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Autore: Mad_Dragon    31/05/2014    0 recensioni
[promessi sposi]
[Promessi Sposi]
Tratto dalla storia:La peste imperversava da mesi a Milano. Mieteva vittime in ogni strato sociale, dai nobili, che erano scappati nelle campagne per evitare la malattia, al popolo, che non aveva più di che sfamarsi, ai poveri, che morivano a centinaia sui bordi delle strade. Nessuno si curava dei morti. Pochi si curavano dei vivi. Il popolo era caduto preda della follia e dell'irrazionalità."
Peronaggi: turpe monatto, Cecilia, Madre di Cecilia, Nuovo Personaggio.
Genere: Angst, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Promise me
 
La peste imperversava da mesi a Milano. Mieteva vittime in ogni strato sociale, dai nobili, che erano scappati nelle campagne per evitare la malattia, al popolo, che non aveva più di che sfamarsi, ai poveri, che morivano a centinaia sui bordi delle strade. Nessuno si curava dei morti. Pochi si curavano dei vivi. Il popolo era caduto preda della follia e dell'irrazionalità. Nessuno si fidava più del prossimo, anzi, chiunque poteva diventare la valvola di sfogo dell'ira e del malcontento della gente. Eppure, erano stati avvertiti. Lodovico Settala l'aveva fatto ma era stato ignorato dai governatori spagnoli. Se non l'avessero fatto, magari ora non si sarebbero trovati in quella situazione. Ma ciò che è fatto, è fatto e nessuno può riscrivere il passato.
Di questi avvenimenti nessuno si cura, tantomeno un turpe monatto. Da quando le autorità avevano riaperto il lazzaretto, questo monatto non faceva altro che raccogliere corpi privi di calore e di anima e prelevare persone che stavano per diventare vuote. Sembrava che niente potesse turbarlo, né muoverlo a compassione. Ma tutti, lui compreso, dovettero ricredersi un giorno di fine agosto del 1630. Quel giorno, infatti, il monatto aveva iniziato il suo giro per la città raccogliendo i corpi degli appestati. Ad un certo punto si ritrovò di fronte ad una casa da cui uscì una donna di una bellezza delicata, ma con i segni della malattia ben evidenti sul viso. Portava in braccio una bambina che dimostrava non più di nove anni, morta. La bambina indossava un abito bianchissimo e portava i capelli ben divisi. Il monatto fu impietosito da quelle due figure. Sembrava una bambina che si stava preparando per una festa bellissima, una festa promessale da una vita. Allungò una mano per prendere la bambina, ma la madre lo fermò dicendogli:"No! non me la toccate per ora; devo metterla io su quel carro: prendete.". Allungò una borsa con delle monete. Il monatto l'accettò e si fece da parte. La donna, dopo avergli fatto promettere di non toccare il corpo della bambina, la posò sul carro e le disse addio. Il monatto risalì sul carro e guardò la madre della bambina andarsene, poi spronò i cavalli in direzione del lazzaretto.
Arrivato in quel luogo che sapeva di morte e di abbandono, il monatto prese il corpo della bambina e, sorreggendolo nello stesso modo in cui aveva fatto la madre, entrò in quella costruzione. Sapeva che era pericoloso entrare lì dentro, ma sentiva che non poteva sottrarsi a quel compito. Cercò un frate e, dopo una lunga ricerca, ne trovò uno che rispondeva al nome di padre Angelo. Gli espose la sua idea e il frate accettò. Si diressero verso un piccolo pezzo di terra sul retro della struttura. Il monatto scavò una fossa abbastanza profonda e vi ripose il corpo della bambina avvolta in un pezzo di mantello trovato prima. Il padre benedì il corpicino e aiutò il monatto a ricoprire la tomba della bambina. Piantarono una piccola asse di legno con inciso sopra il nome della bambina. "Addio Cecilia, che tu possa riposare n pace. Non aver paura, nel posto in cui stai andando troverai tantissime altre persone. Non sentirti sola; presto arriverà anche tua madre." dette queste parole, il monatto lasciò il lazzaretto per assolvere al compito che da lì a qualche giorno lo avrebbe portato alla morte. Si narra che abbia sussurrato a coloro che l'assistevano: "Cecilia, aspettami, sto arrivando..."
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Allora... due parole su questo racconto:
- è nato così, senza un preciso motivo. Mi tormentava la figura del monatto quindi mi sono detto che prima o poi avrei scritto qualcosa su di lui.
- la figura di padre Angelo l'ho inventata io. In un primo momento avevo deciso di mettere padre Cristoforo, ma poi ho cambiato idea.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci conto. Un saluto a tutti
Rovo_sama
   
 
  
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