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Autore: Zomi    02/06/2014    7 recensioni
Traballante, scese dall’auto, stirando la schiena verso il condominio davanti cui si era fermato.
Era quello?
Boh, a occhio e croce si, il colore, seppur oscurato dalla notte, sembrava il giallo pallido del condominio della sua mocciosa, ma da semi ubriaco era difficile dirlo con certezza.
Scosse il capo, ghignando e, incrociando i passi incerti, si avvivò verso il citofono degli appartamenti, premendo sicuro quello indicante la dimora della famiglia Cocoyashi.
Schiacciò il campanello con il ‘palmo intero, aspettando ghignate che qualcuno rispondesse.
DRINN
DRINN
DRINN
DRINN... CLICK
-Chi è?-
*Fan Fiction partecipante alla Zonami Week indetta dal Midori Mikan*
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buttati in un mare verde e arancione di passione e divertimento
 

 
DRUNK AT ENTRY PHONE
 

 
Traballante, scese dall’auto, stirando la schiena verso il condominio davanti cui si era fermato.
Era quello?
Boh, a occhio e croce si, il colore, seppur oscurato dalla notte, sembrava il giallo pallido del condominio della sua mocciosa, ma da semi ubriaco era difficile dirlo con certezza.
Scosse il capo, ghignando e, incrociando i passi incerti, si avvivò verso il citofono degli appartamenti, premendo sicuro  quello indicante la dimora della famiglia Cocoyashi.
Schiacciò il campanello con il ‘palmo intero, aspettando ghignate che qualcuno rispondesse.
DRINN
DRINN
DRINN
DRINN... CLICK
-Chi è?-
 
Ciao sono quello che hai incontrato alla festa,
Ti ho chiamata solo per sentirti e basta
Si lo passata, è appena un’ora ma ascolta,
C’è che la tua voce, chissà come, mi manca
 
-Mocciosa- urlò ghignando –Sono io, Zoro-
-Zor…-
-No zitta, adesso parlo io- batté un pugno con forza contro l’intonaco mal illuminato della porta, ondeggiando con la sa ombra sotto il faretto posto sull’architrave.
-Lo so che è tardi- si passò una mano nella zazzera verde, biascicando per il troppo alcol ingerito.
-So che è l’una di notte e che domani devi lavorare… so anche di essere alticcio se non addirittura ubriaco- sghignazzò divertito o incosciente –Ma avevo bisogno di sentire la tua voce, e di sentirtelo dire ancora…-
 
Se quello che hai detto ci credevi davvero,
Vorrei tanto che lo ripetessi di nuovo
Dicono che gli occhi fanno un uomo sincero
Allora stai zitta, non parlare nemmeno
 
-… ti prego…- ansimò contro il citofono muto, premendo con insistenza il pulsante del viva voce -… ho bisogno di sentitelo dire ancora. Alla festa non volevo crederci, mi sembrava tutto un brutto scherzo, una bugia, ma perché sono uno stupido orgoglioso-
Singhiozzò, sentendosi in gola un retrogusto amaro di Rhum e pera che correva sull’epiglottide.
-Ho dovuto bere come una spugna per capire che era tutto vero, che non avevo sognato e che veramente tu… che tu… tu…- ghignò ancora Roronoa, abbassando la voce a sussurrare quel segreto -... che tu mi ami-
Stette in silenzio per un lungo attimo, prendendo fiato e fissando, con la vista annebbiata dai fumi dell’alcol, il citofono ondeggiare.
-Zoro…-
-No, non devi per forza dirmelo perché te lo chiedo io…- ansimò addossato alla porta -… so che sei sincera, l’ho letto nei tuoi occhi, e sappi che lo sono anch’io…-
 
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso,
Ancora il solito sesso
 
-Vorrei salire da te, baciarti sulla bocca, sul viso, sulle guance e sugli occhi. Vorrei poterti stingere a me, e farti mia, per tutta la notte, ma non pensare che sia solo una voglia di sesso, stupida lussuria… Nami: ti amo-
 
Perché sai, non capita poi tanto spesso
Che il cuore mi rimbalzi così forte addosso
Ed ho l’età che tutto sembra meno importante,
Ma tu mi piaci troppo e il resto conta niente
 
-Sei l’unica che mi fa battere il cuore nel torace così forte. Se lo sentissi diresti che sta per scoppiare- sghignazzò, addossando la fronte all’altoparlante, sospirando piano.
-Sei l’unica con cui voglio stare, per sempre, non solo oggi o nel prossimo mese, ma anche quando avremo ottant’anni per gamba e per rincorrerti sarò costretto a fare tre passi per ogni mattonella di una pavimento… ti voglio-
 
Dillo al tuo compagno, che ci ha visto stanotte
Se vuole può venire qui a riempirmi di botte
Però sono sicuro che saranno carezze,
Se per avere te un pochino almeno servisse
 
-Sono a pronto a tutto per te…- promise, zittendo ogni parola della ragazza dall’altra parte del citofono -… affronterò chiunque voglia mettersi tra noi: Kid, Law, Sanji… vengano pure, li riempirò di botte, li pesterò con tutte le mie forze e incasserò ogni loro colpo, uno dopo l’altro, e sono certo che non me ne pentirò mai, perché so che, ogni pugno o calcio, mi aiuterà ad averti con me…-
 
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso,
Ancora il solito sesso
 
-Perché ti voglio.
Voglio la tua bocca sulla mia, le tue mani sul mio corpo, il tuo respiro ad ansimarmi nell’orecchio e i tuoi gemiti a gonfiarmi l’ego.
Ti voglio solo per me, ti voglio mia, e non perché sono ubriaco o bramoso di fare sesso con te. Ti voglio perchè ti amo…-
 
Chiuderò la curva dell’arcobaleno
Per immaginarla come la tua corona,
E con la riga dell’orizzonte in cielo
Ci farò un bracciale di Regina
 
-Farò di tutto per farti felice: ti riempirò di gioielli, di vestiti, di scarpe…
Ti dirò ogni mattina che sei la stella più bella, ogni sera l’astro più luminoso del cielo. Sarai il mio orizzonte nel cielo e l’unica proprietaria del mio cuore…- ridacchiò, digrignando i denti -… e sono disposto a ripeterti queste parole da ubriaco ogni volta che vorrai, a costo di sembrare quel deficiente di Sanji… ma ti amo, e non posso farci niente-
 
Ma se solo potessi un giorno
Vendere il mondo intero,
In cambio del tuo amore vero
 
-Voglio solo averti con me… per me.
Sono disposto a tutto per averti, e non credere che siano parole di un innamorato ubriaco: è una dichiarazione la mia, sincera e vera.
Ti amo, mocciosa mia…-
 
Sai qualcosa tipo cielo in una stanza,
È quello che ho provato prima in tua presenza
Dicono che gli angeli amano in silenzio
Ed io nel tuo mi sono disperatamente perso
Sento che respiri forte in questa cornetta,
Maledetta mi separa dalla tua bocca
 
Si passò la lingua sulle labbra, secche per tutte quelle parole sincere, troppo a lungo segregate ne suo profondo da quell’orgoglio che gli imponeva di stare zitto, in capace di sperare che la rossa mocciosa di cui si era innamorato, potesse ricambiarlo.
Chiuse piano gli occhi, respirando l’aria fredda e silente della notte, mentre dal citofono risuonava solamente un leggero respiro, rotto a tratti per l’emozione.
Ghignò, portando un braccio sopra la centralina e posandovi sopra la fronte ampia e rilassata.
-Ti voglio Nami- dichiarò ancora –Amo il tuo silenzio, amo la pelle d’oca che mi attraversa la pelle quando sono con te… amo il tuo respiro che risuona dalla questa cornetta, che vorrei poter distruggere per baciarti sulle tue labbra… ti amo-
 
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso,
Ancora il solito sesso
 
-Ti amo, e so che tu ami me.
Volevo solo dirti questo e dovevo dirtelo ora, anche se è tardi, anche se domani avrai le occhiaie sotto i tuoi bellissimi occhi di cioccolato, e mi saluterai urlando che ti ho tenuta sveglia questa notte inutilmente, per dirti quanto ti amo, quanto ti voglio, quanto ho bisogno di te…-
Sospirò, alzando il palmo dal citofono, lasciando solo un polpastrello a premere il campanello dell’appartamento.
-Ti amo… buonanotte mocciosa mia-
Lasciò al presa sul citofono, indietreggiando sugli scalini dell’androne, strisciando i suoi passi sul marciapiede.
Si fermò davanti la portiera della sua auto, voltandosi verso il condomino e, fissando la finestra dell’appartamento di Nami, alzò un braccio, salutandola e indirizzandole un bacio.
Montò in auto, e ingranò la prima, perdendosi nella notte.
 
Ora ti saluto, è tardi vado a letto
Quello che dovevo dirti io te l’ho detto
 
-Sniff… che ragazzo romantico- si asciugò una lacrima Bellmere, accendendosi una sigaretta tremante sulle sue labbra.
Genzo rimase zitto davanti la porta dell’appartamento. Il braccio ancora teso a premere il pulsante del citofono per sentire la serenata romantica di Roronoa.
-Certo che la nostra Nami l’ha scelto bene- sorrise la rossa, aspirando una nuvola di fumo.
Il marito non si mosse, dandole ancora le spalle.
-Genzo?- gli passò una mano sulla nuca, accarezzandolo dolcemente –Tesoro che hai?-
Lo guardò in viso, stupendosi del suo ringhiare sotto i neri baffi, mentre tremava di rabbia.
-Roronoa…- ringhiò.
-Tesoro?-
-CHE CREDE QUEL MARIMO DEL CAVOLO?!? LA MIA PICCOLA NAMI NON L’AVRA’ TANTO FACILMENTE!!!! RORONOA!!!!-
Bellemer fissò il marito maledire il povero ragazzo, urlando e rischiando di svegliare le figlie e l’intero vicinato.
Scosse il capo, sbuffando nell’aria una piccola nuvola di fumo.
-Oh Genzo caro…- ridacchiò scuotendo il capo.
 
 


 
 
Hai appena finto di leggere una Fan Fiction Zonami.
Da subito ti senti soddisfatta, compiaciuta, appagata. Ma poi... ne vuoi un'altra, e un'altra e un'altra ancora.
Diventa una dipendenza, non puoi più farne a meno, ogni giorno che passa senza Zonami soffri, il viso si riempie di rughe, i capelli sfibrano, gli occhi sbiancano.
Vedi buzzurri orgogliosi in ogni ciuffo d'erba, e mocciose malandrine in ogni mandarino.
Vaghi per casa, volando come un fantasmino, lasciando un filo di bava sui pavimenti, che stranamente forma sempre la stessa parola: Zonami.
Balbetti frasi sconnesse di cartografe e spadaccini, amanti segreti e letti divelti da quarte spade.
Ormai vivi solo per loro...
Se ti succede, non chiamare l'esorcista, vieni sul MIDORI MIKAN: starai subito meglio e la dipendenza potrà solo che peggiorare... per fortuna

 
   
 
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