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Autore: Shimizu chan    02/06/2014    2 recensioni
Salve a tutti vi presento la mia ultima one-shot ShikaTema.
Spero vi piaccia :*
***
Lì sdraiato, come sempre, Shikamaru Nara guardava le nuvole. Un tempo le avrebbe guardate in compagnia del padre magari riuscendo a sonnecchiare un po', mentre l'uomo parlava.
Lì, in quel prato, ci aveva davvero passato tanto tempo, ce lo portava il padre da piccolo, ci si allenava con il team 9, già, ci tornava spesso anche con Asuma sensei, a volte solo per 'parlare'.
Eppure quel giorno non riusciva a rilassarsi come faceva sempre. C'era qualcosa che non andava...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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In quel prato
 
Lì sdraiato, come sempre, Shikamaru Nara guardava le nuvole. Un tempo le avrebbe guardate in compagnia del padre magari riuscendo a sonnecchiare un po', mentre l'uomo parlava.
Lì, in quel prato, ci aveva davvero passato tanto tempo, ce lo portava il padre da piccolo, ci si allenava con il team 9, già, ci tornava spesso anche con Asuma sensei, a volte solo per 'parlare'.
Eppure quel giorno non riusciva a rilassarsi come faceva sempre. C'era qualcosa che non andava.
Il ragazzo, ormai quasi uomo, non faceva che sospirare.
La guerra gli aveva portato via un altro pezzo di sé, e lui faticava ad accettarlo.
Molti erano morti, compagni, fratelli, padri, madri...
E avrebbe anche potuto superarla, magari avrebbe pianto per dar sfoga alla sua impotenza ma l'avrebbe accettato meglio se...
 
 
Se Madara non li avesse condotti tutti al loro sogno.
Un mondo in cui Asuma era ancora vivo e giocava con il suo bambino tenuto dalle braccia della compagna Kurenai, un mondo in cui Lui era vivo, suo padre, che litigava con sua madre.
L'unica consolazione era il saperla al suo fianco, forse a tre giorni di cammino ma comunque sapeva che lo stava pensando.
Lei era stata l'unica ragione per cui non si era dato per vinto, e aveva continuato a lottare anche mentre suo padre gli diceva quelle che furono le sue ultime parole.
Quando aveva avuto un attimo di tregua lei gli era andata accanto e gli aveva messo una mano sulla spalla.
"Frignerai una volta finita la guerra, ora non c'è il tempo"
Lo aveva detto con un'autorità degna di un comandante, qual'era, e lui non era riuscito a dibattere.
Quando il sogno finì e l'albero si ritirò lasciando tutti a terra, sentì l'amaro in bocca, e guardandosi attorno capì che non era il solo, ad aver visto qualcosa che davvero non poteva esser nient'altro che un sogno.
Prima di separasi lei si era avvicinata ancora a lui, ormai era palese a tutti e non se ne vergognavano più.
"Vuoi che torni con te?"
Gli aveva chiesto lei, con l'aria triste, lui scosse la testa e gli fece segno verso i suoi fratelli.
"Loro hanno più bisogno"
Lei li guardò Gaara zoppicava e Kankuro lo reggeva mentre guidavano il loro popolo a casa.
"Loro sanno come si va avanti, tu..."
La interruppe sorridendole, e lei restò basita alla vista di quel sorriso, fece una smorfia.
"Verrò appena avremo sistemato tutto dammi una settimana"
"Sempre se ne esco vivo"
Fece sarcastico, riferendosi alla madre.
A quel punto Temari davvero s'intristì al pensiero della povera Yoshino.
Lo salutò con un lieve bacio, dal sapor ferroso del labbro rotto di lui, e fece per seguire la sua popolazione, continuando a girarsi per guardarlo allontanarsi sempre di più.
Non si era ancora lasciato andare, stava tirando avanti, ma fino a quando sarebbe resistito.
 
Arrivati a Konoha vide la gente davanti al cancello che aspettava il ritorno dei famigliari.
Il pensiero di tutte le persone che sarebbero mancate all'appello gli fece venire la pelle d'oca, suo padre sarebbe stato uno di loro.
Tra tutta la folla scorse sua madre, come avrebbe fatto a dirglielo?
La gente acclamava il nuovo hokage Naruto e dava il bentornato all'Uchiha che l'avrebbe spalleggiato, quando Naruto voltandosi gli fece segno di raggiungerlo annunciando che lui sarebbe stato il suo braccio destro.
Vide gli occhi della madre inumidirsi nel vederlo, lei stava piangendo per lui che era tornato vivo.
E poi si avvicinarono alla folla e quello fu l'attimo più lungo della sua vita dal che ricordasse.
Sua madre gli saltò completamente addosso piangendo, come non le aveva mai visto fare.
"Mamma..... io sono... papà è...."
Le parole gli morirono in bocca mentre la stringeva a sé e la abbracciava con tutte le sue forse.
"Lo so"
Spalancò gli occhi allentando la presa, mentre lei stringeva più forte.
 
La Sabaku No era davvero arrivata ad una settimana esatta.
Aveva trovato la casa buia, le tende tutte chiuse, i piatti sporchi ancora ne lavandino i letti ancora sfatti e soprattutto con qualcuno rintanato al loro interno, ma se Shikamaru si era alzato per aprirle la porta la donna non si era sforzata neanche di saltarla.
Si era rimboccata le maniche e aveva ripulito casa aprendo le finestre con tutte le tende.
"Uno potresti anche aiutarmi invece di guardare il bel culo che mi ritrovo e due potresti cercare di spronarla ad alzarsi no? No ti fa pena così?"
"Ha smesso di gridarmi contro perchè dormo tutto il giorno quind..."
Lei si voltò uccidendolo con lo sguardo.
"Quindi ora vai ad infastidirla..."
Poi ci ripenso aprì il frigo e gli disse distrattamente che doveva andare a fare la spesa lui perchè non c'era più niente da mangiare e lei doveva finire.
Poi chissà come quando era tornato sua madre era felice come una pasqua e stava cucinando qualcosa che sicuramente avrebbe apprezzato più di quello che aveva mangiato in quei giorni.
Si stranì abbastanza, ma decise di ignorare la cosa posò le buste sul tavolo e si diresse in salotto, dove Temari spolverava.
"Ma non hai rispetto per nessuno? Mettersi a minacciare la madre altrui, tu non hai davvero limiti"
Si mise a scherzare sul repentino cambiamento della madre.
"Come se le minacce con lei servissero, il prossimo mese mi trasferisco qui e staremo con tua madre finché non starà meglio poi traslocheremo, chiudi quella bocca da pesce lesso e non ribattere non serve a niente ho già fatto iniziare le pratiche per cambiare villaggio a mio fratello"
Shikamaru fece un sospiro e invocò il padre affinché lo portasse con lui nella tomba.
 
 
Ricordava quei giorni.
Erano stati i più difficili, grazie a Temari però non vide più piangere sua madre e dopo mesi si trasferirono davvero in una casa loro, non molto distante da quella di Yoshino.
E solo a quel punto lui aveva potuto lasciarsi andare e sfogare il suo doloro.
Solo davanti a lei avrebbe potuto solo dopo aver mostrato a sua madre che riusciva ad andare avanti avrebbe potuto rimembrare il passato.
 
"Ah, ma sei qui? Credevo fossi da Naruto"
Gli disse Temari andando a sedersi vicino a lui, con in braccio un bambino, il loro bambino.
"Aveva solo bisogno di un favore, niente di che, dove andavi?"
Le chiese prendendole dalle braccia il figlio, Shikaku, e mettendoselo sulla pancia.
"Andavo al mercato, anzi mentre che ci sei tienilo tu, io vado e torno"
"Fai 'ciao' alla mamma"
Fece al figlio muovendogli la manina.
 
In quel momento razionalizzò che in quel prato ci stava passando la vita e probabilmente gli e l'avrebbe fatta passare anche a suo figlio.



Angolo Autrice
Ringrazio tutti quella che la leggeranno, spero vi piaccia e spero anche mi lasciate un commentino.
Baci e alla prossima ^3^
  
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