Levi rimase immobile come in attesa che succedesse qualcosa. Gli sarebbe bastato solo più tempo: nessuno si era salvato … Ora quei momenti di tranquillità a cui era abituato sembravano impossibili da raggiungere, perché perduti per sempre. Non c’era, quando è successo, e non ne sa neanche il motivo. Sarebbe morto come loro? Senza un giusto fine e con la consapevolezza di essere stato sconfitto e di aver perso tutto? Non lo sa, sa solo che i suoi compagni sono morti con coraggio per proteggere un ideale che credevano potesse compiersi. Levi si morse il labbro: la speranza e il destino erano cose a cui non aveva mai creduto poiché era sempre stato lui padrone della sua vita; perché all’improvviso non può agire ed è supplice di questo orrore? Il soldato se lo chiese prima di cadere sulle ginocchia e iniziare a gemere; un urlo interiore che solo lui poteva sentire, stava rimbombando nella sua mente. Non stava piangendo, le lacrime non avrebbero risolto nulla, ma per la prima volta si sentì debole: aveva perso i suoi compagni, la sua famiglia. Poi avvicinatosi al cadavere della piccola Petra, le tese la mano come sperando che con un sol gesto lei si rianimasse. Ma ormai non credeva più ai sogni da tempo.