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Autore: Ciribiricoccola    06/08/2008    0 recensioni
Prendere una folle decisione e lasciarsi GUIDARE con lentezza da quest'ultima. Le note sono degli Incubus, ho scelto "Drive"
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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drive

One- shot basata sulla canzone "Drive" degli Incubus.

“Sometimes, I feel the fear of uncertainty stinging clear…
And I can't help but ask myself how much I let the fear
Take the wheel and steer…”

 
Ho letto tutte le riviste, mamma. Ho anche guardato tutte le trasmissioni in TV. E il libro che stavo leggendo, l’ho finito ieri.
Adesso, ascolto la musica con il mio I- Pod. Anche se questo non è l’ambiente più adatto per farlo.

Sai che non mi piace questo posto, mamma. Fa sempre freddo, qui, anche quando il caldo ti scioglie in ogni singola stanza.

Tra l’altro, non funziona affatto come in televisione, sai? A te piaceva il Dottor Ross di E.R., ma qui il medico è basso, tarchiato e non guarda mai negli occhi, va sempre di fretta.
Forse non ha voglia di incrociare il mio sguardo verde acido, verde serpente, verde bile.

 
Mamma, sto ascoltando una canzone degli Incubus; il cantante è capellone ed è bello da star male, ma ovviamente a te non piacerebbe. Figuriamoci, a te piacciono i bravi ragazzi con i capelli corti e il sorriso rassicurante.

Si chiama Brandon. È grande, avrà… trentatré anni. Però non è tutto scemo, come diresti tu. Scrive delle belle canzoni, come quella che sto ascoltando adesso, mentre ti guardo.
In questo momento, vorrei che ci fosse anche lui a consolarmi.

Il mio ragazzo mi ha lasciata, mamma. Dice che non gli dedico abbastanza tempo.
E quando gli ho spiegato la nostra situazione, non mi ha neanche abbracciata.
Io l’ho mandato a quel paese e ho fatto proprio bene. Gli ho proprio detto “Vaffanculo”, poi me ne sono andata.
So che pensi che ho fatto proprio bene, anche se rimani seria.

 
Molta gente ti viene a trovare, mamma. Questa mattina è venuta una signora anziana di un altro reparto, si è commossa e ha detto che sei bella come la Madonna. Ho sorriso: è stata molto gentile, l’ho ringraziata.

E’ venuto anche papà, direttamente dal lavoro; ha saltato il pranzo un’altra volta, quel disgraziato. Adesso i suoi cinquantun anni cominciano a vedersi, sai? È sempre bello, ma mi sono accorta che ha più rughe sul viso e gli occhi pieni di qualcosa che non ti so dire cos’è. Forse lo sai soltanto tu, ma ora non lo puoi vedere.

Dopo di lui, il pomeriggio è stato abbastanza silenzioso; anch’io sono uscita un po’, ho fatto qualche giro nel cortile e mi sono messa su una panchina per scrivere, all’ombra di un grande albero. C’era molta pace per via del caldo, ma io stavo bene. Meglio rispetto a quando sto in questa stanza grigia; non che la tua presenza sia un peso, figuriamoci… è che i muri sono veramente troppo grigi.

 

Alle cinque sai chi si è presentata?

Brava, la Banda Bassotti, come la chiami tu.
Tutti belli abbronzati, con i sorrisi tristi, sono venuti a toccarti la mano come per dire “Svegliati”.
Li ho guardati così male che dev’esser venuto loro un colpo. Stavano cercando una frase da dire, ma si sono zittiti.

Hanno lasciato un grande mazzo di fiori colorato con un biglietto: “Guarisci presto”.
Non l’ho neanche portato nella cappelletta dell’ospedale, li ho proprio buttati nel cassonetto.
Ce la vedi la Madonna che accetta i fiori comprati da quei mentecatti? Non credo proprio. Per una volta, penso che starebbe anche Lei dalla mia parte!

Abbiamo lo stesso sangue, eppure quello che scorre dentro di loro sembra corrosivo.
Ho smesso di chiedermi il perché di questo, mamma.

 
“But lately I'm beginning to find that I
Should be the one behind the wheel…”

Sei dovuta finire su questo letto per far sì che si accorgessero quanto stessi soffrendo, te ne rendi conto?

Tutti piangono per te, adesso.
Prima piangevamo solo tu ed io.

 
Il camionista che ti ha presa in pieno.
Sapessi quanto ha pianto, quando è venuto a trovarti.
Era così penoso, poverino… un omaccione grande, grosso e baffuto che piangeva come un vitello sgozzato.
Mi ha detto che non ti aveva visto passare in macchina e che ora non riesce più a dormire.
Ha pianto così tanto che ha fatto piangere pure me.
Soffre molto, si vede, e si sente davvero in colpa. È un brav’uomo, spero che la giustizia non sia troppo dura con lui. Non se lo merita.
Mi ha detto di chiamarlo appena ti sveglierai: vuole assolutamente parlare con te e chiederti scusa.

 
Poco fa, è arrivata una suorina.

Non sapevo esattamente come comportarmi, ma lei si è subito mostrata molto carina e mi ha chiesto se volevo parlare un po’.
Le ho detto semplicemente che stiamo tutti molto male; era una vecchina così dolce, non potevo permettermi di usare altri termini, mi sono limitata ad un eufemismo.
Lei mi ha preso la mano e mi ha spiegato che la sofferenza è una prova a cui Dio ci sottopone e che noi dobbiamo sopportare per dare più valore alle cose davvero importanti della vita.
“Sopporta in silenzio, accetta gli aiuti e non avere rancore, tesoro” mi ha detto piano piano “Dio ti protegge e veglia sulla tua mamma, ti terrà sempre in braccio nei momenti più difficili…”

L’ho ringraziata tanto per le sue parole e lei se n’è andata con il suo sorrisino piccolo ma caloroso, e mi ha anche regalato un rosario di legno. Che carina!

 
“But lately I'm beginning to find that
When I drive myself my light is found…”

 
Si è fatto tardi, mamma, devo tornare a casa.
Vado a preparare la cena per me e babbo, poi uscirò.

 
Da sola.

Questa sera non voglio nessuno con me.

Vado a vedere di che colore è il sangue di quelle persone, mamma.
Vado a sentire se è davvero corrosivo.
Vado a vedere quanta melanina spappolata tirerò fuori da sotto la loro pelle.
Vado a sentire quanto piangeranno, se piangeranno. Non so se ne sono capaci.
Vado a vedere se riesco ad avvelenare anche loro con gli occhi.
Ma se non dovesse bastare…

Vado a sentire se una lama di coltello arriverà ai loro cuori.

Non preoccuparti, mamma: non farò tardi.
Il dottore dice che stai migliorando e che sei molto forte.
Al tuo risveglio, troverai la suorina, la vecchina dell’ospedale, il camionista… tutti pronti a circondarti con il loro sconosciuto ma bellissimo affetto.
Ci sarà anche papà, logicamente.

“Whatever tomorrow brings, I'll be there!
I'll be there…”

Non mancherò neanch’io, tranquilla.

 

 

   
 
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