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Autore: Smora    31/05/2014    3 recensioni
Una storia come ce ne sono tante, dove nonostante tutto le due anime si incontrano, dando vita ad un universo diverso ma sempre uguale.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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All'angolo più estremo della galassia del Nord la luce era solo un miraggio lontano, qualcosa che si poteva ammirare solamente nei sogni migliori, oppure rappresentava il riflesso di quello che era stata la vita vissuta nel resto della galassia. In quel luogo di buio perenne e di freddo spietato la vita non sembrava essere in grado di germogliare. Non esisteva vegetazione o fauna selvatica, le uniche forme di vita erano alieni variopinti che andavano e venivano dalla base spaziale donando morte, disperdendosi per l'universo e portando con loro un po del buio che albergava in quella terra desolata.

In quegli anni sul pianeta era diventata decisamente qualcuno. Era stata catturata per diventare una prostituta o nel migliore dei casi una schiava, ma la fortuna l'aveva assistita e durante la deportazione era riuscita a disattivare l'apertura delle porte e degli allarmi provocando la rivolta degli schiavi presenti sulla navicella. Tuttavia la ribellione durò pochi attimi e il comandante in carica rimase piacevolmente sorpreso nell'appurare che fosse stata una giovane donna a manomettere i vari marchingegni, così arrivata sul pianeta Frost21 era stata portata nei laboratori, dove grazie alla sua proverbiale genialità era riuscita a farsi conoscere dallo stesso Freezer, che le aveva conferito l'immunità che veniva concessa agli scienziati; nessuno sul pianeta aveva il permesso di violarla o ucciderla.

L'incontro era avvenuto in uno dei laboratori tecnici. Lui aveva rotto il suo scouter nell'ultima missione ed era sceso per farselo sistemare. Appena entrato nella stanza avevano tutti sollevato il capo e l'avevano seguito con lo sguardo, Vegeta era infatti uno dei guerrieri più temuti e conosciuti dell'intera galassia. Lei invece era rimasta china sui suoi calcoli, imprecando a bassa voce sopra ad un'equazione che non voleva risolversi e aveva sollevato la testa solamente quando aveva visto un'ombra sul foglio.

-Spostati immediatamente razza di imbecille, se mi copri la luce non riesco a vedere niente!

Vegeta era rimasto ammutolito per un secondo, poi l'aveva afferrata per il bavero portandola ad un centimetro dal proprio naso.

-Come osi donna rivolgerti a me in questo modo?

Nessuno ebbe il coraggio di fiatare, solamente Sug, il vecchio scienziato dalle sembianze feline accorse. Era il decano di quel luogo e forte della sua posizione prese la parola e con voce tremante tentò di salvare la giovane scienziata.

-Vi prego Principe Vegeta, questa terrestre non sapeva chi voi foste! Vi prometto che non vi mancherà più di rispetto.

Vegeta allentò un po la presa e la depose nuovamente a terra.

-E così saresti una terrestre?!...Cosa ci fa una donna di una specie così inutile come la tua in uno dei laboratori migliori della galassia?

-Perché sono ovviamente molto intelligente- disse massaggiandosi la gola ma guardandolo dritto negli occhi.

-Le assicuro principe che ha una mente veramente vivace e acuta, siamo rimasti molto stupiti da quello che sa fare, tutti sul pianeta la conoscono, perfino Freezer ha riconosciuto il suo talento.

-Se sei davvero così brava immagino che non avrai problemi a riparare il mio scouter - disse porgendole l'oggetto.

-Che problema ha?

-Se sei così intelligente come dici di essere sarai in grado di individuare il guasto e ripararlo senza che io ti dica nulla.

Afferrò lo scouter e lo aprì sul tavolo, mentre tutti gli altri scienziati ripresero il loro lavoro.

-Sembra che il tuo rilevatore abbia il radar fuori uso...

-...lo voglio pronto entro un'ora!

-Stai scherzando vero?...posso ripararlo in quindici minuti, ho il pezzo di ricambio proprio qui!- frugò con le mani in un cassetto da cui estrasse un altro scouter da cui prese il minuscolo microchip che le serviva, e con abili mosse lo saldò all'interno del marchingegno dalla lente rossa.

-Ecco fatto disse tendendogli l'oggetto.

Il principe prese lo scouter, lo posizionò all'orecchio e dopo averne constatato la funzionalità le voltò le spalle e uscì dai laboratori senza dire una parola.

-Quindi quella specie di antipatico sarebbe il principe Vegeta? - disse la giovane rivolgendosi al vecchio Sug.

-Si mia cara, e ti assicuro che con lui non è proprio il caso di scherzare. La prossima volta che lo incontri ti consiglio di tenere a freno la lingua, gli scoppi d'ira di Vegeta sono noti a tutti, sarebbe capace di ucciderti nonostante la tua immunità. Tuttavia sembra che al principe gli scienziati piacciano abbastanza.

-Davvero a quella specie di scimmia interessa qualcosa che non sia il sangue?...mi sorprende!Vuoi forse dire che magari sa anche contare?

-Il principe Vegeta è molto colto per lo standard dei guerrieri. All'età di sei anni è stato ceduto a Freezer e per i successivi venti ha vissuto sotto il suo stretto comando. Ma prima, essendo nobile di nascita, pare che abbia studiato le basi di astronomia, fisica e matematica, materie che normalmente i guerrieri non sanno nemmeno cosa siano.

-E così finalmente incontro una scimmia colta!

-Stai attenta Bulma o rischi punizioni molto peggiori della morte.

-Certo Sug, mi stavo solo sfogando un po', ti prometto che sarò più cauta.

 

In realtà Bulma non era stata più cauta, nonostante ci avesse sinceramente provato. I guerrieri riuscivano a mandarla in bestia e lei aveva una bassissima dose di autocontrollo. Quando si arrabbiava andava su tutte le furie, e la sua ira era esplosa alla centrale di smistamento delle navicelle, quando era stata chiamata per riparare l'ennesimo malfunzionamento.

-Certo che non funziona scimmia troglodita! Hai preso a pugni il pannello di controllo, come credi che possa funzionare?

-Con chi credi di parlare donna? Io non sono uno degli omuncoli che vivono sul tuo pianeta, e non mi faccio scrupolo di schiacciarti come un moscerino!- gridò Radish sul punto di esplodere di rabbia.

-Quindi vorresti uccidermi?...e dimmi sai far altro oltre a combattere e ad uccidere?

Radish rimase muto qualche momento non sapendo bene cosa rispondere. Quella donna aveva il potere di spiazzare anche il Sayan più feroce. L'assassinio degli scienziati non era visto di buon occhio sul pianeta, vista la scarsità di menti colte in circolazione e sommato al fatto che avesse l'immunità conferita dal tiranno, le sole armi che Radish possedeva erano spuntate davanti al suo cospetto. Tuttavia il desiderio di colpirla fu talmente violento che il braccio venne fermato a mezz'aria dall'arrivo di Napa, mentre la scienziata tentava di ripararsi rannicchiandosi su se stessa.

-Piantala Radish, non sei nemmeno in grado di farti rispettare da una donna!

-Quella viscida puttana mi ha insultato, e merita una punizione!

-Beh, se non sei in grado di farti rispettare nemmeno da una donna senza alzare le mani meriti di essere insultato.

Radisch dovette ingoiare l'amaro boccone mentre sapeva che gli altri stavano sghignazzando alle sue spalle. Napa gli era di molto superiore, e qualunque ulteriore discussione l'avrebbe portato solamente a ritrovarsi con un paio di lividi in più e qualche dente di meno.

-E tu donna non dimenticare che hai a che fare con dei guerrieri.

Bulma si ricompose, e mostrando di nascosto la lingua a Radish si incamminò verso l'interno della base.

Vegeta intanto aveva osservato da lontano l'intera scena.

 

Quella donna lo incuriosiva. Era sufficientemente pazza da insultare un guerriero che per quanto di infimo livello era sicuramente infinitamente più forte di lei. Questa forza di carattere non doveva essere dettata solamente dall'immunità, infatti i pochi scienziati che avevano questo privilegio non si azzardavano nemmeno ad alzare lo sguardo sui miseri soldati di guardia, figuriamoci poi su un Sayan.

-Cosa sai di quella donna?-chiese a Napa durante il pasto.

-Chi? la Terrestre?

-Si, parlo di lei!

L'uomo si grattò la testa pelata come a ricercarci dentro qualcosa.

-So che ha escogitato qualcosa ma non so bene cosa, e per questo le hanno conferito l'immunità. Si occupa personalmente dell'astronave imperiale ed è lo stesso Freezer a riceverla quando deve comunicarle qualcosa.

-Vuoi dire che Freezer la riceve personalmente?- chiese sbalordito. Era cosa cognita infatti che il tiranno conferisse solamente con i guerrieri di più alto rango, per tutte le faccende di ordine tecnico invece mandava uno dei suoi subalterni.

-So che durante la tua ultima missione su Navarra è partita con lo stesso Freezer per diversi giorni, ma non so né per quale motivo né per dove.

-Probabilmente è diventata la puttana personale del lucertolone e l'immunità le è stato conferito per le sue doti a letto. - si intromise Radish biascicando per il molto vino bevuto.

“Quella poteva essere una spiegazione” pensò Vegeta, nonostante la cosa non lo convincesse completamente. Lei era troppo spavalda per essere finita sotto alle grinfie di Freezer, e sopratutto non ne mostrava i segni sulla pelle.

-Posso sapere perché ti interessi tanto alla Terrestre? - Chiese Napa curioso, interrompendo i suoi pensieri.

-Non dire assurdità!Non mi interessa nessuno oltre a me stesso. Per quanto mi riguarda perfino voi potreste morire, e devo ammettere che a volte la cosa non solo non mi dispiacerebbe ma mi migliorerebbe la giornata. - e dicendo questo osservò specialmente Radish.

 

 

Era uscita dai laboratori come al solito per ultima, ed ora si stava incamminando veloce per raggiungere il prima possibile la piccola stanza che le era stata concessa. Nonostante le luci al neon che illuminavano pesantemente quei corridoi, c'era sempre qualche ombra buia che la inquietava nel breve tratto che doveva fare ogni sera. Ogni volta si riprometteva di uscire insieme agli altri, e ogni volta finiva per rimanere da sola piegata sui calcoli.

Aveva camminato spedita e finalmente aveva iniziato a intravedere la porta di metallo della sua cella e involontariamente le era scappato un piccolo sospiro di sollievo. Aveva ancora le dita pronte sul pannello di apertura, quando una mano guantata la afferrò per il polso. Un piccolo urlò di terrore le sfuggi dalle bocca, ma l'uomo che l'aveva appena agguantata si premurò presto di tapparle anche quella.

Chiuse gli occhi istintivamente e provò invano a divincolarsi, ma la voce che le arrivò dalle spalle direttamente sussurrata dentro all'orecchio la fece gelare, bloccando ogni suo muscolo.

-Ho deciso che forse mi puoi essere utile!

L'aveva riconosciuto subito. Aveva quindi preso coraggio e si era calmata. La mano che le premeva forte sulle labbra era stata tolta e ora lentamente si era voltata per guardarlo dritto negli occhi.

Lui le aveva fatto un cenno e si era fatto seguire lungo la base spaziale.

Avevano camminato a lungo ed erano scesi in silenzio fino al livello più infimo della costruzione, un luogo dove Bulma non aveva mai messo piede. Poi si erano trovati davanti ad un grande portone metallico che si era aperto automaticamente dopo che l'uomo aveva digitato il codice d'accesso.

Davanti a lei si era aperto un spazio grande, delle dimensioni di una palestra, con il tetto a cupola e le pareti di metallo totalmente spoglie.

-Allora?Posso sapere che cosa vuoi da me? - disse ostentando sicurezza.

Vegeta allungò velocemente il braccio stringendo in un baleno la sua gola e pietrificandola con lo sguardo.

-IO faccio le domande! E quando IO parlo TU stai zitta. Intesi?

L'altra annuì senza emettere un suono, e la mano che le comprimeva le vie aeree venne rimossa, permettendole nuovamente di inspirare.

-Ho bisogno di diventare più forte. - disse intercalando una pausa per verificare se avesse compreso il suo avvertimento precedente. -Ho notato che al ritorno da pianeti con un certo grado di gravità, la mia forza aumenta notevolmente. Voglio quindi che mi costruisci una stanza in grado di aumentare la gravità di almeno cento volte.

Bulma cercò il suo sguardo e comprese di poter parlare.

-Immagino che io non abbia altra scelta che di costruirvelo!

-Vedo che inizi a comprendere chi abbia il potere sulla tua vita e in particolare sulla tua morte!

Sospirò piano e chinò la testa

-Voi potete decidere se io debba vivere o se debba morire, ma se volete diventare più forte di quello che già siete significa che qualcuno esercita lo stesso potere su di voi!

-Questo ancora per poco...- disse socchiudendo gli occhi fino a renderli due fessure . La giovane percepì un odio represso nella figura che gli si parava davanti, e per la prima volta dopo molto tempo provò veramente paura davanti ad un guerriero. Vegeta odiava profondamente e se quell'odio fosse esploso di lei non sarebbe rimasto che una macchia scura di cenere sul pavimento.

-Inizierai a lavorarci domani stesso!

-Ma non posso!Nel dipartimento scientifico si accorgerebbero della mia assenza e in più mi mancano sia i pezzi che il progetto.

-Vorrà dire che di giorno progetterai la stanza e di notte la costruirai. Mi dirai di quali materiali hai bisogno e io provvederò a farteli avere. E bada bene a non parlare con nessuno di questo nostro “piccolo segreto”!

Non sapeva come avrebbe fatto a costruire una simile camera, ne quanto tempo le avrebbe richiesto solamente il progetto, ma come avevano appena concordato non aveva altra scelta.

 

 

Ogni giorno lavorava al progetto, dalla mattino presto fino alla sera inoltrata poi rientrava per poche ore nella sua piccola stanza, dove passava Vegeta a prelevarla per scortarla fino alla palestra.

Dopo i primi giorni di calcoli inconcludenti aveva temuto di non riuscire a portare a termine il progetto affidatole, ma a poco a poco il trainer gravitazionale aveva cominciato a prendere forma,e una volta ottenuti i pezzi per montare il generatore di gravità poté finalmente tirare un sospiro di sollievo.

-Hai tutti i pezzi che ti servono?

Chiese Vegeta a bruciapelo mentre a la scortava nuovamente nella sua stanza.

Lei sussultò. Mai le aveva rivolto la parola durante il tragitto e anche quando si trovavano nel trainer rimaneva in piedi in un angolo con le braccia incrociate senza emettere un suono.

-Si credo di si – disse lei titubante.

-Farei bene ad esserne sicura. Domani parto per Proxima, starò via per almeno un paio di settimane e pretendo che al mio ritorno la stanza sia ultimata.

-Farò del mio meglio, ma se voi siete via chi mi accompagnerà ogni sera qui sotto e viceversa?

-Non provare a fregarmi donna. So perfettamente che sei in grado di andare e tornare a tuo piacimento anche senza la mia compagnia.

-E se qualcuno si accorgesse di me per i corridoi e mi seguisse?

-Confido nella tua furbizia, anche perché se qualcuno dovesse scoprire i miei progetti non esiterò ad ucciderti con le mie stesse mani.

 

Le due settimane erano trascorse velocemente e quella sera era pronta ad affrontare Vegeta.

La stanza gravitazionale era stata ultimata nei tempi prestabiliti e con la vittoria in pugno illustrò al principe il suo funzionamento.

-Purtroppo vista la premura che avevo è necessario che qualcuno azioni la macchina dall'esterno. Se volte consigliarmi qualcuno di fiducia gli spiegherò come azionare e modificare la gravità.

-Lo farai tu!

-Che significa che devo farlo io?

-Significa esattamente quello che ho detto. Per tutta la durata dei miei allenamenti tu starai qui a verificare che tutto proceda bene.

-Ma io ho molte altre cose da sbrigare...- disse aumentando di molto il tono della voce.

-Attenta donna, tu giochi con il fuoco!- e la voce si era fatta bassa, quasi roca, tanto da confondere per un attimo la giovane, che rimase intenta a guardarlo.

A quanto pare stava diventando la sua schiava personale e la cosa non le piaceva.

-Vorreste forse uccidermi?-disse con tono inquisitorio –Sai che ho l'immunità e poi chi sistemerebbe il funzionamento del trainer?

Vegeta la prese per un braccio e la strattonò prepotentemente contro il pannello di controllo, piegandola poi a novanta gradi e bloccandole con una mano i polsi sulla schiena.

-Lasciami – urlò Bulma disperata provando a dimenarsi con tutte le sue forze.

-Bisogna che impari un po' di educazione. Come tu prima mi hai fatto notare, non posso ucciderti o minacciarti di morte, ma credimi ci sono molti altre cose che potrei farti.- e con la mano libera le rialzò il camice e le abbassò i pantaloni fino a sotto il sedere.

-Ti prego- iniziò lei a piangere, e le lacrime cominciarono a scenderle copiose lungo le guance.

Ci aveva visto giusto. Se la donna non temeva la morte di certo la paura di subire uno stupro riusciva a domarla.

Si avvicinò con la bocca al suo orecchio

-Questa volta è solo un avvertimento, ma la prossima potrei decidere di divertirmi un po con te...

Pianse lacrime amare. Umiliata nel suo profondo. Vegeta non era come gli altri guerrieri. Non gli importava della sua immunità e non si faceva abbindolare dalle parola.

-Va bene, farò tutto ciò che vorrete!

Lui si scansò permettendole di rivestirsi.

-Domani notte passerò a riprenderti alla solita ora, così potrò finalmente allenarmi.

E la lasciò lì da sola, tremante di odio e di rabbia. Voleva ucciderlo e se ne avesse avuto la possibilità l'averebbe fatto senza indugio.

 

Era più di un mese ormai che lavorava per Vegeta. Lavorava tutto il giorno nei laboratori e la notte la trascorreva nella sala comandi del trainer gravitazionale. Non dormiva mai per più di tre ore e la stanchezza si era fatta ormai acuta. Le scarse ore di sonno l'avevano portata all'inappetenza e quel poco che mangiava non era quasi più sufficiente a tenerla in piedi. Così una notte era crollata davanti al portone del trainer, priva di forze e di volontà.

Aveva aperto gli occhi lentamente non riconoscendo il soffitto della sua stanza. Spaventata provò ad alzarsi di scatto dal materasso, senza però riuscirci.

-Sei davvero patetica.

Una voce tagliente come una lama di rasoio l'aveva raggiunta facendola vibrare di insicurezza.

-Basta solo farti saltare qualche ora di sonno per ridurti in questo stato pietoso.

Aveva ruotato gli occhi osservando in giro. Il letto che la ospitava era morbido e coperto da lenzuola più soffici e pulite delle sue. La stanza aveva il soffitto alto e c'era un tepore che sul suo piano era sconosciuto.

-Questa non è la mia stanza – disse rivolta più a se stessa che all'uomo. - Dove mi trovo?-

-Non sapendo il tuo codice d'accesso ho dovuto portarti qui. Sei nel mio letto.

-Credo di essere svenuta...

-Purtroppo la tua razza è talmente inferiore che qualunque mia minaccia non ti permetterebbe di alzarti da quel letto, la tua forza spirituale ora è troppo bassa e io non intendo scarrozzarti avanti e indietro per la base, quindi per questa notte dormirai qui.

-Qui nel tuo letto? E tu dove dormirai?

Gli aveva dato del tu, ma finse di non notarlo.

-Io non dormo quasi mai! - e lei fece un sospiro di sollievo temendo di trovarselo accanto.

Notò la sua espressione rilassata e decise di divertirsi.

-...tuttavia oggi potrei approfittarne e concedermi magari una lunga notte di sonno.

La donna perse la sua espressione serena e divenne come di legno quando lo vide togliersi l'armatura, rimanendo a petto nudo.

-Cosa credi di fare? - disse, temendo il peggio.

Lui rise piano e si sdraiò di fianco a lei incrociando le braccia dietro alla testa.

-Credimi, perfino nel pieno delle forze non credo che riusciresti a sopravvivere ad una scopata con me.

Questa frase sembrò tranquillizzarla e troppo esausta per parlare ancora crollò dal sonno.

 

Vegeta l'aveva trovata riversa al suolo, con la pelle talmente pallida da farla sembrare morta, tanto che dovette appoggiare le dita sul collo per appurare se ci fosse effettivamente un battito in quel corpo minuto che giaceva sul freddo pavimento.

Si era chinato su di lei e con una grazia non consueta per la sua persona l'aveva sollevata tra le braccia per poi portarla fino al suo letto.

Mentre era incosciente l'aveva guardata a lungo, e si era accorto di quanto fosse bella, meravigliandosi di non essersene accorto prima. Era bella e fragile come un fiore, pronta per essere spazzato via con un alito di vento. Eppure sopravviveva in una terra desolata, al servizio di Freezer, dove anche i guerrieri più forti avevano difficoltà a mantenersi in vita e in piena salute mentale.

Aveva qualcosa di speciale che la rendeva diversa dagli altri scienziati e le permetteva di brillare anche in quel mondo senza luce.

Era fragile, ma non era innocente, di quello ne era sicuro. Sarebbe stata capace di uccidere senza pietà per avere salva la vita, e sarebbe stata capace di tiranneggiare chiunque fosse stato più debole di lei, se ne avesse avuto la possibilità.

Sì, quella donna gli piaceva, pensava ora, mentre si trovava sdraiato accanto a lei, e forse, terminato il suo lavoro e ucciso Freezer avrebbe anche potuto risparmiarle la vita.

 

Aveva fatto un lungo sonno fino alla mattina successiva, e quando aveva aperto gli occhi si era sentita subito ristorata. Vegeta non era nella stanza, ma dallo scroscio dell'acqua che proveniva dalla porta di fronte aveva intuito che non fosse lontano. Il suo stomaco brontolò famelico, facendole ricordare che non metteva niente in bocca dalla mattina precedente, così si sollevò dal letto decisa più che mai ad uscire dalla stanza e a recarsi verso le mense, dove sperava di trovare ancora qualcosa da mangiare.

-Dove credi di andare?- disse una voce alle sue spalle.

Lui era lì, sgocciolante di acqua e vestito solamente dell'asciugamano.

-Non volevo importunarvi oltre. Stavo tornando nei laboratori e magari a cercare qualcosa da mangiare.

-Hai dormito anche troppo, ormai le mense sono chiuse. - ma all'ennesimo brontolio proveniente dallo stomaco della sua ospite continuò – c'è della frutta sulla mensola laggiù e dammi del tu...dopotutto abbiamo dormito insieme. - e detto questo si tolse l'asciugamano da davanti, appoggiandolo sulle spalle, per poi voltarsi in direzione del bagno.

Lei arrossì fino alla radice dei capelli, ma rimase piantata con lo sguardo su di lui.

-E non pensare di uscire da questa stanza da sola, a quest'ora i corridoi sono pieni di guerrieri e non credo che passeresti inosservata, soprattutto vedendoti uscire dalla mia stanza.

-Hai paura che la gente possa pensare che ti piacciano le donne?

Rise di gusto, sempre voltato di spalle.

-No, ma temo che possano pensare che io abbia tanto cattivo gusto da portarmi te a letto.- e scomparì al di là della porta.

 

L'aveva accompagnata nei laboratori alcune ore dopo, quando era stato sicuro che i corridoi fossero nuovamente deserti, e aveva fatto in modo che gli altri scienziati pensassero che l'avesse prelevata la mattina presto per riparare un guasto della sua monoposto.

Finalmente era fresca e riposata. Vegeta le aveva anche concesso di farsi una doccia, e lei si era chiusa nel bagno, ben cosciente del fatto che se avesse voluto entrare non ci sarebbe stata serratura che averebbe tenuto. Era stato stranamente gentile con lei, e soprattuto l'aveva soccorsa, quando invece avrebbe potuto lasciarla svenuta davanti al trainer. Dopo quella volta inoltre i suoi ritmi di vita si erano un po' rallentati. Lui le permetteva di tornare nella sua stanza con qualche ora di anticipo, lasciandola riposare per almeno sei ore a notte e di tanto in tanto capitava che le portasse qualche frutto esotico da assaporare.

Si rivedevano comunque ogni sera, come al solito, nella sala comandi del trainer. Lei arrivava e subito dopo compariva Vegeta, che senza degnarla di un saluto la informava del valore a cui doveva portare la gravità, per poi entrare dentro alla palestra.

Dalla vetrata che si trovava nella sala comandi aveva iniziato a guardarlo con interesse, sorprendendosi nell'accorgersi di trovarlo bello. Bello, dannato e potente. Cominciava a fantasticare sul suo conto chiedendosi come sarebbe stato a farsi stringere tra quelle braccia e farsi baciare da quell'anima nera.

Poi era capitato che durante il giorno si trovasse a porsi delle domande e così la prima volta che si trovò a lavorare per Napa decise di soddisfare un po la sua curiosità.

-Vegeta ha una compagna?- gli chiese a bruciapelo.

L'uomo alzò lo sguardo verso la scienziata stupito da quello domanda, ma decise comunque di risponderle.

-Il principe ha altro da fare che occuparsi di avere una compagna!

-E quindi non ha mai avuto una fidanzata?

-E che cosa sarebbe?

-Beh è una donna. Una donna con cui passare del tempo e che magari un giorno potrebbe diventare la sua compagna – provò a spiegargli lei.

-L'unica maniera in cui il principe trascorre il suo tempo con delle donne è in camera da letto – rise sguaiatamente - e non credo che nessuna di loro diventerà la sua compagna!

“Quindi il principe si intratteneva con delle donne talvolta” .

-Donne Sayan? - chiese ancora avida di notizie.

-Non esistono più donne Sayan. Noi siamo gli unici superstiti della nostra razza.

-E quindi chi sono queste donne?

-Sono schiave di altri pianeti, portate qui come donne di piacere. Il principe ne sceglie qualcuna quasi ogni sera per allietare le sue notti.

-Qualcuna?...intendi più di una quindi?!

-Diciamo che il principe ha fama di essere un uomo “potente” in tutti i sensi – e rise ancora.

Bulma tacque nuovamente concentrata sulle informazioni che aveva appena ricevuto. Vegeta aveva delle donne, e soprattutto donne di razze diverse, quindi forse avrebbe potuto notarla, anche se non la allietava il fatto di rischiare di trovarsi in un groviglio con altre tre o quattro donne.

Osservarlo allenarsi, con i muscoli tesi e la pelle sudata ormai doveva averla fatta impazzire se cominciava a chiedersi come avrebbe potuto fare ad infilarsi nel suo letto, e la sua lunga astinenza non migliorava le cose, considerando che non stava con un uomo da parecchio tempo.

 

 

  
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