Ci siamo.
Ultimo capitolo. A voi l’epilogo di questa storia.
Buona
lettura
Lights
11. Epilogo
- Katie lasciò vagare il suo sguardo
all'orizzonte, fiduciosa che un giorno, presto o tardi, avrebbe rivisto la nave
di Eduard attraccare al suo molo.
Hermione tace. Chiude il libro che ha
appena terminato di leggere. Mi accarezza il viso con un rametto d’erba. Deve
essere erica, ne riconosco il profumo.
- Hai finito di dormire?
- Io non dormo, Hermione - Inspiro
profondamente e l’odore della campagna mi riempie le narici. – Ti sto
solo ascoltando a occhi chiusi. – Sorrido, sono fiero di me per la
risposta.
La pace di Bodmin ha rilassato i
nostri corpi, le nostre menti, i nostri cuori.
Siamo in questo paese da quattordici
giorni. Ci siamo concessi un po’ di pace, dopo tutta la faccenda dell’amnesia e
di Honey Rose.
Avevo preso questa decisione subito
dopo essere stato dimesso dall’ospedale. Ero andato da Hermione e le avevo
consegnato il biglietto del treno.
- Ti lascio tutto il tempo di cui hai
bisogno. Sei libera di decidere. Non farò pressioni, lo prometto. – Le
avevo dato la busta con il biglietto. I suoi occhi erano scivolati fino alla
mano tesa con la busta. – Non ti dirò che cosa voglio o che cosa dovrai
fare. Qualsiasi decisione tu prenda, voglio che tu sia sicura di aver fatto la
tua scelta autonomamente, e non perché spinta da me o dagli altri. Solo tu sai
che cosa vuoi, Hermione. Io rispetterò ogni tua decisione.
Mi ero sporto verso di lei, le avevo
baciato il capo e poi ero partito per Bodmin.
Ho aspettato una settimana, prima che
lei si decidesse a venire. Ogni giorno mi svegliavo colmo di aspettative e ogni
sera tornavo a casa con un pezzetto di speranza in meno.
Al mattino, mi sedevo su una delle
panchine del binario tre e aspettavo. Osservavo la gente scendere e salire dal
treno. Abbracciarsi o dirsi addio, attendendo con trepidazione il mio momento.
E quel giorno, finalmente, era
arrivato anche per me.
Lo sguardo di Hermione aveva vagato
lungo tutto il binario, incerta su cosa fare, mentre il vento giocava con i
suoi capelli. Mi ero avvicinato alle sue spalle e avevo aspettato in silenzio
che si voltasse. Quando l'aveva fatto, avevo trattenuto il respiro. Ci eravamo
guardati per un lungo istante, e poi Hermione mi aveva abbracciato con impeto.
- Finalmente sei arrivata. –
Tre semplici parole che racchiudevano tutte le emozioni che stavo provando in
quel momento.
I giorni erano trascorsi in
tranquillità per un po’, fin quando una sera non si verificò la svolta.
- È stata una giornata intensa con
quei bambini. Che monelli!
Hermione aveva riso entrando in casa.
- Non lo dire a me, ho la schiena a pezzi.
Si era lasciata cadere sul divano. Mi
ero seduto accanto a lei e le avevo fatto segno di volgermi la schiena. Senza
dire niente, Hermione si era voltata e avvicinata a me. Lentamente avevo
cominciato a massaggiarla sul collo e sulle spalle, fin quando i suoi muscoli
non si erano rilassati.
- Mmmm, Harry, sei bravissimo a fare
i massaggi.
- Lo so, Hermione. Me lo dicevi
sempre quando… - Mi ero bloccato accorgendomi di essere caduto ancora
nell’errore di ricordare un passato che non ci apparteneva più.
Hermione aveva chinato il capo.
– Scusami, - Si era girata verso di me e mi aveva guardato per un lungo
istante. – Sono stanca, vado a letto.
E poi era successo. Si era sporta
verso di me, mi aveva baciato e senza aggiungere altro era andata via,
facendomi dubitare perfino che fosse accaduto.
Ero rimasto lì, fermo, per diversi
minuti e poi come un ebete avevo sorriso. Qualcosa stava cambiando.
Purtroppo, da quella sera, non ci
sono state altre manifestazioni spontanee da parte di Hermione e nessuno di noi
due ha avuto il coraggio di parlare dell’accaduto.
Sbuffo infastidito. Un passo avanti e
cento indietro, questi sì che sono progressi!
- Allora, signor Potter, mi vuole
dire che cosa riempie quella sua testolina?
Torno a prestarle attenzione e il
pezzetto di erica mi scivola sul viso. – Ora basta!
Le afferro la mano, infastidito. Apro
gli occhi e di peso la butto con la schiena a terra.
- Hai finito? – domando
sornione. E poi accade. I suoi occhi scivolano dai miei alle labbra, dalle
labbra ai miei. – Hermione...
- Dimmi,
- Questo, - Non aspetto risposta e la
bacio. Questa volta sono deciso.
Non è un attimo o un segno della mia
fantasia, un sogno della notte che scompare con il giorno. Questa volta sta
accadendo sul serio. Io sto baciando Hermione. Hermione sta baciando me. Mi
manca il respiro appena lo realizzo.
Mi stacco dalle sue labbra. Silenzio.
Attimi lunghi come l’eternità.
- Wow, - sospira. – Nessuno mi
ha mai baciato così.
Sorrido e le bacio il capo. –
Se tu lo vorrai, non smetterò più di baciarti.
Hermione è uscita presto questa
mattina. Mi ha lasciato un biglietto sul tavolo. Quando ho visto questo
pezzetto di carta, il mio animo ha tremato di terrore.
Tutti gli sforzi di questi giorni
sono risultati vani. Afferro tremante il biglietto. Me lo giro tra le dita
cercando di trovare il coraggio di leggere il messaggio che custodisce.
È andata via. Respiro profondamente.
Con gli occhi chiusi apro il foglio. Andrà tutto bene, mi auto incoraggio.
Gli occhi scivolano sulle parole. Mi
viene da piangere. La tensione che ho accumulato in questi pochi minuti e la
paura che tutto possa finire da un momento all’altro fuoriescono dai miei
occhi.
Chiudo il foglietto tra le mani ed
esco di casa, sbattendo la porta.
Su per la collina. Senza risparmiarmi
nella corsa. Più veloce del vento. Come un pazzo alla ricerca disperata della
sua sanità mentale. E infine la trovo. La mia ragione di vita.
Hermione è in cima alla collina. Sta
guardando l’orizzonte. Il vento fa svolazzare il suo abito e i capelli le
accarezzano delicatamente il viso con un movimento continuo.
Mi fermo esausto alle sue spalle. Non
ho più ossigeno nei polmoni.
- Her-mio-ne, - chiamo a fatica.
Si volta e mi guarda perplessa ma allo
stesso tempo divertita.
Mi accascio a terra per riprendere a
respirare normalmente.
- Harry, va tutto bene? – Mi
solleva il viso e in risposta ricevo un sorriso sincero.
- Ti pare il caso di lasciarmi un
biglietto del genere? Volevi vedermi morto?
Sorride intenerita. – Non
credevo che due semplici parole scritte su un bigliettino di carta potessero ridurti in questo modo.
- Tu come avresti interpretato un
messaggio del genere? Leggi il “ti amo”, ma in casa la persona che l’ha scritto
non c’è.
Sorride, ancora. Mi abbraccia
all’improvviso.
- Lo sai, Harry? Ti sei concentrato
più sul non avermi trovata in casa, che sulla mia dichiarazione.
Mi blocco. Mi ama. Gli occhi si
allargano. Mi ama. Hermione. Mi. Ama.
Sorride, di nuovo. Ed è così bella.
Mi ama. Hermione ama me.
- Io… - Mi azzittisce ponendo
l’indice sulle labbra.
- Harry, - inizia piano. - *Io
ti garantisco che ci saranno tempi duri. Ti garantisco che a un certo punto,
uno di noi o tutti e due vorremmo farla finita. – Il suo sorriso
alleggerisce il senso delle parole che ha appena detto. - Ma garantisco anche che se non ti chiedo di essere mio, lo
rimpiangerò per tutta la vita, perché sento nel mio cuore che sei l’unico per me.* E anche se ho
perso tre anni della nostra vita, in realtà io non ti ho mai dimenticato.
– Le sue labbra sono sulle mie, e mi bacia.
- Io ti amo. - Si ferma un attimo, e
mi guarda. Leggo determinazione nei suoi occhi, e poi... - Mi vuoi sposare
un’altra volta, Harry?
Sono senza parole. È successo tutto
così velocemente, ma soprattutto, inaspettatamente. L’aiuto ad alzarsi. Il suo
viso è illuminato da un sorriso. Non dico niente, mi avvicino a lei e faccio
sfiorare le nostre labbra.
- Suppongo che sia un sì? –
domanda Hermione curiosa.
- Suppone bene, signora Potter!
Angoletto di Lights
* questo pezzetto è estratto dal film “Se
scappi ti sposo”.
Ok. È finita. Finalmente e con grande
emozione questa storia è giunta al termine come, per il momento, la mia
parentesi nel fandom di Harry Potter.
Ringrazio tutti … *passa fazzoletti*
ci si rilegge in altri fandom.
Lunga vita al gruppo “Cercando chi dà la roba
alla Rowling!”