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Autore: Vale8001    05/08/2008    0 recensioni
Ecco un'altra cavolata partorita dalla mia insana mente. Cosa succederebbe se qualcuno unisse due delle mie più grandi passioni, il Signore Degli Anelli e Naruto? Ecco io l'ho fatto. Spero vi divertiate, come mi sono divertito io immaginando questa storia.
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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ciao

IL Signore Delle Collane

Tre Anelli Collane ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,

Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,

Nove agli Uomini che la triste morte attende,

Uno per l’Oscuro Sire chiudo nella reggia tetra

Nella terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.

Un Anello Una Collana per domarli, Un Anello Una Collana per trovarli,

Un Anello  Una Collana per ghermirli e nel buio incatenarli,

Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.

 

Capitolo Primo

 Una festa a lungo attesa

Capitolo Primo

 Una festa a lungo attesa

 

Si avvicinava il giorno del Cinquantesimo compleanno della vecchia Tsunade Baggins, e ad Hobville, nel paese di Konhoa tutti erano eccitati. La vetusta hobbit era un mistero vivente per tutti gli abitanti del villaggio. Era sempre stata considerata un’hobbit eccentrica, molto diversa da quelli della sua razza che amavano la tranquillità e la calma monotonia delle giornate passate dedicandosi ai piaceri della vita.

Non che Tsunade fosse priva di questo senso del “godersi la vita”, ma era al tempo stesso molto attiva, dedita alle avventure agli eventi fuori dall’ordinaria quotidianità. Tutto ciò le era valsa l’etichetta di “strana”.

 Quasi trent’anni prima, poi, era partita per un viaggio di cui nessuno conosceva la meta, ed al suo ritorno, vent’anni dopo, aveva portato con sé innumerevoli tesori. Tsunade non aveva mai rivelato a nessuno a quanto ammontasse il suo patrimonio, e questo, unito alla nomina che la seguiva in tutta Konhoa, contribuì ad alimentare la fervida fantasia degli hobbit, e nacque così la leggenda del Tesoro di Tsunade. Si diceva che scavando nelle profondità di casa Baggins si potesse trovare l’ingresso a sconfinate grotte piene d’oro fino a scoppiare, scavate da Tsunade stessa.

Ma una cosa assai strana, davvero strana, non semplice frutto di una fantasia molto attiva, era il fatto che Tsunade fosse rimasta praticamente immutata dal giorno della partenza per la sua avventura. La sua candida pelle era rimasta morbida e rosea, non una ruga solcava il suo bel volto, che sembrava dipinto nella porcellana. Eppure aveva cinquant’anni, e cinquant’anni segnavano anche un hobbit, ed invece Tsunade sembrava ancora una giovane ragazza che s’appresta a varcare le soglie dell’adolescenza per diventare una donna a tutti gli effetti. Così bella, eppure così strana.

Tuttavia, la stranezza della cara Tsunade era felicemente ignorata dagli altri hobbit, in quanto non si può dire che non fosse generosa. I suoi regali erano ben accetti da tutti, e c’era addirittura chi la guardava con simpatia.

 

Tutta Hobville dunque era in fermento, Tsunade stava organizzando una gran festa e già da mesi era indaffarata con gli inviti e le innumerevoli liste. Erano stati mobilitati tutti i fiorai di Hobville e dintorni; erano state svuotate tutte le dispense e convocati tutti i cuochi disponibili; c’erano vari operai che montavano e smontavano impalcature e padiglioni.

Casa Baggins era un via vai di amici e parenti, che venivano per ringraziare o semplicemente per salutare. Non mancavano gli scrocconi, gente che voleva solo un pezzettino del fantomatico tesoro, ma Tsuande ne aveva per tutti e regalava un piccolo pacchettino a chiunque si presentasse, amico o “sciacallo”, pregandolo però di non aprirlo fino al giorno successivo il suo compleanno.

E poi, oltre le persone c’erano le lettere, oh quante lettere. Tutti erano ben felici di venire, e molti inviavano cortesi ringraziamenti per l’invito.

Per fortuna c’era Naruto. Naruto era un altro membro della famiglia Baggins, un cugino di Tsunade da parte di padre, che tempo addietro lo aveva apertamente preso sotto la sua protezione, quale suo cugino preferito, portandolo a vivere con sé a casa Baggins, da Brandyville.

Così anche Naruto aveva preso la nomina di essere strano, in realtà tutta la famiglia l’aveva presa, ma a lui non interessava, stava più che bene con Tsunade.

Così, mentre Naruto spediva gli ultimi inviti e si occupava della posta, Tsunade impacchettava i regali da consegnare agli invitati il grande giorno.

Mancava infine soltanto una cosa.

 

Naruto aveva sbrigato tutte le sue faccende e finalmente aveva un po’ di tempo libero.

Se ne andò nella campagna intorno al villaggio. Amava girovagare solo, quando era stanco, non per pensare, Naruto non pensava mai, ma solo per perdere tempo.

Stava attraversando un cespuglio quando in lontananza vide un carro tirato da un rospo piuttosto grande avanzare sul sentiero serpeggiante che portava alle porte di Hobville. L’alta figura che teneva le redini di un vecchio poni gli era più che familiare, era proprio lui… urlò Naruto, correndo fuori dal cespuglio verso il vecchio, che fermò il carretto vedendo il ragazzo arrivare.

Jiraya tacque improvvisamente, perso nei ricordi con una faccia alquanto sconvolta.

disse Jiraya riprendendosi . Jiraya sollevò Naruto prendendolo da sotto le ascelle. disse quando ormai il carro fu ripartito.

Naruto sorrise beato, dondolando i piedi a penzoloni dall’asse di legno su cui era seduto.

Jiraya rabbrividì

.

Jiraya era perplesso, quel monellaccio non era cambiato di una virgola, tuttavia dimenticò subito questo pensiero e tornò alla sua solita aria allegra

Naruto socchiuse gli occhi e guardò fisso Jiraya, parlando a bassa voce .

E Jiraya, baldanzoso e pieno di sé disse .

 

E invece la vecchia non capì. Naruto aspettava fuori casa Baggins mentre Jiraya era dentro e parlava con Tsunade. Cominciò a contare i secondi con un tonfo sordo la tonda finestra andò in mille pezzi sotto l’urto di Jiraya che volò per circa cento metri, incontrando varie finestre e diversi tipi d’ostacoli lungo il suo volo.

disse Naruto.

Dopo qualche minuto Jiraya riprese i sensi, e si rialzò, scrollandosi di dosso polvere e detriti. disse Jiraya dolorante. D’un tratto si trovò Tsunade davanti, con un volto più che arrabbiato, i piedi ben piantati al suolo e le braccia appoggiate sui fianchi. Lui la fissò, lei lo fissò.

borbottò Naruto, avvicinandosi per godersi la scena.

I due passarono qualche minuto in quella posa, poi, Naruto non se lo aspettava, cominciarono a ridere.

disse ridendo Tsunade.

non finì la frase, un altro colpo lo scaraventò a trecento metri. Questa volta anche i muri vennero sfondati come se fossero di carta.

Naruto scrollò le spalle, Jiraya avrebbe fatto meglio ad ascoltarlo.

Jiraya tirò fuori la testa dalle macerie non lo avesse mai detto. Tsunade era già li e lo aveva sentito ripronunciare la parola tabù. Questa volta lo tempestò di pugni, accompagnando ogni manata con un urlo isterico, delle gran belle legnate secondo il parere di Naruto, che si godeva la scena a debita distanza per non incappare nella furia di Tsunade. Lui al contrario del vecchio era prudente.

urlò Jiraya, sfinito. Tsunade lasciò la collottola dell’uomo, lasciandolo respirare.

si limitò a dire Tsunade.

 

Casa Baggins era un posto accogliente, dalle porte e le finestre tonde. Costruita in legno era una delle più belle dimore di Konhoa. Tsunade fece accomodare Jiraya in salotto, ad un tavolo coperto di lettere e strani dischi di vario colore. Naruto era stato lasciato fuori a giocare con le rane di Jiraya.

esordì Jiraya senza troppi preamboli.

chiese lei, con aria vaga.

Tsunade guardò da un’altra parte, come se non avesse sentito

Jiraya si battè una mano sulla fronte

Tsunade era pericolosamente vicina.

rispose sorridendo nervosamente Jiraya. continuò lui

Tsunade cominciò a sghignazzare malignamente, coi gomiti appoggiati sul tavolo e le dita incrociate.

< E perché?> chiese Jiraya

Jiraya le sventolò dei fogli sotto il naso. Tsunade disintegrò il copione praticamente in un secondo.

Jiraya assunse un espressione da pesce lesso

Tsunade fremeva dalla rabbia. Jiraya cadde dalla sedia, agitando le mani per la paura

Tsunade sospirò, poi si calmò. In fondo queste cose erano normali con Jiraya il Grigio, quante ne avevano passate anni addietro ed ogni giorno era una litigata, e qualcuno finiva sempre col farsi male (quel qualcuno ovviamente era sempre JIraya).

Ci furono degli attimi di silenzio disse dopo qualche istante Jiraya   i fan della storia in cui interferisci e lo scrittore della storia corrente>

 

Per la terza volta in quella giornata JIraya volò, e se il desiderio dell’uomo è quello di volare, quello di Jiraya divenne di avere delle radici ben piantate in terra.

urlò Naruto distogliendo l’attenzione da una ranocchia verdognola.

La vecchia Tsunade non aveva idea di che razza di guai sarebbero presto arrivati.

Nota: mi sono particolarmente divertito ad usare aggettivi per esprimere il fatto che Tsunade è considerata vecchia. Anche se non lo è poi tanto mi divertiva il fatto di sottolineare una cosa che la fa tanto arrabbiare. Scusate se gli spazi sono sballati, ma non riesco a risolvere il problema.

A presto con un altro capitolo!

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