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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    01/06/2014    2 recensioni
[MissingMoment][PublicSchoolArc]
Missing Moment del capitolo 71 del manga, saga della Public School.
Ciel ed Edward durante e dopo l'aggressione a Phantomhive.
"Edward Midford sentiva il sangue ribollirgli nelle vene: la piega che gli eventi avevano preso non gli piaceva per nulla e il suo senso di colpa gli urlava di muoversi, di entrare nella terza aula di arte e prendere a pugni Maurice Cole e i suoi tirapiedi fino a lasciarli senza denti.
Possibilmente, il tutto prima che accadesse l'irreparabile davanti ai suoi occhi."
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, Ciel Phantomhive, Edward Midford
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Kuroshitsuji
Rating: Per tutti
Personaggi/Pairing: Edward Midford, P4, Ciel Phantomhive
Tipologia: OneShot
Genere: Generale, Drammatico, Missing Moment
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.
Note: Missing Moment del capitolo 71 del manga, saga della Public School.

THAT BUTLER, TO THE RESCUE

Edward Midford sentiva il sangue ribollirgli nelle vene: la piega che gli eventi avevano preso non gli piaceva per nulla e il suo senso di colpa gli urlava di muoversi, di entrare nella terza aula di arte e prendere a pugni Maurice Cole e i suoi tirapiedi fino a lasciarli senza denti.

Possibilmente, il tutto prima che accadesse l'irreparabile davanti ai suoi occhi.

Il suo senso di giustizia e l'insana sete di vendetta gli strillavano di agire e di scattare all'interno eppure la mano ferma di Greenhill lo tratteneva sul posto mentre ambedue sbirciavano all'interno dell'aula di arte: “Dobbiamo entrare!” bisbigliò con urgenza il futuro marchese: “Ciel è da solo!”.

Herman scosse la testa senza però distogliere lo sguardo dalla scena che filtrava come la luce attraverso la fessura della porta socchiusa: “Aspettiamo ancora un istante.” ordinò il prefetto con voce severa; con un lieve movimento della mano, fece cenno a Bluer e Violet, nell'ombra alle loro spalle, di avvicinarsi, Edward poteva sentirne il passo strascicato mentre li raggiungevano.

Non avrei mai pensato di vedere una cosa simile.” commentò neutro il prefetto di Sapphire Owl: “Phantomhive aveva ragione.”

Violet, da sotto il cappuccio, annuì soltanto ma non disse nulla.

Dobbiamo entrare!” Midford cercò di divincolarsi mentre, col cuore in gola, osservava i movimenti affettati che Cole eseguiva nel tirare fuori dal giacchetto...

Pronto al mio segnale...” soffiò Herman, lasciando la presa sul polso di Edward: le forbici che Maurice brandiva lo preoccupavano e la mano andò istintivamente a stringere il manico della mazza da cricket che si era portato dietro.

Non poteva crederci: non poteva credere che un membro del dormitorio Scarlet Fox, uno studente di Weston potesse comportarsi in modo tanto meschino e disgustoso.

Non poteva credere che quello fosse il vero volto di Maurice Cole.

Da parte sua, Edward fremeva: era pur sempre suo cugino quello che stava per venire seviziato in quella maniera tanto brutale; il suo stomaco ebbe da rivoltarsi nel vedere con quanta violenza lo avessero quasi del tutto spogliato e lo stessero trattenendo: dalla sua posizione vedeva perfettamente l'espressione di puro terrore che aveva rabbuiato l'espressione del piccolo Conte e il suo corpo che tremava senza controllo.

Nella sua mente, riecheggiarono le parole di sua madre, saettarono come un lampo gli occhi disperati e pieni di odio della sorellina all'eventualità che il suo comportamento riprovevole nel non essere intervenuto a salvare Ciel giungesse loro quale notizia.

VI PREGO, FERMATEVI!”

Quell'urlo disperato e genuinamente spaventato fu la goccia che fece traboccare il vaso: qualcosa scattò fieramente in Edward che spinse con forza la porta nell'esatto momento in cui lo stesso Herman la colpì con una violenta spallata: non poteva più trattenersi oltre nel vedere un simile spettacolo.

COSA STATE FACENDO QUI?!” urlò furente, nella sua voce c'era tutta la rabbia, il disprezzo e il disgusto per la situazione, miste alla preoccupazione nel vedere il corpicino di Ciel - minuscolo al confronto con i membri più anziani di Scarlet Fox lì riuniti - in mezzo a quel troneggiare di carne marcia fino al midollo e nell'anima.

Non si curò neppure di nascondere il proprio schifo quando, calpestati poco gentilmente i corpi frastornati di quelli che Herman aveva colpito per aprirgli un varco e salvare Ciel, ne aveva accolto la figuretta tremante tra le braccia per tirarlo su e spostarlo di qualche passo verso le pareti: lo avrebbe protetto lui.

Sei ferito?” gli chiese sottovoce, scostando con attenzione la giacca stropicciata e la camicia strappata: sulla pelle del busto altrimenti bianchissima e senza difetti del cugino erano comparsi una serie di graffi arrossati ma niente sangue, per fortuna.

S-Sto bene...” disse Phantomhive cercando di controllare il proprio tono scosso: “Davvero, Edward...” bisbigliò, coprendosi alla buona con ciò che restava della sua divisa mentre si appoggiava a lui per non cadere, le gambe gli tremavano ancora.

Istintivamente, Edward gli passò il proprio fazzoletto da taschino e finse di non vedere le lacrime che facevano capolino dall'angolo dell'unico occhio ancora visibile; imponendosi la calma, lasciò cautamente la presa sul braccio di Ciel e gli rimase accanto, con gli occhi che dardeggiavano su Cole e i suoi.

Alla prima mossa falsa, al diavolo le regole e l'orgoglio del casato: nessuno avrebbe potuto impedirgli di passarli a fil di spada, neppure tutti i Prefect della Weston, men che meno i P4.

Ma non dovette mai sporcarsi le mani: con estremo orgoglio vide Ciel prendere in mano la situazione, dimostrandogli una volta di più che l'errore che aveva fatto nel giudicarlo era qualcosa che difficilmente Edward si sarebbe mai perdonato.

Certo, le apparenze erano tali che nessuno avrebbe dato fiducia al giovanissimo Conte ma lui lo conosceva meglio degli altri: era il fidanzato, il promesso sposo della sua preziosa sorellina, erano parte della stessa famiglia e Ciel Phantomhive era una persona d'onore.

E invece si era lasciato accecare dal proprio disappunto, aveva lasciato parlare solo la rabbia e non aveva pensato all'eventualità che potevano essere ben altre le motivazioni.

Assieme, entrambi uscirono e si riunirono agli altri P4, assistette al complimentarsi generale dei prefetti nei confronti del più piccolo con il cuore a metà, gonfio di soddisfazione e rammarico al tempo stesso, conscio che non avrebbe mai potuto lavare quell'onta, neppure tutte le parole di scusa e perdono che Ciel stesso poteva mai dirgli avrebbero potuto mondare la sua coscienza da quel marchio infamante di scarsa fiducia verso un suo consanguineo, verso un nobile suo pari che avrebbe dovuto rispettare come e più dei loro compagni, in virtù dell'eroismo che lo stesso aveva sempre dimostrato per proteggere quell'Inghilterra che tutti loro amavano e quella Regina che era la loro sovrana assoluta, la nobile Luna nel cielo limpido della Notte più buia.

Tutto questo pesava come un macigno sul cuore di Edward, che si morse un labbro mentre scortava, senza proferire parola, il cugino verso il dormitorio di Sapphire Howl prima di lasciarlo alle cure del Senior Bluer sulla soglia del portone del dormitorio; Ciel tremava di freddo per la divisa strappata e l'aria fredda della notte che avanzava e a nulla serviva la giacca del Prefect Bluer poggiata sulle sue spalle per scaldarlo almeno un po', doveva rientrare in fretta prima di ammalarsi.

I due di Sapphire Howl erano ancora in piedi, in silenzio, quando Midford e il Senior Greenhill si accomiatarono da loro con un inchino frettoloso di saluto; ma solo il Prefect di Green Lion si allontanò a larghi passi lungo il sentiero che conduceva all'esterno dei territori appartenenti al Gufo Zaffiro.

Edward, infatti, non si era mosso di un millimetro e, con una rapida occhiata a Bluer, riuscì a restare da solo con Ciel, il quale lo guardava con aria stanca e un poco confusa.

Sotto lo sguardo sbalordito di Phantomhive, però, che in verità si aspettava una sorta di ramanzina, il Fag di Green Lion si inginocchiò dinanzi a lui, con le mani protese in avanti in una muta richiesta che non restò inascoltata dal più giovane.

Ciel sospirò prima di voltarsi e spingere il pesante portone alle sue spalle verso l'interno: ma prima di varcarlo, ruotò la testa per osservare con una sfumatura di serenità nello sguardo il ragazzo ancora a terra.

Grazie di essere venuto in mio soccorso, Edward...” sussurrò appena prima di entrare e richiudersi definitivamente il portone alle spalle.

   
 
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