Uccidi il coniglietto, Chrona.

Queste parole mi rimbombano nella testa, nel buio di questa stanza.
Ragnarok continua a farmi male.
Io urlo e scalpito, tento di fermarlo, ma so bene che lui è più forte di me.
Non la smetterà mai, continuerà a picchiarmi per sempre.  
E la mamma non aprirà quella porta.
Perché io sono un bambino cattivo, e rendo triste la mia mamma.
Sono passati tanti giorni e la porta non si apre.
Forse la mamma ha deciso che è meglio non vedermi più.
Ho fame. Tanta fame.
Ragnarok continua a lamentarsi e ogni tanto mi da un pugno.
Ma io non piango più, ho finito le lacrime.
Finalmente la porta si apre.
La luce mi ferisce gli occhi, ma non mi importa, perché posso rivedere la mia mamma.

Ora sei disposto a uccidere il coniglietto?

No, io non voglio.
Non so come comportarmi con i conigli.
E poi lui non mi ha mai fatto nulla di male.

Sono altri due giorni che mamma mi ha rinchiuso nella stanza.
Ho paura di non rivederla mai più.
Ragnarok mi ha picchiato ancora, e io l'ho lasciato fare.
Ha ragione lui, è colpa mia se siamo chiusi qui dentro.
La porta si apre ancora una volta.
Ora non c'è gioia nel rivedere la mamma.

Il taglio è secco, netto.
Il sangue del coniglietto si sparge sul pavimento.
La spada si lecca le labbra.
Gli è piaciuto.
Mi è piaciuto.
Mi allontano di un passo dalla pozza rossa che si allarga ai miei piedi.
Non so come comportarmi con il sangue sui vestiti.
Ma non ho paura.
Perchè il mio sangue è nero.

Bravo Chrona. Stasera si mangia coniglio.