a guardarsi intorno, soprattutto Laura, i cui occhi si soffermarono con curiosità su dei rumorosi corvi e alcune lumache arancioni. Passò oltre superando gli altri, osservando delle buffe palle di pelo color crema che ronzavano forte, e fece un verso intenerito sottovoce. Vide poi dei topi neri che giocavano a saltare la corda con le lunghe code e sussurrò: - Che teneri! - Si girò verso Jasmine e la tirò per un braccio. - Guarda!                                                            
Indicò i topi con il dito e Jasmine sorrise, divertita dal loro comportamento.                                                                                         
Il mago che era prima di loro uscì e Ron si avvicinò al bancone.      
- Il mio topo è un po’ giù di tono da quando siamo tornati dall’Egitto - spiegò alla commessa, mentre Laura e Jasmine fissavano incantate un coniglio bianco che continuava a trasformarsi in un cappello a cilindro e poi di nuovo in coniglio.        
- Fammelo vedere - disse la strega a Ron. Lui le porse il topo e quella chiese: - Quanti anni ha?  
- Non lo so. Dev’essere vecchio. Era di mio fratello.                                       
La strega spostò lo sguardo dall’orecchio di Crosta, che era tutto smozzicato, a una zampa a cui mancava un dito.                                  
- Ne ha viste delle belle - disse. - Un topo come questo non può vivere più di tre anni. Puoi provare con questo Sciroppo Ratto - e gli porse una bottiglietta.                                                                            
- Oh, questa l’ho già vista! - stava mormorando Laura, quando la sua attenzione venne catturata da una tartaruga con il carapace tempestato di pietre preziose. - Ti ricordi, Jasmine? Se non sbaglio l’estate scorsa, quando venimmo qui ... sì, il negozio era questo, mi sembra …                                                                              
Jasmine ci rifletté un po’ sopra. -Sì … forse … boh, non mi ricordo.       
Laura dovette trattenersi dal gridare e fece una specie di verso strozzato, precipitandosi da un gattino bianco e nero tutto solo in una gabbietta.                                                                                                
- Amooore! Ha un musetto adorabile! Me lo ricordo, ho visto anche lui! Come si fa a dimenticarlo, è adorabile, che occhioni che ha … lo voglio, ora, subito …                                                               
In quel momento qualcosa di grosso e arancione piombò sulla testa di Ron, per poi lanciarsi verso Crosta soffiando.                
- NO, GRATTASTINCHI! - gridò la strega. Crosta le guizzò via dalle mani e schizzò verso la porta. Ron lo seguì,e Harry gli andò dietro.       
Impiegarono quasi dieci minuti per riprendere Crosta.                         
- Che cos’era? - chiese Ron.                                                                     
- O un grosso gatto o una tigre piccola - disse Harry.                         
- Dove sono Hermione, Jasmine e Laura?                                                  
- Probabilmente Hermione si sta comprando il gufo.                                
Tornarono al Serraglio Stregato. Le amiche stavano uscendo dal negozio, e Hermione teneva ben stretto l’enorme gatto rosso. Laura stava appiccicata al gatto e lo guardava con occhi innamorati, ricoprendolo di carezze e facendo i versetti che riservava solo agli animali.             
- Hai comprato quel mostro? - chiese Ron a bocca aperta.                   
- Non è un mostro! - esclamò Laura, lanciandogli un’occhiata offesa. - E’ bellissimo, è stupendo, ha un musetto … e le zampette … oddio è dolcissimooo!                                                                                 
Questione di gusti, pensò Harry. Il gatto aveva un bel pelo rosso e soffice, ma le zampe erano storte e il muso era imbronciato e un po’ schiacciato. Jasmine allungò una mano per accarezzarlo, mentre il gatto faceva le fusa soddisfatto tra le braccia di Hermione.                
- Hermione, quella cosa mi ha fatto male! - disse Ron.                                
- Non l’ha fatto apposta, vero, Grattastinchi?                                               
- E Crosta? - continuò Ron. - Ha bisogno di riposo e di quiete! Come farà con quella cosa in giro?                                                               
- A proposito, hai dimenticato lo Sciroppo Ratto - disse Hermione, e gli porse la bottiglietta. - Smettila di preoccuparti. Grattastinchi starà nel mio dormitorio e Crosta nel tuo, dov’è il problema? Povero Grattastinchi, la strega ha detto che ce l’aveva in negozio da un secolo, nessuno lo voleva.                                                                     
- Piccolo - disse Laura.                                                                                 
- Chissà perché - commentò invece Ron sarcastico.                                  
Laura sbuffò. - Uffa, lo voglio anch’io un animale! Se a Hogwarts non si può portare un cane vorrei almeno o un gufo o un gatto …     
- Chiedi ai tuoi genitori - suggerì Harry.                                                        
Jasmine ridacchiò. - Credi che non gliel’abbia già chiesto?                      
- E’ da quando sono nata che voglio avere un animale - disse Laura. - Cioè, gli animali ce li ho avuti ... ho avuto parecchi pesci rossi, un uccellino e una lumaca …                                                              
- Una lumaca? - ripeté Ron incredulo.                                                        
- Sì. Ma voglio averne un altro! Un altro animale.
Jasmine diede un’occhiata all’orologio che Laura portava al polso.    
- Noi due ce ne dobbiamo andare - disse, indicando se stessa e la cugina. - I nostri genitori ci aspettano davanti alla Gringott. Allora … ci vediamo domani?                                                                    
Harry, Ron e Hermione annuirono e le salutarono, poi andarono al Paiolo Magico. I signori Weasley accolsero Harry con calore, mentre Ginny, che aveva da sempre una grande passione per lui, fu ancora più imbarazzata del solito quando lo vide, probabilmente perché l’aveva salvata l’anno prima nella Camera dei Segreti. Diventò tutta rossa e mormorò: - Ciao - senza guardarlo. Percy invece gli strinse la mano con fare solenne, e Harry vide che sul petto portava il distintivo da Caposcuola.  
La cena fu molto piacevole. Tom l’oste unì tre tavoli nel salottino e i Weasley, Harry e Hermione consumarono insieme cinque deliziose portate.                                                                                           
Finito di mangiare, il signor Weasley chiese a Harry di parlargli un momento e lo portò dall’altra parte del locale.
- Harry, molti al Ministero non vorrebbero che io ti informassi di ciò che sto per dirti - cominciò - ma devi conoscere i fatti. Tu … sei in grave pericolo.                                                                                             
– Cosa intende? C’entra Tu-Sai-Chi? - chiese Harry.                                           
Lui indicò un manifesto appeso alla parete, dove un uomo dall’aria molto sciupata si agitava come un ossesso. Harry sapeva chi era: Sirius Black, criminale noto in quei giorni per essere fuggito da Azkaban. Ne avevano parlato anche al telegiornale Babbano, qualche giorno prima che Harry andasse via da Privet Drive.                                                                                                             
- Sirius Black è fuggito da Azkaban tredici anni fa - disse il signor Weasley. - Quando hai bloccato Tu-Sai-Chi. Ancora oggi Black rimane un suo fedele servitore e, secondo lui, tu sei l’unico ostacolo che impedisce al suo Signore di tornare al potere. Capisci? E’ fuggito per trovare te.                                                            
Harry non sapeva cosa dire. Riuscì solo ad annuire.                               
- Ora vai nella tua stanza - lo congedò il signor Weasley. - Devi preparare i bagagli per domani.                                        
Harry obbedì e salì nella sua camera, ma invece di fare i bagagli si distese sul letto.
E così Sirius Black lo stava cercando. Questo spiegava tutto: Caramell aveva chiuso un occhio con lui perché era contento che fosse vivo. Stranamente, però, non si sentiva spaventato. In fondo Hogwarts era il posto più sicuro del mondo, sotto la direzione di Silente: di sicuro Black, come Voldemort, lo temeva.     
No, la cosa che più turbava Harry era che non aveva la possibilità di andare a Hogsmeade, un villaggio nelle vicinanze di Hogwarts che era aperto agli studenti della scuola a partire dal terzo anno. Di certo non gli avrebbero permesso di allontanarsi dal castello.       
Senza una ragione precisa, ripensò al cane nero che aveva visto quando se n’era andato da Privet Drive, poco prima che arrivasse il Nottetempo.                                                                                                       
- Nessuno sta per uccidermi - disse ad alta voce.                                           
- E’ così che si fa, caro - commentò lo specchio nell’angolo, assonnato.
                                                                                          ***
La mattina dopo andarono alla stazione con due auto del Ministero. Attraversarono la barriera e si ritrovarono sul binario nove e tre quarti. Subito dopo Harry sopraggiunsero Percy e Ginny, ansimanti; erano già in ritardo.                                                       
-Ah, ecco Penelope! - disse Percy, lisciandosi i capelli e diventando tutto rosso. Harry e Ginny si scambiarono un’occhiata ed entrambi si voltarono per nascondere le risate mentre Percy avanzava col petto in fuori verso una ragazza dai lunghi capelli ricci e neri.   
Harry salutò i signori Weasley e salì sul treno insieme a Ron e Hermione.                                                                                                   
- Vedete Laura e Jasmine? - chiese Hermione guardandosi intorno, mentre il treno cominciava a muoversi.                                       
I due ragazzi scossero la testa, ma proprio in quel momento Harry vide l’alta figura inconfondibile di Jasmine farsi largo tra la folla e venire verso di loro, seguita da quella più piccola di Laura.                     
- Ciao - fecero le due, un po’ ansimanti.                                                        
- Eccovi - disse Harry. - Devo parlarvi in privato, a tutti e quattro.      
- Vai via, Ginny - disse Ron.                                                                              
- Carino da parte tua - ribatté Ginny irritata, e se ne andò.                                       
I cinque amici entrarono in uno scompartimento vuoto, eccetto per un uomo addormentato seduto vicino al finestrino. Aveva l’aria stanca e malata, un completo consunto e i capelli castano chiaro erano striati di grigio.                                                                           
- Secondo voi chi è? - sibilò Ron mentre si sedevano.                                        
- Il professor R. J. Lupin - sussurrò pronta Hermione.                                       
- Come fai a saperlo?                                                                                       
- C’è scritto sulla valigia - rispose lei, indicando una valigetta lisa tenuta insieme con lo spago.                                                                       
- Chissà cosa insegna - fece Ron.
-E’ ovvio - disse Hermione. - C’è solo una materia possibile, no? Difesa contro le Arti Oscure.                                  
- Eh sì, perché Allock se n’è andato - disse Jasmine, come se ci avesse pensato solo in quel momento.
Ron si girò verso Harry. - Cosa dovevi dirci, comunque?                            
Harry raccontò della discussione avuta con il signor Weasley riguardo a Black. Quando ebbe finito Ron, Laura e Jasmine erano sconvolti e Hermione si teneva le mani sulla bocca. Poi le abbassò e disse: - Oh, Harry … dovrai stare molto, molto attento. Non andare in cerca di guai, Harry …                                                             
- Non vado in cerca di guai - replicò lui. - Di solito sono i guai che trovano me.                                                                                                 
- Harry non è mica tanto scemo da andare a cercare un pazzo che vuole ucciderlo - commentò Ron, scosso.
- Sì … non ha senso, no? - mormorò Jasmine, nervosa.                                
Stavano prendendo la notizia peggio di quanto Harry si sarebbe aspettato.
- Non si sa come è riuscito a fuggire da Azkaban - disse Ron. - Nessuno c’era mai riuscito prima.
- Ma lo prenderanno, vero? - fece Hermione. - Voglio dire, ci sono anche tutti quei Babbani che gli danno la caccia …         
Laura non diceva ancora niente. Grattava il gomito di Jasmine senza sosta e negli occhi azzurri si leggeva l'ansia.*
Dopo un po’ abbandonarono gli argomenti spiacevoli e finirono per conversare su Hogsmeade.                                                                     
- Che cosa sai di Hogsmeade? - chiese Hermione a Ron, curiosa. - Ho letto che è l’unico insediamento completamente non-Babbano di tutta la Gran Bretagna …                                                                  
- Sì, credo di sì - disse Ron in tono sbrigativo - ma non è per quello che mi attira. Io voglio assolutamente andare da Mielandia!                  
- Che cos’è? - chiese Laura.                                                                                   
- E’ un negozio di dolci - disse Ron con aria sognante - dove hanno di tutto … Le Piperille, che ti fanno uscire il fumo dalla bocca, e dei Cioccoli giganti ripieni di crema alla fragola e panna, e delle deliziose penne d’aquila di zucchero che puoi succhiare in classe e sembra che tu sia lì a pensare che cosa scrivere …                                
- Wow - commentò Jasmine a quest’ultima affermazione, e lei e Laura sbuffarono divertite. Ascoltavano Ron con interesse; loro non sapevano niente dei dolci dei maghi, a parte Cioccorane o Tuttigusti+1.                                                                                              
- Ma Hogsmeade è un posto molto interessante, vero? - insistette Hermione entusiasta. - In Siti Storici della Stregoneria c’è scritto che la locanda è stata il quartier generale della Rivolta dei Folletti nel 1612, e la Stamberga Strillante dovrebbe essere l’edificio più infestato dai fantasmi di tutto il paese …                                                  
- … ed enormi palline frizzanti che ti alzano da terra mentre le succhi - disse Ron, che evidentemente non aveva ascoltato una parola del discorso di Hermione. Laura lo guardò stranita; Jasmine ridacchiò.                                                                                                        
- Ci sono anche dolci al cioccolato, vero? - chiese.                              
- Certo - disse Ron.                                                                                       
- Allora non vedo l’ora di farci un giro - commentò Jasmine.                  
Hermione si rivolse a Harry: - Che bello, poter uscire da scuola per un po’ e fare un giro a Hogsmeade.                       
- Sì, che bello - disse Harry in tono da funerale. - Poi mi racconterete.                                                                                               
- Che vuoi dire? - chiese Ron.                                                                       
- Non posso venire. I Dursley non mi hanno firmato il permesso.                   
Ron lo guardò orripilato. - Non hai il permesso di venire? Ma … insomma … la McGranitt te lo darà, o qualcun altro …        
Harry fece una risatina lugubre. La McGranitt era molto rigorosa.      
- Che lagna - commentò Laura. - Perché non te l’hanno firmato?         
- Perché ho fatto volare mia zia - disse Harry amaramente.                
- Oh, e chi se ne importa … - disse Laura in tono leggero.                      
- Non credo che Harry dovrebbe uscire dalla scuola, con Black in libertà - intervenne Hermione.
- Sì, suppongo che sarà quello che dirà la McGranitt quando le chiederò il permesso - disse Harry.                                                               
Ron si girò verso Jasmine e Laura. - Voi venite, vero?                           
- Sì - rispose Laura, mentre Jasmine annuiva.                                           
- Anche se ci è voluto un po’ prima che i miei genitori mi firmassero il permesso - disse Jasmine, un tantino seccata. - Mia madre non voleva mandarmi, non voleva che andassi in giro in un paese sconosciuto senza la supervisione dei professori per una giornata intera … per fortuna alla fine l’ho convinta. Cosa sarei dovuta restare a fare al castello come una scema mentre gli altri se ne andavano??
- No, non è ammissibile che qualcuno rimanga a scuola durante l’unica gita che ci è concessa in tutto l’anno - commentò Ron, lanciando un’occhiata a Harry.                                                                        
- E tu cosa farai a Hogwarts mentre noi stiamo via? - chiese Laura all’amico, evidentemente dispiaciuta per lui.                                       
Harry alzò le spalle. - Bella domanda. Troverò qualcosa da fare …
Hermione stava giocherellando con le cinghiette che chiudevano il cestino di Grattastinchi.                                                                             
- Non far uscire quella cosa! - esclamò Ron. Ma il gatto balzò fuori, si stiracchiò, sbadigliò (provocando un verso intenerito da parte di Laura) e saltò sulle ginocchia di Ron, puntando al rigonfiamento nella sua tasca.                                                                              
Ron lo spinse via con rabbia. - Via di qui!                                              
- Ron, lascialo stare! - intimò Hermione arrabbiata.                                                          
Ron stava per risponderle a tono quando il professor Lupin si mosse. Lo guardarono preoccupati, ma lui si limitò a voltare la testa e continuare a dormire.                                                                        
Laura prese in braccio Grattastinchi e cominciò a coccolarlo, accarezzandolo sul folto pelo rosso e sul muso.                                        
All’una in punto passò la strega del carrello.                                               
- Finalmente! - disse Jasmine, seguendo Ron fuori dalla porta.           
Si rifocillarono, senza lasciare nemmeno una briciola. Jasmine si rimpinzò di cibo fino a quando il suo stomaco non ne potè più, e lei appoggiò la testa sullo schienale, una mano sulla pancia.                   
- Come piove - disse Laura, masticando l’ultimo Calderotto rimasto e facendo una carezza a Grattastinchi.                                        
Per un po’ rimasero in silenzio, mentre fuori la pioggia si infittiva e il vento ululava forte.                                                                                    
- Mi volete bene? - chiese Laura a un certo punto, senza alcuna ragione precisa.                                                                                              
Harry, Ron e Hermione si scambiarono un’occhiata perplessa.          
- Certo che ti vogliamo bene - rispose Harry d’impulso. - Che domande sono?                                                                                             
Laura fece una risatina. - Niente … lasciamo stare.                                          
- Lo chiede sempre anche a me - disse Jasmine sorridendo.                    
Ron e Hermione sorrisero debolmente, un po’ perplessi. Il sorriso di Harry invece era divertito. Non sapeva perché, ma la trovava una cosa molto tenera. Lui non chiedeva mai agli amici se gli volessero bene, un po’ perché non ne sentiva il bisogno, un po’ perché lo sapeva e questo gli bastava. Laura evidentemente voleva conferme, voleva essere continuamente rassicurata e ciò gli dava un senso di dolcezza.                                                                   
Harry stava appena cominciando a considerare i suoi pensieri un po’ strani, quando il treno prese a rallentare.                                           
- Magnifico - disse Ron. - Ho una fame da lupi. Voglio andare al banchetto …                                               
- Hai fame? - fece Laura incredula. - Ma se abbiamo appena finito di mangiare!                                                                            
- E’ colpa mia se ho ancora fame? - replicò Ron.                                    
- Non è possibile che ci siamo già - obiettò Hermione guardando l'orologio.
- E allora perché …? - cominciò Jasmine.                                                          
Il treno si fermò e tutte le luci si spensero.                                                
- Che cosa succede? - chiese Ron.                                                              
- Ahia! - strillò Hermione. - Ron, quello era il mio piede!                    
- Credete che ci sia un guasto? - chiese Harry.                                        
In quel momento si udì una voce roca.                                                        
- Restate dove siete - Era il professor Lupin, che si era svegliato e si stava dirigendo alla porta. Ma questa si aprì all’improvviso, rivelando una figura ammantata con il volto nascosto dal cappuccio. Una mano spuntava dal mantello, una mano grigiastra, viscida, rugosa ...
La creatura trasse un lungo sospiro e un freddo intenso calò su di loro. Harry si sentì mancare il respiro e il freddo gli penetrò fin nelle ossa. Sentì delle urla terribili, di supplica … e poi più nulla.       
-Harry! Harry! Ti senti bene?                                                                         
Qualcuno lo stava schiaffeggiando. Harry aprì gli occhi. Il treno era di nuovo in movimento ed era tornata la luce. Si trovava a terra. Ron, Hermione, Laura e Jasmine erano inginocchiati accanto a lui, mentre dietro di loro il professor Lupin lo guardava.                                 
- Stai bene? - chiese Ron nervosamente.                                                                              
- Sì. Cos’è successo? Dov’è quella … quella cosa? Chi è stato a urlare?
- Nessuno ha urlato - disse Ron.                                                                                      
- Io no di sicuro - intervenne Laura con voce un po’ tremante. - Ero paralizzata dalla paura …                                                               
Jasmine annuì, troppo spaventata per dire alcunché.                               
Lupin porse a Harry del cioccolato. - Tieni. Mangia, ti farà bene.             
Harry prese il cioccolato ma non lo mangiò. Si accorse che Jasmine lo guardava con desiderio e glielo porse: - Lo vuoi tu?            
- Tienilo, Harry, ne ho per tutti - disse Lupin, e distribuì il cioccolato anche agli altri.
- Che cos’era quella cosa? - chiese Harry.                                                    
- Un Dissennatore. Ora scusate, vado a parlare col macchinista …            
Quando Lupin fu uscito, Jasmine scrutò i suoi amici con espressione seria. - Oddio. Che voleva quel … quel coso?                         
- Che spavento - mormorò Laura, lasciandosi cadere sul sedile.          
- Non capisco … cos’è successo? - chiese Harry.                                       
- Beh, il Dissennatore … era lì in piedi, e tu … - balbettò Hermione.         
- Sei diventato tutto rigido e sei caduto e hai cominciato a muoverti strano - intervenne Ron.
- E il professor Lupin è andato verso il Dissennatore e ha preso la bacchetta - riprese Hermione - e poi ha detto: “Nessuno di noi tiene nascosto Sirius Black sotto il mantello. Vai via”. Ma lui non si è mosso, così Lupin ha mormorato qualcosa e dalla sua bacchetta è uscita una cosa d’argento che ha fatto andar via quell’essere …                                                                                                        
- Quando è entrato mi sentivo strano - disse Ron. - Come se non potessi mai più essere felice …                         
- Sì, anch’io - fece Jasmine. - Era più o meno così …                                                   
- Ma nessuno di voi … è caduto? - chiese Harry imbarazzato.                
- No - rispose Ron. - Jasmine aveva gli occhi sgranati, però … e Laura non riusciva a muovere un muscolo …                                           
- Non riuscivo neanche a gridare - disse Laura con un tremito.            
Non parlarono molto durante il resto del viaggio. Scesero alla stazione di Hogsmeade e giunsero al castello sulle carrozze che si muovevano da sole, probabilmente trainate da cavalli invisibili.       
Mentre scendevano, una voce risuonò nelle orecchie di Harry.             
- Sei svenuto, Potter? Paciock ha detto la verità? Sei davvero svenuto?                                                                                                     
Era Malfoy. Diede una gomitata a Hermione per bloccare la strada a Harry sui gradini che portavano al castello. Sembrava soddisfatto.
- Togliti di torno - borbottò Ron.                                                                 
- Sei svenuto anche tu, Weasley? Quel brutto, spaventoso Dissennatore ha fatto paura anche a te?                                                  
- Qualcosa non va? - Lupin era appena sceso da una carrozza.           
Malfoy gli scoccò un’occhiata insolente. - Oh, no, ehm … professore - disse con una punta di sarcasmo, per poi allontanarsi insieme a Tiger e Goyle.                                                                                
Mentre Harry e gli amici entravano in Sala Grande, Hermione venne chiamata dalla McGranitt che le intimò di seguirla.                
- Cosa vuole la McGranitt da Hermione? - disse Laura, rivolta a nessuno in particolare.                                                                                
- Siamo appena arrivati - osservò Jasmine. Il suo sguardo cadde sul Cappello Parlante e concentrò la sua attenzione sullo Smistamento. Mentre Brianne Lloyd veniva smistata a Serpeverde, Laura vide Neville e lo salutò con un “ciao” entusiastico. Neville ricambiò, facendo poi un cenno anche a Harry, Jasmine e Ron.                                           
Hermione li raggiunse proprio mentre Silente si stava alzando.            
- Benvenuti a un altro anno a Hogwarts! Devo dirvi solo poche cose, e credo che sia meglio toglierci il pensiero prima che finiate frastornati dal nostro ottimo banchetto … - Silente si schiarì la voce. - Attualmente la scuola ospita alcuni dei Dissennatori di Azkaban, che sono qui in missione per conto del Ministero. Sono di guardia a tutti gli ingressi, e vi metto in guardia. Non date loro motivo di farvi del male.  
- Quei … cosi sono anche qui? - fece Jasmine, che non riusciva a pensare di avere un altro incontro con uno di loro.
- Ma è … - Laura sembrava sconcertata. - Insomma, quegli esseri orribili devono fare la guardia alla scuola? Oddio, ma perché … non mi piacciono!                                                                                        
- Per cambiare argomento - riprese Silente - sono lieto di dare il benvenuto a due nuovi insegnanti. Innanzitutto al professor Lupin, che ha accettato la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure.                                              
Gli applausi furono scarsi e poco entusiasti. Piton aveva un’espressione disgustata sul volto.
- Poi sono spiacente di dovervi dire che il professor Kettleburn, il nostro insegnante di Cura delle Creature Magiche, è andato in pensione. Il suo posto verrà preso da Rubeus Hagrid.                        
Harry, Ron, Hermione, Jasmine e Laura si scambiarono occhiate stupite e si unirono all’applauso che era partito fragoroso dagli altri.
- Dovevamo immaginarlo! - ruggì Ron, battendo il pugno sul tavolo. - Chi altri poteva dirci di comprare un libro che morde?            
- Che bello, faremo lezione con Hagrid! - pigolò Laura, guardando il guardiacaccia che era rosso per l’imbarazzo. 
Il banchetto ebbe inizio. Quando finirono di mangiare, Harry e gli amici si diressero al tavolo degli insegnanti.
- Congratulazioni, Hagrid! - strillò Hermione, mentre Jasmine gli rivolgeva un sorriso.                                           
- Eccovi qui, voi cinque - disse Hagrid. - Non ci credo ancora … grand’uomo, Silente … era proprio quello che desideravo …                      
Sopraffatto dall’emozione, nascose il viso nel tovagliolo. Laura lo guardò intenerita, e la McGranitt fece loro cenno di andarsene.             
Si unirono agli altri Grifondoro e salirono fino alla loro torre, dove il ritratto della Signora Grassa chiese: - Parola d’ordine?                           
- Entrate, entrate! - disse Percy alla folla. - La nuova parola d’ordine è Fortuna Maior!                                                                                     
- Oh, no - mormorò Neville sconsolato.                                                              
- Cosa c’è, Neville? - gli chiese Laura.                                                      
- Io dimentico sempre la parola d’ordine.                                                         
- Oh, è vero - fece lei. - Vabbé, basta che ti ricordi “fortuna” e poi … “maior”. Potresti ripetertelo nella mente: “Fortuna Maior, Fortuna Maior” … Così magari te lo ricordi.                                           
Parve pensarci su. - No, vabbé, lascia stare - e ridacchiò. - Non fare caso ai miei bellissimi consigli …                                             
Ridacchiò anche Neville. - Però potrei ripeterlo davvero. Ogni sera prima di andare a dormire, nella mente.
- Poi dimmi se funziona.                                                                                 
- Lo scopriremo presto - disse Neville. Sembrò voler aggiungere qualcosa, ma non parlò più. Arrivati in cima alla scala a chioccola, si girò di nuovo verso di lei. - B-buonanotte.                                               
- ‘Notte - rispose Laura con uno sbadiglio, e seguì le altre ragazze nel dormitorio femminile.



* Laura ha un piccolo vizietto: le piace "grattare" i gomiti delle persone. Chiarimento per chi non lo sapeva!



Buoooonasera! O meglio, buon pomeriggio xD
Per quelli che mi conoscono e mi seguono: siete contenti che sia iniziato il terzo anno? :D :D Io sìììììì <3 <3 <3 non vedevo l'ora!
Per quelli che non mi conoscono (xD): se siete arrivati fin qui, vi ringrazio tanto, e spero col cuore che mi lascerete una recensione. Ho davvero bisogno di pareri, opinioni sulla storia, su questi due nuovi personaggi ... consigli, critiche, suggerimenti, se ne avete. Di tutto!
E spero che in molti vi affezionerete a questa storia così come mi sono affezionata io :')
Vi aspetto numerosi! Un salutone a tutti e al prossimo capitolo (io pubblico sempre di sabato, quindi: ci vediamo sabato :D)

 
  
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