Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Pineapple__    02/06/2014    1 recensioni
Il nostro Rufy è stato catapultato nell'inquietante gioco "Misfortune", una delle Creepypasta più famose sul web. Riuscirà Cappello di Paglia a non impazzire e, soprattutto, a non fare impazzire il povero diavoletto nero?
Buona lettura. :3
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rufy & Misfortune
 
Il ragazzetto di gomma avanzò guardandosi intorno, calpestando il tappeto a forma di croce rovesciata. Non capiva come fosse finito là dentro e, nonostante il suo unico neurone mal funzionante, si rese conto di non essere più sulla Sunny, ma in uno spazio bianco e verdino. Anche la musica che suonava era particolarmente fastidiosa e cantilenante.
 
Il portone si estendeva davanti al perplesso viso del Capitano. Senza pensarci troppo allungò una mano e lo aprì, ritrovandosi in un lungo e spoglio androne dello stesso colore dell’ingresso. Un tappeto lo percorreva al centro, estendendosi fino all’altro capo. Improvvisamente una figura nera con delle grandi ali comparve davanti a lui, facendolo sobbalzare lievemente. Sembrava uno di quei mostriciattoli provenienti dall’isola di Thriller Bark.
 
“Io esisto all’interno del tessuto della realtà. Vuoi sfidarmi?” domandò fissandolo dai suoi malefici occhi socchiusi.
 
“Ma sei fighissimo!” esclamò Rufy tirandogli contemporaneamente un’ala e un’antenna.
 
“Ma che fai?!” si spazientì il mostro. “Io sono Misfortune!”
 
“E io sono Monkey D. Rufy e diventerò il Re dei Pirati!” si presentò saltandogli sulla schiena. “E ora via, verso nuove avventure!”
 
“Scendi subito!” ringhiò sgroppando come un cavallo imbizzarrito.
 
“Ok, a una condizione. Voglio che tu rispondi a una mia domanda.” affermò Cappello di Paglia.
 
“Dimmi.” sbuffò esasperato.
 
“Tu fai la cacca?” chiese con un sorrisone a trentadue denti.
 
A quel punto Misfortune, con una vena ballerina in bella vista sulla fronte, lo afferrò per una gamba e lo trascinò via lungo il corridoio, nonostante i vani tentativi di Rufy di liberarsi dalla presa del diavoletto fluttuante. Pensò fosse solo un brutto sogno, che prima o poi si sarebbe svegliato e avrebbe ripreso il suo amato ruolo di tormentatore di anime con il suo insano gioco. E invece non sapeva, il povero Misfortune, che l’incubo era solamente iniziato. Almeno per lui.
 
Arrivarono alla stanza dove si sarebbe svolto il primo livello del gioco e la musichetta aumentò d’intensità. Il padrone notò che, una volta lasciato libero, il ragazzino cominciò ad esplorare incuriosito i dintorni, per niente inquietato o disturbato dall’incalzante motivetto. Gli afferrò la capoccia e gliela girò verso il punto in questione. Il moretto sghignazzò.
 
“Che hai da ridere?” si irritò il mostro,
 
“Non hai le dita, Misfy!” scoppiò a ridere indicandolo.
 
“Mi chiamo Misfortune! E poi non sono io che ho deciso di essere creato con dei moncherini!” sbuffò sbattendo infastidito le ali.
 
“E chi l’ha deciso?” chiese Luffy piegando la testa.
 
“Non sono affaracci tuoi! Ora, vedi quella chiave su quell’isolotto in mezzo allo specchio d’acqua? Devi riuscire a prenderla per passare al prossimo livello, spostando i massi per arrivarci.” ghignò indicandogli il luccicante oggetto d’ottone.
 
Misfortune era soddisfatto, ora. Era convinto che un ragazzino apparentemente gracile come lui avrebbe avuto molte difficoltà nello spostare quei pesanti macigni. Si leccò sadico le labbra, pensando a cosa avrebbe potuto fare a quello sfacciato babbeo non appena il tempo del gioco fosse scaduto. Inaspettatamente, sotto gli occhi dello sfortunato diavolo, Rufy caricò il braccio e lo sparò orizzontalmente. La mascella della figura nera sfiorò terra nel vedere l’arto del piccoletto allungarsi fino a raggiungere l’oggetto del suo desiderio per poi ritrarsi, mentre sul viso del giovane si disegnava una smorfia di puro divertimento.
 
“Presa!” gioì Mugiwara alzando le braccia al cielo.
 
“Ma come hai fatto, piccola peste?! Così non vale!” gridò arrivandogli uno scappellotto sulla nuca.
 
“Io ho mangiato il Gomu Gomu no Mi e posso allungarmi. Se non lo usassi sarebbe uno spreco, no?” ridacchiò, facendo salire nella creatura una spiccata voglia omicida.
 
“Vedremo se ti servirà negli altri livelli.” sussurrò sprezzante conducendolo fuori dalla stanza.
 
Il gioco proseguì imperterrito e Rufy non dava alcun segno di cedimento, anzi, sembrava divertirsi un mondo con il suo nuovo “amico”. Né la melodia che aveva fatto impazzire tutti i giocatori né l’assillante complessità del gioco. Misfortune vide, per la prima volta in tutta la sua, a questo punto, inutile esistenza, un giocatore pieno di brio che, sfoggiando vari attacchi con i suoi pugni gommosi e una forza nascosta chiamata Ambizione, riusciva sempre a trovare la via d’uscita del livello. A costo, ovviamente, di spaccare qualche pietra o muro che ostruivano il passaggio.
 
Il diavoletto continuava a respirare profondamente, ormai consapevole che il suo labirinto preferito era stato ridotto alla stregua di un groviera. Si ripeteva di controllare la sua furia omicida verso il giovincello che pulsava sempre più forte all’interno dei suoi moncherini. L’avrebbe messo al tappeto durante l’ultimo livello. Quello dal quale nessuno era mai uscito.
 
“Dove siamo, Misfy?” domandò l’altro sistemandosi il cappello di paglia sulla testa.
 
“Smettila di chiamarmi così! E comunque, siamo all’ultimo livello. Ci sono quattro case nelle quali entrare. Prego, fai la tua scelta.” disse cercando di nascondere un sogghigno divertito.
 
“Ok! Peccato, mi stavo divertendo con te, Misfy!” attestò dirigendosi verso la seconda casa, ovvero quella in alto a destra.
 
Appena varcata la soglia la musichetta si interruppe bruscamente, lasciando spazio solamente ad un opprimente silenzio. Il moretto batté le nocche sullo stipite della porta, per niente intimorito dal repentino cambio di ambientazione. Dalla profonda oscurità della casetta emerse una sagoma lievemente illuminata da un’inesistente fonte di luce, la quale era perfettamente riconducibile a quella di Misfortune. Mostrava il suo terrificante ghigno, puntando un moncherino contro il ragazzo fermo sul’uscio. Finalmente, sarebbe potuto tornare a terrorizzare i poveri malcapitati.
 
”IO SONO DIO, QUI.” pronunciò greve.
 
Il ragazzo spalancò gli occhi e, inaspettatamente, cominciò ad avanzare contro il mostriciattolo, sfidando il buio tetro della capanna. Uno strano liquido bianco grondava dalle sue fauci, il che fece perdere un battito al cuore del povero Misfortune.
 
“Se tu sei Dio, qui, allora…”
 
“Non avvicinarti!”
 
“ALLORA POTRAI DARMI TUTTA LA CARNE CHE VOGLIO!”
 
E fu così che Misfortune, temuto signore del videogioco maledetto fu messo in ginocchio da un semplice Capitano affamato. E la sua reputazione finì direttamente in un sanitario pubblico, essendosi ritrovato ad essere rincorso per tutti i livelli del gioco da un ragazzo che gridava come un ossesso una frase, per lo sfortunato Misfortune, apparentemente senza senso.
 
“DIVENTA UN MIO NAKAMA, MISFY!”

 
 
 
Perché tutto è più divertente con Rufy, anche le Creepypasta.
 
 
 
*Angolo dell’ananas*
Hola! Bene, sono solo le 0.16 e io sto smattando di brutto. Come mi sarà venuta in mente questa cosa?
Beh, qualche settimana fa ho visto un video sul Creepypasta Misfortune e mi sono detta “Ehi, perche non lo sdrammatizziamo un po’?” ed eccomi qui.
E’ da molto che ci rimugino, volevo che venisse fuori una cosa decente ma in realtà è da mettersi le dita in gola, ‘sta roba. Blah. Ringrazio chi recensirà, almeno per farmi sapere quanto NON vi è piaciuta! Comunque ho già nella mia testolina altre Creepypasta fuse a One Piece e FORSE le scriverò. Mai dire mai, però!
Alla prossima!
 
Pineapple__ 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Pineapple__