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Autore: Hasya    03/06/2014    1 recensioni
La parola Liben in tedesco significa amare ed è ad una sola ‘i’ di distanza da Leben che vuol dire vivere. Possono questi due verbi essere messi a paragone? Amare è sinonimo di vita?
Si, lo è. O meglio l’amore che viene narrato nei libri è sinonimo di vita, ma l’amore, quello vero, quello che i comuni mortali provano è sinonimo di distruzione.
Un cambio di città, una nuova figura maschile, una nuova scuola, delle nuove amicizie e un nuovo fratellastro, è pronta a tutto questo Camille Wilson?
“Noi non siamo in una di quelle fanfiction che leggi o scrivi. Questa è la vita reale e qui non puoi semplicemente cancellare qualcosa quando commetti qualche errore e scrivere ciò che più ti renderebbe felice;  in questo modo se sbagli paghi le conseguenze e se vuoi qualcosa lotti per averla
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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We aren't in a fanfiction.


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Primo capitolo.
Era una piovosa domenica mattina e Camille Wilson era intenta a mettere in valigia gli ultimi abiti del suo guardaroba e ad impacchettare le ultime fotografie in cartoni pieni di polistirolo per evitare di romperle.
«Camille, tesoro sei pronta?»
«Quasi mamma, manca poco.»
E mancava davvero poco. La nostalgia di casa iniziava già a farsi sentire e pure non era ancora andata via, non aveva ancora varcato per l’ultima volta la soglia di casa sua. Per quanto odiasse quella piccola cittadina di Londra era pur sempre casa sua e non avrebbe per nulla al mondo voluto andare via da lì. Tante volte da quattordicenne aveva ripetuto alla madre che nonostante l’amasse con tutta se stessa, non appena avrebbe compiuto diciotto anni sarebbe andata via, perché lei voleva espandere i suoi confini, voleva vivere per davvero. E forse era stata quella la spinta di cui Michelle Wilson aveva bisogno per trovarsi un nuovo compagno, anzi il suo primo compagno. Era rimasta incinta di Camille alla tenera età di sedici anni e il suo ragazzo saputo della notizia aveva subito troncato con lei, facendo si che rimanesse da sola con una nuova vita nel ventre ad affrontare una famiglia che mai l’avrebbe riaccettata, quindi fu costretta a scappare. Camille adorava e amava sua madre per un infinita di ragioni e l’apprezzava perché aveva avuto il coraggio di affrontare una gravidanza da sola in un nuovo paese, aveva avuto la forza di iniziare da zero per lei. Perciò quando la madre con la felicità che gli contornava gli occhi segnati da qualche ruga, gli aveva parlato di quest’uomo che la faceva rinascere non poté che essere felice. Non aveva mai provato quel brivido che l’amore porta con se non prima di incontrare Des Styles. Camille lo aveva incontrato precedentemente e lo trovava davvero un uomo in gamba capace di rendere la madre felice e quindi da subito lo aveva accettato e cercato di trattare come il padre che non aveva mai avuto l’opportunità di conoscere. C’era un solo problema viveva in un posto diverso dal loro ed è per questa ragione che Camille quella domenica mattina aiutava sua madre a caricare gli ultimi scatoloni in auto mentre con un fazzoletto di carta che teneva nella mano destra, faceva un ultima volta il giro della casa, ripercorreva ogni centimetro quadrato di mattonelle presenti nella sua tenera dimora.
«So che ti mancherà, apprezzo molto il tuo gesto Camille, davvero.» Le parole della madre furono come un ennesima pugnalata al cuore nel momento meno opportuno, nel momento in cui era più vulnerabile. Cercando di sorridere, deglutì e mandò indietro le lacrime decisa a non piangere.
«Ma no mamma, sai che ho sempre voluto andare via da qui, questa è un ottima opportunità.» Cercò inutilmente di rassicurarla Camille, ma è risaputo che i genitori, soprattutto le mamme che ti portano per nove lunghi mesi in grembo, sappiano riconoscere le emozioni delle proprie figlie con un solo sguardo.
«Farò finta di crederti per questa volta tesoro.»
Sorrise tristemente la madre.
Entrambe, chi più e chi meno erano pronte al nuovo grande inizio.
 

***************
 

«Grazie ragazzi, apprezzo molto il vostro aiuto.»
Ringraziò sinceramente Des Styles suo figlio e i suoi amici.
«Non c’è problema Signor Styles.»
Parlò uno degli amici, ma Des non si curò neanche di sforzarsi per riconoscerlo, avrebbe fatto comunque fiasco sbagliando nome. Quindi preferì stare in silenzio e fare un gesto con la testa, chinando di poco il capo. Erano intenti a terminare di allestire la casa. Harry, il figlio diciottenne, si era offerto di aiutare e aveva portato con se i suoi amici. Il rapporto tra Harry e il padre non poteva essere definito un rapporto modello, non avevano mai parlato tanto, Des sapeva il minimo indispensabile sulla vita del figlio, la situazione andava avanti da quando Des e Anne, la madre di Harry, avevano definitivamente divorziato. Tra la sorella, Gemma, e il fratello, quest’ultimo era sicuramente quello che più ne aveva sofferto. Aveva sempre desiderato una famiglia unità, in cui regnasse l’allegria e l’aveva precedentemente trovata quando la madre si era sposata con Robin o meglio Rob, anche lui un uomo straordinario. Era felice della scelta della madre ed era entusiasta della sua felicità, ma nel profondo avrebbe voluto vedere suo padre e sua madre insieme e felici. Anche Harry aveva precedentemente incontrato Michelle e gli era risultata molto simpatica, aveva anche avuto l’occasione di vedere una foto della figlia, Camille, una sedicenne dai capelli castano scuro e dagli occhi verde chiaro tendenti al grigio di come non ne aveva mai visti prima.
“Sarà una sorella ottima.” Fu il suo primo pensiero. Il padre l’aveva pregato, per non dire implorato, di farla sentire a suo agio. Non avrebbero condiviso la casa, poiché Harry viveva con la madre e Rob, ma avrebbero comunque frequentato la stessa scuola e di conseguenza avuto le stesse amicizie. Harry aveva cercato in tutti i modi di assecondare il padre, avrebbe aiutato la nuova arrivata ad inserirsi, a fare amicizia e avrebbe fatto capire in giro che non dovevano esagerare con lei, ma poi la cosa sarebbe finita. Non voleva di certo unire le loro vite, ognuno ne avrebbe avuto una propria. Aveva accettato Michelle e la figlia perché non poteva opporsi, era comunque la vita del padre e se la gestiva come meglio credeva, ma era curioso di sapere come si sarebbe evoluta la storia.

 

   
 
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