Capitolo 1. (Benis)




"Granger vuoi smetterla di spingermi!"
"Malfoy sono lontana da te almeno 10 metri se non te ne fossi accorto."
Continuo a controllare una per una tutte le aule di quel corridoio, fino a quando un rumore, seguito da un gemito, non mi fa voltare.
Il serpeverde è disteso sul pavimento, il suo volto viene coperto dai lunghi capelli biondi mentre cerca di sollevarsi.
"Per te ogni momento è buono per perdere tempo. Non sostituirò mai più qualcuno che fa la ronda con te."
"Quanto sei petulante. Il mio incarico lo prendo seriamente proprio come te. Il problema è questa maledetta palla rotante."
Ero così concentrata a svolgere il mio compito, che non mi ero accorta dell'enorme sfera che continua a rimbalzare da una parete all'altra.
"Immobilus"
Niente di niente.
"Finite incantatem"
Peggio di prima.
Almeno fino a qualche secondo fa la sua attenzione era tutta per il muro o per Malfoy, adesso ha deciso che io sono un soggetto più interessante da seguire.
"Aaaaah!"
Riesco a spostarmi appena in tempo.
Quando sbatte alla parete non produce nessun rumore. Probabilmente sarà una delle nuove invenzioni dei Tiri Vispi Weasley. Ha la forma di un boccino ma le dimensioni di una pluffa, e per di più è trasparente quindi coglie il mal capitato di sorpresa.
"Granger hai deciso di darti alle danze? Mi dispiace deluderti , ma è un'arte che proprio non ti si addice."
Effettivamente mentre lui è tranquillamente appoggiato alla parete, io vado da una parte all'altra del corridoio cercando di scansare quell'aggeggio.
Mi volto per rispondergli.
"No Mal...."
In meno di un secondo mi ritrovo incollata al suo petto.
Non riesco a muovermi. Malfoy, per non farmi cadere, mi ha afferrata per le braccia.
"Baciami.....So che vuoi farlo" , mi sussurra a pochi centimetri dalle labbra.
La mia attenzione è calamitata dalle sue labbra così sottili e di un rosa così delicato, che non ho la forza di rispondergli.
So solo che le tende del mio letto sicuramente saranno invidiose del rosso fuoco che mi imporpora le guance.





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E' ormai iniziata la primavera.
La gente corre di qua e di là, urla, si distende sul prato, passeggia sulla riva del lago.
E' strano pensare che appena un anno fa, tutti cercavano di stare al chiuso il più tempo possibile.
Ai Carrow il sole dava alla testa. Più le giornate miglioravano, e più la loro voglia di torturare e infliggere punizioni aumentava.
Il prato di Hogwarts in quel periodo era macabro, completamente diverso dal tripudio di fiori che c'è adesso.
Raccolgo una rosa gialla. Mia madre adora le rose. In realtà ama prendersi cura di tutti i tipi di fiori, ecco perché abbiamo un giardino così splendido al Manor.
Chissà se anche a lei piacciono i fiori.
Giusto il tempo di rendermi conto di quello che ho pensato, ed estraggo la bacchetta.
"Evanesco"
E non rimane più traccia di quell'accenno di primavera, come del pensiero inappropriato sulla Mezzosangue.






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Il Nottetempo. Non può esserci mezzo di trasporto peggiore.
L'unica cosa che mi manca del mondo babbano è il comfort di viaggiare con treni, automobili non volanti, aerei, navi, autobus che non vanno super veloci e che poi all'ultimo momento cercano di scansare bidoni o povere vecchiette.
"Hermione non vedo l'ora di arrivare a Diagon Alley. La grande riapertura con questa festa bianca è stata proprio una grande idea del ministro."
"Notte bianca Ginny. E poi il nuovo ministro ha preso questa idea dai babbani."
"Si si. Ma io la trovo una cosa geniale quella di indossare qualcosa di bianco, e poi potremo fare shopping fino a notte fonda."
"Già, ci voleva questa boccata di speranza. E soprattutto speriamo che Fortebraccio abbia riaperto, ho proprio voglia di un gelato al cioccolato con doppia panna."
Scoppiamo a ridere.
Mi è mancata molto quest'aria di leggerezza. Anche se è passato quasi un anno dalla fine della guerra, la gente non si è ancora abituata alla perdita dei propri cari.
Sono soddisfatta del nuovo ministro, almeno con questa iniziativa farà staccare la spina alle persone dai problemi quotidiani e darà nuovo slancio all'economia.
E si sa che con il caldo della primavera tutti hano più voglia di andare in giro.
Il nottetempo si ferma continuamente.
Sembra proprio che tutta l'Inghilterra non voglia perdersi la novità.
Distrattamente mi giro verso l'entrata. E poi mi volto di nuovo.
Quei capelli sono inconfondibili, anche di notte.
Occhi castani che si incatenano ad occhi grigi. Come può uno sguardo destabilizzarmi così tanto?
Mi pare che un branco di ippogrifi galoppi furiosamente nel mio Cuore.
Lui ha guardato me, non Harry, Ron o Ginny. Solo me. E non con il suo solito sguardo arrogante. E' uno sguardo strano, che non ho mai visto in nessun altro.





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Luce. Ecco qual è la parola chiave della serata.
Lanterne e candele galleggiano in aria riempiendo tutto il cielo. Luci più piccole, una vicino all'altra, scendono dalle finestre delle case come se fossero delle cascate. E tutte sono rigorosamente bianche , in tema per la festa.
Diagon Alley è piena di gente. Ma non c'è quella confusione che ti mette l'ansia, perché per le strade rimbomba una musica soft, le persone chiacchierano e ridono tra loro, e c'è chi mangia zucchero filato.
Nessuna delle persone presenti ha una faccia triste.
Guardo il cielo. E' una notte limpida, senza nuvole, e si possono vedere tutte le costellazioni e una splendida mezzaluna.
Poco più in là c'è Ginny che mangia dello zucchero filato a forma di Cuore. Gliel'ha portato Harry, che adesso le sta togliendo un po' di zucchero dal viso. Sono così teneri quei due.
E poi nel mio campo visivo si pone una rosa bianca. E' immobile vicino al mio viso.
La afferro e vedo che c'è un bigliettino legato allo stelo.
"Mi illumini d'immenso."
Ecco quello che c'è scritto. Sorrido mentre la rosa scoppia in un tripudio di luci. I miei occhi si illuminano per la sorpresa.
Chissà chi è il mittente, anche se un'idea già ce l'avrei.
E infatti guardandomi intorno vedo qualcuno con un viso tanto bianco da far invidia alle luci che invadono la strada, che mi osserva attentamente.




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Adesso o mai più.
Le afferro una mano e comincio a correre. La porto via dai suoi amici, via dal caos di quella festa, via dal mondo.
"Ehi"
Questa è l'unica protesta che esce dalle sue labbra. Mi sarei aspettato una marea di maledizioni da parte sua, forse non mi ha riconosciuto. O proprio perché ha capito chi sono, ha deciso di non agire.
Con questo pensiero che mi riempie la mente, corro più veloce di prima.
La gente quasi non si accorge di noi, tutta presa a ballare per strada e a parlare di cose futili.
Giro in un vicolo cieco e inizio a scavalcare la recinzione di una casa. Mi volto e le porgo la mano.
"Salta"
"Cosa?"
"Salta Granger"
Mi afferra la mano e la aiuto a salire. E ci ritroviamo sulla terrazza di un'abitazione, giusto in tempo per vedere i fuochi d'artificio.
La mia mano è ancora intrecciata alla sua, ma lei non sembra dispiacersene.
E' completamente rapita dalle mille luci che scoppiano nel cielo. Tra le tante figure fantasiose, compare anche quella offerta da me: un leone e un serpente che si intrecciano fino a fondersi per esplodere in una miriade di luci.
Quello che riesco a fare è continuare a guardare il suo viso piacevolmente stupito dallo spettacolo pirotecnico.