Serie TV > Star Trek
Ricorda la storia  |      
Autore: Naky94    03/06/2014    4 recensioni
Questa volta, però, toccava a lui dire grazie.
Forse, però, la cosa più difficile non era dire quella semplice parolina ‘Grazie’, ma dirlo a qualcuno che si era preso cura dell’Enterprise a posto suo.
Sin da quando aveva messo piede sulla nave per la prima volta, aveva sentito qualcosa legarlo ad essa. Pian piano aveva cominciato a considerarla come la sua ‘ragazza’, e i motori i suoi ‘bambini’.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikaru Sulu, Montgomery Scott, Pavel Chekov
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per la campagna “Giustizia a Scotty” ecco il mio piccolissimo contributo. Spero possa piacere.

 

 
Good job, boy!

 
Il capo ingegnere Scott si diresse in plancia con passo sicuro.
Appena entrato, si guardò intorno cercando una precisa maglia gialla.
Con ancora il Capitano in coma e l’Enterprise in riparazione, sapeva che in plancia c’erano solo i tecnici.
Sapeva anche che il Primo Ufficiale aveva dato l’okay per il cambio del sistema operativo dei computer in plancia. E la revisione di tale sistema toccava a Chekov.
Proprio l’uomo che stava cercando.
Dopo il suo ritorno sulla nave, gli avevano raccontato che il giovane si era preso la responsabilità di sostituirlo.
Inizialmente aveva avuto un brivido di terrore, al sapere che il Capitano aveva affidato la sua adorata sala macchine ad un ragazzino appena uscito d’accademia.
Ma quando aveva fatto un’accuratissima revisione per controllare che non ci fossero stati danni in sua assenza, aveva tirato un sospiro di sollievo.
Sarebbe potuta andare molto peggio, pensò.
Si era, quindi, sentito in dovere di congratularsi con quel ragazzino.
Avvicinatosi ai computer, prese qualche attimo per osservare il lavoro del timoniere. Pavel lavorava con solerzia e attenzione. Ogni più piccolo errore avrebbe potuto mettere la nave in pericolo nel momento meno opportuno.
“Salve Chekov!” lo salutò il capo ingegnere.
Il ragazzo, non essendosi accorto della  sua presenza accanto a sé, sobbalzò per la paura.
“Signor... Signor Scott, cosa la porta in plancia?” balbettò il ragazzo, facendo così risaltare il suo accento russo.
“Oh facevo solo un giro e mi sono detto perché non andare a fare un saluto al mio amico Pavel?” disse l’ingegnere, dando una leggera pacca sulla spalla al ragazzo in maglia gialla.
Chekov guardò con sguardo perplesso il superiore, poi si limitò ad annuire col capo e a ricominciare il lavoro da dove lo aveva interrotto.
Scott si sedette accanto al ragazzo, ricominciando ad osservarlo. Stava prendendo tempo, è vero. Ma proprio non sapeva come aprire il discorso. Non era uno abituato a dire grazie, lui. Generalmente erano gli altri a dirgli grazie. Grazie per essere un’ingegnere così dotato. Grazie per aver inventato l’equazione di curvatura. Grazie per essere riuscito a riparare il danno alla nave in poco tempo.
Questa volta, però, toccava a lui dire grazie.
Forse, però, la cosa più difficile non era dire quella semplice parolina ‘Grazie’, ma dirlo a qualcuno che si era preso cura dell’Enterprise a posto suo.
Sin da quando aveva messo piede sulla nave per la prima volta, aveva sentito qualcosa legarlo ad essa. Pian piano aveva cominciato a considerarla come la sua ‘ragazza’, e i motori i suoi ‘bambini’.
Certo, non si faceva problemi a dividere questi sentimenti col Capitano. Ma lui era, proprio, il Capitano e gli sembrava quanto meno giusto, ovvio, che un Capitano ci tenesse alla propria nave.
Ma ora non aveva il Capitano davanti. Ora aveva Pavel Chekov. Un ragazzino geniale eppure quasi privo di esperienza, che missione dopo missione si stava rivelando un valido membro della Flotta Spaziale.  
Quindi sì, poteva anche accettare di dividere la sua amata Enterprise con qualcuno che aveva accettato di rinunciare all’incarico per cui aveva studiato e faticato tanto, solo per concedere alla ciurma di viaggiare in sicurezza. E cercando di fare quanto possibile per evitare che la nave venisse distrutta.
“Hai fatto proprio un bel lavoro, Pavel.” Glielo disse senza neanche soffermarsi a pensare sulle parole.
“Intendo nella sala macchine. Mentre io ero via.” Specificò, leggermente impacciato.
Chekov smise all’istante di digitare sul computer, alzò lo sguardo verso il superiore e lo guardò allibito.
“I... io... l’ho fatto per la nave. Ero l’unico che conoscesse i motori abbastanza, seppur non come lei. E quando Capitano ha chiesto, io ho risposto che potevo farlo. Ma non me la sono cavata molto bene.” Ammise Pavel, imbarazzato. Effettivamente non tutto era andato liscio come l’olio, durante la sua gestione.
“Oh non ti preoccupare, sono cose che capitano ai novellini” cercò di consolarlo Scott, prima di assestargli un’altra pacca sulla spalla.
“Hey Scott, non mi vorrà mica portare il ragazzo al lato oscuro?”. La voce di Hikaru Sulu, appena arrivato in plancia, alleviò la tensione.
Montgomery si girò verso l’amico, appena arrivato, sorridendogli. Gli piaceva il carattere di Sulu. Fermo e concentrato durante i turni, ma più malleabile e incline alla risata quando non era in servizio.
Molte volte si erano ritrovati insieme a chiacchierare in una sala ricreativa e Scott aveva apprezzato la compagnia dell’asiatico.
“No... no. Stavo solo dicendo a Chekov, qui, di quanto se la sia cavata bene in sala macchine. Non voglio traviare nessuno. So quanto un navigatore e timoniere bravo come lui sia indispensabile qui in plancia.”
Le parole del capo ingegnere ebbero due effetti; imbarazzare il giovane Pavel e far sorridere, con una punta d’orgoglio, Sulu.
Sebbene non si potesse obiettare sulle capacità di Chekov, la giovane età lo limitava in esperienza. Pavel e Hikaru avevano passato molto tempo a parlare del loro lavoro. La maggior parte delle volte era Sulu che raccontava delle sue esperienze pregresse e il ragazzo ascoltava. Altre era Pavel che poneva una questione e entrambi cercavano di porvi rimedio attraverso il ragionamento.
“Mi sa che è meglio che me ne torni in sala macchine, non vorrei che quegli incompetenti dei tecnici combinassero qualche danno ai miei preziosi bambini!”.
Scott ruppe il momento, ben sapendo che ce ne sarebbero stati altri per parlare tutti insieme.
Era questo il bello del viaggiare tutti insieme, imparare a conoscersi, rispettarsi e considerarsi quasi una seconda famiglia.
E poi chissà, magari, qualora lui lo avesse voluto, avrebbe potuto dare qualche altra lezione al giovane Chekov.

 

 

 

 

 
Note: Bene, rieccoci.
Sebbene questa shot sia stata scritta per la campagna pro-Scott, mi è sembrato giusto tirare dentro anche Chekov e Sulu.
Chekov perché in Into Darkness si è preso l’incarico del capo ingegnere senza avere poi troppe conoscenze e ha dato il meglio di se.
(Che poi, Abrams ma dico io, Scott un secondo in comando non lo ha? O.o )
Sulu perché mi piace come personaggio e ce lo vedo un po’ nelle vesti di mentore del giovane Pavel.
Forse tutto questo è più plausibile se contestualizzato nella TOS, intendo il discorso sull’esperienza e il dover “istruire” Pavel. Ma mi piace pensare che anche nel reboot Chekov sia il cocco di tutto l’equipaggio.
Il ragazzino a cui fare da “fratello maggiore” e da proteggere. Sebbene sia un genio di tutto rispetto, o non sarebbe salito sull’ammiraglia.
Chiedo scusa se ho sbagliato con la caratterizzazione dei personaggi ma, soprattutto quelli reboot, me li immagino tutti un po’ amiconi fra di loro che chiacchierano e si scambiano opinioni.
Alla prossima, spero questa volta, con qualcosa di più sostanzioso.
Baci!

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Star Trek / Vai alla pagina dell'autore: Naky94