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Autore: bessielizzie    02/06/2014    2 recensioni
Questa storia è ambientata poco prima della trasformazione in vampiro di Edward. Isabella ed Edward si incontrano quando stano per andare ad arruolarsi lui per la guerra mentre lei come crocerossina di campo. Entrambi stanno per partire per il fronte, ma il destino cambierà le carte in tavola.
Spero di avervi incuriosito
P.S.: Per la maggior parte di questa storia il titolo era 1918, ma oggi ho aggiunto una piccola parte che porta verso il finale
Genere: Fantasy, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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il tempo scorre nonostante tutto

 

Il tempo scorre nonostante tutto

Alcuni anni dopo.

Edward.

Avevo visto la mia dolce Isabella il giorno del mio funerale, ma ero distante chilometri e nonostante la distanza il profumo del suo sangue era come se mi fosse ritornata la tosse che mi tormentava durante i miei ultimi giorni da umano, ma nonostante quel soave, delizioso profumo riuscii ad allontanarmi.

Ero diventato un mostro, ma fui felice che qualcosa di me non era cambiato, infatti non le avevo fatto  del male, non l’avrei fatta soffrire ma rinunciare a lei era un dolore atroce, averla vista sofferente senza riuscirmi ad avvicinarmi per rassicurarla mi tormentava nonostante una parte di me era contenta per non averla uccisa.

Io volevo riavere una parte della mia vita da umano, non volevo abbandonare quello che ero stato ma se non volevo diventare un mostro dovevo allontanarmi dai miei affetti e quindi da lei, solo che lontano da Isabella avevo timore che il mio cuore sarebbe diventato di pietra.

Trascorsero diversi anni dalla mia trasformazione e successero molti fatti tra cui la guerra a cui desideravo partecipare così ardentemente da umano fini a nostro favore come la pandemia che aveva ucciso i miei genitori e che avrebbe fatto lo stesso con me se non fosse intervenuto Charlise, tutto passava con lo scorrere del tempo ma l’amore per la mia umana era come l’ultimo giorno che la vidi.

La memoria umana tendeva scomparire specialmente nei primi anni da vampiro, ma io non volevo dimenticare né lei né  mia madre e il mio animo era in tumulto come gli anni in cui stavo vivendo. Il mondo stava faticosamente rimettendosi in sesto dopo la prima guerra mondiale come io stavo cercando di non diventare completamente un mostro anche se la tentazione del sangue era sempre più forte.

nel corso degli anni ero riuscito a migliorare il mio autocontrollo e riuscivo faticosamente stare vicino agli umani, gli insegnamenti del mio creatore mi sembravano giusto, ma molto difficoltosi e a volte mi sembrava perfino che cercasse di impedire di far uscire il mio vero Io e poi una parte di me ce l’aveva con lui per avermi trasformato in un mostro che aveva bisogno di sangue per sopravvivere, ma specialmente ero furioso perché non ero capace di ritornare da lei .

Charlise nel frattempo aveva trasformato Esme, una giovane donna che aveva tentato il suicidio e che gli altri medici non avevano preso la briga di fare gli accertamenti adeguati e l’avevano spedita in obitorio. Il dottore l’aveva salvata e aveva trovato la sua compagna, mentre io continuavo a pensare a lei, alla mia compagna umana e al poterla avvicinare in qualche modo. Per me era ingiusto che Charliese potesse avere la sua compagna.

Mi sembrava che fosse egoista che mi avesse privato della possibilità di stare con l’unica persona che desideravo vivere anche se ero stato io a volermi allontanarmi da lei per non farla soffrire.

Ogni giorno era una tortura e più il tempo trascorreva più la mia memoria umana svaniva per lasciare posto ai ricordi della mia vita come vampiro, ma due erano i volti che non riuscivo a dimenticare.

L’arrivo di Esme aveva portato una ventata di novità e lei mi voleva bene come se fossi il figlio che aveva perduto, ma dentro di me c’erano dei forti sentimenti contro il mio creatore fece nascere in me un sentimento di ribellione e dopo poco presi la decisione di andarmene.

Charlise non si oppose alla mia scelta come se sapesse cosa sarebbe successo a breve.

Così iniziai la mia vita da nomade e grazie al mio potere potevo selezionare le mie vittime e provare il brivido della caccia umana. Io non volevo uccidere innocenti per sopravvivere e quindi iniziai la caccia a quei umani dai pensieri da bestie.

Di solito mi spostavo sempre di sera come i tradizionali vampiri, ma quella notte decisi di andare a vedere un film e li potevo sondare le menti degli umani e mi accorsi che tra i presenti non riuscivo a percepire una voce così decisi di raffinare i miei sensi e non sentì ancora niente e fu li che la vidi, ma non poco distante a lei c’era un uomo che non aveva pensieri disgustosi. Dovevo tranquillizzarmi per evitare una stage e fare del male anche a lei, quindi decisi di agire con cautela e lo avrei ucciso soprattutto per quello che aveva intenzione di fare a lei.

Erano trascorsi anni e la mia dolce Isabella non era più la ragazza che avevo conosciuto da umano, ma era diventata un’affascinante donna e solo a rivederla i miei sentimenti erano triplicati. Era giusto ritornare nella sua vita dopo anni dalla mia presunta morte?Mi avrebbe riconosciuto? Si sarebbe spaventata? Ma la domanda più importante era si era ricostruita una vita come le avevo promesso nei miei ultimi istanti di vita da umano?

Solo che non era ora delle riflessioni, io dovevo agire e salvarla da quel maniaco senza spaventarla e soprattutto senza ucciderla perché nonostante tutto io ero attirato dal suo sangue oltre che dal suo corpo, ma io non dovevo comportarmi come un animale in calore altrimenti non ero diverso da chi le voleva farle male. Lei era un fiore nel pieno della sua fioritura e non bisognava farlo sprecare prima del previsto.

Agii molto velocemente uccidendo quel malintenzionato e cercai di allontanarmi alla massima velocità vampirica, ma mentre mi allontanavo sentii il suo sussurro.

“Edward!”

 

 

Isabella.

Erano trascorsi alcuni anni dalla scomparsa del mio unico grande amore e faticosamente ero riuscita ad andare avanti con la mia vita.

I primi giorni furono talmente devastanti che perfino al suo funerale avevo la sensazione che lui mi stesse guardando e per aggiungere altro al dolore nei primi momenti avevo addirittura la sensazione che lui fosse sopravissuto a quel terribile male.

Solo che con lo trascorrere del tempo le ferite iniziavano a rimarginarsi solo che sentivo terribilmente la sua mancanza. Di lui mi mancava tutto, la sua anima, il suo sorriso e il suo dolce e profondo sguardo prezioso come lo smeraldo.

La guerra era finita poco dopo la dipartita del mio amato, ma la società faticava a risorgere dalle ceneri e l’influenza spagnola a causa di essa molti avevano urlato alla fine del mondo, ma poi passò anche quella e io ero una delle poche persone che si era sottoposta a pesanti rischi e ne ero rimasta illesa.

Quando per te non è la tua ora la vita scorre anche quando si è nelle situazioni pericolose, anche quando il dolore per la perdita delle persone più importanti e talmente forte da farti fare gesti insensati e con il tempo tutto quel dolore diminuisce e lascia posto ai ricordi più meravigliosi.

Erano trascorsi degli anni dai fatti che mi avevano spezzato il cuore, ma nessuno era riuscito a curare il mio cuore che era diventato di pietra da quando non c’era più Edward. Mia mamma aveva provato a combinare un matrimonio, ma alla fine non se ne fecce niente.

Di recente anche mio fratello Mike aveva provato a combinarmi con qualcuno, ma poi successe la fine del mondo.

Mike voleva organizzare un’incontro tra me e un suo amico di nome Tayler e un’incontro  si sarebbe dovuto svolgere in un teatro, ma lui non c’era così convinsi mio fratello a lasciarmi entrare a vedere lo spettacolo da sola.

Lo spettacolo fu bellissimo, ma ad un certo punto ero stanca e la tristezza mi portò a decidere di andarmene da quel posto però ad un certo punto sentii quella strana sensazione di essere seguita e così aumentai il passo per raggiungere mio fratello, ma non fui così rapida e senti un urlo provenire da lontano.

“Edward” sussurrai conovinta che lui fosse a poca distanza da me e non nell’oltretomba ormai da anni anche se quando ero in pericolo pensavo sempre a lui.

Angolo autrice: salve,sono ritornata e spero che questo capitolo vi piacerà. Spero che lascerete anche qualche parere anche critico ,ma non offensivo. A me piaciono le critiche costrutive. Vi lascio una manip dell'epoca, buona lettura

   
 
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