Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Harmony394    02/06/2014    6 recensioni
[SPOILER SUL FUTURO DI SANDOR CLEGANE, IL MASTINO].
All'ombra di un albero, Sandor Clegane attende la morte in silenzio, come un cane appestato dalle pulci senza nemmeno più le forze di guaire. La ferita nel suo petto è profonda, il dolore è devastante e il sangue ha il sapore del ferro e della ruggine nella sua bocca.
Un pettirosso si poggia sulla sua spalla. Sandor lo guarda, e pensa a lei: al suo uccelletto dagli occhi azzurri e le alette spezzate. Sansa.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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~You won’t hurt me
 
I am the one winged bird for flying
Sinking quickly to the ground
I am a blind man for a watchdog
I am prime for giving in
I'll show you all that I am
 
 
 
 
C’è un sapore amaro sulle tue labbra, sa di ferro e di morte. È il sapore del sangue. Per una volta, è il tuo.
Agonizzante e sconfitto, ecco cosa sei. Un cane che non riesce più nemmeno a guaire. È dunque questa, la tua fine? Il grande e invincibile Sandor Clegane, il Mastino, ucciso da un mucchio di stronzi che valgono meno di uno sputo. Se gli Dèi esistono, hanno davvero un umorismo del cazzo.

La ferita al petto, proprio accanto al tuo cuore, continua a sanguinare ininterrotta. Non ti rimane molto tempo, lo senti. Se solo quella fottuta ragazzina-lupo ti avesse infilzato con quella sua dannatissima spada mettendo fine alle tue sofferenze una volta per tutte, forse non staresti pregando i Sette Stronzi per una morte veloce. Ma no, la lupacchiotta ha dovuto per forza fare la stronza, lasciandoti lì da solo come un cane pulcioso e che non serve più a niente. Che si fotta… Che si fottano tutti!

 Tenti di rimetterti in piedi in un ultimo, disperato tentativo. Fallisci. Cadi a terra e il terriccio umido dell’erba macchiata del tuo stesso sangue ti sporca il volto. Grugnisci di rabbia, stringi i pugni e provi di nuovo ad alzarti. Subito, il freddo del suolo ti schiaffeggia il viso. Accetta la realtà, Sandor: non c’è più nulla da fare. Stai morendo. Te ne stai andando proprio come hanno fatto tutti quei coglioni che hai ucciso durante la tua misera vita. In effetti, questo sarebbe il momento giusto per avere dei rimorsi di coscienza, ma l’unica cosa di cui ti penti davvero è di aver ammazzato troppa poca gente.

Qualcosa ti si poggia sulla spalla: un uccelletto. Risale il tuo collo e ti si avvicina al viso, incurante del fatto che potresti strappargli tutte e due le ali con un solo morso. All'improvviso, tagliente come un fulmine, ricordi quel viso di bambola, quei capelli rossi che tanto ti piacciono, i grandi e azzurri occhi spauriti di Sansa Stark: il tuo piccolo, dolce uccelletto. Ironico, no? Potresti pensare a qualsiasi cosa in questi tuoi ultimi istanti di vita: al fatto che non potrai mai uccidere tuo fratello per ciò che ti ha fatto, ad una bella puttana dalle tette sode o ad un buon calice di vino speziato, eppure pensi a lei. A Sansa. L’uccelletto a cui hai rubato una canzone che ricorderai per sempre.

Gentle Mother, font of mercy,
Save our sons from war, we pray.
Stay the swords and stay the arrows,
Let them know a better day.

Un grugnito esce dalle tue labbra secche mentre pensi che avresti dovuto prenderlo, quell'uccelletto. Avresti dovuto prenderlo e strapparlo via da quella merda di gabbia dov'era rinchiuso. Avresti dovuto fottertene del suo sguardo spaventato e delle sue mani tremolanti mentre armeggiava con quella bambolina di pezza che le aveva regalato suo padre. Fottuti Dèi… ce li ancora nella testa, quei suoi maledettissimi occhi.  

Gentle Mother, strength of women,
Help our daughters through this fray.
Soothe the wrath and tame the fury,
Teach us all a kinder way.

La prima volta che l’avevi vista era stato a Grande Inverno. Faceva un freddo fottuto e lei era in compagnia di quel suo lupo gigante. Le eri andato vicino e lei aveva sussultato e ti aveva osservato con terrore e così aveva fatto tutte le volte successive, e quelle dopo ancora, finché non l’avevi salvata da quel branco di porci che volevano stuprarla. Solo in quel momento avevi visto uno sguardo diverso sul suo viso da bambola: non più di disgusto, ma di gratitudine. E tu la gratitudine non la sopporti, cazzo. Tu non sopporti niente che non sia il vino, il sesso e una spada affilata. Eppure, quando lei ti aveva guardato in quel modo, con quei suoi dannati occhi azzurri tanto simili al cielo, una sensazione strana ti aveva stretto il cuore. Diversa da quella di quando raggiungi l’orgasmo mentre fotti con una troia, o quando infili la lama di una spada fra gli occhi di un uomo. Era un’emozione che non avevi mai provato prima e che tutt’ora fatichi a capire, ti scaldava il cuore e ti stringeva lo stomaco. Ed era stata proprio a causa sua che avevi deciso che tu, quel piccolo uccellino dalle ali spezzate, lo avresti protetto qualsiasi cosa fosse accaduta.

Gentle Mother, font of mercy,
Save our sons from war, we pray.
Stay the swords and stay the arrows,
Let them know a better day.

Fatichi a tenere gli occhi aperti. Sei stanco, troppo stanco. Il pettirosso è ancora poggiato sulla tua spalla, le sue piume sono scarlatte come i capelli di Sansa. Un ringhio lascia le tue labbra. Avresti dovuto prenderla quando ne avevi avuto l’occasione, fotterla a sangue e soddisfare quell'impulso una volta per tutte, questa è la verità. Forse adesso avresti un ricordo felice. Ma quando il ricordo delle lacrime che rigavano il volto di Sansa mentre Joffrey la puniva per un crimine che non aveva commesso, facendola picchiare ancora e ancora ti sovviene alla mente, ti senti il mostro che hai sempre temuto di essere. No, non potresti mai fare una cosa del genere. Non a lei. Non al tuo uccelletto dalle ali spezzate.

Il passerotto ti becca il lombo dell’orecchio in un vano tentativo di mantenerti sveglio. Tutto inutile. Non riesci più a distinguere i colori che ti circondano, i suoni che aleggiano nella radura, il dolore. Un colpo di tosse percuote il tuo petto e del sangue ti macchia le labbra e i denti, poi un drappo nero cala sui tuoi occhi stanchi. L’ultima cosa che senti, è la voce sottile di Sansa Stark.

Tu non mi farai del male”.
“No, uccelletto. Non ti farò del male”. 
 
 


- Note dell’autrice.

Ok, lo ammetto, questo era un capriccio. Vi spiego: ultimamente mi sono appassionata davvero, davvero tanto alla coppia Sandor\Sansa, tanto da cercare ovunque qualcosa su loro due, e ieri stavo ascoltando la canzone di Rob Thomas, All that I am – che, a proposito, è quella che trovate all’inizio della pagina –, e dunque ho iniziato a scrivere questa brevissima fanfiction su loro due. Ricordo di esserci stata malissimo quando sono arrivata al punto in cui Sandor “muore” nel libro, ma ho tirato un sospiro di sollievo quando ho letto in giro su internet che probabilmente è ancora vivo in qualche monastero. Lo spero davvero, è uno dei pochissimi personaggi a cui sono davvero, davvero tanto affezionata.

Ad ogni modo, come avrete notato, la fanfiction NON è betata. Purtroppo non ho trovato nessuno disposto a darci un’occhiata, quindi se notate errori o roba del genere non esitate a dirmelo e vedrò di correggerli. Per tutto il resto, vi ringrazio tanterrimo per aver letto questa piccola pazzia. Spero di scrivere una long su loro due, un giorno.

Un bacio. Alla prossima. 
   
 
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