Il tempo scorre nonostante tutto
Alcuni anni dopo.
Edward.
Avevo visto
la mia dolce Isabella il giorno del mio funerale, ma ero distante chilometri e
nonostante la distanza il profumo del suo sangue era come se mi fosse ritornata
la tosse che mi tormentava durante i miei ultimi giorni da umano, ma nonostante
quel soave, delizioso profumo riuscii ad allontanarmi.
Ero
diventato un mostro, ma fui felice che qualcosa di me non era cambiato, infatti
non le avevo fatto del male, non l’avrei
fatta soffrire ma rinunciare a lei era un dolore atroce, averla vista
sofferente senza riuscirmi ad avvicinarmi per rassicurarla mi tormentava
nonostante una parte di me era contenta per non averla uccisa.
Io volevo
riavere una parte della mia vita da umano, non volevo abbandonare quello che
ero stato ma se non volevo diventare un mostro dovevo allontanarmi dai miei
affetti e quindi da lei, solo che lontano da Isabella avevo timore che il mio
cuore sarebbe diventato di pietra.
Trascorsero
diversi anni dalla mia trasformazione e successero molti fatti tra cui la
guerra a cui desideravo partecipare così ardentemente da umano fini a nostro
favore come la pandemia che aveva ucciso i miei genitori e che avrebbe fatto lo
stesso con me se non fosse intervenuto Charlise, tutto passava con lo scorrere
del tempo ma l’amore per la mia umana era come l’ultimo giorno che la vidi.
La memoria
umana tendeva scomparire specialmente nei primi anni da vampiro, ma io non
volevo dimenticare né lei né mia madre e
il mio animo era in tumulto come gli anni in cui stavo vivendo. Il mondo stava
faticosamente rimettendosi in sesto dopo la prima guerra mondiale come io stavo
cercando di non diventare completamente un mostro anche se la tentazione del
sangue era sempre più forte.
nel corso
degli anni ero riuscito a migliorare il mio autocontrollo e riuscivo
faticosamente stare vicino agli umani, gli insegnamenti del mio creatore mi
sembravano giusto, ma molto difficoltosi e a volte mi sembrava perfino che
cercasse di impedire di far uscire il mio vero Io e poi una parte di me ce
l’aveva con lui per avermi trasformato in un mostro che aveva bisogno di sangue
per sopravvivere, ma specialmente ero furioso perché non ero capace di
ritornare da lei .
Charlise
nel frattempo aveva trasformato Esme, una giovane donna che aveva tentato il
suicidio e che gli altri medici non avevano preso la briga di fare gli
accertamenti adeguati e l’avevano spedita in obitorio. Il dottore l’aveva
salvata e aveva trovato la sua compagna, mentre io continuavo a pensare a lei,
alla mia compagna umana e al poterla avvicinare in qualche modo. Per me era
ingiusto che Charliese potesse avere la sua compagna.
Mi sembrava
che fosse egoista che mi avesse privato della possibilità di stare con l’unica
persona che desideravo vivere anche se ero stato io a volermi allontanarmi da
lei per non farla soffrire.
Ogni giorno
era una tortura e più il tempo trascorreva più la mia memoria umana svaniva per
lasciare posto ai ricordi della mia vita come vampiro, ma due erano i volti che
non riuscivo a dimenticare.
L’arrivo di
Esme aveva portato una ventata di novità e lei mi voleva bene come se fossi il
figlio che aveva perduto, ma dentro di me c’erano dei forti sentimenti contro
il mio creatore fece nascere in me un sentimento di ribellione e dopo poco
presi la decisione di andarmene.
Charlise
non si oppose alla mia scelta come se sapesse cosa sarebbe successo a breve.
Così
iniziai la mia vita da nomade e grazie al mio potere potevo selezionare le mie
vittime e provare il brivido della caccia umana. Io non volevo uccidere
innocenti per sopravvivere e quindi iniziai la caccia a quei umani dai pensieri
da bestie.
Di solito
mi spostavo sempre di sera come i tradizionali vampiri, ma quella notte decisi
di andare a vedere un film e li potevo sondare le menti degli umani e mi
accorsi che tra i presenti non riuscivo a percepire una voce così decisi di
raffinare i miei sensi e non sentì ancora niente e fu li che la vidi, ma non
poco distante a lei c’era un uomo che non aveva pensieri disgustosi. Dovevo tranquillizzarmi
per evitare una stage e fare del male anche a lei, quindi decisi di agire con
cautela e lo avrei ucciso soprattutto per quello che aveva intenzione di fare a
lei.
Erano
trascorsi anni e la mia dolce Isabella non era più la ragazza che avevo
conosciuto da umano, ma era diventata un’affascinante donna e solo a rivederla
i miei sentimenti erano triplicati. Era giusto ritornare nella sua vita dopo
anni dalla mia presunta morte?Mi avrebbe riconosciuto? Si sarebbe spaventata?
Ma la domanda più importante era si era ricostruita una vita come le avevo
promesso nei miei ultimi istanti di vita da umano?
Solo che
non era ora delle riflessioni, io dovevo agire e salvarla da quel maniaco senza
spaventarla e soprattutto senza ucciderla perché nonostante tutto io ero attirato
dal suo sangue oltre che dal suo corpo, ma io non dovevo comportarmi come un
animale in calore altrimenti non ero diverso da chi le voleva farle male. Lei
era un fiore nel pieno della sua fioritura e non bisognava farlo sprecare prima
del previsto.
Agii molto
velocemente uccidendo quel malintenzionato e cercai di allontanarmi alla
massima velocità vampirica, ma mentre mi allontanavo sentii il suo sussurro.
“Edward!”
Isabella.
Erano
trascorsi alcuni anni dalla scomparsa del mio unico grande amore e
faticosamente ero riuscita ad andare avanti con la mia vita.
I primi
giorni furono talmente devastanti che perfino al suo funerale avevo la
sensazione che lui mi stesse guardando e per aggiungere altro al dolore nei
primi momenti avevo addirittura la sensazione che lui fosse sopravissuto a quel
terribile male.
Solo che
con lo trascorrere del tempo le ferite iniziavano a rimarginarsi solo che
sentivo terribilmente la sua mancanza. Di lui mi mancava tutto, la sua anima,
il suo sorriso e il suo dolce e profondo sguardo prezioso come lo smeraldo.
La guerra
era finita poco dopo la dipartita del mio amato, ma la società faticava a
risorgere dalle ceneri e l’influenza spagnola a causa di essa molti avevano
urlato alla fine del mondo, ma poi passò anche quella e io ero una delle poche
persone che si era sottoposta a pesanti rischi e ne ero rimasta illesa.
Quando per
te non è la tua ora la vita scorre anche quando si è nelle situazioni
pericolose, anche quando il dolore per la perdita delle persone più importanti
e talmente forte da farti fare gesti insensati e con il tempo tutto quel dolore
diminuisce e lascia posto ai ricordi più meravigliosi.
Erano
trascorsi degli anni dai fatti che mi avevano spezzato il cuore, ma nessuno era
riuscito a curare il mio cuore che era diventato di pietra da quando non c’era
più Edward. Mia mamma aveva provato a combinare un matrimonio, ma alla fine non
se ne fecce niente.
Di recente
anche mio fratello Mike aveva provato a combinarmi con qualcuno, ma poi
successe la fine del mondo.
Mike voleva
organizzare un’incontro tra me e un suo amico di nome Tayler e un’incontro si sarebbe dovuto svolgere in un teatro, ma
lui non c’era così convinsi mio fratello a lasciarmi entrare a vedere lo
spettacolo da sola.
Lo
spettacolo fu bellissimo, ma ad un certo punto ero stanca e la tristezza mi
portò a decidere di andarmene da quel posto però ad un certo punto sentii
quella strana sensazione di essere seguita e così aumentai il passo per
raggiungere mio fratello, ma non fui così rapida e senti un urlo provenire da
lontano.
“Edward” sussurrai conovinta che lui fosse a poca distanza da me e non nell’oltretomba ormai da anni anche se quando ero in pericolo pensavo sempre a lui.
Angolo autrice: salve,sono ritornata e spero che questo capitolo vi piacerà. Spero che lascerete anche qualche parere anche critico ,ma non offensivo. A me piaciono le critiche costrutive. Vi lascio una manip dell'epoca, buona lettura