Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: karter    31/05/2014    11 recensioni
QUESTA FANFICTION PARTECIPA AL CONTEST "Amarsi: non solo a San Valentino!" INDETTO DA Tomoko_chan SUL FORUM DI EFP
dal testo:
"-È inutile che neghi teme, tanto lo so che ti sono mancato- diceva il biondo sbracciandosi quel tanto che gli permettevano le fasciature al torace.
-Taci dobe!- gli rispose gelido l'Uchiha. Il fatto che aveva ammesso a se stesso che i suoi compagni gli erano mancati non voleva dire che lo avrebbe mai detto ad alta voce.
-Anzi più di me ti è mancata sicuramente Sakura-chan. Ho visto come la guardavi durante la guerra e soprattutto la tua espressione quando ti hanno detto che era in c...- ma il biondo non riuscì a finire di articolare la frase che il corvino gli lanciò contro il vaso che aveva sul comodino, mancandolo per pochissimo.
A quella scena così normale alla rosa scappò una sonora risata, che riuscì a catturare l'attenzione dei due.
-È bello vedere che nonostante tutto non siete cambiati- disse dolcemente, mentre un Naruto con le lacrime agli occhi le si lanciava addosso e Sasuke la guardava sorpreso"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NICK DEL FORUM: karter95
NICK DI EFP: karter
AVVERTIMENTI: lime (riguarda una sola scena che non dura più di qualche riga e da il rating alla storia), OOC (è spiegato nelle note e fine storia)
PACCHETTO SCELTO: nero (Sasuke, luce, cicatrice, introspettivo)
CITAZIONE: follia (“Ho amato fino alla follia, ma ciò che gli altri chiamano follia per me è l’unico modo di amare”- Francoise Segan)
NOTE DELL’AUTRICE: questa “breve” shot tratterà alcuni avvenimenti, puramente inventati da me, dopo la guerra, per questo non si tratta di spoiler per chi segue solo l’anime su italia2.
La struttura del testo è articolata in due parti: la parte a sinistra si svolge al momento del racconto, la parte a destra e in corsivo sono eventi passati, ricordi. Seguiranno un ordine cronologico, ma tra l’uno e l’altro non è precisato bene quanto tempo trascorre.
All’interno è presente un mio OC, Yumi, ma non avrà un ruolo centrale nella storia, sarà un personaggio secondario, ma mi è servito inserirlo perché il ruolo che ha nella storia non mi sentivo di farlo prendere a nessuno dei personaggi del manga, dato che Kishimoto ha dato a ognuno di loro un ruolo ben preciso.
A fine testo ci saranno delle note per spiegare alcune scelte nel corso della fic, che non ti anticipo ora altrimenti anticiperei la trama e preferisco si scopra leggendo (eheheheh sono un po’ particolare lo so).
Detto ciò dovrei aver concluso quindi ti lascio alla storia!
Buona lettura xD
 
 
 
-Un Amore Oltre L’Amore-
 



Il sole era alto nel cielo e con i suoi flebili raggi illuminava quel cielo azzurro coperto solo da qualche flebile nuvola che sospinta dalla lieve brezza primaverile danzava nel cielo.
Un ragazzo dai ribelli capelli corvini correva nella foresta, senza sosta saltava da un ramo all'altro, senza avere una meta ben precisa, l'unica cosa certa é che voleva andare via, lontano da quel villaggio che prima l'aveva illuso e poi gli aveva strappato l'unica cosa bella che gli era rimasta.



La guerra era ormai conclusa, Madara era stato sconfitto, finalmente poteva tornare a regnare la pace. Konoha era stata quasi completamente distrutta, ma a nessuno sembrava interessare in quel momento. Tutti erano attenti, ogni paia di occhi era puntata verso le porte del villaggio, in attesa della ricomparsa dei suoi tre eroi dopo la battaglia finale.
Nella foresta, nel frattempo, tre ragazzi erano sdraiati a terra, sfiniti dalla dura battaglia appena affrontata, ma felici di aver vinto, di essere tornati a combattere insieme, dopo troppo tempo.
-C...co...me st..a...te?- chiese l' unica ragazza del gruppo respirando affannosamente mentre con le poche forze che aveva provava a rimettersi in piedi. Era un ninja medico e il suo compito era rimettere in sesto i suoi compagni, non poteva fallire.
I due non risposero inizialmente. Erano stremati e feriti gravemente.
-Fe...li...ce!- disse il ragazzo biondo mentre un sorriso gli ornava le labbra nonostante il dolore.
-Tsk...- rispose il corvino non riuscendo a muoversi mentre anche le sue labbra erano increspate in quello che dovrebbe essere un sorriso. Era felice di combattere nuovamente accanto a quei due testoni dei suoi compagni, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
Sorrisero a quel monosillabo i due.
-Fi...nal...mente i...l te...am s...se...tte è to...rn...ato!- sussurrò la rosa mentre calde lacrime le rigarono il volto prima che tutto intorno a loro diventasse buio.



 
Correva senza sosta. Nessun posto gli appariva troppo lontano. Aveva bisogno di rimanere solo, di metabolizzare il suo dolore da solo. Non aveva bisogno di tutti quegli sguardi compassionevoli o delle parole di conforto (finte) che gli rivolgevano tutti gli abitanti di quello stupido villaggio. Nessuno poteva capire il suo dolore.



Era tremendamente stanca, avrebbe voluto continuare a dormire ancora, ma purtroppo un brusio ininterrotto glielo impediva. Non riusciva a capire cosa fosse, percepiva ancora tutto ovattato, anche se, pian piano ogni cosa iniziava a diventare più nitida. Aprì molto lentamente gli occhi, la luce che la circondava sembrava bruciare, ma riconobbe subito le pareti bianche di una stanza d'ospedale. Rapidamente anche il suo olfatto tornò reattivo, permettendole di percepire chiaramente quell'odioso odore di medicinali e disinfettante al quale era ormai abituata. Poco dopo tornò presente il tatto. Era sdraiata su delle lenzuala molto morbide. Sicuramente la sua maestra le aveva fatto riservare uno dei letti più confortanti di tutto l'ospedale.
Sorrise a quel pensiero, mentre finalmente riuscì a distinguere in quel suono che l'aveva svegliata le voci dei suoi due compagni di team che bisticciavano.
-È inutile che neghi teme, tanto lo so che ti sono mancato- diceva il biondo sbracciandosi quel tanto che gli permettevano le fasciature al torace.
-Taci dobe!- gli rispose gelido l'Uchiha. Il fatto che aveva ammesso a se stesso che i suoi compagni gli erano mancati non voleva dire che lo avrebbe mai detto ad alta voce.
-Anzi più di me ti è mancata sicuramente Sakura-chan. Ho visto come la guardavi durante la guerra e soprattutto la tua espressione quando ti hanno detto che era in c...- ma il biondo non riuscì a finire di articolare la frase che il corvino gli lanciò contro il vaso che aveva sul comodino, mancandolo per pochissimo.
A quella scena così normale alla rosa scappò una sonora risata, che riuscì a catturare l'attenzione dei due.
-È bello vedere che nonostante tutto non siete cambiati- disse dolcemente, mentre un Naruto con le lacrime agli occhi le si lanciava addosso e Sasuke la guardava sorpreso. Quanto gli era mancata quella risata mentre, lontano dal suo villaggio era costretto a sottostare agli ordini della serpe.
-Sakura-chan ti sei svegliata!- urlò il biondo, piangendo per la gioia. Era così felice che la sua migliore amica avesse aperto gli occhi.
-Baka staccati!- lo rimproverò ridendo la rosa -Sono riuscita a non lasciarci le penne contro Madara, ora vuoi soffocarmi tu?-
A quelle parole Naruto si allontanò imbarazzato, senza mai smettere di guardare la compagna, che con un po' di fatica stava cercando di mettersi a sedere.
-Non dovresti sforzarti!- le disse l'Uchiha osservando la smorfia di dolore dipinta sul suo volto.
-Hai ragione Sasuke-kun- rispose sorridendo la rosa e facendo battere più forte quell'organo che il corvino credeva aver perso per sempre -Ma non ce la faccio più a stare allung...- ma  non riuscì a terminare la frase che la porta si aprì rivelando la presenza di una ragazza bionda dagli intensissimi occhi azzurri.
-Buongiorno ragazzi!- disse entrando nella stanza dei tre -Come...Fronte spaziosa!- urlò al settimo cielo vedendo l'amica sveglia che tentava di mettersi seduta.
-Ciao maialina!- rispose sorridendo la rosa prima di essere nuovamente soffocata da un caldo abbraccio.
L'Haruno sorrise contraccambiando la stretta con le poche forze che aveva.
-Sono così felice che tu ti sia svegliata!- disse la Yamanaka asciugandosi delle leggere lacrime di gioia

-Devo avvisare immediatamente l'Hokage era preoccupatissima!- continuò volgendo lo sguardo agli altri due abitanti della stanza -Naruto mi accompagni?-
Il biondo stava per replicare, ma gli bastò osservare il sorrisino sul volto della bionda per capire le sue intenzioni e annuire contento.
-A dopo Sakura-chan! Non essere troppo sgarbato teme!- disse chiudendosi rapidamente la porta alle spalle per evitare di ricevere l'ennesimo colpo in testa.
Chiusasi la porta nella stanza regnò il silenzio più assoluto. Nessuno dei due sapeva cosa dire. La rosa era in imbarazzo, era passato tanto tempo dall'ultima volta in cui si era ritrovata da sola con colui che le faceva battere il cuore.
Il moro d'altra parte non sapeva come comportarsi, non era mai stato bravo con le parole, aveva sempre preferito il silenzio, eppure in quel momento gli sembrava così assordante.
Stettero così per un po', persi nei propri pensieri finché non fu proprio la ragazza a interrompere quel silenzio con la sua voce cristallina.
-Sono felice che tu sia tornato a casa!-
E a quelle parole il volto del corvino si distese in un impercettibile sorriso. Ora era felice anche lui di essere tornato.



 
Arrivò nei pressi di una radura, doveva trovarsi ai confini del paese dell'acqua. Rimase a osservare a lungo ciò che lo circondava. Un immenso prato verde, ricco di fiori di mille colori, al centro del quale si ergeva un immenso albero di ciliegio. Una fitta lo travolse a quella vista. Lei avrebbe amato
quel luogo di pace, peccato che non avrebbe mai potuto vederlo.
 


-Haruno-sama!- la chiamò una delle infermiere dell'ospedale preoccupata.
-Che succede Yumi?- chiese la dottoressa portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio osservando curiosa la sua assistente.
-In ambulatorio ci sono due ninja feriti gravemente!- rispose la ragazza visibilmente preoccupata -E sembrano voler essere curati solo da lei- continuò facendo sospirare esasperata la rosa.
-Credo di aver capito cosa è successo, vado subito a controllare...- iniziò avviandosi verso il luogo indicatole dalla ragazza -Dimenticavo...- continuò affacciandosi dietro l'angolo che la separava dall'ambulatorio -Se senti delle urla o strani rumori, non preoccuparti-



Camminò svelta verso l'ambulatorio cercando di fare grandi sospiri per rilassarsi, se aveva davvero intuito la situazione doveva rimanere calma, il più possibile, o invece di rimetterli in sesto li avrebbe ammazzati lei stessa, entrambi.
Arrivata davanti la porta fece un lungo respiro prima di aprire la porta e essere travolta da due voci che conosceva fin troppo bene.
-Ti ho sconfitto teme, rassegnati!- gridava un ragazzo biondo sdraiato su un lettino.
-Non dire assurdità dobe!- rispose il corvino sdraiato sull'altro lettino tenendo gli occhi chiusi.
A quella vista la rosa rimase senza parole, mentre una vena iniziava a pulsarle sulla fronte.
-Ti brucia la sconfitta, vero teme?- continuò il biondo non accorgendosi della presenza davanti alla porta.
-Tu non mi batterai mai!- urlò il corvino, sembrava davvero fuori di se.
Esasperata la rosa li osservò attentamente facendo scricchiolare le dita e attirando finalmente l'attenzione dei due che ora la guardavano preoccupati.
-Naruto...- iniziò la ragazza con un sorriso poco raccomandabile -Sasuke...- continuò mentre il biondo iniziava a sudare freddo, non era mai bene far arrabbiare a quella maniera la loro compagna di team, lo aveva testato sulla sua pelle più di una volta -Vi sembra questo il modo di comportarvi in un ospedale?- chiese distruggendo il tavolo posto all'ingresso con un solo pugno -Ringraziate che siete qui dentro, altrimenti al posto del tavolo ci sareste finiti voi...-  concluse tornando calma e avvicinandosi al biondo per controllare le sue ferite.
-Ma che cavolo avete combinato?- chiese rimarginando una profonda ferita alla spalla del biondo, sicuramente l'aveva causata il mille falchi dell’Uchiha.
A quella domanda i due si guardarono un po' preoccupati.
-Ci allenavamo- rispose distrattamente il biondo mentre la loro amica passava a visitare il corvino che mostrava ferite più preoccupanti di quelle dell'Uzumaki.
-Che ti è successo?- chiese l'Haruno sedendosi accanto al ragazzo e cominciando a passare il chakra sul suo corpo, cercando di non soffermarsi troppo sui muscoli scolpiti dell'amico e sulla sua pelle perfetta che desiderava assaporare con tutta se stessa.
-Il dobe mi ha accecato con il rasengan- rispose godendosi il calore che il chakra della compagna gli procurava sulla pelle.
Sospirò Sakura a quelle parole. Erano davvero due idioti.
-Apri gli occhi devo verificare che non ci siano complicazioni a livello della vista e dello sharingan- disse togliendogli il panno bagnato dagli occhi.
Sasuke assecondò la compagna beandosi ancora di quel contatto capace di fargli battere il cuore.
-Siete apposto ora- disse la rosa alzandosi e dirigendosi verso ciò che restava del tavolo -Fate più attenzione la prossima volta!- continuò prendendo delle cartellette e avviandosi all'esterno prima di essere richiamata dall'Uchiha.
-Sakura...grazie!-
Ascoltò quelle parole mentre una fitta le attraversava il cuore. Non era ancora andato via il ricordo di quella notte.



 
Lentamente si avvicinò al ciliegio sedendosi su uno dei suoi rami e lasciandosi avvolgere da quell'intenso profumo di ciliegio in fiore che da sempre caratterizzava i suoi meravigliosi capelli.



-Sakura-chan!- disse una voce richiamando l'attenzione della ragazza che stava uscendo da un alimentari.
-Buongiorno Naruto! Hinata!- rispose sorridendo la ragazza vedendo i due amici correrle incontro.
-Che ci fai da queste parti?- chiese il biondo stringendo la mano della corvina al suo fianco.
-Dovevo comprare qualcosa per la cena- rispose la rosa -Voi piuttosto non dovevate andare a casa tua?- chiese rivolta alla corvina.
-Abbiamo appena finito!- rispose un po' in imbarazzo Hinata.
-Finalmente quel vecchiaccio ha accettato la nostra relazione!- asserì il biondo sorridendo felice.
-Sono davvero contenta per voi!- rispose la rosa mostrando uno dei suoi sorrisi più belli -Vi va se per festeggiare vi invito da me per cena?-
-Sei meravigliosa Sakura-chan!- rispose Naruto contentissimo di poter passare un po' di tempo con le due donne della sua vita -Dobbiamo invitare anche il teme però!- aggiunse subito dopo -Voglio farlo rosicare un po'!-
-Non cambierai mai!- disse sconsolata la rosa mentre la Hyuuga li guardava sorridente, aveva sempre invidiato il rapporto tra i membri del team sette. -Vallo a chiamare mentre io vado a iniziare a preparare qualcosa!-
-Ti do una mano Sakura!- si propose la corvina, le piaceva passare del tempo con la rosa.
-Grazie Hinata!-
-È un piacere per me!- rispose la corvina sorridendo.
-Ok, allora ci vediamo tra poco ragazze!- disse il biondo avviandosi verso casa dell'ultimo Uchiha.



-Ben arrivati!- disse la Hyuuga accogliendo i due ragazzi in casa dell'amica.
-Ciao amore!- la salutò calorosamente l'Uzumaki dandole un dolce bacio a fior di labbra, mentre l'Uchiha guardava la scena infastidito. Non gli erano mai andate a genio tutte quelle inutili smancerie.
-Avanti entrate!- gli disse la corvina imbarazzata (non era ancora abituata a tali effusioni in pubblico), guidandoli verso il salotto dove avevano allestito la tavola.
-Era ora che arrivaste!- disse la rosa vedendoli entrare -Un altro po' e si freddava tutto!-
-Scusaci Sakura-chan!- iniziò il biondo -Ma il teme qui presente ci ha impiegato due ore per rendersi presentabile!-
-Taci dobe!- lo riprese stizzito il corvino lanciandogli un'occhiata glaciale.
-Per carità non iniziate!- li riprese l'Haruno iniziando a portare i piatti a tavola.
-Ma...ma...ma questo è ramen!- disse eccitato Naruto, non credeva di poter mangiare la sua pietanza preferita.
-Esatto baka!- rispose la rosa sorridendo osservando l'espressione infastidita del suo altro compagno di team, e posando a tavola anche un piatto di insalata di pomodori -E non c'è solo quello!- aggiunse.
Hinata osservava felice quella scenetta. Sakura aveva preparato entrambi i piatti preferiti dei suoi compagni per renderli felici, mentre per loro del semplice riso al curry. Si vedeva il forte legame che li legava, sembravano una famigliola felice e forse anche lei iniziava a farne parte.
La cena proseguì tranquilla tra battibecchi e risate e ben presto venne ora di tornare a casa.
-Grazie di tutto Sakura!- disse Hinata sorridendo.
-Era tutto squisito!- aggiunse Naruto passandosi una mano sulla pancia piena.
-Ne sono felice!-

-Sicura che non ti serva una mano a rimettere in ordine?- chiese la Hyuuga.
-Non preoccuparti!- iniziò la rosa -Andate e divertitevi!- continuò facendo l'occhiolino ai due prima di chiudere la porta e avviarsi verso il salotto.
-Ma Sasuke-kun, che stai facendo?- disse notando il moro che aveva iniziato a fare i piatti. 1
-Quello che vedi!- rispose schietto come al solito il ragazzo.
-Non posso permettere che un mio ospite faccia i piatti a casa mia!- disse la rosa non capacitandosi di ciò che stava osservando.
-Non ci vedo nulla di strano- replicò il corvino -Tu hai cucinato, io pulisco-
-Ma...- iniziò la rosa, ma le parole le si bloccarono in gola, quando l'Uchiha si metteva una cosa in testa nulla gli faceva cambiare idea -Ti do una mano!- si arrese alla fine andando ad aiutare l'amico.



-Grazie di tutto Sasuke-kun!- disse la rosa accompagnando il corvino alla porta.
-Mh- si limitò a rispondere il ragazzo, per quella sera aveva parlato già troppo.
-Buona notte!- gli disse l' Haruno sorridendo prima di rientrare in casa, ma una mano la bloccò facendola finire contro il petto del compagno.
-Buona notte Sakura!- gli sibilò il ragazzo in un orecchio stringendola a se, prima di sciogliere quel contatto che faceva battere forte il cuore ad entrambi, sentendo ancora quell'odore dolce di ciliegio in fiore che caratterizza i suoi capelli.



 
Rimase su quel ramo a farsi cullare dalla lieve brezza che scuoteva le foglie dell'albero, mentre con occhi vuoti osservava quel bellissimo prato, senza vederlo realmente.



-Sono esausta!- disse la rosa uscendo dall'ospedale accompagnata dalla sua assistente.
-Oggi abbiamo lavorato davvero tanto!- l'appoggiò Yumi sbadigliando -Non vedo l'ora di farmi una bella dormita!-
-A chi lo dici!- rispose la rosa stiracchiandosi -Oggi Tunade-sama ci ha massacrate!-
-È già!- iniziò l'azzurra osservando una figura appoggiata al tronco di un albero lì vicino -Haruno-sama, ma quello non è Uchiha-San?-
-Yumi ti ho detto tante volte di chiamarmi Sakura!- iniziò osservando il punto in cui stava guardando la sua assistente e rimanendo sorpresa di vedere proprio il compagno di team.
-Hai ragione scusami. Allora io vado, ci vediamo domani, Sakura!- e così si incamminò lasciando i due sannin da soli.
-Buonasera Sasuke-kun!- disse avvicinandosi al compagno titubante, non riusciva ancora a dimenticare l'abbraccio dell'altra sera e il suo strano comportamento.
-Sakura!- salutò il ragazzo incatenando i suoi occhi a quelli della compagna, nero nel verde, verde del nero, mentre miliardi di brividi attraversavano il corpo della ragazza.
-C...che ci fai qui?- chiese prendendo un profondo respiro per calmare l'imbarazzo che la coglieva ogni volta che i loro occhi si incontravano.
-Stavo facendo un giro...- rispose l'Uchiha distogliendo lo sguardo, non avrebbe mai ammesso che si era recato davanti all'ospedale solo per vederla.
-Capisco- iniziò la rosa con tono malinconico. Dopo l'ultima volta che si erano visti credeva che lui si trovasse lì per lei -Allora ti saluto Sasuke-kun!- continuò tornando sui suoi passi.
L'Uchiha la osservava senza capire. Perché si stava allontanando? Perché non era rimasta al suo fianco? Non sapeva che fare. Voleva parlarle, sentire la sua risata cristallina, ma non poteva fermarla, il suo orgoglio glielo impediva.
Lui era un Uchiha, e gli Uchiha non potevano fare  certe cose, però...però lei lo aveva fatto. Lei aveva calpestato il suo orgoglio e la sua dignità quella sera, quando con le lacrime agli occhi gli aveva urlato di amarlo. Era parso così semplice quando era lei a volerlo fermare, a volergli impedire di abbandonare il villaggio mentre lui non era neanche capace di impedirle di voltare l'angolo.
-Sa...Sakura!- sussurrò lentamente. No, così non andava.
-Sakura!- la chiamò più forte andandole incontro e afferrandole un braccio per fermarla -Non lasciarmi solo Sakura!- le bisbigliò in un orecchio sotterrando il suo orgoglio.
La rosa rimase interdetta. Non poteva essere vero, doveva esserci per forza un errore. Con il cuore in gola si voltò verso di lui, mentre calde lacrime le rigavano il volto candido. Era lui. Non era un'illusione, era reale.
Sasuke la osservava. Era così bella, così dolce, così innocente, era semplicemente Sakura, la
sua Sakura.
-Non potrei mai lasciarti Sasuke-kun- rispose l'Haruno posando una mano su quella del compagno.



 
Nulla era lo stesso da quando lei era entrata nella sua vita, rendendo tutto più bello.
     


Camminavano insieme per strada sotto lo sguardo curioso di ogni abitante del villaggio. Non era strano che lei si trovasse in compagnia di un ragazzo, la maggior parte dei suoi amici erano maschi, ma vedere lui in giro tranquillamente per il villaggio destava sospetto.
-Vuoi tornare a casa Sasuke-kun?- gli chiese la rosa notando tutti gli sguardi curiosi puntati su di loro.
-Mh- rispose il corvino con il suo solito tono indifferente facendo sospirare la rosa, possibile che lui non si scomponesse davanti a nulla?
Continuarono a camminare in silenzio, finché:
-Sakura! Sakura! Sakura!- disse una voce squillante alle loro spalle.
-Ciao Lee!- rispose la rosa sorridendo lievemente, non era dell'umore giusto per perdere tempo con lui.
-Ti andrebbe di uscire con me oggi Sakura?- gli chiese a bruciapelo il pupillo del maestro Gai senza badare alla figura accanto all'Haruno che, solo sentendo quelle parole, aveva indurito lo sguardo.
-Come?- chiese la rosa, convinta di non aver capito bene.
-Ti ho chiesto se vuoi uscire con me!- rispose il ragazzo dalle folte sopracciglia, completamente rosso per l'imbarazzo.
La rosa lo guardò un attimo. Possibile che non si fosse arreso dopo tutti i suoi rifiuti? Era davvero un osso duro il ragazzo. Esasperata stava per dargli l'ennesimo due di picche quando si sentì stringere la mano da una più grande e forte della sua. Sakura rimase sorpresa da quel gesto e subito si voltò ad osservare il ragazzo al suo fianco mentre il cuore iniziava a battere sempre più forte.
-Senti sopracciglione- iniziò l'Uchiha con voce gelida -Sta alla larga da Sakura!- continuò stringendo più forte la mano della ragazza nella sua.
-E perché dovrei Uchiha?- chiese Lee accorgendosi finalmente della presenza del corvino.
A quelle parole Sasuke inarcò un sopracciglio, quella nullità lo stava sfidando?
Senza parlare si voltò verso la rosa e con l'altra mano le prese il volto avvicinandolo al suo fino a far congiungere le loro labbra in un tenero bacio.
La rosa rimase sorpresa, non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere da parte del ragazzo, ma non fece in tempo a realizzarlo che il corvino si era già allontanato e osservava con sfida il terzo incomodo.
-Ti basta come motivazione?-
Quello rimase a bocca aperta senza sapere cosa dire, mentre l'Haruno si toccava ancora le labbra, incredula di ciò che era appena avvenuto.



-Perché lo hai fatto?- chiese d'un tratto la rosa mentre percorrevano la strada che li avrebbe accompagnati al suo appartamento.
Il corvino la guardò senza capire a cosa si riferisse.
-Perché mi hai baciata davanti a Lee?- specificò mentre le gote le si tingevano di un lieve rossore.
-Volevo mettere un paio di cosa in chiaro con quel tipo- rispose imbarazzato l'Uchiha, dandosi dell'idiota subito dopo. Come gli era saltata in mente una risposta del genere? Va bene che voleva che lui si levasse dai piedi, ma se l'aveva baciata era perché voleva farlo, perché da sempre desiderava assaggiare quelle labbra rosse che lo avevano stregato, peccato che non l'avrebbe mai ammesso.
-Capisco- rispose delusa la rosa. Cosa si era aspettata, una dichiarazione da parte sua? Povera e sciocca ragazzina innamorata -Allora io vado!- gli disse davanti la porta di casa.
L'Uchiha a quelle parole si ritrovò a fissare nuovamente la sua schiena. Era così frustrante vederla allontanarsi da lui. Senza pensarci le bloccò il cammino facendola voltare verso di se e congiungendo nuovamente le sue labbra a quelle della rosa in un bacio più intenso, più passionale, più possessivo, perché era questo che lo legava a quella ragazza che pian piano gli era entrata nel cuore e non se ne sarebbe andata facilmente, non gliel'avrebbe permesso.
-E questo a cosa lo devo?- chiese l'Haruno sorridendo divertita non appena le loro labbra si separarono.
-Mh- rispose l'Uchiha mentre un ghigno gli si dipinse sulle labbra.
-Sei noioso Sasuke Uchiha!-



 
Era stata capace di cancellare il suo dolore, condividendolo con lui e rendendolo più leggero, trasformando la sua indifferenza in amore incondizionato.



-Sei un caso perso fronte spaziosa!- disse Ino sconsolata osservando con occhio critico la sua amica.
-Non capisco di cosa parli Ino-pig!- rispose la rosa osservandosi allo specchio.
-Scherzi vero? Non vorrai dirmi che hai intenzione di uscire conciata così?- le chiese alzando un sopracciglio, scettica.
-Cos'ho che non va?- chiese retorica l'Haruno osservando i pantaloncini neri che le arrivavano alle caviglie e la casacca rossa che indossava.
-Lascia fare a me- le rispose Ino sconsolata iniziando a mettere a soqquadro tutta la stanza dell'amica alla ricerca del look perfetto.



-Ino tu sei pazza!- urlò la rosa osservandosi allo specchio una volta vestita.
Indossava una minigonna nera in jeans e un top rosso che lasciava scoperta la schiena e un paio di sandali con un tacco vertiginoso, i corti capelli rosa erano ondulati e un fermaglio li fermava sulla destra.2
-Sembro una prostituta!- continuò cercando di allungare la gonna troppo corta ai suoi occhi.
-Non dire assurdità! Vedrai che il bel tenebroso non riuscirà ad attendere fine serata per portarti in camera da letto!- replicò con voce saccente avviandosi fuori dalla stanza prima che l'amica le lanciasse dietro qualche cornice.


-Salve Sasuke!- disse la bionda aprendo la porta e ritrovandosi davanti il bell'Uchiha.
-Mh...- rispose quello senza scomporsi più di tanto e facendo irritare la ragazza.
-Ah sei un caso perso!- iniziò a urlare la bionda prima di sentire dei passi dal piano di sopra.
-Ino lascia stare Sasuke!- urlò scendendo la rosa e raggiungendo i due.
-Devo ancora capire come fai a sopportarlo!- rispose la Yamanaka stizzita osservando il mantello che aveva indossato l'amica per ripararsi dal freddo e nascondere il capolavoro che aveva creato.
-Ci vediamo domani Ino-pig!- le disse invece la rosa uscendo di casa e portandosi via anche il suo accompagnatore.



-Allora dove andiamo di bello?- chiese l'Haruno con un sorriso camminando accanto all'Uchiha che la osservava di sottecchi cercando di capire perché avesse indossato il mantello.
-Ti vergogni di farti vedere con me!- rispose quello invece.
La rosa si fermò a guardarlo sbigottita.
-Che?-
-Ti vergogni di me Sakura?- ripeté più lentamente in tono gelido.
-Cosa stai dicendo? Come puoi pensare una cosa del genere?- gli chiese cercando di trattenere le lacrime che premevano per uscire dai suoi splendidi occhi.
Ma l'Uchiha non rispose, rimase in silenzio cercando di capire cosa fare. Come gli era saltato in mente di pensare che lei sarebbe voluta uscire con un criminale come lui.
-Sasuke!- lo richiamò non ottenendo risposta.
-Non mi pare che quando esci con i tuoi amici indossi quello!-
A quelle parole la ragazza rimase a bocca aperta. Si era offeso perché indossava il mantello. Rimase interdetta prima di scoppiare a ridere.
-Sei un idiota Sasuke-kun!- gli disse sorridendo -Se indosso il mantello non è perché mi vergogno di te, ma di me stessa- continuò la rosa sfilandosi quell'indumento che la riparava dagli occhi della gente e lasciandolo cadere a terra.
Vedendola Sasuke rimase a bocca aperta. Era bellissima. Il top rosso le metteva in risalto la curva del seno e la vita sottile, mentre quella gonna le fasciava i fianchi in maniera sublime, mettendo in risalto le gambe nivee e slanciate da quei tacchi vertiginosi. Era bellissima e il suo corpo sembrava pensarla esattamente come lui.
Sakura invece arrossì vistosamente sentendo quegli occhi indagatori bruciarle l'anima.
-Ino mi ha costretta a vestirmi così e io mi vergognavo!- disse senza guardarlo negli occhi, si sentiva tremendamente in imbarazzo.
L'Uchiha non rispose, continuò a guardare la rosa, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Da quando la conosceva era la prima volta che la vedeva vestita così femminile.
-Lo sapevo vado subito a cambiarmi!- disse sconsolata, ma fu subito bloccata dall'Uchiha.
-Sta...Stai benissimo!- le disse facendo aderire la sua schiena nuda al proprio petto.
La rosa strabuzzò gli occhi. Sasuke Uchiha le aveva fatto un complimento?
Doveva essere il paradiso quello, non c'era altra spiegazione.



Dopo il piccolo incidente  di percorso i due continuarono la serata tranquillamente. Nonostante il suo abbigliamento, Sakura si stava divertendo molto e non sembrava più a disagio, anzi, il complimento di Sasuke l'aveva resa davvero felice.
L'Uchiha d'altra parte non le toglieva gli occhi di dosso, e aveva passato la serata a fulminare tutti coloro che guardavano un po' troppo quella che ormai era la sua ragazza.
-Grazie Sasuke-kun!- disse Sakura fermandosi davanti al suo appartamento.
L'Uchiha non rispose, si limitò a fissare intensamente i suoi occhi color dello smeraldo, facendola vibrare completamente, prima di posarle un dito sotto il mento e avvicinarla a se, fino a far combaciare perfettamente le loro labbra. Fu un bacio dolce, sentito, desiderato, che man mano diventò sempre più passionale, sempre più intenso. Un bacio che racchiudeva tutta la passione che
nutrivano l'uno per l'altra. A malincuore si separarono per riprendere fiato, mantenendo costante il contatto tra i loro occhi pieni di passioni ardenti e desideri troppo a lungo sopiti.
Senza fiatare l'Haruno intrecciò le sue dita a quelle di quel ragazzo che era da sempre l'amore della sua vita e lo condusse insieme a lei nell'appartamento, portandolo su per le scale, fino alla sua camera.
Lì senza una parola riniziarono quella danza infuocata di lingue, mentre mani sempre più bramose cercavano il corpo dell'altro. Nessuno dei due aveva mai provato sensazioni tanto intense e profonde.
-Sakura....- la richiamò l'Uchiha interrompendo momentaneamente quel bacio.
Non sapeva cosa gli fosse preso, desiderava fare l'amore con lei, ma doveva avere la certezza che fosse anche lei a volerlo.
-Sasuke...- rispose la rosa in un sussurro catturando lo sguardo del suo compagno nel suo. Si sentiva terribilmente in imbarazzo, era la prima volta che si trovava in una situazione del genere e non poteva essere più felice che fosse proprio con il ragazzo di cui era innamorata da quando era solo una bambina.
Senza riuscire a dire una parola si rimpossessò di quelle labbra che aveva da sempre desiderato baciare e che ora, finalmente, poteva assaporare indisturbata perché erano solo sue.
Il corvino rimase sorpreso da tanta intraprendenza, ma non rimase indifferente, non ora che la sua vita finalmente andava per il verso giusto, non ora che finalmente era riuscito a fuggire dalle tenebre che l'avevano circondato da sempre, non ora che era riuscito a capire che era proprio lei
quella speranza che l'aveva tenuto in vita durante tutti quegli anni nel covo della serpe e che, nel momento più buio della sua vita, era riapparsa facendolo ritornare sulla retta via.
Con una delicatezza che non credeva di possedere riprese ad assaporare quella pelle al profumo di ciliegia, provocando immensi brividi nella ragazza sotto di se. Sorrise l'Uchiha vedendola inarcare la schiena ad ogni sua piccola carezza, ad ogni singolo bacio. La desiderava più di qualsiasi altra cosa e non riusciva a credere che presto sarebbe stata sua.
Molto lentamente le fece aprire le gambe e si posizionò meglio sopra di lei.
Sakura arrossì immediatamente a quei movimenti. Desiderava immensamente ciò che sarebbe avvenuto in quel momento, ma aveva paura, era pur sempre la sua prima volta!
Sorrise l'Uchiha vedendola così tenera e indifesa. Poteva leggere il tremore in quei suoi bellissimi occhi, così per tranquillizzarla si chinò lentamente su di lei e con fare sensuale le sussurrò sulle labbra:
-Non temere luce mia...-  prima di impossessarsi delle sue labbra e scivolare lentamente nella sua intimità.
L'Haruno rimase colpita da quelle parole. Non si sarebbe mai aspettata una dichiarazione del genere, perché si, quella era una perfetta dichiarazione in stile Uchiha ed era diecimila volte meglio di tutti i "ti amo" del mondo. Era felice Sakura, ma non riuscì a rispondere nulla che il bel corvino si rimpossessó delle sue labbra e s'impossessò per la prima volta di tutta se stessa. Inizialmente fu dolore, tanto, troppo. Un dolore così forte da farla piangere, ma lei era un ninja e non si sarebbe arresa davanti a nulla. Era sopravvissuta alla quarta grande guerra ninja, non poteva arrendersi proprio ora che uno dei suoi desideri più nascosti si stava avverando. Sasuke percepì immediatamente l'irrigidimento nel corpo della compagna. Sapeva che per la donna la prima volta faceva male, così cercò di contenersi. Voleva vedere le sue gote rosse di piacere, voleva sentirla urlare il suo nome, non vederla piangere in quello che era il momento più bello della sua vita.
Sakura si sorpresa della premura dell'Uchiha, ma non poté che ringraziarlo, sapeva che il dolore sarebbe passato lentamente, ma vedere tutte quelle premure nei suoi confronti la faceva sentire amata.
Sorrise l'Haruno quando finalmente il dolore lasciò posto ad una nuova sensazione, qualcosa di bellissimo, che non aveva mai provato.
Mettendo da parte la timidezza legò le sue gambe intorno alla vita del ragazzo, voleva sentirlo dentro di se, completamente.
L'Uchiha si sorprese non poco a quel gesto. Non avrebbe mai immaginato che la sua Sakura potesse essere così passionale. Senza più niente a fermarlo aumentò le sue spinte, beandosi dei dolci suoni che uscivano da quelle labbra rosse e gonfie a causa dei troppi baci di quella sera.
Andarono avanti insieme, muovendosi in sincronia. I loro corpi sembravano nati per trovarsi in quella posizione, per essere legati e non separarsi più. Il corvino continuò a spingere dentro di lei, beandosi della sua voce roca e dei suoi bellissimi occhi ormai languidi di piacere finché entrambi non giunsero all'apice di quel piacere che li aveva tanto coinvolti. Silenziosamente l'Uchiha uscì da quel corpo caldo e si accasciò accanto alla sua ragazza stringendola in un tenero abbraccio. Ora che l'aveva ritrovata non poteva permettersi di perderla.
-Ti amo Sasuke-kun!- disse la rosa sistemandosi meglio tra le sue braccia e addormentandosi con un dolce sorriso sulle labbra.



 
Era la luce che aveva rischiarato la sua vita quando era ormai votato all'oscurità, e allo stesso tempo era diventata l'unica cicatrice che non si sarebbe mai richiusa nel suo cuore.
 


Sakura osservava con occhio incerto la grande porta davanti a se. Non era la prima volta che si ritrovava davanti al portone di villa Uchiha, ma quella volta era diverso. Lei e Sasuke stavano ormai insieme da quasi un anno e tutti erano felici per loro. Lei poi era al settimo cielo, solo che non le sembrava possibile una cosa del genere. È vero si amavano, ma da qui ad andare a vivere insieme ce ne voleva, eppure eccola lì, con un enorme valigia rossa a fissare come un idiota la porta di quella casa che l'aveva vista ospite per tanto tempo.
-Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto?- chiese l'Uchiha aprendo la porta e osservando il viso imbarazzato della sua ragazza.
Sakura rimase un attimo interdetta prima di sorridere felice e lanciargli le braccia al collo. Sapeva quanto il corvino odiasse queste manifestazioni pubbliche ma era troppo contenta.
I due entrarono insieme in casa e subito l'Uchiha accompagnò la rosa a sistemare la sua valigia nella loro stanza. Anche se la sua mente gli suggeriva di non limitarsi a quello, ma di pretendere un "pagamento” , che sarebbe stato bene ad entrambi , per quell'ospitalità. Così con fare seducente si avvicinò alla ragazza posando le sue mani sulla vita sottile della rosa. Stava già assaporando il momento in cui avrebbe assaggiato quelle labbra che erano capaci di ipnotizzarlo, ma qualcosa non andò come previsto.
-Mi dispiace deluderti- iniziò infatti l' Haruno ghignando -Ma devo correre in ospedale, e se mi lascio andare alle tue carezze rischio di rimanere chiusa in questa stanza fino a domani, non che mi dispiaccia- continuò posando una carezza sul petto del
suo uomo -Ma il dovere mi chiama- concluse lanciandosi dalla finestra e lasciando dietro di se un Sasuke insoddisfatto.


La giornata passò in fretta per la rosa che tra una visita e l'altra non ebbe un secondo libero fino alla fine del suo turno.
-Heila Sakura!- la richiamò Ino vedendola incamminarsi verso l'uscita.
-Ciao Ino!- la salutò la rosa con un sorriso stanco sul volto. Era da un po' di tempo che si stancava facilmente.
-Com'è andato il trasloco da quel musone del tuo ragazzo?- le chiese sorridendo. Sapeva che all'amica dava fastidio sentir chiamare così il suo ragazzo, ma era più forte di se, del resto non era mica colpa sua se lei non aveva msi visto un sorriso stampato sul volto di Sasuke Uchiha.
-Bene- rispose la rosa dopo aver fulminato la Yamanaka con lo sguardo -Anche se sono dovuta fuggire subito per venire a lavoro-
-Ahahahah non dirmi che hai mandato in bianco il grande Uchiha?- chiese ridendo la bionda causando l'imbarazzo della sua migliore amica.
-Beh...- iniziò la rosa, ma non riuscì a finire la frase che una tremenda fitta al cuore la fece piegare in due.
-Sakuraaa!- la richiamo Ino vedendola piegata in due con un'espressione dolorante in volto.
L'Haruno non rispose, troppo impegnata a respirare profondamente. Non era la prima volta che le capitava un attacco del genere ma non era mai stato così forte da toglierle il fiato.
-Sakura stai bene?- le chiese la bionda sorreggendola, aveva una maledetta paura di vederla finire a terra da un momento all'altro.
-S...sto bene...- rispose la rosa a fatica non appena il dolore diminuì lentamente, cercando di rassicurare la Yamanaka.
-Non mentirmi Sakura!- le urlò contro la bionda, aveva paura, maledettamente paura -È da un po' di tempo che sei strana, ti stanchi facilmente, sei spesso assente e più di una volta ti ho visto massaggiarti il petto e ora questo!-
A quelle parole l'Haruno sorrise tristemente. Sperava di essere stata attenta, di essere riuscita a nasconderlo a tutti, invece Ino se n'era accorta.
-Vieni con me!- le disse incamminandosi verso il confine del villaggio per una strada che la Yamanaka non aveva mai visto.
Camminarono a lungo, fino a ritrovarsi davanti una parete di roccia. Vedendola la bionda inarcò un sopracciglio, ma non appena l'amica compose degli strani gesti con le mani, questa si sollevò mostrando un corridoio buio.
Silenziosamente lo percorsero fino a trovarsi in una stanza circolare dove una ragazza dai capelli azzurrini e gli occhi violacei stava studiando alcuni libri.
La bionda rimase a bocca aperta. Non si sarebbe mai aspettata di trovarsi davanti l'assistente della sua migliore amica intenta a trafficare con alcuni libri in una stanza segreta.
-Che diavolo sta succedendo?- riuscì solo a chiedere.
A quelle parole l'azzurrina si voltò verso le due sorridendo.
-Finalmente hai deciso di parlarne con qualcuno!- disse alla rosa regalandole un bellissimo sorriso.
-Diciamo che non ho avuto molta scelta!- rispose l'Haruno con un sorriso stanco sul volto, prima di voltarsi verso la Yamanaka -Ciò che sto per dirti è qualcosa che mi riguarda da vicino e che non dovrà mai uscite da questa stanza- disse aspettando un cenno affermativo della sua migliore amica prima di incominciare a raccontare ogni cosa.



Era tardi quando la rosa finalmente tornò in quella che era la sua nuova casa. Cercando di fare meno rumore possibile si addentrò per quei corridoi che aveva imparato a conoscere, giungendo in cucina. Silenziosamente mise dell'acqua a scaldare. Era stanca, ma aveva bisogno di bere qualcosa di caldo per riprendersi. Non era previsto di rivelare la verità a Ino, eppure dopo averlo fatto si era sentita immediatamente meglio, più leggera. Si era tolta un peso dallo stomaco ed era anche felice di aver condiviso quel suo grande segreto con la sua migliore amica.
-Sakura!- la chiamò una voce distogliendola dai suoi pensieri e facendola sobbalzare.
-Sasuke...- sussurrò la rosa voltandosi con un sorriso stanco verso il ragazzo alle sue spalle -Vuoi un po' di the?- gli chiese ricordandosi dell'acqua che bolliva già da un po' .
Lui non rispose, limitandosi a sedere a tavola osservando la schiena della ragazza mentre con movimenti stanchi versava quel liquido ambrato nelle due tazze, per poterlo bere insieme.
-Attento che scotta!- lo avvisò porgendogli una delle due tazze fumanti e sedendosi davanti a lui.
L'Uchiha acconsentì senza staccare gli occhi dalla sua figura. Non capiva perché, ma gli sembrava strana, aveva qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa.
Rimasero per un po' in silenzio, ognuno perso tra i suoi pensieri finché non fu proprio l'Uchiha a spezzare quel silenzio strano che li circondava.
-Vado a letto- disse alzandosi e catturando così l'attenzione della rosa che annuì, mentre con occhi stanchi continuava ad osservare la luna.
Non si rese conto per quanto tempo rimase a contemplare il cielo prima di alzarsi e dirigersi a letto.
Si sentiva in colpa verso il corvino, lui le aveva aperto il suo cuore donandole tutto se stesso, mentre lei non era in grado di fare altro che mentirgli.
Una lacrima le rigò il volto candido quando, davanti alla porta della stanza si fermò ad osservarlo dormire. Era così bello, sembrava un angelo caduto in terra. Silenziosamente si avvicinò a lui, sistemandosi sotto le lenzuola e stringendosi a lui. Cercando di non svegliarlo gli accarezzò la fronte, scostando dei ribelli ciuffi color della pece.
-Non sai quanto ti amo amore mio, ma non posso caricarti di questo peso, non me la sento, non ora che sei finalmente sereno- iniziò cercando di trattenere i singhiozzi -Perdonami se puoi, se ti farà stare meglio odiami, ma non dubitare mai del mio amore, perché ormai è solo questo sentimento che nutro per te a darmi la forza di andare avanti, è solo questo sentimento così forte ad essere riuscito a cicatrizzare le mie ferite- concluse prima di rannicchiarsi maggiormente a quel corpo caldo e lasciarsi avvolgere dalle braccia di Morfeo, ignara che mentre i suoi occhi smeraldini si chiudevano, due occhi color pece si aprivano spaventati dalle parole appena sentite.



 
L'amava, l'aveva amata con tutto se stesso e non poteva fare a meno di continuare ad amarla nonostante tutto. Si sentiva così stupido ad aver dubitato di lei, nonostante avesse sempre saputo che se c'era una cosa che in lei non sarebbe mai cambiata erano proprio i sentimenti che nutriva per lui.



Sakura camminava da sola per le strade di Konoha. Non aveva voglia di rimanere in casa, senza Sasuke quella villa era troppo vuota e da un po' lo era diventata anche quando lui era in casa. Non sapeva perché, eppure sembrava come se qualcosa si fosse rotto tra loro, come se quelle barriere che lentamente era riuscita ad abbattere si fossero rialzate, ancora più alte e resistenti. Non
riusciva a spiegarsi tale cosa, ma forse era meglio così, se le cose fossero tornate come agli inizi, lui non avrebbe sofferto, e lei non sarebbe stata l'ennesima cicatrice nel suo cuore.
Camminò a lungo per quelle strade tutte uguali, fino a giungere davanti ad un locale che conosceva fin troppo bene. Senza pensarci due volte entrò in quel luogo tanto familiare, non sorprendendosi di trovarvi all'interno una testa bionda intenta ad ingozzarsi.
-Buongiorno!- disse cercando di sfoderare il suo più bel sorriso.
-Sakura!- la chiamò il signor Teuchi riconoscendo quella testolina rosa che non vedeva da tanto tempo.
-Schiakula-chan!- la richiamò Naruto masticando rumorosamente.
A quella scena la rosa sorrise, ma decise ugualmente di dare un pugno in testa a quel baka del suo migliore amico, in fondo doveva pur rimetterlo in riga qualcuno quel pozzo senza fondo.
-Ahi Sakura-chan!- si lamentò l'Uzumaki massaggiandosi il bernoccolo in testa.
-Impara le buone maniere!- gli disse con i denti a squalino, causando l'ilarità del proprietario del chiosco e della figlia Ayame.
-Con il teme non fai così però!- si lamentò il ragazzo ordinando un'ennesima porzione di ramen. La rosa rise a quelle parole, prima di percepire una fitta all'altezza del cuore che le tolse il fiato, facendola ansimare e piegare in due dal dolore.
A quella scena i tre rimasero sconcertati. Com'era successo? Fino ad un attimo prima stavano ridendo assieme e subito dopo la ragazza si era piegata in due.
-Sakura-chan!- la chiamò Naruto mettendosi in piedi per sorreggerla. Aveva paura, una maledetta paura di perdere quella che per lui era una sorella.
-Portala in ospedale!- gli disse Ayame non appena si fu ripresa dallo shock, ottenendo un segno d'assenso dal biondo che senza perder tempo era già corso via portando tra le braccia una Sakura priva di sensi.



-Mi serve un medico!- urlò il biondo non appena mise piede in quella struttura che centinaia di volte l'aveva visto come paziente, catturando l'attenzione di tutti i presenti. 
-Naruto!- lo richiamò una donna con sguardo assassino -Ti sembra il modo di...
- ma la frase le morì in gola non appena vide chi portava tra le braccia il ragazzo -Che è successo?-
-Non lo so baa-chan!- disse l'Uzumaki seguendo la donna per i vari corridoi -Eravamo da Teuchi, ridevamo e scherzavamo quando Sakura si è piegata in due dal dolore reggendosi il petto-
Tsunade ascoltò attentamente ogni parola pronunciata dall'Uzumaki, cercando di comprendere la situazione, inutilmente.
-Posala qui!- disse entrando in una stanza -Io ora le farò ogni tipo di esame, appena saprò qualcosa ti farò sapere!- aggiunse preoccupata la donna prima di sbattere fuori il ragazzo.
Naruto rimase a fissare quella porta per alcuni secondi, era preoccupato. Non sapeva per quale motivo ma aveva un brutto presentimento.
Senza perdere altro tempo evocò un gran numero di sue copie chiedendo loro di andare a chiamare tutti i loro amici, mentre lui sarebbe rimasto lì, in attesa di qualche notizia che non sarebbe arrivata tanto presto.



Hinata camminava tranquille per le strade di Konoha accompagnata dai suoi due compagni di team. Da quando era terminata la guerra non avevano molto tempo per stare insieme, ma ne approfittavano ogni volta che potevano, come in quel momento.
-Allora Hinata- iniziò Kiba sorridendo -Come vanno le cose tra te e quel baka di Naruto?- le chiese curioso.
A quella domanda la Hyuuga arrossì. Ormai lei e Naruto erano una coppia da quasi due anni, eppure quella domanda la imbarazzava ancora.
-Beeh...- iniziò incerta, ma non riuscì a finire la frase che i tre furono travolti da una chioma bionda.
-Ragazzi!- urlò, infatti, l'Uzumaki fermandosi davanti a loro con un'espressione agitata in volto -ospedale....Sakura-chan....male...esami!- disse rapidamente senza che nessuno riuscisse a comprendere.
-Calmati!- gli disse Hinata tirandogli uno schiaffo.
-Grazie amore!- disse il biondo massaggiandosi la guancia -Sakura-chan sta male, è in ospedale. Il vero Naruto sta aspettando notizie da Tsunade, mentre noi cerchiamo di metterci in contatto con tutti voi!- concluse prima di sparire in una nuvoletta di fumo.
Rimasti soli, i componenti del team otto si guardarono e senza fiatare si avviarono verso l'ospedale per stare vicino alla loro amica.



Tenten sorrideva felice, mentre mano nella mano percorreva le strade del villaggio con Neji. Non era molto che i due erano fidanzati, ma la mora si sentiva sempre al settimo cielo quando era con lui.
Anche lo Hyuuga era sereno. Aveva sempre amato la sua compagna di team e ora che finalmente erano insieme nulla avrebbe potuto turbarlo, nulla che non fosse un ragazzo vestito d'arancio che urlava a squarciagola i loro nomi.
-Finalmente vi ho trovati!- disse l'Uzumaki fermandosi davanti a lui -Dovete correre in ospedale, Sakura-chan sta male!- disse prima di sparire in una nuvoletta di fumo.
Rimasti soli i due si guardarono.
-Non ho capito cosa sia successo ma direi di correre in ospedale!- disse Tenten preoccupata ottenendo un cenno d'assenso da parte di Neji prima di avviarsi verso la loro destinazione.



-Ino vanno bene qui questi fiori?- chiese per l'ennesima volta Choji, mentre lui e Shikamaru trasportavano da un angolo all'altro del negozio dei vasi di fiori.
-Mmh...- iniziò la bionda meditando -Dovreste spostare i fiori rossi e quelli blu!- asserì convinta.
-Che seccatura...- commentò Shikamaru seguendo le indicazioni della ragazza.
-Forza, non lamentarti sempre...- disse la Yamanaka sorridendo mentre il campanello sulla porta annunciava l'entrata di qualche nuovo cliente.
-Cosa posso fare per...- iniziò regalando il più bel sorriso del suo repertorio al nuovo arrivato prima di vederlo -Che diavolo vuoi Naruto?-
-Sta zitta e ascoltami!- lo interruppe l'Uzumaki, attirando su di se gli occhi terrorizzati degli altri due ragazzi e quello irato della bionda, ma non se ne curò -Sakura-chan sta male, il vero Naruto l'ha portata in ospedale e ora sta aspettando notizie da Tsunade- concluse con sguardo triste, prima di scomparire in una nuvoletta di fumo.
Gli altri tre rimasero un attimo interdetti.
-Correte in ospedale!- disse la bionda, riprendendosi da quello stato di shock
-Io vi raggiungo lì!- aggiunse prima di chiudere il negozio e sparire dalla vista dei compagni.



Yumi stava lavorando alla ricerca di nuove informazioni su quei libri che avevano accolto decine di notti in bianco sue, di Ino e di Sakura, alla ricerca di nuove informazioni fondamentali, quando sentì dei passi veloci riecheggiare tra le pareti.
-Sakura? Sei tu?- chiese la ragazza alzando gli occhi da quei libri e ritrovandosi una Ino stravolta.
-È successo- disse trattenendo i singhiozzi -È crollata, ora è in ospedale, Tsunade la sta visitando, dobbiamo correre!-
L'azzurrina rimase a bocca aperta. Non doveva accadere, non così presto.
Senza rendersene conto calde lacrime le rigarono il volto.
-Andiamo- disse semplicemente, avviandosi verso quel luogo che aveva visto crescere la loro amicizia tra risate e litigi, rendendola così unica e speciale.



Ben presto si ritrovarono tutti davanti a quella stanza, all'appello mancavano solo Sai, Lee, Kakashi e Sasuke, mentre Naruto raccontava per l'ennesima volta i fatti di quel pomeriggio. Tutti rimasero ad ascoltarlo in silenzio, senza riuscire a trovare una spiegazione a tutta quelle parole. Solo Yumi e Ino ascoltavano attentamente con espressioni sempre più cupe.
Purtroppo la situazione non era delle migliori. Senza dare spiegazioni la bionda si rivolse ai suoi compagni con occhi spenti.
-Naruto- iniziò trattenendo le lacrime -Devi trovare Sasuke e portarlo qui-
-Sakura ha bisogno di lui!- aggiunse Yumi con gli occhi lucidi.
Tutti le guardarono sorprese.
-Cosa sapete?- chiese Shikamaru attirando l'attenzione su di se.
Le due sorrisero amaramente a quelle parole.
-Dovete fidarvi di noi- iniziò Ino
-Portate qui Sasuke e quando ci sarete tutti saprete ogni cosa!- concluse Yumi prima di sparire dietro la porta che celava Sakura ai loro occhi assieme alla bionda.



Il team guidato da Kakashi correva nella foresta. La missione era stata più dura del previsto, ma finalmente potevano tornare a casa e riposarsi. Erano tutti felici per questa cosa, solo l'Uchiha sembrava assente, aveva la mente persa tra pensieri così pesanti da attirare tutta la sua attenzione. L'Hatake si era subito accorto che il suo pupillo aveva qualcosa che non andava e credeva anche di conoscere quel qualcosa che lo turbava, o meglio quel qualcuno.
Continuando a correre l'argentato si avvicinò al suo allievo.
-Ti va di parlarne?- gli chiese conoscendo già la risposta, infatti Sasuke non solo non rispose ma accelerò il passo portandosi davanti al gruppo, facendo sospirare il suo ex sensei.
Sasuke non voleva parlare, aveva bisogno di riflettere e per farlo doveva rimanere solo. Senza pensarci due volte accelerò ancora, ma fu costretto a fermarsi ritrovandosi davanti l'ultima persona che si sarebbe mai immaginato.
-Che ci fai qui, dobe?- chiese non appena i suoi occhi color pece si incontrarono con quelli azzurri del suo migliore amico.
Naruto esitò prima di parlare. Non era semplice spiegare a qualcuno qualcosa che neanche lui sapeva bene.
-Si tratta di Sakura!- iniziò mentre un velo di tristezza attraversava quelle pozze azzurre solitamente sempre sorridenti.
-Che succede alla racchia?- chiese Sai che aveva ascoltato quelle parole.
-Cosa ha fatto la mia Sakura-chan?- chiese Lee lanciandosi al collo del biondo.
-Lee lascia Naruto e fallo parlare!- si intromise Kakashi.

L'Uchiha era rimasto immobile mentre le parole del suo migliore amico gli rimbombavano nella testa. Doveva sapere. Senza abbandonare la sua facciata d'indifferenza rivolse un'occhiata all'Uzumaki intimandogli di parlare. Il biondo lo guardò attentamente, facendo capire di seguirlo e mentre si incamminarono verso il villaggio spiegò l'accaduto agli ultimi rimasti.


 
Non avrebbe mai potuto dimenticare come da quel fatidico giorno la sua vita fosse cambiata, come d'improvviso si fosse reso conto che la felicità è qualcosa di bellissimo, ma finito, di come da quel giorno non riuscisse a fare a meno di sperare.



-Ha una malattia al cuore!3- disse Yumi non appena lei e la Yamanaka entrarono nella stanza della rosa.
-Come?- chiese l'Hokage sorpresa da quelle parole.
-Sakura ha un difetto cardiaco dalla nascita. È una malattia genetica della sua famiglia che a volte rimane assopita tutta la vita, mentre altre si manifesta provocando disagi nella persona- spiegò la Yamanaka.
-Ma voi?- chiese nuovamente la donna, non riusciva a capire come facessero quelle due a sapere tutte quelle cose.
-Le spiegheremo ogni cosa non appena Naruto avrà condotto qui Sasuke- disse
Ino con un volto stanco, accarezzando il viso della sua migliore amica che dormiva tranquilla -Ti salveremo Saku!- aggiunse in un sussurro mentre calde lacrime rigavano il suo volto perfetto.



Tutti rimasero in silenzio, dopo aver sentito quelle parole, non sapevano perché ma avevano un brutto presentimento.
L'Uchiha era rimasto impassibile. Non riusciva a credere a quelle parole. La sua Sakura stava male e lui non era al suo fianco. È vero in quest'ultimo periodo l'aveva evitata, ma aveva bisogno di riflettere, le sue parole quella notte l'avevano scosso. Ma che senso aveva riflettere se poi l'unica persona che poteva dare risposte non era più in grado di farlo? Senza dire nulla Sasuke accelerò il passo. Non sapeva cosa fosse successo, ma non avrebbe più commesso l'errore di lasciarla sola.



-Hinata!- chiamò Naruto non appena arrivarono in ospedale.
-Ragazzi!- disse con un sorriso stanco sul volto la giovane Hyuuga.
-Finalmente!- disse Tenten con un sospiro.
-Che succede?- chiese l'Uchiha notando i volti accigliati degli amici.
-Stavamo aspettando voi!- disse Tsunade uscendo dalla stanza della sua pupilla.
-Avete scoperto qualcosa?- chiese Naruto mentre una nuova speranza nasceva nei suoi occhi.
-Non c'era nulla da scoprire- rispose con un sospiro stanco Tsunade -Forza spiegate ogni cosa- continuò rivolgendosi alle due ragazze dietro di se, che guardavano tutti gli amici con occhi stanchi e gonfi dal pianto.
-Quello che stiamo per dirvi non vi piacerà- iniziò Ino asciugandosi l'ennesima lacrima -Ma vi prego di ascoltare in silenzio, senza giudicare, perché ogni cosa che è stata fatta è stata decisa da Sakura stessa. Noi l'abbiamo sostenuta e consigliata, ma tutte le decisioni sono state prese da lei-
-Spiegati meglio!- disse Kiba esponendo la scetticità di tutti i presenti.
Ma le due non risposero, si presero per mano per infondersi forza, e mentre la luna sorgeva nel cielo illuminando ogni cosa, le due cercavano il coraggio per parlare.
-Era da poco finita la guerra e Sakura si era ripresa talmente bene che poteva andare tranquillamente in missione- iniziò Yumi volgendo lo sguardo ai presenti -Tsunade aveva mandato me e Sakura a raccogliere delle erbe mediche nel paese del vento. Era una missione semplice, infatti vi impiegammo solo due giorni.
Procedeva tutto tranquillo, quando sulla via del ritorno Sakura ebbe un malore.
Aveva il respiro pesante e le faceva male il petto. Io mi preoccupai e corsi al suo fianco, ma lei perse i sensi tra le mie braccia. Eravamo in missione quindi non avevo tutta l'attrezzatura per capire cosa le fosse successo, perciò la portai in un piccolo paesino vicino, dove la visitarono e le trovarono un difetto genetico al cuore- continuò mentre le lacrime scorrevano nuovamente sul suo volto -Io rimasi sconvolta. Non riuscivo a crederci, quindi decisi di aspettare il risveglio di Sakura. Lei dormì per diverse ore, ma appena mi vide al suo capezzale mi sorrise amaramente. Ricordo ancora i suoi occhi stanchi quando mi disse che non avrei dovuto parlare a nessuno di ciò che avevo scoperto - continuò stringendo più forte la mano di Ino -Litigammo tanto dopo quella scoperta. Io volevo che informasse Tsunade, ero certa avrebbe trovato una cura, mentre lei si ostinava a voler mantenere il segreto. Sapeva che non c'erano cure per il suo male. Io non capivo, allora mi mostrò delle ricerche che aveva fatto sulla sua famiglia. Tutte le donne Haruno soffrivano di quel male e nonostante tutte le ricerche fatte, non esistevano cure- aggiunse abbassando il
volto -Dopo quell'episodio divenimmo amiche e mi impegnai con tutta me stessa per aiutarla, per questo sono diventata la sua assistente- concluse con un sorriso malinconico sul volto.
-Dopo quell'episodio non ebbe ricadute- proseguì Ino, cercando di trattenere i singhiozzi -Nessuno sospettava il suo male e lei era finalmente felice anche grazie a te, Sasuke- disse osservando con un sorriso di gratitudine l'Uchiha -Da quando vi frequentavate era tornata a sorridere e il suo cuore sembrava guarito, almeno fino a qualche mese fa- continuò sospirando, ora arrivava la parte difficile -Purtroppo qualche mese fa i sintomi tornarono a farsi sentire. Era sempre stanca e distratta. I suoi occhi avevano sempre una strana luce, finché un giorno, mentre uscivamo dall'ospedale dopo un duro turno di lavoro non l'ho vista piegarsi in due dal dolore. Ricordo che mi preoccupai tantissimo, ma, nonostante il dolore, Sakura mi sorrideva cercando di rassicurarmi. Fu quel giorno che scoprì la verità. Lo stesso in cui lei si rese conto che purtroppo il paradiso non è eterno- concluse il racconto la bionda asciugandosi delle lacrime che erano sfuggite al suo controllo.
Tutti rimasero a bocca aperta. Nessuno di loro si era mai accorto del malessere della rosa. Lei c'era sempre stata per loro, mentre loro non erano stati in grado di accorgersi di quel male che la stava portando via da loro.
Sasuke, invece, era sconvolto. Non riusciva a credere che lei gli avesse nascosto una cosa così seria della sua vita. Perché l'aveva fatto? Credeva che tra loro non ci fossero segreti, invece lei si portava dentro una cosa così grande. Senza rendersene conto la mente gli tornò indietro nel tempo, riportandolo a quelle parole che avevano innescato il dubbio nella sua mente.
"Non sai quanto ti amo amore mio, ma non posso caricarti di questo peso, non me la sento, non ora che sei finalmente sereno"
"Perdonami se puoi, se ti farà stare meglio odiami, ma non dubitare mai del mio amore, perché ormai è solo questo sentimento che nutro per te a darmi la forza di andare avanti, è solo questo sentimento così forte ad essere riuscito a cicatrizzare le mie ferite"
Il cuore dell'Uchiha perse un battito. Lei voleva proteggerlo, non voleva essere l'ennesima cicatrice nel suo cuore. Lei voleva la sua felicità.
Senza badare alle parole degli altri si diresse nella sua stanza. Voleva vederla, voleva dirle che l'amava per la prima volta, perché era vero, lui l'amava, ma non aveva mai trovato il coraggio di dirglielo, voleva dirle che ci sarebbe sempre stato, qualsiasi cosa fosse accaduta.
-Ehi teme!- lo richiamò Naruto vedendo l'amico allontanarsi dal gruppo.
-Lascialo andare Naruto!- gli disse dolcemente la sua ragazza posandogli una mano sulla spalla.
Il biondo sembrava esitante ad ascoltarla. Vedere il suo migliore amico in quello stato, e sapere che la sua migliore amica era chiusa in una stanza d'ospedale priva di sensi a combattere tra vita e morte lo faceva sentire inutile, ma Hinata aveva ragione, ora doveva lasciarli stare.
L'Uchiha rimase fermo davanti a quella porta vari secondi prima di decidersi ad aprirla.
L'interno era quello di una semplice stanza d'ospedale, pareti bianche lenzuala bianche, comodino bianco, tutto era immacolato lì dentro, solo lei dava un tocco si colore a quella stanza.
Silenziosamente si avvicinò al suo letto e rimase ad osservarla incantato. Era bellissima nonostante la pelle pallida, le occhiaie profonde e i capelli arruffati. Che stupido che era stato. Stava per perderla senza una ragione, per uno stupido malinteso. Cercando di essere il più delicato possibile le accarezzò il volto scarno, sedendosi al suo fianco e prendendo una delle sue mani tra le sue.
Era così fragile stesa su quel lettino e lui si sentiva così sciocco.
-Sakura!- la chiamò cercando di nascondere l'ansia dietro la sua facciata d'indifferenza. Gli faceva male vederla così e si chiedeva come aveva fatto a non accorgersi di tutto il suo male. Era davvero così concentrato su se stesso da non rendersi conto che l’amore della sua vita stava morendo lentamente sotto il suo naso? Senza accorgersene una goccia d'acqua abbandonò i suoi occhi d'onice, cadendo sulle loro dita intrecciate.
Quanto tempo era che non versava più una lacrima? Lei l'aveva davvero cambiato, l'aveva trasformato, ma senza di lei che senso aveva essere cambiato?
-Sa...Sasuke!-
A quel flebile suono l'Uchiha sbarrò gli occhi, osservando attentamente quel volto stanco, quegli occhi verdi che lo guardavano sorridenti.
-Sakura!- la richiamò, cercando di nascondere la gioia nel vedere i suoi occhi aperte, nell'aver sentito la sua voce pronunciare ancora il suo nome. Era pur sempre Uchiha.
-Mi....mi dispiace che....che tu l'abbia scoperto così- disse la rosa volgendo lo sguardo a quella piccola finestra dalla quale si intravedeva la luce della luna.
L'Uchiha voleva farle tante domande, ma non sapeva da dove cominciare, non era mai stato bravo con le parole, e questa ne sembrava la conferma. Sakura, invece, continuava a guardare fuori dalla finestra. Non voleva che anche lui la vedesse come un caso clinico, come una persona in cerca d'aiuto.
-È per questo motivo che non ve ne ho mai parlato- iniziò l'Haruno volgendo lo sguardo verso di lui -Non volevo che mi guardaste a questo modo. Non volevo che tu mi guardassi a questo modo!- iniziò con un sorriso stanco -Sai ho fatto di tutto per raggiungere te e Naruto, per non essere più un peso, ne per voi ne per nessuno, e quando finalmente riesco a camminarvi accanto, senza dover
rincorrere le vostre spalle, ecco che qualcosa mi rallenta, mentre voi continuate ad avanzare senza di me, lasciandomi indietro un'altra volta- aggiunse con un sospiro stanco -Non volevo essere considerata la bambina da proteggere. Non volevo essere, ora che tra noi le cose andavano bene,
 l'ennesima cicatrice nel tuo cuore. Volevo che tu mi ricordassi come la ragazza sorridente che non ha mai smesso di amarti, oppure che mi odiassi, ma non volevo che assistessi allo spegnimento della tua...luce-
Sasuke ascoltava in silenzio le sue parole, mentre mille aghi si piantavano nel suo cuore. Si era tenuta tutto dentro per cercare di proteggerlo, per non farlo soffrire ancora. Nonostante il suo malessere gli aveva permesso di aggrapparsi ancora a lei, di lasciarsi trascinare dalla sua voglia di vivere e dal suo amore, senza ricevere nulla in cambio.
Non sapeva cosa dirle, si sentiva colpevole, ma sapeva di dover fare qualcosa.
Sakura osservava il corvino contorcersi tra i suoi pensieri. Era così bello anche con i vestiti sporchi, i capelli scompigliati e il volto corrucciato. Le sarebbe mancato da morire.
Senza preavviso l'Uchiha strinse più forte la sua mano e accarezzandole il volto le posò un delicato bacio a fior di labbra.
L'Haruno rimase sorpresa dal suo gesto, ma ne fu felice.
Fu un bacio rapido, che le trasmesse tutto l'amore che provavano l'uno per l'altro.
-Ti amo Sakura Haruno!- le disse l'Uchiha posando la sua fronte su quella della rosa e facendo incontrare i loro occhi -Mi ci sono voluti diciotto
anni per capirlo, ma ora che ci sono riuscito non voglio perdermi nemmeno un secondo di te-
Sentendo quelle parole calde lacrime scapparono al controllo della rosa, ma non riuscirono ad arrivare alle gote pallide che furono raccolte dalle dita del corvino che sorrideva, prima di essere trascinato sul letto dalle esili braccia della ragazza.
-Resta con me amore mio!- gli sussurrò in un orecchio la rosa prima di rifugiarsi tra le sue braccia ed essere coccolata da un caldo abbraccio.
La mattina dopo, quando Tsunade passò per il solito giro di visite, li ritrovò così, ranicchiati in quel letto troppo piccolo e avvolti in un caldo abbraccio, mentre un sorriso sereno ornava le labbra di entrambi.
-Sono fiera di te piccola mia!- disse osservando il volto della sua pupilla, prima di chiudersi la porta alle spalle e ordinare al personale di non avvicinarsi per nessuna ragione a quella stanza.



 
Scoprire la verità era stato un trauma, eppure non erano mai stati così uniti, così legati come in quel periodo, il loro rapporto era diventato come quest'albero su cui si era posato, solido e resistente, ma accogliente per entrambi e ricco di amore. Peccato che anche le cose più resistenti possano cadere e frantumarsi.



-Buongiorno Sakura-chan!- disse Naruto spalancando la porta e entrando con il suo sorriso contagioso accompagnato da Hinata con al seguito Ino e Yumi che erano passate per il solito giro di visite.
-Buongiorno ragazzi!- disse la rosa seduta sul letto sorridendo. Le faceva sempre piacere quando gli amici l'andavano a trovare.
-Ma ci sei anche tu teme!?- disse indignato il biondo accorgendosi della presenza dell'amico.
-Mmh- rispose l'Uchiha fingendosi infastidito. Amava quando quella porta si apriva e ne entravano i loro amici, gli piaceva la luce negli occhi della sua Sakura ogni volta che incrociava i loro volti o sentiva le loro voci.
-Devo ancora capire come fai a sopportarlo fronte spaziosa!- le disse la Yamanaka sedendosi accanto a lei sul letto -Posso capire che sia bravo a letto, ma ora che non potete fare niente non ti conviene lasciarlo?- concluse scoppiando a ridere e causando l'ilarità di tutti i presenti, esclusi i diretti interessati che si guardavano imbarazzati mentre le loro gote si tingevano di un intenso color scarlatto.
-No, non ditemelo!- disse Yumi guardando le espressioni dei due -Ino alzati da quel letto!- urlò non ottenendo risposta dai due.
-Yumi che ti prende?- le chiese la bionda non capendo il suo comportamento, ma un'occhiata glaciale del bel tenebroso le fece intendere che era meglio se avesse chiuso la bocca.
-Mmh niente niente...- disse massaggiandosi nervosamente il capo, ci teneva alla pelle.



Il pomeriggio passò tranquillo per i due fidanzati che in compagnia degli amici non si erano accorti dello scorrere del tempo.
-Mi piace quando passano gli altri, ma sono felice che finalmente se ne siano andati- disse Sakura facendo spazio sul letto all'Uchiha, che appena gli altri erano usciti aveva chiuso la porta a chiave.
-Quella Yumi è un po' troppo sveglia!- commentò Sasuke sdraiandosi al suo fianco e avvolgendola tra le sue braccia possenti.
-Non ci voleva molto a capirlo- rispose l'Haruno imbarazzata nascondendo il volto sul suo petto.
-Dovremo imparare a nasconderlo meglio- le disse in un sussurro cercando le sue labbra e regalandole un bacio ricco di passione e desiderio.
-Sei impossibile!- gli rispose lei, non appena le loro labbra si separarono per permettere ad entrambi di riprendere fiato.
-Mi sembra non ti sia mai dispiaciuto- le ricordò il ragazzo accarezzando la sua schiena nivea.
-Non ho mai detto questo- gli rispose sedendosi sopra di lui e posandogli un bacio sulla mandibola, causando l'ilarità del moro, che la strinse forte a se prima di riappropriarsi delle sue labbra ancora una volta.



-Sakura-chan!- chiamò il biondo entrando nella stanza della sua migliore amica.
-Non urlare dobe!- lo riprese Sasuke appoggiato alla parete.
-Dov'è Sakura-chan?- chiese tralasciando le parole dell'amico e concentrandosi sul letto vuoto.
-Sta facendo una visita- disse Kakashi seduto sul davanzale della finestra leggendo il suo libro preferito.
-Sensei!- lo chiamò Naruto, che entrando nella stanza non lo aveva notato.
-Sono arrivato poco fa, ma nemmeno io ho trovato Sakura in stanza- spiegò prima di ricevere troppe domande.
-È scesa due ore fa con quelle due oche delle sue amiche!- aggiunse l'Uchiha prevedendo le domande dell'amico.
Rimasero per un po' in silenzio finché non fu il biondo a prendere parola.
-È strano trovarci qui- iniziò con voce seria -Ho sognato così tante volte di trovarci noi tre in attesa di Sakura-chan, come un qualsiasi team, che non mi sembra vero- continuò senza osservare in faccia i due -Abbiamo lottato tanto per una normalità, che non ci è mai appartenuta, quando avremmo dovuto capirlo subito che la normalità non era per noi. Come potevamo essere normali noi, il ninja copia, l'ultimo Uchiha, la forza portante e la ragazzina indifesa? Eravamo il team peggio assortito secondo tutti. Eravamo diversi, eppure la forza e la determinazione ci hanno sempre accomunato. Ne abbiamo passate tante e siamo diventati una famiglia, quella che io non ho mai avuto, ma che ho ritrovato in voi. Abbiamo affrontato tante difficoltà, dall'abbandono di Sasuke- disse guardando il diretto interessato che si era irrigidito -alla continua battaglia per riportarlo a casa. Siamo sopravvissuti alla guerra e quando sembrava che finalmente avessimo raggiunto una pseudo tranquillità ecco che qualcosa ci sconvolge di nuovo- continuò ancora abbassando lo sguardo -Sono rimasto sconvolto quando ho sentito la storia che ci hanno raccontato Yumi e Ino, non pensavo che la nostra Sakura potesse portarsi dentro un tale male e che ce lo avesse nascosto per proteggerci, per permetterci di vivere una normalità che non ci è mai appartenuta. Inizialmente ci sono rimasto male, non avrei mai creduto che proprio lei potesse portarsi dentro un segreto così grande, che proprio lei che sognava da sempre di rivedere il team unito ci avesse tenuti all'oscuro della sua vita, ma riflettendo ho capito. È sempre stata troppo buona Sakura-chan, e posso affermare con orgoglio di essere felice di essere stato assegnato al team sette quel giorno di tanti anni fa, ma soprattutto sono orgoglioso di essere il migliore amico di una persona come lei! Del resto la tua furia omicida è servita a qualcosa!- concluse il biondo lasciando a bocca aperta gli altri due. Dopo un discorso così intenso solo lui poteva uscirsene con una frase del genere.
-Hai ragione Naruto!- disse Kakashi dopo essersi ripreso dallo shock -Ricordo che quando mi siete stati assegnati voi tre come allievi ho subito pensato che non avreste combinato un granché, del resto a prima vista eravate solo un ragazzino burbero e taciturno, il buffone della classe e la ragazzina svampita innamorata del più bello dell’accademia- disse ridendo ripensando a quei giorni
felici -Eppure con il tempo mi avete fatto ricredere e io sono stato orgoglioso di essere stato il maestro di tre leggende viventi come voi, di tre ragazzi eccezionali che nonostante tutte le difficoltà sono sempre stati uniti con lo spirito e con il cuore- continuò. Era difficile per un tipo come lui esternare tali sentimenti, ma sapeva di doverlo fare ora, perché probabilmente non ci sarebbe stato più un giorno così in futuro -Sono orgoglioso di tutto quello che siete diventati, del vostro coraggio e della vostra amicizia, perché se saremo uniti supereremo anche questo, e lo supereremo tutti assieme-
Sasuke li ascoltava in silenzio. Era strano sentire due come loro fare discorsi del genere, eppure era successo, per lei avevano messo a nudo i loro pensieri, anche se lei non era lì per ascoltarli.



Sakura stava risalendo in stanza con l'umore a pezzi. Nonostante fosse anche lei un medico sentirsi dire certe cose lasciava sempre l'amaro in bocca. Spinse la sedia a rotelle sulla quale era seduta lentamente fino alla sua stanza, cercando un modo per dire tutto al suo amore senza lasciargli l'amaro in bocca.
Si erano ripromessi di sostenersi a vicenda, ma aveva paura, paura che lui crollasse, paura che facesse qualche sciocchezza. Con la mente altrove arrivò alla sua stanza, stava per entrare quando da dietro la porta riconobbe la voce del suo migliore amico. Senza un preciso motivo rimase imbambolata dietro la porta ad ascoltare le loro parole, mentre a bocca aperta calde lacrime le rigavano le gote. Non avrebbe mai immaginato di significare tanto per le tre persone più importanti della sua vita.

Cercando di darsi un contegno aprì lentamente quella porta salvando l'orgoglio del suo amore.
-Sakura-chan!- le disse Naruto appena la vide correndo ad abbracciarla sotto lo sguardo contrariato dell'Uchiha.
-Naruto! Sensei!- disse cercando di fingersi sorpresa e regalando loro uno dei più bei sorrisi di cui era capace.
-Com'è andata?- chiese il moro non appena quel "dobe" del suo migliore amico lasciò respirare la sua Sakura.
La rosa prese un profondo respiro, non era pronta ad affrontare quell'argomento, ma doveva farlo ora, ora che erano tutti e tre al suo fianco.
Senza fiatare si avvicinò al letto, provando a sedervisi, ma riuscendovi solo con l'aiuto del sensei.
-È il caso di andare- disse poi osservando il biondo, ma fu trattenuto dalla ragazza che sorridendo scosse il capo.
-Vi conviene sedervi!- disse loro con un sorriso, ma nessuno l'ascoltò -Voi tre siete le persone più importanti della mia vita- iniziò osservando il sole che alto nel cielo illuminava il suo villaggio -In voi ho trovato un padre- disse posando lo sguardo sul sensei che sorrise a quelle parole -Un fratello- aggiunse posando lo sguardo su quel baka del suo migliore amico che la guardava sorpreso -Ed il mio unico amore- continuò spostando i suoi splendidi occhi smeraldini ad incontrare quelli d'onice del suo ragazzo che la guardava assorto, mentre una strana ansia si impossessava di lei -Siete la mia famiglia e voglio che siate i primi a saperlo-
A quelle parole i tre trattennero il respiro. C'era qualcosa che non andava nel suo tono di voce.
-Tsunade ha scoperto una cura. Esiste un intervento che potrebbe rimettermi in sesto-
-Ma è meraviglioso Sakura-chan!- la interruppe Naruto con un enorme sorriso sulle labbra, che si spense subito notando lo sguardo serio dell'amica.
-Però è molto rischioso. C'è il cinquantuno percento di possibilità che io non sopravviva- continuò vedendo i volti dei tre impallidire -Ed io ho deciso di farmi operare-
A quella notizia i tre si bloccarono. Non riuscivano a credere alle loro orecchie.
Rimasero immobili, fermi a osservare il volto scavato di quella che era una delle donne più importanti della loro vita, se non la più importante, quando sentirono la porta della stanza chiudersi violentemente.
-Ma...- disse il biondo non vedendo più l'amico di una vita al suo fianco.
-Va tutto bene Naruto-  gli disse la rosa notando il suo sguardo smarrito -Ha bisogno di digerire la cosa-
L'Uzumaki annuì era ancora sconvolto dalle parole dell'amica.
-Sei sicura Sakura?- chiese l'Hatake osservandola con il suo unico occhio visibile.
-Ci ho pensato a lungo sensei e si, sono convinta- disse sorridendo -Ogni giorno che passa io mi spengo lentamente. Il mio corpo sta marcendo. Non sono nemmeno più in grado di mettermi in piedi da sola- continuò con un sorriso amaro -Per questo ho deciso. Io voglio tornare a vivere, e se per farlo devo rischiare bene, affronterò il mio destino a testa alta-
-E se...- iniziò incerto Naruto non riuscendo neanche a pensare a quell'eventualità.
-Me ne andrò con il sorriso sulle labbra, perché nonostante la mia giovane età ho avuto una vita felice e tutto ciò che potevo desiderare. Vi chiedo solo una cosa prendetevi cura di Sasuke-
-Non dire assurdità!- la rimproverò l'Uzumaki -Tu ce la farai e noi torneremo ad essere il magnifico team sette-
-Hai ragione baka!- disse lei sorridendo mentre una lacrima sfuggiva al suo controllo.



Sasuke era corso via. Non riusciva a credere a ciò che aveva sentito. Lei, la sua Sakura, aveva scelto di farsi operare, di rischiare la vita, piuttosto che rimanere al suo fianco. Possibile che non le importasse più di loro due? Eppure poco prima l'aveva definito il suo unico amore, allora perché quella decisone.
Perché voleva abbandonarlo anche lei?
Seduto sul terrazzo dell'ospedale l'Uchiha era disperato. Non riusciva a togliersi le parole di Sakura dalla testa. Gli sembravano così sbagliate, così ingiuste.
-Lei non vuole abbandonarti!- gli disse una voce fin troppo nota risvegliandolo dai suoi pensieri -E non rientra nei suoi progetti futuri morire!- aggiunse per tranquillizzarlo -Ma devi capirla, più il tempo passa e più lei muore lentamente. Se c'è un modo affinché possa tornare quella di un tempo è normale che voglia provare, che sia disposta a rischiare pur di stare bene- continuò cercando di far ragionare il corvino -Non è stata una scelta semplice, anzi ci ha meditato sopra tantissimo, ma ormai è arrivata al limite, principalmente dopo i risultati degli ultimi esami-
A quelle parole il moro alzò il volto e si ritrovò ad incrociare due intensissimi occhi violacei che lo guardavano malinconici. Nemmeno per lei era semplice accettare quella decisone eppure...
-Sasuke- lo richiamò dolcemente -Sakura sta morendo, giorno dopo giorno e questo lo sai, lo sappiamo tutti. Lei ha semplicemente deciso di darsi una scadenza. Di non vivere più in bilico, ma di tornare o a terra o di cadere giù e noi non possiamo fare niente se non sostenerla e pregare che tutto vada bene- disse sospirando e guardando il cielo -Pensa alle mie parole Sasuke. Noi saremo
tutti al suo fianco, sta a te decidere se rimanerle vicino o abbandonarla ora.
Qualsiasi cosa farai lei la accetterà e lo sappiamo bene entrambi. Fa la scelta giusta però!- concluse, prima di sparire allo stesso modo in cui era arrivata.
L'Uchiha rimase a lungo lì a riflettere sulle parole di Yumi. Aveva ragione, dannatamente ragione, ma non poteva farci niente se era egoista, lui preferiva averla accanto in quello stato il più a lungo possibile piuttosto che perderla in un tentativo di stare bene, non poteva farci niente, era nella sua natura essere egoista.



Sakura guardava la luna alta nel cielo. Aveva passato tutto il pomeriggio a parlare prima con Naruto e il sensei, poi con Ino e Yumi. Di Sasuke non aveva visto neanche l'ombra, e anche se fingeva che andasse tutto bene non era così.
Ci era rimasta male. Sapeva che non avrebbe preso bene la sua decisione, ma addirittura sparire le sembrava esagerato. Lei per prima si era spaventata a quella notizia. Aveva dovuto rifletterci a lungo prima di decidere, ma le sembrava la cosa migliore. Del resto prima o poi sarebbe morta comunque e non erano vere le parole dette da Naruto. Il team sette non sarebbe tornato, perché
lei non sarebbe sopravvissuta, lo sapeva anche se fingeva di avere ancora una speranza. Il suo cuore stava troppo male, non sarebbe sopravvissuta, ma le sarebbe piaciuto passare i suoi ultimi giorni con lui. Peccato che non sempre tutto va come si vorrebbe.



 
Erano rimasti travolti da quella tempesta e nulla sembrava poterli risollevare, finché un piccolo raggio di luce illuminò i resti di quell'albero riportando un po' di speranza, che troppo presto venne travolta dalla burrasca.



I giorni passavano e lentamente era giunta la data dell'intervento. Da quel pomeriggio Sakura non aveva più visto Sasuke e ormai si stava abituando alla sua assenza. Sapeva che era meglio così, che se non ci fosse stato avrebbe sofferto di meno, eppure egoisticamente ogni qualvolta la porta si apriva sperava di vedere i suoi stupendi occhi neri che tanto l'avevano incantata.
-Allora Sakura, ti senti pronta?- le chiese Kakashi seduto su una sedia accanto al suo letto distraendola dai suoi pensieri.
-Certo!- rispose la rosa mascherando una vena di preoccupazione -Non vedevo l'ora che arrivasse questo giorno!-
-Non mentire Sakura!- la riprese l'uomo guardandola con il suo unico occhio visibile così simile a quello di lui.
-Non nego di aver paura!- iniziò con voce incerta -Ma preferisco andare lì dentro e non uscirne più piuttosto che vedermi morire giorno dopo giorno-
L'Hatake la guardò attentamente prima di sospirare. Aveva sempre sospettato che quel giorno fosse stata ottimista, e ora ne aveva avuto la conferma.
-Quante probabilità ci sono che tu sopravviva? E stavolta non mentirmi!- le disse con sguardo stanco.
-Come ha capito che mentivo?- chiese Sakura non riuscendo a dare ancora la risposta che le era stata chiesta.
-Ti conosco Sakura. Ho capito subito che mentivi quel giorno, ma non ho fiatato per non sconvolgere ulteriormente quei due, ma ora ho bisogno di sapere. C'è almeno una possibilità che tu esca viva da lì?-
Sakura rimase in silenzio. Come al solito lui aveva capito tutto e le era rimasto accanto ugualmente. Si meritava una risposta.
-L'ottantanove percento- disse in un sussurro -C'è l'ottantanove percento di probabilità che io non sopravviva all'intervento-
Kakashi la guardò, leggendo nei suoi occhi tutta la disperazione che provava e senza dire una parola l'abbracciò. Fu un abbraccio caldo, rassicurante, pieno di sorrisi e parole mai dette, fu l'ultimo abbraccio tra un padre ed una figlia.



Sasuke si era rintanato in casa. Da quel maledetto giorno non era più uscito di casa se non per fare la spesa. Voleva stare da solo. Si sentiva egoista, ma aveva bisogno di riflettere. Come ogni giorno si era alzato presto quella mattina e dopo l'abituale doccia stava scendendo a pranzare quando avvertì una presenza nel suo salotto.
-Com'è entrato?- si limitò a chiedere.
-Hai lasciato la finestra aperta- rispose indicando la sua entrata.
-Cosa ci fa qui?- chiese iniziando a preparare la sua amata insalata di pomodori.
-Devi andare da lei Sasuke!- gli disse senza girarci troppo intorno -Tra qualche ora entrerà in sala operatoria e potresti non rivederla mai più!- disse usando il condizionale, anche se non ve n'era bisogno.
Ma l'Uchiha non rispondeva.
-Non te lo perdoneresti mai se non riuscissi neanche a dirle addio! Pensaci Sasuke!- gli disse, prima di sparire in una nuvola di fumo, come era solito fare quando loro erano ancora dei genin e tutto andava bene.
Sasuke rimase con il coltello in mano a riflettere. Gli era parso strano Kakashi. Non era da lui una cosa del genere, sembrava come se volesse dirgli qualcosa, ma cosa?
Ci aveva pensato a lungo. Più di una volta sarebbe voluto correre da lei, ma l'orgoglio lo fermava. Con che faccia si sarebbe potuto ripresentare proprio il giorno dell'intervento?  Poi le parole dell'Hatake gli tornarono in mente "Non te lo perdoneresti mai se non riuscissi neanche a dirle addio" . Più ci pensava e più non gli piacevano quelle parole.



-Allora fronte spaziosa sei pronta?- chiese Ino entrando nella stanza dell'amica per gli ultimi controlli.
-Ti dirò che non vedo l'ora di entrare e togliermi questo peso!- rispose la rosa con un sospiro stanco. Quella settimana era passata così in fretta che non le sembrava vero che finalmente fosse arrivato il grande giorno.
Ino la guardò pensierosa sedendosi al suo fianco sul letto con sguardo malinconico.
-Io, invece, speravo non arrivasse mai- ammise senza riuscire a guardare negli occhi l'amica -Eh che non trovo giusto che quando entrerai in quella stanza molto probabilmente io perderò la mia migliore amica- continuò cercando di trattenere le lacrime -Lo so che sono egoista è che non riesco ad immaginare la mia vita senza di te!-
-Oh Ino!- la chiamò affettuosamente la rosa stringendola tra le braccia -Tu non mi perderai mai! Anche se non sarò più con te fisicamente il mio ricordo resterà sempre al tuo fianco se lo vorrai e quando avrai voglia di parlarmi ti basterà chiudere gli occhi e pensarmi, e io sarò con te, sempre!-
Le due amiche stettero così abbracciate per molto tempo, traendo forza l'una dall'affetto dell'altra come quando erano bambine, finché il rumore di una porta che si apriva non le riportò alla realtà, rivelando l'ultima persona che le due si aspettavano di vedere.
-Ora vado!- iniziò Ino asciugandosi una lacrima ribelle -Ti passo a prendere tra mezz'ora!- aggiunse prima di lanciare uno sguardo pieno di tristezza al ragazzo che era appena entrato, uscendo dalla stanza.
Rimasti soli i due stettero in silenzio a lungo. Nessuno dei due aveva il coraggio di aprire bocca, finché non fu proprio il corvino a parlare.
-Oggi è il giorno decisivo!- disse con voce neutra osservando il profilo dell'unica persona che era stata in grado di entrargli dentro e che l'aveva aiutato a capire cosa voleva dire amare, facendosi strada silenziosamente nel suo cuore senza averlo mai abbandonato.
Sakura si limitò ad annuire. Non credeva che lui sarebbe arrivato per lei.
Sasuke di conseguenza non sapeva che dire. Non era mai stato bravo a parole e sperava che lei l'avrebbe aiutato come sempre, invece se ne stava lì con occhi lucidi a osservare le sue mani intrecciate, senza dire una parola.
-Sakura, io...- provò a dire, non sapendo nemmeno lui che cosa, ma si interruppe vedendo che la ragazza lo stava invitando a stendersi con lei come aveva sempre fatto per non lasciarla sola.
Rimase qualche secondo interdetto prima di assecondarla, non sapeva perché ma il suo brutto presentimento era sempre più forte.
Lei lo accolse al suo fianco adagiandosi tra le sue braccia che l'avvolsero saldamente. Quanto era mancato ad entrambi quel contatto.
Rimasero abbracciati a lungo, senza dire niente, godendosi quella stretta che tanto avevano bramato, finché la porta non si aprì di nuovo lasciando intravedere due figure ben note.
-È ora!- disse Yumi con un sorriso amaro, mentre Ino tratteneva le lacrime.
Sakura le guardò un attimo acconsentendo prima di incrociare gli occhi con quelli dell'Uchiha e posargli un casto bacio sulle labbra che lo lasciò interdetto.
-Ti amerò sempre Sasuke Uchiha!- gli disse prima di essere portata via da lui che la guardava con occhi increduli, mentre una fitta gli travolse il cuore.
Fuori dalla stanza Sasuke rimase sorpreso. C'erano tutti. Erano tutti lì per lei.
Yumi che piangeva tra le braccia di Kiba.
Ino che singhiozzava, mentre Shikamaru cercava di tranquillizzarla.
Tenten che cercava di trattenere i singhiozzi mentre Neji la stringeva a se per consolarla.
Lee e Gai sensei che piangevano come due fontane.
Kurenai sensei stringeva il suo bambino cercando di dimostrarsi forte.
Shino osservava impassibile la scena, ma sulle sue labbra era dipinto un sorriso amaro.
Hinata aveva le lacrime agli occhi e cercava conforto tra le braccia del fidanzato, peccato che lo stesso Naruto aveva perso il sorriso.
E poi c'era Kakashi che non faceva altro che guardare la porta dietro la quale era sparita Sakura, come per riuscire a vedere ciò che vi accadeva all'interno.
Sasuke li guardò uno ad uno, senza sapere perché fossero così disperati, era un intervento difficile, ma c'erano buone probabilità che ne uscisse viva.
-Ahhhh basta!- urlò d'un tratto Naruto -Sakura sta per guarire non dovremmo essere tristi!- continuò sorridendo con il suo solito sorriso.
A quelle parole tutti lo guardarono a bocca aperta, solo l'Hatake sospirò invitando a sedere al suo fianco i suoi due allievi.
-Sarebbe dovuto rimanere un segreto per tutti, ma qualcuno non ha saputo tenere la bocca chiusa!- iniziò l'uomo lanciando un'occhiata a Ino e Yumi che in quel preciso istante sarebbero volute sparire sotto metri di cemento -Invece a quanto pare è rimasto un segreto solo per voi, e forse è stato meglio così-
Sasuke e Naruto si guardavano senza capire, mentre una strana ansia li divorava. Quel brutto presentimento non voleva proprio andar via.
-Vedete Sakura non vi ha detto esattamente la verità- iniziò sospirando e tornando a guardare quella porta -L'intervento non è così semplice come vi ha fatto credere- aggiunse senza riuscire a guardarli.
-Che sta dicendo?- chiese Naruto, mentre il fratello di una vita aveva lo sguardo vuoto, perso a quei pochi attimi che era stato con lei, a quel ti amerò per sempre che gli sapeva di addio...
-Non ce la farà- dichiarò sentendo un grande vuoto travolgerlo.
-Ci sono pochissime probabilità che ce la faccia!- svelò il copia ninja facendo cadere ulteriormente a pezzi il cuore dell'Uchiha.
Lei lo amava, ma aveva scelto di abbandonarlo.



 
Il vento gli sferzò i capelli riportandolo a ciò che lo circondava, a quel bellissimo prato. Sarebbe stato in un luogo come quello che lei avrebbe voluto passare l'eternità.



Era stata una cerimonia semplice, come semplice era sempre stata lei. Tutto il villaggio e anche i rappresentanti delle cinque terre erano presenti.
Tutti si erano riuniti davanti a quella pietra per ricordare la scomparsa di quella giovane ragazza che con un sorriso era entrata nel cuore di tutti, quel medic ninja che con le sue arti aveva salvato la vita a ognuno di loro almeno una volta, di quella ragazzina che in soli due anni si era trasformata da bambina piagnucolona a donna forte, sannin leggendario.
Kakashi era silenzioso, non era riuscito a proferire una parola. Non riusciva a credere che la sua piccola Sakura fosse volata in cielo. Nonostante ciò la sua attenzione era rivolta completamente ai suoi due allievi che con un fiore tra le mani osservavano il volto della loro compagna in foto, senza riuscire ad abbandonare quell'espressione di vuoto che regnava nei loro occhi.
Senza rendersene conto un sospiro uscì dalle sue labbra, mentre con passo lento e trascinato si avvicinò ai due. Aveva fatto una promessa a Sakura e non poteva infrangerla.
Senza farsi sentire giunse alle loro spalle e posò una mano tra i loro capelli, come in quella vecchia foto di quando erano solo dei dodicenni.
-Sarà difficile senza di lei, ma non potete buttarvi giù, lei non vorrebbe vedervi così. So che fa male immaginare la vostra vita senza il suo sorriso, ma lei non vi ha abbandonato, sarà sempre al vostro fianco. So che fatto da me un discorso del genere è assurdo, ma è la verità ed è stata proprio lei a farmelo capire- disse osservando quel sorriso gioioso nella foto -Dovete essere forti e vivere anche per lei. Lei vi ha amato con tutta se stessa. Eravate i suoi punti fermi, suo fratello e il suo compagno di vita, ed anche se vi ha nascosto la verità vi ha sempre amato- aggiunse prima di infilare una mano nel kimono nero che indossava, estraendone una lettera e porgendola a Sasuke -Questa è da parte di Sakura. Mi ha pregato di dartela in caso le cose non fossero andate come voleva-
Sasuke strinse tra le sue mani quella busta bianca senza dire una parola.
Tutti i presenti avevano volto almeno una volta lo sguardo su di lui e si erano sorpresi non poco di vederlo ridotto in quello stato. Lui, uno dei tre sannin, l'ex nukenin di classe S, era distrutto, sembrava un corpo senza vita, con due occhi vuoti puntati verso quelli in foto della ragazza che aveva sempre amato e che troppo presto aveva perso.
Sasuke era perso in un mondo tutto suo nel quale rivedeva tutti i momenti passati con lei, dal primo incontro in accademia a quell'addio agrodolce che aveva compreso troppo tardi. Stava male, e anche se cercava di non lasciarsi andare, erano chiare nei suoi occhi tutte le emozioni che provava.
Chiunque gli passasse accanto gli posava una mano su una spalla per consolarlo, una mano che il ragazzo avrebbe voluto strappare a colpi di chidori. Non sopportava quella commiserazione che tutti gli mostravano.
Rimase davanti quella lapide a lungo, aspettando qualcosa che molto probabilmente non sarebbe mai avvenuto, finché non si riscosse, ricordandosi della lettera che stringeva tra le dita.
Con una strana esitazione decise di aprirla e subito un dolce profumo di ciliegie lo travolse. Aveva sempre amato il profumo della sua pelle.
Silenziosamente accarezzò quel foglio, riconoscendo subito la sua grafia delicata, anche se leggermente tremante e cominciò a leggere.



Sasuke
Se stai leggendo questa lettera vuol dire che non potrò più essere al tuo
fianco. Mi dispiace di averti lasciato così, di non averti detto la verità sul

rischio dell'intervento, ma non potevo. Ero certa che tu e Naruto avreste fatto
di tutto per farmi cambiare idea, e io non potevo farlo. Ti ho sempre amato e
lo sai, e nonostante mi faccia male avere la completa certezza di doverti
abbandonare sappi che non sarai mai solo. Io ti sarò sempre accanto se lo
vorrai. Vivrò nei nostri ricordi e nei piccoli gesti quotidiani. Continuerò a
vivere in te, sempre.
Ti amo Sasuke, e non potrebbe essere altrimenti, ma tu devi andare avanti.
Devi rifarti una vita senza di me, devi lasciare che la cicatrice che ho
lasciato nel tuo cuore guarisca. Forse ci vorrà tempo, forse no, questo non mi
è dato saperlo, ma tu devi lottare, devi lasciare che le persone che ti
vogliono bene guariscano quella cicatrice.
Vivi amore mio, fallo anche per me e sii felice.
Ti amerò sempre
Sakura


Una lacrima rigò il suo volto. Non aveva più pianto dopo la morte dei suoi genitori e ora arrivava lei e lo distruggeva, gli entrava dentro e senza far rumore, dopo averlo riempito d'amore, lo abbandonava.
Non sapeva più che fare.
Le sue parole l'avevano distrutto, gli avevano scavato dentro, ma quello che gli aveva chiesto era impossibile. Come poteva amare senza di lei? Come poteva stare bene senza lei che era la cura ad ogni suo male?
Non sapeva cosa fare, aveva bisogno di pensare, di stare solo, senza vedere ad ogni angolo sguardi di commiserazione e falsi sorrisi.
Rimase a lungo davanti a quella foto, prima di prendere una decisione.
Ora sapeva cosa fare...


 

Era fuggito per non soffrire, per cercare di scappare dal dolore che gli lacerava il corpo e lo spirito. Quel maledetto villaggio gli aveva strappato ogni cosa, prima gli donava la felicità e poi se la riprendeva con gli interessi. Sorrise inconsciamente a quel pensiero. Lei era la sua felicità, che senso aveva la sua vita senza di lei? Come poteva essere felice se in tutta la sua vita lo era stato solo con la sua famiglia e con lei?
Si posò stancamente una mano sugli occhi, mentre il vento non accennava a diminuire, rendendo ancora più forte quel profumo che sapeva di lei e in quel momento una constatazione nacque nella sua mente...

Naruto e Kakashi erano in viaggio da alcune ore. Non sapevano perché ma avevano paura, una fottuta paura che lui facesse qualche stronzata.
Corsero a lungo prima di giungere in una radura nel cui centro vi era un enorme albero di ciliegio. Stavano per oltrepassarla, i loro cuori ancora sanguinavano per la perdita della loro Sakura, ma un dettaglio attirò l'attenzione del biondo, che senza aspettare l'Hatake si avviò ai piedi di quell'enorme albero e rimase pietrificato. Subito dopo di lui giunse Kakashi.
Inizialmente si sorprese nel vedere il suo ex allievo pietrificato che osservava un punto davanti a se. Senza capire volse anche lui lo sguardo in quel punto e in quel momento il suo occhio si spalancò.
Davanti a loro, in una pozza di sangue stava l'ultimo degli Uchiha. Il corpo pallido era adagiato tra le radici dell'albero, mentre alcuni fiori di ciliegio posavano sul suo petto. Il volto stanco era illuminato da un leggero sorriso, mentre la mano stringeva a se un foglio bianco.
Lentamente l'Hatake lo raccolse e riconobbe la scrittura dell'allieva. La lesse lentamente, mentre un sorriso amaro gli incurvava le labbra leggendo l'ultima frase scritta da una grafia diversa, decisamente maschile.4
-Andiamo a casa Naruto!- disse risvegliando l'ultimo dei suoi allievi dalla trans in cui era caduto, e riadagiando quel foglio bianco tra le mani dell'allievo.
-Perché?- chiese Naruto con un filo di voce.
-Si amano e ora sono insieme- rispose il sensei alzando lo sguardo al cielo, imitato dal ragazzo sul cui volto si dipinse un sorriso immaginando due figure che dal cielo lo guardavano tenendosi per mano.
-Presto ci rincontreremo!- sussurrò -E finalmente il team sette sarà di nuovo unito!- e dicendo ciò ritornò sui suoi passi seguito dal maestro, mentre una risata cristallina risuonava nelle loro orecchie...




 
"Ho amato fino alla follia,
 ma ciò che gli altri chiamano follia
per me è l'unico modo di amare."
Francoise Segan

 
 
 
 
 
 
 
NOTE:
 
1. Sasuke che lava i piatti non è una scena presente nell’immaginazione collettiva, però mi piaceva come idea, anche perché sulla sua infanzia non si sa poi molto, quindi ho immaginato che fosse una sua abitudine aiutare la madre a fare i piatti per stabilire una sorta di contatto con lei e che provi a fare una cosa del genere anche con Sakura.
2. Gli abiti indossati da Sakura in questo frangente sono dei giorni nostri, ma per motivi di trama li ho inseriti nella fic, spero non guastino.
3. Non sono un’esperta di malattie, quindi ciò che accade nella storia è puramente frutto della mia mente.
4. La frase che Sasuke inserisce a fine lettera ho scelto di non renderla nota perché sarebbe dovuto rimanere un segreto tra i membri del team 7.
Ultima, ma non meno importante nota, anzi forse è la più importante.
Nel corso della OS il personaggio di Sasuke a volte è OOC, ma c’è una spiegazione secondo me più che valida. Kishimoto non ci ha mai mostrato un Sasuke innamorato, e io trovo che i sentimenti siano qualcosa di estremamente complesso, quindi ho cercato di rendere Sasuke al meglio, come ho immaginato si sarebbe comportato. Non so se ci sono riuscita, ma spero di non essere andata completamente fuori dal personaggio.
 
 
  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: karter