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Autore: Allie R Scallice    02/06/2014    4 recensioni
Della serie "Il mio amore impossibile" Un'altra fetta del complicato rapporto tra Oliver e Felicity. Con la speciale partecipazione di Dean e Sam Winchester.
Dal testo:
“A me questo tizio non piace.” Si lamentò Dean” Non capisco come faccia a piacerti un damerino del genere”
- Tu non lo conosci, Dean. Lui è … intelligente, sveglio, generoso … forse è un po’ … riservato e non è molto bravo a gestire i suoi sentimenti, ma morirebbe piuttosto che permettere che qualcosa accada alle persone che ama. –
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Cross-over, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il mio amore impossibile'
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ATTENZIONE!
Possibili spoiler per chi non segue la programmazione americana di entrambe le serie. 
 
 



Slade era stato sconfitto, e adesso erano altri i problemi da affrontare per l’ex miliardario Oliver Queen. Quali? Recuperare l’azienda di famiglia e ricostruire quel che restava della sua famiglia, il che equivaleva a ritrovare Thea.
Considerando che la criminalità era stranamente diminuita, Diggle aveva preso qualche mese di aspettativa per dedicarsi a Lyla e al loro bambino, così, al momento, erano lui, Felicity e Roy ad occuparsi di sorvegliare Starling City.
Quella sera si stava tranquillamente dirigendo al covo “di riserva” per dedicarsi a quello che, attualmente, era il suo unico lavoro.
Credeva che non avrebbe trovato nessuno, ma sentendo la voce di Felicity, mentre scendeva le scale, dovette ricredersi. Quando la focalizzò nel suo campo visivo, lei non si rese conto della sua presenza poiché impegnata a parlare al telefono con qualcuno. Era in vivavoce, dedusse quando sentì un’altra voce. Non seppe perché, ma una forza superiore lo spinse a non palesare la sua presenza e, anzi, ad origliare la conversazione.
 
-  Lo so, mi mancate anche voi, Dean. – stava dicendo lei.
“ Tesoro, so perfettamente di mancarti, come potrebbe essere diversamente? Ma Sam?! Davvero ti manca anche lui? Voglio dire … io sono più divertente! ” esclamò una voce maschile. Era sicuramente un giovane uomo. Ma chi? Che Oliver sapesse Felicity era figlia unica e non aveva rapporti con altri parenti.
La risata cristallina di lei lo distrasse dai suoi pensieri. Non l’aveva mai sentita ridere così, né l’aveva mai vista così rilassata. Per un attimo fu geloso di quello sconosciuto che solo per telefono riusciva a renderla così, mentre lui, che stava con lei tutti i giorni, non ci era mai riuscito.
-  Dean! Non cambierai mai! – lo rimproverò scherzosamente lei – In ogni caso sono felice che tu mi abbia chiamata per parlarmi di quello che è successo. So che per te è una situazione difficile da accettare, ma io sono felice che Crowley l’abbia fatto. Preferisco saperti così che saperti … beh … morto. Non che sia felice che adesso il tuo primo pensiero sia quello delle fiamme del’inferno, cioè, non voglio dire che sia così, lo so che tu hai una grande forza di volontà ma … okay … mi riprendo fra 3,2,1 – la sentì inspirare e sorrise nel ricordare che aveva fatto la stessa cosa la prima volta che si incontrarono.
“ Tranquilla Fel, capisco cosa intendi. In ogni caso Cas dice che potrebbe esserci un modo per invertire la situazione, per ritornare … beh, lo sai ... Umano.” 
Umano? Perchè adesso cos'era? Quel ragazzo doveva essere pazzo!
-  Sono sicura che troverete una soluzione. Ci riuscite sempre. E ricorda che per qualunque cosa io sono qui. Vi basterà chiamarmi e non esiterò un attimo a saltare sul primo aereo disponibile e raggiungervi.  – il cuore di Oliver iniziò a martellare a quelle parole. Se ne sarebbe andata se l’avessero davvero chiamata? Li avrebbe lasciati? Non poteva! Sapeva di essere indispensabile per loro.
“ Grazie.”  Rispose il giovane interlocutore.
-  Di niente – rispose lei sorridendo – e comunque lo farei solo perché sono follemente innamorata della tua Impala – continuò lei scherzando.
Impala? Una macchina del genere e Felicity?
“ E tu sai perfettamente che non ti farò toccare mai più la mia piccolina. Una volta è stata sufficiente a farmi venire un infarto! ”
-  Oh! Andiamo! Non sono andata poi così male! – ribatté lei.
“ Felicity, stavamo per schiantarci contro un albero! Non riesco ancora a capire come abbiano fatto a darti la patente. ”
-  Come se IO non sapessi che sei stato TU a fare in modo che me la dessero. –
“ Io? Scherzi? Perché avrei dovuto convincerli a mettere in pericolo centinaia di persone quando il mio lavoro è salvarle? ”
Felicity rise ancora. Oliver continuava ad essere confuso. Chi era il ragazzo al telefono? Come faceva a conoscere Felicity? E perché sembravano avere un rapporto così intimo?
- Non riesco ancora a credere che non ci vediamo da 5 anni. E mi sembra ancora più strano pensare a come ci siamo conosciuti … -
“ Già … ci hai salvato la vita.”  Disse lui serio.
-  E voi l’avete salvata a mia madre. Siamo pari. –
“ Salvare tua madre era il nostro lavoro, Fel. Noi siamo abituati a quel genere di cose. Tu invece le hai affrontate senza nemmeno avere il tempo di metabolizzare la cosa. Dovevi scegliere se salvare noi o te stessa e non hai esitato un attimo. Sei una pazza sconsiderata! ”
Lavoro? Nostro, di chi? Cos'erano poliziotti?
-  Ehi! – si imbronciò lei e il giovane rise. – E’ perché mi consideri una pazza sconsiderata che di tanto in tanto mandi Cas a spiarmi? – chiese.
“ Dannazione ” imprecò quello “ gli avevo detto di non farsi scoprire. Non capisco come faccia ad essere così ingenuo ”  brontolò.
“ Ehi Dean! E’ Fel al telefono? ” un’altra voce maschile subentrò nella conversazione.
“ No, Sam, non è la tua amata Felicity al telefono. E’ una conversazione privata con la mia ragazza, ti dispiace? ” rispose ancora quello che ormai Oliver associava al nome Dean.
-  Dean! – lo rimbeccò la ragazza – Ciao, Sam! Mi fa piacere vedere che nonostante la sua nuova condizione tuo fratello non abbia perso il suo senso dell’umorismo.-
” Già. Tu, piuttosto, come stai? "
-  Molto bene. Grazie. Procede tutto nella tranquillità più assoluta. – rispose lei evasiva. Mentiva, constatò Oliver, non sapendo nemmeno lui quando era diventato così bravo a capirla.
“ Ed è per questa tranquillità assoluta che Cas mi ha riferito di averti vista piangere? ” chiese il secondo ragazzo, Sam.
Oliver si chiese a cosa si riferisse. Perché quei ragazzi sapevano più di lui quello che succedeva a Felicity? Eppure era lui quello vicino. Era lui quello con cui passava la maggior parte del suo tempo. D’un tratto si reso conto di essere DAVVERO geloso di quei ragazzi e non riuscì a spiegarsene il motivo.
-  Non è successo niente, Sam. Davvero. Solo … i soliti problemi da stupida e illusa innamorata. – 
Innamorata? Oliver restò imbambolato dopo aver sentito queste parole. Di chi? Barry? Ma no, lui era in coma. Uno di quei due? Nemmeno, si stava confidando con loro … probabilmente erano solo amici. Allora chi?
“ A me questo tizio non piace.” Si lamentò Dean ” Non capisco come faccia a piacerti un damerino del genere. ”
-  Tu non lo conosci, Dean. Lui  è … intelligente, sveglio, generoso … forse è un po’ … riservato e non è molto bravo a gestire i suoi sentimenti, ma morirebbe piuttosto che permettere che accada qualcosa alle persone che ama. –
“ In ogni caso approverei di più se ti piacesse quel tizio mascherato di cui parlano i giornali. Arrow, giusto? " Oliver vide Felicity sussultare e lasciarsi sfuggire dalle mani la penna con cui stava giocherellando, evidentemente non era abituata a mentire a quei ragazzi e dalla reazione che aveva avuto era proprio quello che il riferimento alla loro attività segreta l’avrebbe costretta a fare.
-  Sì … -
“ Quello sì che si può definire un eroe! ” continuò “ Non che ci voglia molto, però, a combattere persone normali. Sicuramente è più facile che combattere vampiri, angeli, demoni e schifezze del genere."
Ma come si permetteva quello sbruffone? Pensò Oliver.
-  Come se le persone con il Mirakuru fossero normali – sussurrò lei, ma solo Oliver parve capire cose avesse detto. Gliene fu grato. Era come se avesse voluto difenderlo.
“ Come? ” chiesero infatti in coro i due giovani al telefono.
-  Niente … dicevo che hai ragione – rispose lei. 
“ In ogni caso stagli lontana ” continuò quello che doveva chiamarsi Sam “ Potrebbe essere pericoloso.”
“ Sono d’accordo. E soprattutto tieni nascoste le tue doti da informatica magica, barbie, perché se dovesse coinvolgerti e metterti in pericolo, io non mi farò scrupoli a venire lì e farlo fuori. Soprattutto adesso che sono un d… “
-  Dean! Non dire quella parola con tanta leggerezza. Mi mette i brividi. E non chiamarmi barbie – si imbronciò lei.
“ Bene, bene! Tranquilla! Però ricordati quello che ti abbiamo appena detto. Se ci andasse bene saperti in pericolo ti avremmo lasciata venire con noi, ma noi ti vogliamo al SICURO.”
-  Lo so, lo so. Le persone che amate sono in pericolo con voi, per questo non volete nemmeno che si sappia che ci conosciamo. Lo so. Non fate che ripetermelo da 5 anni. – si lamentò lei.
“ Adesso dobbiamo andare” disse Sam “ è arrivato Cas. Ciao, Fel, prenditi cura di te.”
“ Già e ricordati che quel ragazzo non merita le tue lacrime  e se proprio è così imbecille da non accorgersi del tesoro che ha tra le mani, appena risolviamo la mia situazione corro lì a Starling City e scappiamo insieme! ” scherzò Dean.
Felicity rise ancora – Grazie, ragazzi. Vi voglio bene.-
“ Anche noi te ne vogliamo, Fel.”  Ricambiò Sam.
 -  Ciao – li salutò lei prima di interrompere la telefonata. 

Oliver restò ad osservarla ancora qualche momento, mentre lei tornava a dedicarsi ai suoi computer, finché decise di farle capire che era lì.
 
-  Ehi! – richiamò la sua attenzione. 
Lei si voltò sorridente. – Ciao. Non credevo saresti passato. –
-  Vivo qui ricordi? Sono povero. - scherzò lui.
-  Ehi! Potresti scrivere un libro! Le avventure del povero milionario! – sorrise lei di rimando. 
Lui non rispose e si limitò a guardarla come se volesse scandagliarle l’anima. Ed effettivamente era così. Non sapeva perché, non riusciva a dare un senso a quello che provava, ma il solo pensiero che la bionda partner potesse preoccuparsi di un ragazzo che non era lui lo mandava su tutte le furie. Era da egoista, è vero. Ma non voleva, non voleva e non voleva lasciarla a nessun altro.
- Oliver? – lo richiamò lei – stai bene?-L’arciere si ridestò dai suoi pensieri e le rivolse un sorriso – Sì, scusa, stavo pensando. Ti va di andare a fare una passeggiata? Stasera non sono proprio dell’umore di restare chiuso qui e la situazione sembra abbastanza tranquilla – le disse indicando i computer.
La ragazza rimase basita – Ehm … certo, sì. Prendo la giacca e arrivo. – gli disse mentre si allontanava pensando che forse non era sbagliato essersi innamorata ancora di più di lui dopo quella “dichiarazione”. E’ vero, lui aveva smentito tutto dicendo che era stata solo finzione, che entrambi se l’erano giocata bene, dando per scontato che lei non provasse niente per lui. Non era sicura se avesse mentito dicendo “ti amo” o dicendo che aveva mentito nel dirlo, era sicura però che aveva amato, con ogni singola fibra del suo corpo, il modo in cui aveva mentito. E che avesse dovuto aspettare anni, secoli o forse per l’eternità, poco importava: lei non avrebbe rinunciato al suo amore impossibile1.




1 Fa riferimento all'altra storia, intitolata appunto "il mio amore impossibile". Non sono direttamente collegate, quanto piuttosto collegate da un filo sottile però è da quella storia che parte questa questione dell'amore impossibile.
 
 
 
 
 
 
  
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