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Autore: WittaHowler    01/06/2014    0 recensioni
Summer è stata uccisa a solo 9 anni e tocca a Theodor, un neopoliziotto, operare insieme alla squadra a cui è stato assegnato per scoprire la causa della tragica fine della piccola.
Ma c'è un problema, il suo capo Dominique, che ha un pessimo carattere verso i genitori dell'uccisa e con il mondo stesso, ma perché Dominique è così? O meglio... cosa l'ha spinta a diventare così?
Genere: Angst, Dark, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Deficiente!”
Unito al suono di                 un clacson squillante, fece ritornare Matthew alla realtà. Stava davanti a un semaforo che aveva appena cambiato il suo colore da rosso a verde. Cercò di riparare al danno in fretta, pigiando sull’acceleratore per oltrepassare la strada, ma si accorse troppo tardi che una macchina lo stava già sorpassando e per questo si beccò un altro insulto.
Mortificato e nervoso Matthew riprese a guidare, cercando un luogo dove fermarsi. Entrando nella zona industriale della città imboccò una stradina che lo condusse a una zona . Non preoccupandosi di parcheggiare per bene l’automobile, prese il pacchetto delle sigarette e l’accendino dal portaoggetti e scese dall’auto.
Si sedette su un muretto e, imprecando varie volte perché l’accendino non funzionava bene, si accese una sigaretta. Gli basto solo un’inalata per sentirsi meno teso, ma in quel momento non gli andava di pensare, voleva solamente fumare in pace la sua sigaretta.
Solitamente Matthew non fumava, sua moglie Cassandra odiava l’odore del fumo, e quando ne percepiva il minimo odore le prendevano violenti conati di vomito. Ma alcune volte infrangeva questa regola della ferrea disciplina che si era imposto con gli anni e dava libero sfogo al suo ego fumando.
Gettò a terra la sigaretta e la schiaccio per bene, come se il cicco di questa avesse assorbito tutte lo stress e ora lo stesse schiacciando. Ispirò un po’ di aria pulita e, questa volta con molta più calma, si accese un’altra. Quando aveva bisogno di pensare Matthew si concedeva sempre due sigarette, una per distogliere le ansie e una per riflette sul da farsi. E il più delle volte, la seconda si bruciava da sé senza essere minimamente inalata.
Quando Theodor gli aveva inviato quella email, in Matthew era l’ansia per l’incontro con i Babbling di quella sera e sua figlia Melany, piangendo, aveva tramutato questa sua ansia in uno stress che sembrava cavalcargli sulla mente e il cuore come una mandria di cavalli.
Matthew non era pronto per figli, ma per paura di perdere Cassandra aveva accettato di mettere al mondo Melany. Nonché fosse cattivo con la figlia, anzi lui stravedeva per lei e quella lo stesso, ma alcune volte in lui montava una rabbia tremenda quando questa cominciava a fare i capricci o a piangere, e per questo aveva bisogno di isolarsi.
Cosa dovrei fare con quella famiglia quando Dominique aprirà bocca?” questa domanda lo tormentava.
Sapeva già come si sarebbe conclusa la faccenda, con uno dei due genitori in lacrime e Dominique sempre più stressata. Anzi, più stressata di lui.



Theodor fu svegliato da un tatac, tatac continuo. Appena aprì gli occhi si accorse di aver sbavato sul foglio che si trovava sulla scrivania e, sentendosi intorpidito, si stiracchiò a lungo sbadigliando con la bocca aperta.
Tatac.
Theodor aprì gli occhi, ma il suo fastidio per quel rumore ebbe vita breve.  Davanti a lui stagliava la figura di una donna; questa era alta, portava un taglio scalato corvino e sul viso erano perfettamente posizionati degli ampi occhiali da sole. Il resto del corpo era coperto da un cappotto, sempre nero, di qualche taglia in più.
Tutto il nero di cui era vestita aveva un contrasto enorme con la sua pelle bianco latte, che era quasi evanescente, come se il colore e quest’ultima formassero un antitesi.
“Salve, bell’addormentata.” Le sue labbra si ampliarono in un sorriso terribilmente ironico.
Tatac. La donna teneva in mano una penna a scatto, che sembrava esser lì appositamente per far rinascere il fastidio in Theodor.
“Mi scusi, ma chi è lei? Lo sa che in questo ufficio non è permesso entrare?”
Tatac.
“Ah sì?”
Tatac.
“Sì, quindi ora la prego di uscire.”
Theodor si alzò in piedi e avanzando velocemente insieme a quella, per farla uscire di lì, si accinse ad aprire la porta, ma proprio in quel momento lo fece qualcun altro dall’esterno.
“Ciao Theo, vedo che hai conosciuto Dominique. Andiamo?”
Tatac.
E l’autostima di Theodor crollò nuovamente.

 


In macchina c’era un silenzio tombale, ma forse sarebbe stato meglio un vero e proprio silenzio da cimitero, perché almeno quello non sarebbe stato irritante.
Theodor stava seduto sui sedili posteriori  e per quanto fossero ampi e comodi, sentiva sulla spina dorsale la lama fredda di una spada .
Nei sedili anteriori c’erano: Matthew al volante, che torturandosi la fede aveva fatto diventare la parte del dito ricopert da questa di un color rossastro, e Dominique, la quale aveva i piedi poggiati sul cruscotto dell’auto, riguardava il verbale.
Per quanto Theodor avesse la gola secca, cercò di spiaccicare due parole.
La prima volta ottenne solo un suono gutturale mal riuscito.
La seconda andò meglio.
“Pos… possiamo fare un riepilogo..?”
“Di cosa?” La voce di Dominique fece affondare ancora di più la spada nella sua schiena.
“Del… del verbale.”
Quella sbuffo e la spada trafisse completamente la schiena di Theodor, oltrepassando la pancia e fuoriuscendo; il dolore sembrò così intenso che dovette premersi la mano sullo stomaco per capire che non era un dolore reale.
Cercò poi di replicare, ma il capo aveva già cominciato a laggere.

 

“Summer Babbling, nata il 17 Febbraio 2005, trovata nel fiume Bethin alle ore 00:47 del 12 Maggio 2014.
Il soggetto presenta ripetute coltellate estese dall’addome fino ad arrivare al basso ventre.
La scientifica successivamente ha notato che tra il sangue e le coltellate, sul basso ventre, c’è una cucitura; aprendola si è scoperto che le sono stati asportati gli organi riproduttivi.
Ci si sta attrezzando per rintracciare un ipotetico colpevole.”

 

Theodor era esterrefatto; Dominique aveva parlato con una voce forte e distante, non facendo trapelare la minima emozione o un minimo di coinvolgimento per la morte di quella ragazzina, come se lei stessa fosse distante e non curante della tragedia che aveva scritta su di un verbale sotto gli occhi.
Mentre pensava a questo, la macchina si fermò sul vialetto di un’imponente casa.
E una parola apparve nella mente di Theodor, come se un proiettile gliel’avesse impressa nel cervello.
I genitori.”
Sentì le mani imperlate e la gola secca.
Un leggero giramento di testa sembrò prenderlo.
E poi più niente, svenne.

  
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