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Autore: Gio_Snower    02/06/2014    2 recensioni
[NatsunoxToru] [Dedicata a @Lady_Kamelot]
E se andasse diversamente?
E se Natsuno avesse potuto dire a Toru quello che voleva dirgli davvero?
[Kanashi: Si scrive come "amore", si pronuncia come "triste".
E' la persona verso la quale provi amore e tristezza.
Una volta che ti tocca il cuore, non puoi lasciarla andare]
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Natsuno Yuuki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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KANASHI

 
L'amore è forse una cosa delicata? Direi piuttosto che sia troppo rude e aspra, e infine troppo violenta: e punge come uno spino.
William Shakespeare,
Romeo e Giulietta



Il svolgersi delle cose nel mondo è assai beffardo.
Per noi semplici umani, inclini a passioni irrazionali e sentimenti illusori, è semplice sbilanciarsi e lasciarsi andare in balia del caos.
E sebbene allora pensassimo all'opera del caso, il caso volle non esister e quindi siffatti realtà fu il risultato del destino.
Ma che senso ha perdersi in mille più ripensamenti?
Combattei per la mia realtà, il mio futuro, eppure persi.
O forse vinsi? Non saprei dar risposta a questo quesito, sebbene di poca importanza.



All'inizio vidi qualcosa di bianco. Terrificante quasi. Poi sentii la sua voce.
Mi sembrava così famigliare, così triste e dolce.
Mi venne da piangere; se non di dolore, ma di gioia e paura, non saprei descriverlo meglio.
«Natsuno...» mormorò con quel suo tono delicato, tanto simile al suo carattere.
E io andai. Non potevo non andare.
E lo vidi. 
Vidi i suoi capelli biondi, il suo viso dai tratti fini e quegli occhi spaventosi, non umani, non suoi.
Eppure mi sentii felice.
Era di nuovo qui.
Era con me.
Non avrei dovuto dirgli addio, ma non per questo avevo intenzione di rinunciare alla mia umanità.


Costretto. Fui costretto a quella scelta; minacciato da persone più potenti di me.
E scelsi di portar nell'oscurità chi era sempre stato nella luce, di portarlo a vagare come me, senza meta né casa.
Lo chiamai.
Solo lì, sulla sua finestra.
Lo chiamai.
E lui aprì.
Sapevo che l'avrebbe fatto.
E sapevo che mi sarei sentito felice.
Eppure il mio petto si stringeva, il mio cuore tremava.
Piansi lacrime di rammarico per la mia scelta, sebbene in fondo ne fossi felice.
Non potevo aver una vita con lui normale, così ebbi almeno la possibilità di rivederlo.


E mi risvegliai.
Malamente, per giunta. Tradito dal lui, tradito da colui di cui mi fidavo.
Eppur lo accettavo. Il perdono non l'elargii solo per orgoglio.
Avevo perso, tutto sommato.
E con il carattere che mi trovai, sarebbe stato meglio non aprir bocca.


Ed ogni sera andavo lì.
A lasciar fiori, quei fiori che tanto me lo ricordavano, in segno di pentimento ed attesa.
 Lo odiavo. Lo amavo. Lo aspettavo. Desideravo non rivederlo. Non lo volevo. Lo volevo.
Me lo trovai davanti.
E parole dure m'aspettavo e vennero fuori dalle sue dolci labbra.
«Dimenticami.» aveva detto.
«Sei stato tu ad uccidermi, non potrò mai dimenticarti per questo.» aveva risposto.
Era un segno. Un ricordo indelebile nelle loro menti, nell'oscurità dei loro nuovi esseri. 
Era quel passato che non sarebbe mai stato troppo lontano.
Era quel legame mai spezzato, nemmeno dalla morte.


«Toru!» aveva urlato a pieni polmoni.
Lui si era girato. Le sue spalle parevano fragili.
Il suo sorriso pieno di tristezza.
«Natsuno...lasciami andare. Ritsuko..
«Non m'importa. Credi davvero che ti lascerò così? Oh, no. Devi pagare Toru, e quale pagamento è meglio della tua vita? Una vita per una vita. Siamo legati, che ti piaccia o meno
«Natsuno tu non vuoi questo. Io non posso!» aveva urlato.
Ma lui era serio, era inarrestabile. Quella volta avrebbe vinto lui.
Non l'avrebbe perso di nuovo.
«Me lo devi!» aveva gridato per una volta. Non era solito essere così emotivo se non in presenza di Toru.
Era lui a renderlo così e sapeva benissimo d'aver lo stesso effetto su Toru, solo che lui lo mascherava meglio.
L'aveva fissato e aveva distolto lo sguardo. 
Non l'avrebbe lasciato andare.

I suoi occhi fissi su di lui l'avevano fatto ardere e fremere.
Era indeciso.
Non se lo meritava.
Aveva fatto cose terribili.
Il pagamento in realtà era un'ancora di salvezza gettatagli da Natsuno, lo sapeva, eppure...
Avrebbe potuto davvero ripagare la vita che gli aveva strappato con la sua?
Sarebbero stati bene. Sarebbero stati felici.
Avrebbe fatto di tutto per Natsuno, lo sentiva. 
Non voleva lasciarlo.
Era così difficile pensare in quegli attimi.
Poi si era sentito pronunciare quelle parole.
«Va bene.» e le lacrime gli avevano bagnato il viso.

Avevano organizzato la cosa in modo perfetto, nei minimi dettagli.
Ritsuko si sarebbe pugnalata e poi avrebbero messo di fianco a lei una bambola preparata precedentemente da loro di Toru.
Così gli abitanti a conoscenza della trasformazione in Shiki, o Okiagari, di Toru sarebbero stati convinti della sua morte. 
E così andò.
Scapparono quel giorno. 
Da soli. 
Lasciandosi alle spalle tutto.
Il vento ululava quel giorno, come a voler nascondere le loro voci e le loro sagome che se ne andavano in lontananza, mano nella mano.
Così, come due amanti fuggiaschi, se ne andarono.
Partendo verso una nuova felicità, una nuova metà ed un mondo di nuovi ricordi.
Consapevoli dell'oscurità intorno a loro e dentro di loro, ma felici e tristi allo stesso tempo per la presenza dell'uno accanto all'altro. 
Insieme.


[Kanashi: Si scrive come "amore", si pronuncia come "triste".
E' la persona verso la quale provi amore e tristezza.
Una volta che ti tocca il cuore, non puoi lasciarla andare]
   
 
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