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Autore: mardeybum    01/06/2014    6 recensioni
Perciò, se ora gli chiedessero cos'è per lui l'amore, non esiterebbe neanche un secondo a rispondere Calum.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Amore è Calum

 

Luke ha appena diciassette anni; troppo pochi per essere a conoscenza di tutto ciò che c'è da sapere sull'amore, ma troppi per esserne del tutto all'oscuro. Non sa infatti se è amore quello che gli offusca i sensi e gli impedisce di formulare una frase di senso compiuto quando Calum è distante pochi millimetri da lui, la sua testa fiaccamente abbandonata sulla propria spalla. Probabilmente è soltanto il profumo forte che il ragazzo è solito usare e che gli fa girare la testa in quel modo. Eppure non si spiegano quelle piccole capriole che fa il suo cuore quando, forse casualmente o forse no, gli sfiora una gamba con le dita della mano.
E' sempre stato un ragazzo di poche parole Luke, perciò preferisce esprimere le sue emozioni con una chitarra e le sue dita che corrono sulle corde. Non ricorda precisamente quando ha iniziato a tenersi tutto dentro; se è successo quando, pochi anni prima, Calum gli ha confidato di avere una cotta per la ragazza del quarto anno e lui ha sentito una morsa afferrargli il petto e stringere, stringere fino a quando si è sentito mancare l'aria, o se è stato quando Calum ha cominciato a dedicare testi di canzoni alla stessa ragazza. Your lipstick stain is a work of art? Davvero, Calum, ti piace così tanto il suo rossetto rosso? Crede di essere arrivato ad un punto di non ritorno, in cui Michael ha capito tutto e sta giocando al vedo ma non dico. Qualche volta, però, dice eccome. Solo che sembrano tutti troppo stupidi per capire che sceglie davvero Calum per ogni cosa, anche quando Calum sceglie di uscire con la ragazza del quarto anno invece che restare appoggiato con la testa sulla sua spalla. Lo vede sistemarsi un'ultima volta davanti allo specchio – i capelli più ricci del solito gli cadono sugli occhi e lui li sposta con un gesto meccanico – e chiudersi la porta alle spalle. Sospira, perché già sa che quella notte dormirà da solo nella sua stanza e non ci sarà nessuno a mormorare parole senza senso nel sonno. E se non c'è nessuno con lui, come farà a combattere i brutti sogni? Michael lo sta guardando; ha un cipiglio preoccupato, oppure sono soltanto finiti i biscotti al cioccolato. Scivola ancora di più nel divano e sente un vuoto allargarsi, proprio dove prima c'era la testa di Calum. Luke non sa quando siano incominciati gli incubi, anche se è quasi sicuro che li abbia sempre avuti. Questo l'ha detto a Calum, ma non gli ha detto che la maggior parte delle volte si sveglia grondante di sudore e in preda a spasmi perché ha paura che il suo migliore amico scelga di allontanarsi da lui e di non tornare mai più. Sembra però che, da quando c'è Calum a dormire con lui, quei sogni si siano placati. Ogni volta che l'altro scivola silenziosamente nel suo letto e lo circonda con un braccio – dio santo, Luke potrebbe rimanerci giorni interi così – la notte passa in un baleno e neanche il continuo muoversi dell'amico riesce a svegliarlo. Quella sera però Calum non c'è e lui sente il bisogno di infilarsi una sua maglia, ma neppure il suo profumo riesce a calmarlo, perciò eccolo sdraiato a guardare il soffitto come se in una di quelle crepe ai margini ci fosse il segreto per addormentarsi in pace. E' frustrante, pensa Luke, chiudere gli occhi ed immaginare che Calum stia facendo cose insieme a quella ragazza, mentre lui è lì e sta indossando una stupidissima maglia di una stupidissima band. Alle tre e mezza decide che è davvero triste non poter scegliere per chi provare dei sentimenti; sarebbe tutto più facile se trovasse carina la ragazza che all'ultimo concerto gli ha dato il suo numero, con la speranza che Luke la chiami. Ma lui non lo farà mai; sarà troppo occupato a tentare di capirci qualcosa con tutti quei battiti veloci e quei tocchi involontari. Ed è proprio quando crede che sia meglio che domani la chiami quella tipa, che sente la porta aprirsi. Abbassa lo sguardo e lo vede e cazzo, ora è sicuro al cento per cento che il telefono non lo toccherà neppure il giorno dopo. Che ci faccia già a casa a quest'ora è quello che si sta domandando Luke, mentre lo vede avanzare verso di lui.

«Sei ancora sveglio?» gli chiede e certo che sono sveglio, stupido, gli verrebbe da dire. E invece annuisce, anche se è buio e Calum di certo non lo può vedere. «L'appuntamento è stato un fiasco»
Sono le quattro meno venti ora e il moro si sta disfacendo dei suoi vestiti, per indossare il pigiama. Poi, senza dire nulla o cercare l'approvazione di Luke, come una volta faceva, si stende accanto a lui, nello spazio libero. Gli avvolge la vita con un braccio, come sempre, e incassa la testa nello spazio del collo di Luke. Ci mette un attimo a capire che il biondo ha addosso la sua maglia e, non appena lo fa, ridacchia. Luke riesce a percepire il suo torace che si alza e si abbassa ritmicamente e giura che adesso si sente veramente bene.

 

Luke avverte due mani grandi percorrergli la schiena e sfilargli abilmente la maglia. Un paio di unghie gli graffiano il lembo di pelle tra le due scapole nella foga di scendere per andare a slacciare il bottone dei pantaloni, ma Luke non prova dolore. Il piacere sovrasta ogni altra emozione. Gli skinny jeans vanno a finire da qualche parte ignota a Luke, così come i suoi boxer neri ed in pochi secondi si ritrova nudo e sudato sotto un corpo familiare, che gli lascia baci e piccoli morsi nei punti più sensibili. Quando ne hanno la possibilità, gli occhi di Luke scivolano dal torace spoglio fino al volto e, quando incrocia i suoi occhi, non può trattenere un verso di meraviglia. «Calum?» geme piano. Fa appena in tempo a vedere l'altro annuire, che tutto si fa sfocato.

Luke si drizza a sedere. E' davvero sudato ed ha davvero un principio di erezione, ma i pantaloni ce li ha ancora addosso. Accanto a lui c'è Calum; russa ogni tanto e Luke riesce a cogliere un “Sì, la voglio la pizza con la Nutella”. Se non fosse ancora così scosso dal suo sogno, gli verrebbe da ridere. Invece non fa altro che pensare che, se non si fosse svegliato così presto, avrebbe potuto continuare a sognare. E un po' si fa schifo da solo, perché ha appena sognato di fare sesso col suo migliore amico e l'unica cosa che gli viene in mente è come vorrebbe che succedesse anche al di fuori dei suoi sogni. Calum non accenna ad aprire gli occhi e lui ne è grato. Come spiegherebbe quello che sta succedendo nei suoi boxer? Semplice, non potrebbe. O meglio, non potrebbe farlo senza che la situazione diventi ai limiti dell'imbarazzante. No, è che stavo facendo un sogno erotico su di te, ma ora torna a dormire e sogni d'oro. La sveglia sul comodino segna le sei, difatti la stanza è fiocamente illuminata. Per questo può vedere bene Calum; ha le palpebre chiuse e ogni tanto si muovono (si sta chiedendo cosa stia sognando), la bocca è leggermente aperta e le guance sono arrossate. E' così bello da sembrargli, appunto, un sogno. Non vale la pena riaddormentarsi, giacché alle sette la sveglia suona. Solitamente i suoi sogni raffigurano Calum in tutt'altri atteggiamenti (ha sempre un ghigno bastardo sul volto, mentre si allontana con una ragazza, nonostante i vari ti prego, resta di Luke). Ci sono le volte in cui sogna mostri che lo azzannano e gli strappano il cuore dal petto, ma mai ha fatto, prima di ora, un sogno simile. Non sa ancora se sia qualcosa di cui gioire o di cui avere paura. Anche più delle zanne del lupo che gli mordono il collo e lo fanno diventare di un rosso scarlatto. La sveglia, come da programma, suona poco più tardi. Il sonno non l'ha abbandonato, dopotutto ha dormito soltanto poche ore, ma è costretto ad alzarsi e sgattaiolare nel bagno (per la prima volta, è l'unico sveglio). Si sente comunque frastornato, mentre fa aderire la fronte sulle mattonelle gelide. E' tentato di sbattere la testa contro il muro, magari in quel modo l'immagine di Calum nudo e sudato gli andrà via dalla mente, però una doccia gelida è indolore e la cosa migliore al momento. Si priva del pigiama e della maglia di Calum ed entra nel box. Subito l'acqua fredda gli dà la carica; comincia ad insaponarsi le braccia e pure i capelli, fino ad ottenere un bel po' di schiuma. Non riesce comunque a tenere l'immaginazione a freno e finisce, poco tempo dopo, per venire su un angolo della parete. Sciacqua via i residui, insieme alla schiuma e si fa doppiamente schifo ora, perché si è pure masturbato pensando al proprio migliore amico. Osserva l'acqua finire nel tubo di scarico. E, davvero, ha bisogno di tenere la mente occupata. Si passa una mano tra i capelli e se li tira piano. Pensa ad altro, cazzo, qualunque cosa. E' uscito dalla doccia e si sta avvolgendo un asciugamano in vita. Gocce d'acqua si spargono sul pavimento ad ogni suo movimento; gli altri sono abituati al macello che fa ogni volta, per cui non se ne cura poi così tanto. Esce dal bagno, i piedi che si scontrano col pavimento e producono quel rumore di ossa che cozzano tra di loro. Sente il parlottare di Ashton (che pure alle sette di mattina riesce ad essere così attivo) proveniente dalla cucina. Lui però deve ritornare in camera sua, dove c'è Calum. E' sicuramente sveglio, riflette prima di aprire la porta. Ed infatti, il moro è seduto a gambe incrociate sul letto e leggendo qualcosa dal suo IPhone. Sembra si sia svegliato da poco, ma Luke non può dirlo con certezza. Anziché osservarlo oltre, cammina verso l'armadio, le cui ante sono già spalancate. Pesca qualcosa a caso (una maglia nera, un jeans che non mette da un'eternità ed un paio di boxer che forse non sono suoi) e con la coda dell'occhio vede Calum posare il telefono e rivolgere tutta la sua attenzione a lui. 
Tossisce piano Luke. «Ti dispiacerebbe...?», vuole davvero che esca, ma Calum è infastidito da quella mezza domanda. 
Alza un sopracciglio e «Ti dà fastidio che io sia qui?» chiede a sua volta.

«Affatto» risponde Luke, un po' troppo velocemente perché sia ciò che pensa. Si sente a disagio quando lascia cadere l'asciugamano sul pavimento e rimane esposto. Sa che lo sta guardando, perciò cerca di indossare tutto il più veloce possibile. Sa anche che Calum ha percepito il suo atteggiamento strano – è da mesi che si comporta in quello strano modo.
«Non ti ha mai imbarazzato spogliarti in mia presenza» dice e Luke, con il petto ancora scoperto, si gira di scatto verso di lui, pronto a controbattere. «Perché ora sì?»
«Non sono imbarazzato», nella voce è evidente la sua scarsa convinzione.
«Sì che lo sei» ribatte e nel frattempo si sta avvicinando. «C'entra il mio appuntamento di ieri sera?»
Non era un appuntamento, vorrebbe chiarire Luke, è solo la tua sessione settimanale di sesso occasionale. Che potresti fare con me, aggiunge all'ultimo. «No», scuote la testa e indica la maglia. «Posso vestirmi ora?»
Calum gli ruba la maglia dalle mani e «Non prima che tu mi abbia detto cosa c'è che non va» fa risoluto.

Il biondo solleva gli occhi al cielo e quant'è infantile alcune volte? «Non è niente»
«E' da un po' che mi tratti di merda, mentre la notte lasci che mi avvicini a te» spiega, appoggiando una mano contro l'armadio ed intrappolando Luke. «Sei strano», strano è esattamente il termine che descrive alla perfezione tutto quello che sta succedendo. E poi, Calum è tanto vicino che, se Luke volesse, potrebbe facilmente lasciargli un bacio sulle labbra. Un piccolo bacio a stampo, solo per vedere com'è che ci si sente. E sta seriamente per farlo, quando Calum si allontana, borbottando un vaffanculo. Luke si porta le mani al viso, in modo da evitare il suo sguardo arrabbiato. «Quando vorrai spiegarmi che cazzo ti passa per la testa, sai dove trovarmi», il tono di voce è alto e il biondo si sente sempre più piccolo. Calum esce dalla stanza sbattendo la porta e sbraitando parecchie imprecazioni.

 

A pranzo si fermano nell'ennesimo ristorante che trovano sulla strada e Calum non lo degna di un'occhiata. Sembra felice, mentre parla con Ashton del suo sogno con le pizze e la Nutella (Luke non può fare a meno di pensare al proprio di sogno) e mangia il suo piatto di pasta. Michael si è seduto accanto a lui quel giorno ed è come stare insieme ad un muro. Non ha spiccicato parola; non lo fa mai quando fa una cosa che ama, e il mangiare è uno di quelle. Tuttavia, quando ha ingoiato anche l'ultimo boccone di cibo, Luke lo sente dire qualcosa.
«Smettila di guardarlo in quel modo»
«Quale modo, scusa?»
«Quello del ti-prego-guardami-io-ti-amo» chiarisce, puntellando la sua mollica di pane e tentando di imitare la voce del biondo, ma finendo per sembrare uno che ha ricevuto un calcio nelle palle. Luke vorrebbe fargli notare che non si gioca col cibo e che no, non lo sta guardando affatto in quel modo (peccato che quest'ultima cosa non sia affatto vera).
«Ma cosa dici!»
«Dico ciò che vedo»
«Allora non ci vedi»
Michael gli lancia un'occhiata di fuoco. «Io ci vedo eccome» sibila e, in quel momento, con gli occhi verdi assottigliati e quell'espressione, sembra quasi un serpente.
«Okay, mettiamo che tu abbia ragione» si arrende Luke. Il punto è che Michael ha una sorta di super potere e a lui non riesce proprio a mentire. Sarà che lo mette un sacco in soggezione. «Cosa dovrei fare se mi piacesse sul serio»
Luke è consapevole di aver appena firmato un patto col diavolo, lo vede dal ghigno soddisfatto dell'amico e da come ha lasciato da parte il pane perché ha trovato qualcos'altro con cui giocare, qualcosa di molto più interessante. «Dovresti dirglielo-»
Luke fa un verso di disapprovazione; tutto qui? «Questo è il tuo consiglio? E pensare che mi aspettavo chissà cosa da uno come te»
«Non ho finito» tuona. «Dovresti scoparlo su ogni superficie piana che trovi»
Il biondo si schiaffeggia la fronte (anche se quel consiglio non è davvero niente male). Prima che possa parlare, Ashton avverte che è ora di andare e Luke si alza, ancora scuotendo la testa (perché no? Potrei davvero scoparlo su ogni superficie piana).

 

Se durante le prove di quella mattina, Luke era l'unico ad essere scoordinato e fuori tempo, adesso lo è anche Calum. E' la quarta volta che ripetono il ritornello di Amnesia e il biondo dimentica ogni volta di attaccare a cantare al momento giusto. Calum, invece, non ricorda le parole delle sue strofe. Va avanti così fino a quando Michael si decide ad urlare uno stop tanto stizzito quanto arrabbiato e Luke teme che possa decidere di andarsene da un momento all'altro.
«Voi due dovete chiarire, porca put-» fa per dire, ma Ashton lo blocca. Sta chiedendo cosa ci sia da chiarire, l'espressione smarrita di chi non sa mai cosa stia succedendo.
«Non ne ho idea, ma c'è una tensione che si può tagliare con un coltello qui dentro» e cazzo, Michael ha appena citato una loro canzone o Luke se l'è solo immaginato?
«Non ditelo a me», Calum alza le spalle. «E' lui che deve spiegarmi quello che sta succedendo»
«Luke», Michael gli fa un cenno di incoraggiamento e lui sa che è arrivato il momento fatidico, quello dopo il quale avrà tutto o avrà niente. Ci ha pensato parecchie volte Luke; Calum potrebbe rimanere talmente schifato da lui da tagliare ogni contatto e, addirittura, sciogliere la band. Oppure potrebbe ignorarlo, non parlargli mai più e allora addio abbracci e tocchi inaspettati. Tutte queste cose gli passano per la testa nei pochi secondi che impiegano per percorrere il breve corridoio che separa il palco e il backstage. Quest'ultimo è una stanza abbastanza grande, nella quale ci sono alcune superfici pianedivani, cazzo, sono divani, non superfici piane –, alcuni specchi e anche un bel po' di vestiti. Al momento non c'è nessuno tranne che loro due. Luke fa dei respiri profondi e l'altro lo guarda. Calum non ha il tempo di spronarlo a parlare, perché Luke ha già afferrato il colletto della sua maglia e lo sta tirando verso di se'. Tempo pochi secondi  in cui Luke si pente di averlo fatto ed ha veramente paura –, prima che le loro labbra si incontrino e che Calum reagisca al bacio. E' Luke ad intensificarlo – ora ha molta meno paura e più sicurezza  e a chiedere di poter entrare, passando la sua lingua sulle labbra del moro, che sono davvero morbide come se le immaginava e sanno di chewingum alla menta. Dopo che il più grande socchiude le labbra e si decide a portare le sue mani alla vita del biondo, è tutto un unico fuoco d'artificio. Luke la definisce magia, perché è proprio quello che sta succedendo nel suo stomaco. Pura magia. Le mani di Calum ora sono sulle sue guance e l'aria comincia a scarseggiare, ma nessuno dei due sembra volersi staccare. Lo fa Calum, a malincuore, ma soltanto per lasciargli altri baci prima sulla mandibola, poi sul collo, esattamente sul pomo d'Adamo. Tra un bacio e l'altro Luke si chiede come abbia fatto a respirare prima di allora senza tutto quello. Arriva a dubitare di aver mai respirato come si deve. E' spinto delicatamente verso uno dei divani (gli vengono in mente le parole di Michael sulle superfici piane e quasi gli scappa da ridere). Si ritrova steso, con Calum a cavalcioni su di lui e prova un forte senso di dejavù.
«Pensi che io non ti abbia sentito gemere il mio nome, questa notte?» Calum sussurra dritto nel suo orecchio, il respiro affannato che si scontra col suo lobo e che fa rabbrividire Luke. Sgrana gli occhi e merda!, questa non se l'aspettava; credeva davvero che stesse dormendo. Il moro ha afferrato i bordi della maglia e sta aspettando che Luke si muova per riuscire a toglierla. Il biondo fa leva sul torace, per permettere all'altro di fare ciò che deve. Luke sfila a sua volta la maglia di Calum, il quale sta facendo lo stesso coi pantaloni di Luke. Adesso è nudo, proprio come nel suo sogno, ma sa che questa volta non si sveglierà e, soprattutto, che è tutto vero. Dopo avergli lasciato baci caldi e carezze un po' ovunque, Calum prende il suo membro tra le sue mani e Luke si morde il labbro inferiore, per non gemere così presto. Sta facendo muovere la sua mano, dando scariche di piacere al biondo. Se non fosse così sicuro che non sia possibile, Luke penserebbe che l'abbia già fatto prima d'ora. «C-Calum, cazzo, merda» balbetta sotto voce. Mormora qualcosa di incomprensibile e perfino meno intelligente delle sue solite imprecazioni quando l'altro accelera il movimento e adesso può sentire il sangue affluire tutto in quella zona. E' vicinissimo al venire per la seconda volta nel giro di pochissime ore, ma il moro si ferma. Un lamento esce dalle labbra di Luke, mentre l'altro si toglie i pantaloni di fretta e pure i boxer. In un attimo, Luke inverte le posizioni ed è su di lui. Perché io non mi faccio sottomettere, pensa fiero. Sa esattamente cosa fare, l'ha fatto già quando aveva quindici anni e ancora se lo ricorda , nonostante fosse ubriaco fradicio quella sera e il ragazzo con cui l'ha fatto non fosse così speciale. Avvicina l'indice all'apertura dell'altro e lo vede inarcare la schiena. Al secondo dito, una lacrima gli solca il viso. Luke gli sta chiedendo se vuole che smetta, ma lui scuote la testa. Quando il più piccolo è certo che si sia abituato al dolore, sostituisce le dita con il suo membro. Le spinte, dapprima lente, diventano ogni volta più veloci e Luke non può fare a meno di sentirsi completo. Ha aspettato quel momento per troppo tempo; il sapore delle labbra di Calum, il suo corpo sudato e gli occhi lucidi che lo pregano di dargli di più. E' dopo pochissimo che Luke raggiunge il culmine e si svuota dentro di lui, subito seguito da Calum che, come se avesse avuto il permesso, viene sul suo torace. Nessuno dei due ha idea di che ora sia o si preoccupa se qualcuno possa arrivare e vederli in quello stato (quel qualcuno potrebbe essere sua madre e a quel punto Luke sarebbe veramente nei guai, ma davvero, non può interessargli di meno. Ha tutto ciò che conta nella vita accanto).

Luke ha appena diciassette anni ed è sicuro che adesso conosca qualcosa in più sull'amore. Amore, infatti, è Calum che ricambia il suo bacio e che gli permette di entrare in lui e sentirlo suo; Amore è Calum sudato e prosciugato da ogni sua energia, che gli sussurra frasi nell'orecchio che proprio non c'entrano l'una con l'altra; Amore è il petto liscio di Calum su cui giace la propria testa e su cui traccia lettere mute e gli fa capire per la prima volta che lo ama; Amore è Calum che lo guarda negli occhi e mormora a sua volta di amarlo, più di qualunque altra cosa al mondo, e di averlo sempre fatto. 
Perciò, se ora gli chiedessero cos'è per lui l'amore, non esiterebbe neanche un secondo a rispondere Calum.


 

Note d'autrice
Salve a tutti. Okay, questa è la cosa più imbarazzante che abbia mai postato. E' la mia primissima smut, perciò avrò scritto un mucchio di cazzate, ma in ogni caso evviva il sesso gay!
Ancora una volta grazie a Rossella che mi ha convinto a finirla, anche quando ero nel momento critico e avevo le mani sul viso e continuavo a mormorare "ommioddio sono una merda, faccio schifo, che cosa imbarazzante, ommioddio" (se non si fosse capito, sono fatta di carne, ossa e insicurezze. Questa frase fa molto cuinz depresse di tumblr).
Spero davvero che vi piaccia e non linciatemi se invece vi fa schifo.

Alla prossima!

   
 
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