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Autore: carstairsheart    01/06/2014    21 recensioni
Harry aveva ormai abbandonato l'idea di avere una conversazione con questa buffa ragazza quando proprio lei gli rivolse la parola.
“Smettila di preoccuparti di quelli che ti guardano.” disse senza però guardarlo in viso.
Il giovane Harry si voltò verso di lei sperando che continuasse, perchè lui proprio non sapeva cosa dire.
“Perchè ti preoccupi di quello che pensano di te? Non mi sembra che loro si stiano preoccupando di quello che tu pensi di loro.”
Harry non ci aveva mai riflettuto: per lui che aveva basato la sua esistenza sull'apparenza, su quello che le persone pensano di lui, di come si presentava nella società in cui era immerso.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A mio padre, a cui fanno senso due uomini che si baciano.

A mio zio, che ha avuto il coraggio di essere chi è.

A Cristina, che pensa che gli omosessuali non debbano uscire di casa.

E a Harry e Zayn, che, anche se inconsapevolmente, si sono prestati a tutto ciò.


 

I wanna stay inside all day
I want the world to go away
I want blood, guts, and chocolate cake
I wanna be a real fake


Voglio stare dentro casa tutto il giorno
Voglio che il mondo là fuori sparisca
Voglio sangue, interiora e torta al cioccolato
Voglio essere una finzione reale
                             teen idle, marina & the diamonds

 




Harry fino a pochi giorni prima era certo di unicamente quattro cose nella sua vita: l'amore che prova per i tatuaggi; i suoi capelli, ora, sono solo gonfi e non più ricci come qualche anno prima; la musica risolve tutti i problemi; e la sua eterosessualità.

Ma come può capire un semplice diciannovenne che poi avrebbe dovuto conviverci a vita con tutti quei marchi sulla pelle e che i 'veri' problemi, quelli da adulti, non si posso risolvere semplicemente con una canzone particolarmente melensa?

E come può immaginare, sempre lo stesso ragazzo, che crescendo le certezze sarebbero mutate a seconda, non solo dell'età, ma anche della maturazione interiore? 

Semplice, non può.

 

Ed è un giorno come tanti altri quando il 'problema' di Harry ha inizio, un giorno in cui però si è svegliato con la smaniosa voglia di un nuovo tatuaggio, magari una rosa, pensa, forse sull'avambraccio.

Allora si veste velocemente: jeans neri, maglietta di una vecchia band degli anni 80' della quale non è del tutto sicuro di aver sentito una sola canzone, cappello di lana da cui scappano alcuni ricci.

Esce così, senza nemmeno una giacca per ripararsi dal freddo delle nove di mattina di inizio novembre.

Arriva al negozio di tatuaggi e viene accolto da un ragazzo che non ha mai visto prima. Deve avere solamente qualche anno più di me, nota interdetto.

Il ragazzo misterioso è un po' più basso di lui, snello, ha la pelle olivastra, gli occhi scurissimi e i capelli neri, aggiustati in un ciuffo, ma Harry decide di non dare troppa importanza a tutti questi particolari.

Un bel ragazzo, si concede di pensare, anzi curato, si corregge sempre mentalmente.

Harry sorride gentile e aspetta che il ragazzo di fronte a lui si presenti.

“Buongiorno, come posso aiutarti?” inizia il discorso questi.

“Vorrei fare un tatuaggio.” risponde ovvio.

“Perfetto, hai già un idea in mente?” Harry annuisce solamente.

“Benissimo, seguimi così iniziamo”

Harry segue il tatuatore tranquillo, una volta nella sala si toglie la maglietta rivelando all'altro il suo corpo costellato da tatuaggi.

Il tatuatore rimane colpito, come può un ragazzo appena maggiorenne avere già tutti questi tatuaggi, si chiede infatti.

“Allora, cosa vuoi fare?” chiede comunque.

“Una rosa.” afferma Harry “sull'avambraccio.” continua sorridendo.

“oh, ok.” risponde l'altro, e mentre inizia a tirare fuori gli strumenti continua a parlare “hai un motivo preciso per cui fai questo tatuaggio?"

chiede mentre è voltato di spalle per sistemare la macchinetta.

“No, ho solo voglia di farmi un tatuaggio” dice sinceramente Harry.

In quel momento esatto il tatuatore si blocca, si gira verso il giovane e “Torna a casa, ragazzino.”

Harry non capisce e guarda l'altro che ha uno sguardo indecifrabile dipinto sul volto, allora “scusa?” chiede semplicemente.

“Ho detto: torna a casa”

Harry lo guarda ancora e solo in quel momento nota la targhetta appesa alla maglietta del tatuatore che recita 'zayn' scritto in una grafia precisa e leggermente inclinata verso destra.

“Senti, credo che dipenda da me, visto che pago io, no?”

“Ma io posso rifiutarmi.” ribatte Zayn mentre già sta uscendo dalla saletta adibita ai tatuaggi.

E Harry esce dal negozio infuriato. 

É arrabbiato con tutti e nessuno, è arrabbiato con Zayn e con se stesso, probabilmente di più con se stesso.

É arrabbiato con Zayn perchè non gli farà il tatuaggio e perchè non si dovrebbe permettere di parlare così a un cliente e anche perchè è così dannatamente attraente, ed è arrabbiato con se stesso proprio per questo, non può trovare attraente un uomo, non è il tipo di persona a cui possono piacere gli uomini, si ripete.

Ha sempre amato le donne: gambe snelle, forme affusolate, guance lisce e morbide. Non si capacita nemmeno di aver trovato attraente il tatuatore con le sue spalle larghe, le braccia ricoperte d'inchiostro e la barba ispida.

Ma poi si ferma e pensa, pensa a quell'uomo:

A cosa servono capelli lunghi e un seno prosperoso quando si ha quegli occhi?” si chiede.

 

 

 

 

É passata una settimana da quel giorno, Harry non è più uscito di casa, ha trascorso tutto il tempo sul suo letto ad autocommiserarsi e a imporsi di non pensare ad un paio di occhi neri, che però inevitabilmente fanno capolino tra i suoi pensieri, e a ripetersi milioni di volte le solite due domande: 'come è stato possibile?' e 'cosa penserà la gente?' e dopo mille e mille volte che si poneva quest'ultima gli venne in mente un incontro che ebbe tre, oppure quattro, anni prima.

 

Era appena uscito da scuola e era sceso nella stazione della metropolitana, stava aspettando l'arrivo del treno in piedi quando notò una ragazza seduta a terra, appoggiata al muro. Una tipa strana, ma strana nel senso bello della parola, un po' buffa.

La osservò per un po', aveva lunghi capelli tinti di un rosa molto tenue, la forma degli occhi, che tra l'altro erano indaco e non un semplice azzurro, era molto tondeggiante, quasi del tutto rotondi ed erano particolarmente ipnotici, quasi inquietanti, ma belli.

La sua pelle era candida e pareva morbida e liscia da dove era Harry.

Stava già distogliendo lo sguardo dalla giovane, quando questa si accorse degli occhioni verdi di Harry che la scrutavano, si illuminò.

Hei, ciao” gridò rivolta a Harry, il quale si rigirò verso di lei e guardandola con un po' di diffidenza, non sapendo ancora se rispondere al saluto oppure ignorarla e darsela a gambe finchè era ancora in tempo.

Dai, su,avvicinati, non mordo mica" lo richiamò ancora.

Harry, allora, si avvicinò, ancora titubante, lei invece sorrideva sgargiante.

Quando le fu più vicino sussurò un 'ciao' appena udibile.

Lei picchiettò svariate volte il posto a terra accanto a se stessa con la mano, con l'intento di fargli capire di sedersi lì.

Harry le si sedette accanto senza emettere una sola parola aspettando che la giovane dicesse qualcosa, ma per i primi dieci minuti questo non accadde; nel mentre Harry si guardava in giro contando quando quanti sguardi la gente che passava lanciava loro -14 fino a quel momento-. Invece lei non sembrava farci caso: salutava tutti i bimbi che passavano, sorrideva spensierata agli anziani e riservava degli sguardi dolci a qualche coppietta che passava tenendosi per mano.

Harry aveva ormai abbandonato l'idea di avere una conversazione con questa buffa ragazza quando proprio lei gli rivolse la parola.

Smettila di preoccuparti di quelli che ti guardano.” disse senza però guardarlo in viso.

Il giovane Harry si voltò verso di lei sperando che continuasse, perchè lui proprio non sapeva cosa dire.

Perchè ti preoccupi di quello che pensano di te? Non mi sembra che loro si stiano preoccupando di quello che tu pensi di loro.”

Harry non ci aveva mai riflettuto: per lui che aveva basato la sua esistenza sull'apparenza, su quello che le persone pensano di lui, di come si presentava nella società in cui era immerso.

Harry era sempre stato tra i ragazzi più desiderata della della sua scuola, non solo per la sua bellezza, innegabile da chiunque, ma anche perchè era intelligente, dotato di quella intelligenza spiccata che non tutti possono vantare, e poi era sveglio e non si lasciava spiazzare da nulla, aveva sempre la risposta, o battuta che fosse, pronta e si relazionava con gli adulti con una naturalezza disarmante.

Ma d'altra parte non si comportava come veramente avrebbe voluto, come veramente si sentiva: nelle materie di studio era una capra e nelle altre se la cavava, un po' per la sua intelligente, un po' grazie al suo innato carisma, ma a lui piaceva sapere, amava scoprire il mondo o ritrovarsi in un altro semplicemente attraverso la lettura di un libro; ma non leggeva più un libro dai tempi della quinta elementare, da lì in poi le sue priorità erano cambiate, ha iniziato a sentire il bisogno di emergere, di essere notato e essere sempre sotto i riflettori.

Ma da quel giorno, seduto in una metropolitana con una barbona (carina e buffa, ma pur sempre una barbona rimane) conosciuta meno di venti minuti prima capì che non doveva essere chi gli altri si aspettavano che lui fosse, ma essere chi era, facendo quello che voleva fare; le persone che gli stavano attorno o lo avrebbero apprezzato anche per quello che era veramente o avrebbe anche fatto a meno della loro presenza nella sua vita.

Quando Harry divenne consapevole di questo, di questa verità, ridestandosi, era ancora seduto in una stazione della metropolitana, appoggiato a un muro, con gli sguardi della gente posati addosso, da solo.

Ma finalmente non si curò più degli sguardi, non si curò della maglia stropicciata, si tirò su i pantaloni fino all'elastico dei boxer e, appena fuori dalla stazione della metro, si diresse alla libreria più vicina e comprò il primo libro di una lunga serie.

 

 

Ora Harry ha la stanza piena di libri, quasi quanti i pensieri che ha in testa in questi giorni.

Perchè Harry, alle prese con la crisi più grande della sua vita, era divenuto consapevole della sua vera indole, della sua natura.

Harry dall'inconto con quella strana ragazza avvenuto tanto tempo prima si stava riscoprendo piano piano, stava scoprendo il suo genere letterario preferito, stava capendo le sue vere passioni e le cose che veramente non avrebbe mai sopportato come i tramezzini con la crosta o il rumore del rubinetto che gocciola.

E proprio per questo si ristrova fuori dal suo letto a percorrere la strada che divide casa sua dal negozio di tatuaggi come non pensava che avrebbe mai fatto.

Ed era praticamente di fronte al negozio quando successe; 

si ferma improvvisamente, il mondo intorno rallenta, è come se sparisse, sparisce il traffico, le persone, la città, rimane solo harry, harry e i suoi pensieri, ancora.

E si chiede se ne vale la pena, se vada bene buttare all'aria tutte le sue certezze per una persona che si è vista una volta.

Ma Harry ormai non c'è, non più, c'è solo la sua mente che pensa agli occhi di Zayn, al suo sorriso incerto quando gli rivolse la parola, ai suoi movimenti sicuri ma sinuosi, alle sue mani con le dita lunghe e affusolate.

E così riprende a correre, più sicuro di prima con -finalmente- una cosa sola in testa.

Arriva davanti alla vetrina del negozio, non vaccillò nemmeno un istante, appena entrato nota Zayn dietro al bancone che scrive a testa bassa e si dirige immediatamente in quella direzione appoggiandosi ansimante al bancone a causa della corsa.

 

 

Harry ora ha quattro nuove cose certe nelle sua vita: l'amore che prova per i tatuaggi ma solo quelli che hanno un significato radicato giù, fin nel profondo dell'anima; i suoi capelli, ora, sono solo gonfi e non più ricci come qualche anno prima; la musica è vero che tante volte aiuta, ma per risolvere i propri problemi non bisogna coprire i pensieri con del voleme spaccatimpani ma ricordare a se stessi chi si è e di cosa si ha bisogno; e l'ultima è che Harry è assolutamente, irrimediabilmente, completamente, tremendamente, incosciamente, pazzamente e semplicemente attratto da Zayn.

 “Esci con me?”

Zayn sorride.








 


Omiodio quanto tempo.

Questa è tipo la seconda cosa che pubblica e la prima era un tema di scuola. Molto bene.

Che poi, in realtà lo è anche questo ma diciamo che l'ho riadattato e trasformato in una os.

Questa cosa, l'ho finita una cosa come sei mesi fa ma la scuola mi porta via il tempo per fare qualsiasi altra cosa. Posto malefico.

Comunque bo, non saprei che altro scrivere, è solo una piccola cosa senza pretese ma credo che abbia una bella morale all'interno.
Volevo solamente aggiumgere che la ragazza a cui mi sono lievemente ispirata per la ragazza che harry incontra nella metro è la modella Allison Harvard.
Vi sarei immensamente grata se mi dicesse quello che pensate a proposito della storia o con una recensione, o su twitter (https://twitter.com/hejclifford) o su ask (http://ask.fm/itsIlegigilla)

Carstairsheart 

  
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