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Autore: Ciccy98    02/06/2014    2 recensioni
Ciao a tutti! Premetto che questa è la mia prima storia, quindi non siate troppo cattivi! Accetterò comunque critiche varie, mi aiuteranno a migliorare! La storia parlerà di Shinichi e Ran prima e dopo la scoperta della vera identità del ragazzo. Ho inserito la mia versione dello scontro con i MIB. Staranno insieme alla fine? Chi è il capo dei MIB?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Undici anni dopo…
 

#Shinichi#
Sono le sei del mattino e il mio corpo rifiuta di lasciarsi andare nuovamente fra le braccia di Morfeo. Mi volto e osservo la mia compagna, Ran, che dorme ancora beatamente… anche nel sonno è bellissima, le labbra leggermente socchiuse e un’espressione serena dipinta sul viso. Sono passati cinque anni dalla disfatta dell’Organizzazione e da quel giorno le cose sono cambiate radicalmente. Il pomeriggio successivo alla deposizione fatta alla centrale di polizia, ci recammo a casa Mouri per annunciare il nostro fidanzamento al detective dormiente. Inizialmente, lui sembrava stesse valutando l’idea di uccidermi, ma si rassegnò qualche ora dopo, forse perché aveva notato il nostro amore… o più probabilmente, convinto da Eri. Infatti, quel pomeriggio c’era anche lei. Ran era un po’ sorpresa ma io avevo intuito dalle pieghe dei suoi vestiti che non era lì solo per parlare con Kogoro, quasi certamente si erano riconciliati. E probabilmente il divano dell’ufficio aveva i cuscini scomposti e i copridivani stropicciati a causa del rappacificamento. La mia infallibile perspicacia non mi tradisce mai ed infatti, qualche mese dopo, la mia karateka riebbe una famiglia unita. Sono molto felice anch’io, nel tempo trascorso come Conan in quella casa mi ero affezionato al buon vecchio Kogoro più di quanto ammetterei ad alta voce. Sì, voglio bene a mio suocero. Eh… sì avete letto bene, suocero. Cinque anni fa, mi sono recato sotto casa Mouri, ho bussato al campanello, e quando Ran ha aperto la porta mi ha trovato inginocchiato con un mazzo da cento profumatissime rose rosse fra le mani. Leggermente emozionato, ho detto: “Ran, ti amo come non ho mai amato nessuno e mai nessun’altra avrà il tuo stesso posto nel mio cuore. Mi vuoi concedere l’onore di diventare mia moglie?” Lei si portò le mani alla bocca, delle lacrime di felicità le colarono dagli occhi rigando quel bellissimo viso e colorando il bordo degli occhi violetti di nero. L’eyeliner che aveva applicato si era sciolto. Con la voce rotta dalla commozione, mi ha risposto: “Sì, Shinichi, lo voglio!”. Si avvicinò e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie. Mi tolse i fiori dalle mani, entrai in casa e, mentre lei cercava un vaso al piano superiore, Kogoro si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio: “Trattala bene, Kudo. Rimarrà la mia bambina anche se ormai è donna… non ti azzardare a farla soffrire partendo nuovamente per risolvere casi in Paesi esteri!” Sorrisi e lo rassicurai: “Non me ne andrò più, ci può giurare.” Ed era vero. Il detective non sapeva (e mai saprà) della vera identità di Conan, quindi era normale che non si fidasse pienamente, ma il piccolo me non sarebbe più tornato. Arrivò il gran giorno, Ran nel suo bellissimo abito bianco, e io nel mio smocking tradizionale. Ero geloso dello sguardo che il mio testimone, Heiji, rivolse alla mia ragazza. Nonostante lui e Kazuha fossero sposati già da mezzo anno mi dava fastidio. Sono paranoico, figo! La cerimonia e la festa andarono magnificamente ma la parte più bella venne durante la luna di miele in Egitto. Ci siamo divertiti molto e non solo durante il giorno! In una di quelle notti concepimmo il nostro primo bambino che Ran volle chiamare Conan. Conan Kudo. A me andava più che bene. Adesso il piccolo ha quattro anni. È un bambino molto vivace, sveglio come il padre ma dolce come la madre. I suoi occhi violetti sono incredibilmente simili a Ran, ma i capelli ribelli sono tipicamente miei. Ama giocare a pallone e nuotare. A me sembra una paperella che sta a galla ma lui si sente un atleta. Non ha un migliore amico, bensì una migliore amica… la figlia di Heiji: Momoko Hattori. Lei ha compiuto da poco cinque anni, è graziosa, ha gli occhi verdi della madre ma la carnagione del padre. Il faccino contornato da capelli a caschetto neri e lisci. Immerso nei pensieri, non mi accorgo che passa un’ora, così sussulto nel sentire Ran alzarsi. “Fra un’ora Conan dev’essere a scuola. Vai a svegliarlo e io preparo la colazione.” mi dice dolcemente. Obbediente, mi dirigo nella camera del bambino e con una carezza lo sveglio. Lui spalanca gli occhi violetti e mi osserva qualche secondo, ancora assonnato. “Papà, buongiorno! Oggi vado a scuola! E… e… e ci sarà Momoko?” domanda. Sorrido e rispondo: “Buongiorno Conan! Sì, tesoro. Non è che ti piace la Hattori?!” e faccio una smorfia falsamente disgustata. Mi guarda male e borbotta: “No, siamo solo amici. Io sposerò la mamma da grande!” Scoppiamo entrambi a ridere e scendiamo al piano inferiore della nuova villa Kudo dove un odore di croissant ci inebria. Dopo aver terminato la colazione, andiamo a prepararci. Alle 7.50 siamo tutti pronti e Conan freme dall’eccitazione. Arriviamo davanti la scuola e rimango stupito nel vedere che fra la gente spicca una testa ramata molto simile a quella di Shiho, ma lei non può essere qui, non la vedo dal mio matrimonio poiché voleva trasferirsi in Europa con Amuro e i gemelli, allora di un anno, Percy e Akemy. Eppure quella donna… notai che anche Ran la osservava così le proposi di avvicinarci per constatare l’identità della giovane. Non appena la raggiungemmo, lei si voltò e un enorme sorriso le accese il volto. Era proprio lei. Com’erano cresciuti i bambini! Percy aveva i capelli della madre ma gli occhi di Amuro, mentre al contrario, Akemy aveva i capelli biondi e gli occhi della Myano. Shiho ci salutò con un abbraccio affettuoso e le presentammo Conan. Lui strinse subito amicizia con i gemellini, mentre Amuro ci raggiungeva: aveva appena parcheggiato l’auto. Poco dopo arriva la famiglia di Osaka ed Heiji inizia a lamentarsi: “Vi abbiamo cercato per dieci minuti Kudo, sei sempre il solito!” ma non lo ascolto perchè noto con piacere che Kazuha è nuovamente incinta. Io e mia moglie ci congratuliamo mentre i nostri figli si tengono per mano e tutti felici ci informano che sta per suonare la campanella. Nemmeno un minuto dopo, ciò accade. I quattro entrano insieme, non prima di aver dato un bacio ai rispettivi genitori e salutato con un cenno allegro della mano gli altri. Appena i bambini scompaiono dalla nostra vista tiro un sospiro di sollievo e rivolto ai miei amici dico: “Beh, anche questa è fatta.” Hattori alza gli occhi al cielo e sbuffando aggiunge: “Spero che Momoko non si metta con il tuo Conan! Brrr averti come consuocero mi mette i brividi!” Kazuha lo fulmina con lo sguardo e Ran ridendo esclama: ”Beh, facci l’abitudine, a lui piace già! Si vede come ne parla a casa…” La ragazza di Osaka annuisce e conclude la frase di Ran: “Mi sa che saremo un’unica famiglia!” io guardo Hattori e ghigno dicendo: “Piacere, nonnino!” Shiho si schiarisce la gola un po’ troppo rumorosamente e afferma con tono arrogante: “Non vi sentite degli idioti a parlare di matrimoni se i bambini hanno cinque anni?” Suo marito ride e anche noi ci lasciamo coinvolgere.
“Quanto tempo resterete in Giappone? Solo quest’anno scolastico?” domando al detective biondo.
“No, ormai ci siamo trasferiti qui. Abbiamo acquistato casa perché ho deciso di accettare il posto offertomi come investigatore alla polizia. Spererei però di aprire un’agenzia tutta mia, un giorno.”
“Bene, saremo colleghi in un certo senso allora. Io sono un investigatore privato affermato ormai!”
“Sì, il tuo nome lo sentivo anche in Europa, Kudo. Non sai lasciarmi in pace nemmeno se vado in un altro continente!” si intromette Shiho.
“Ah ah ah. Vedo che non hai perso il tuo spiccato senso dell’umorismo, Shiho.” ribatto. Mi offendo della fragorosa risata che mi regalano i miei amici, ma non posso fare a meno di unirmi a loro. La vita è finalmente perfetta adesso. Perfino Vermouth e la sua famiglia si sono sistemati: Akai e Sera lavorano al FBI mentre lei è tornata sotto i riflettori insieme a mia mamma; spesso vengono in Giappone con lei.
“Che ne dite se oggi si mangia tutti da noi?” la voce di Ran mi riporta alla realtà. Mi avvicino a lei mentre gli altri annuiscono. Questo è l’inizio di una nuova vita insieme, dove ad accomunarci non è più la paura dell’Organizzazione, ma l’amicizia formatasi grazie a questa.
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autrice:
Ciao a tutti\e ragazzi, sono commossa all’idea che questa storia giunga già al termine, devo dire che ha riscosso più successo di quel che mi aspettavo… non progettavo nemmeno di arrivare fin qui, il vostro sostegno mi ha fatta crescere! Ringrazio nuovamente chi l’ha supportata anche semplicemente leggendola. Ad essere sincera mi aspettavo più recensioni ma… va bene lo stesso! Continuerò a scrivere e spero mi seguirete numerosi come ora. Vi voglio bene, a presto! :*
Ciccy98  
  
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