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Autore: FeBookworm    04/06/2014    1 recensioni
Quel pomeriggio Re Richard la trovò intenta a cucire nel suo salottino privato con le sue dame di compagnia. Sorrise nel ricordare, nella loro infanzia, gli inutili tentativi di lady Warwik nel farla rimanere seduta per ore a cucire. Anne era uno spirito libero e ribelle, doveva stare all’aria aperta. Per questo gli venne in mente di liberarla da quella noiosa attività e portarla a fare una passeggiata in giardino.
“Annie” la cambiò gentilmente una volta entrato nel salottino.
Lei alzò gli occhi dal suo lavoro e sorrise:”Sì, Richard?”
Non gli sfuggì una smorfia contrariata di Elisabeth. Quella ragazzina voleva comportarsi e atteggiarsi come Anne, ma non ci sarebbe mai riuscita.
Anne era unica ed era sua.
“Avrei fare una passeggiata in giardino a vedere i primi boccioli di rosa. Vorresti venire con me?”
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!!!!
Eccomi con una nuova Richanne su questo fandom!
Ho inserito il Fluff e l'OOC per sicurezza, non so se ho sbagliato o meno ^^"
Spero che la storia vi piaccia, io ci ho messo tutta me stessa.
Vi lascio il link della mia pagina su fb, se qualcuno di voi volesse farmi domande o avesse delle curiosità  https://www.facebook.com/pages/Fedemorningrockefp/663566033691978?ref=tn_tnmn
Buona Lettura,

-Fé-

 
Il guanto e il fazzoletto

Londra, 1484
 
Da tempo Londra non era testimone di una primavera così precoce. Lasciato alle spalle Febbraio con le sue incessanti piogge, Marzo si era presentato con un caldo sole e un leggero venticello. Tutta la Natura intorno al castello di Westminster sembrava essersi svegliata in anticipo: gli alberi avevano appena messo le prime foglie verde brillante, i giardini si erano riempiti di primule e margherite e i passeri allietavano le giornate con i loro canti.
Perché sprecare una così bella giornata di metà Marzo al chiuso compilando scartoffie?
Per questo motivo Re Richard aveva indetto una piccola escursione nei giardini e un simpatico picnic all’aria aperta. Le dame di corte avevano seguito l’esempio della Regina Anne montando a cavallo, mentre gli uomini le seguivano a piedi.
Re Richard camminava davanti a tutti, pensieroso. Da quando aveva invitato le figlie i suo fratello a corte non si sentiva più se stesso. Se da un lato aveva pensato che Edward dal cielo avrebbe apprezzato il gesto, dall’altro temeva di aver offeso sua moglie, la sua dolcissima Annie, in un modo irreparabile. Sperava solo di non aver deluso le due persone più importanti della sua vita alle quali era sempre stato leale e fedele. Mentre pensava a tutto questo, teneva stretto in una mano un piccolo guanto di pelle femminile, l’unica cosa che nei suoi recenti momenti d’ira riusciva a tenerlo calmo proprio perché era il dono della persona che più amava al mondo.
Sentì dietro di sé un rumore di zoccoli al trotto raggiungerlo. Si voltò e vide il volto arrossato di sua nipote sorridergli.
“Buongiorno, Elisabeth” la salutò educatamente con un lieve accenno del capo.
“Posso chiedere il permesso a Vostra Grazia di accompagnarvi nella passeggiata? E’ davvero un peccato passare una così bella giornata da soli.”
Re Richard cercò di nascondere una smorfia di irritazione. C’era un motivo se stava camminando da solo quella mattina: voleva essere lasciato in pace. Anne l’avrebbe capito. Anne capiva sempre tutto.
Ma non poteva rispondere male ad Elisabeth. Doveva attenersi al suo piano: farla innamorare di sé, alimentare questo amore in modo da ridicolizzare quel Tudor.
Le fece un sorriso forzato e le disse a denti stretti:”Certamente, ma non sarò di buona compagnia, ho la testa da tutt’altra parte.”
“Oh, mi dispiace. Potete confidarvi con me, Richard.”
Questa volta Re Richard non nascose la smorfia di disgusto che gli provocò il sentire quelle parole. Nessuno poteva chiamarlo solo Richard. Nessuno, tranne la sua Anne e, quelle poche volte che osava, Francis.
“Per voi sono Re Richard, lady Elisabeth, anche se siete mia nipote. Dobbiamo mantenere certe formalità, soprattutto davanti a tutta la corte” le rispose con la mascella contratta dal nervoso.
Lei rimase stupita dalla sua risposta, ma annuì lentamente. Camminarono in silenzio uno di fianco all’altra, la mano di Re Richard sempre più serrata attorno al piccolo guanto di pelle.
“Maestà!” lo chiamò ad un certo punto Francis.
Re Richard si girò di scatto, intuendo una nota di preoccupazione nella voce del suo amico d’infanzia:”Cosa c’è, Francis? Cos’è successo?”
“La Regina Anne non si sente molto bene, Vostra Grazia, e chiede di voi”.
Una strana paura lo invase.
Non lei. Non prendere anche lei, Signore.
Re Richard annuì:”Potresti rimanere qui a fare compagnia a lady Elisabeth, Francis?” e rivolto a lei:”Mi dispiace lasciavi qui, ma devo raggiungere mia moglie.”
LE fece un breve inchino e notò come in modo così impudico e volgare lei aveva fatto cadere ai suoi piedi il guanto di pelle da cavallerizza che indossava. Nella sua mente apparve lo stesso gesto che aveva fatto Anne molti anni prima. Ricordava ancora come si era guardata intorno arrossendo timidamente e come, velocemente, glielo aveva lanciato, sperando di non essere vista, con un’eccitazione infantile negli occhi. E quel gesto aveva dato inizio allo loro folle pazzia d’amore. Solo il fatto che l’altra avesse osato fare lo stesso gesto di Anne lo faceva andare su tutte le furie.
Si chinò a prendere il guanto e glielo porse:”Credo che questo appartenga a voi” le disse e si allontanò immediatamente da lei.
Era ancora abbastanza vicino quando sentì Francis dirle:”Non potrete mai prendere il posto di Anne nel suo cuore. Potrà anche essere infatuato di voi, ma non vi amerà mai come ama Anne.”
Non badò molto a quelle parole veritiere quando vide sua moglie, pallida come un cencio, seduta su una panchina. Le si avvicinò subito, tremendamente preoccupato:”Anne, cosa ti è accaduto? Ti senti poco bene?”
Lei non rispose alle sue domande, appoggiò semplicemente la fronte sulla sua spalla in cerca di protezione, un gesto così intimo tra loro che lo lasciò senza parole.
L’abbracciò e la strinse a sé contro il suo petto:”Vuoi che ti riaccompagni a palazzo, Annie?”
La sentì annuire debolmente, così la prese in braccio, come aveva fatto molte altre volte nella loro casa a Middleham, e la portò in camera sua. Le tolse lentamente il vestito e gli stivali, mettendola a letto. Le appoggiò un panno bagnato e aspettò che lei gli dicesse qualcosa, qualsiasi cosa pur di togliergli quella gravosa angoscia che gli pensava sul cuore.
“Richard…” sussurrò Anne e lui avvicinò l’orecchio alla sua bocca per sentirla meglio:”Ti stenderesti qui, vicino a me? Ho tanto freddo.”
Meccanicamente si tolse gli stivali e la giubba, rimanendo in pantaloni e camicia. Si stese vicino a lei, stringendola e appoggiandole la testa sul suo petto.
“Mi dispiace di averti rovinato la passeggiata” disse Anne con voce flebile.
Lui le sollevò la testa in modo da guardarla in faccia:”Non dire sciocchezze, Annie. Tu sei molto più importante.”
Improvvisamente lei iniziò a tossire. Richard le passò il suo fazzoletto e lei se lo premette sulla bocca. Fecero entrambi finta di non vedere le macchie rosse di sangue sul fazzoletto.
Anne lo osservò e sorrise: agi angoli, al posto della doppia R per Re Richard, era cucita la D di Dickon. Quando erano solo i signori del Nord, Anne soleva cucirgli i fazzoletti così; aveva iniziato a ricamare la doppia R solo dopo l’incoronazione.
“Come mai sorridi Annie?”
“Perché sono una pessima ricamatrice. I tuoi fazzoletti non sono perfetti come quelli che Izzy cuciva a George.”
“Io li ho sempre trovati perfetti, anche se quelli con la doppia R mi piacciono di meno.”
Anne lo guardò stupita:”Davvero?”
Richard annuì:”Mi piaceva il fatto che tu ricamassi l’iniziale del mio nomignolo. Era…intimo. La doppia R fa diventare tutto troppo ufficiale, persino tra di noi. Mi sembra quasi di sminuire il nostro amore.”
Le guance di Anne arrossirono di colpo, togliendole completamente il pallore della malattia:”Se ti fa così piacere, il prossimo lo cucirò come ai vecchi tempi” disse timida come una ragazzina alla prima cotta.
“Mi faresti davvero felice, Anne. Ma adesso devi riposarti.”
“Rimarrai qui con me, Dickon?”
Richard chinò la testa in modo da baciarla con più facilità:”Non vado da nessuna parte, Annie. Tra le braccia ho tutto quello di cui ho bisogno.”
 
 
 
Aprile era arrivato, portando con sé il sole e il caldo tipico della primavera. La salute della Regina Anne era migliorata e non aveva più interrotto una passeggiata all’aperto e una battuta di caccia. Da alcune settimane le era tornato il sorriso e nessuna ruga di preoccupazione le gravava sul viso.
Quel pomeriggio Re Richard la trovò intenta a cucire nel suo salottino privato con le sue dame di compagnia. Sorrise nel ricordare, nella loro infanzia, gli inutili tentativi di lady Warwik nel farla rimanere seduta per ore a cucire. Anne era uno spirito libero e ribelle, doveva stare all’aria aperta. Per questo gli venne in mente di liberarla da quella noiosa attività e portarla a fare una passeggiata in giardino.
“Annie” la cambiò gentilmente una volta entrato nel salottino.
Lei alzò gli occhi dal suo lavoro e sorrise:”Sì, Richard?”
Non gli sfuggì una smorfia contrariata di Elisabeth. Quella ragazzina voleva comportarsi e atteggiarsi come Anne, ma non ci sarebbe mai riuscita.
Anne era unica ed era sua.
“Avrei fare una passeggiata in giardino a vedere i primi boccioli di rosa. Vorresti venire con me?”
Anne annuì, alzandosi di colpo. Fece cenno alle sue dame di continuare il loro lavoro e accettò il braccio che lui le aveva affettuosamente offerto.
Una volta fuori, il volto di lei si illuminò, baciato dal sole. Era ancora bella come anni prima quando si erano sposati in gran segreto. Non avrebbe mai dimenticato quella notte, la più bella di tutta la sua vita perché finalmente erano ciò che avevano sempre voluto essere l’uno per l’altra.
“Dimmi Anne, sbaglio o stavi ricamando un fazzoletto?”
Anne rise:”Ho pensanto che forse ne avevi bisogno, visto che, durante le mie ultime crisi di tosse, te li ho rovinati tutti. Ho sbagliato?”
Anne lo guardò con i suoi enormi occhi blu gentili e sorridenti:”Come faccio a dirti di no, Annie, quando mi guardi con occhi simili?” le sussurrò Richard sulle labbra, prima di baciarla appassionatamente.
Sentì le labbra di Anne sorridere contro le sue e le sue piccole mani accarezzargli i ricci capelli neri. Si stupì di se stesso quando si ritrovò a pensare che non voleva essere in nessun altro posto, come un ragazzino alla prima cotta. Anne lo faceva sentire così…eternamente giovane e pazzamente innamorato.
“Dickon, cos’hai in mano?” gli chiese lei curiosa.
Richard abbassò lo sguardo sulla sua mano e l’aprì, svelandole il contenuto.
“Ma…è il guanto…”
Lui annuì:”Non me ne sono mai separato in tutto questo tempo. Quando ero sul campo di battaglia per Edward o per placare le rivolte al Nord, lo stringevo forte e mi pareva che tu fossi lì accanto a me, pronta a darmi coraggio e credere in me.”
“Richard…”
Lui le prese il volto tra le mani e la costrinse a guardarlo:”Ti amo proprio come allora, Anne. Non dubitarne mai.”
Lei gli regalò il sorriso più dolce che le avesse mai visto fare:”Ti amo anch’io proprio come allora, Richard. Vorrei dirti che ti amo più di quando ero una ragazzina, ma non mi è possibile amarti di più di quanto già faccia ora.”
Le sorrise e la baciò di nuovo, sapendo che nessuno, nemmeno la morte, gli avrebbe mai separati.
 
 
Vigilia della battaglia di Bosworth
“Francis!”
Re Richard lo chiamò nella sua tenda. Non gli piaceva il tono che aveva usato, come se avesse un mostro dentro di sé che lo stava lentamente divorando.
“Richard? Hai bisogno?”
Lo guardò attentamente. Da quando Anne lo aveva lasciato pochi mesi prima, si era lasciato andare: aveva dei profondi cerchi neri sotto gli occhi perché dormiva solo lo stretto necessario e le guance incavate talmente era dimagrito.
“Io…volevo un po’ di compagnia. Non voglio aspettare da solo l’alba prima della battaglia. Ti prego, siediti con me.”
Trascorsero dei lunghissimi minuti di silenzio durante i quali Richard non fece altro che stringere tra le mani un fazzoletto e un guanto femminile.
“Francis…credi che l’abbia uccisa io?”
“Cosa?” chiese Francis sbalordito.
“Forse l’ho causato io il suo malanno. Il medico ha detto che il cuore era come rotto in due…forse per causa mia.”
“Richard non dire sciocchezze! Stai parlando come un pazzo. Anne è morta per una terribile malattia polmonare. Era malato da tempo, tu non c’entri.”
“Ma l’ho ferita. Tutte le volte che mi avvicinavo ad Elisabeth per macchiare la sua reputazione le spezzavo il cuore.”
“Lei sapeva perché lo facevi e sapeva che l’amavi. Non avrebbe mai dubitato di te.”
Trascorsero altri minuti di silenzio nei quali Francis poté sentire il suo amico di infanzia trattenere a stento le lacrime. D’altronde non si era mai ripreso del tutto dalla morte di Anne.
“Francis, me lo faresti un favore?”
“Certo, Richard.”
“Se dovessimo perdere e il mio corpo morto dovesse essere torturato e seppellito chissà dove…”
“Richard, che cosa stai dicendo? Non accadrà niente del genere.”
“Ma se dovesse accadere, promettimi che porterai questi sulla tomba di Annie. Sono i simboli del nostro amore.”
“Ma Richard perché?”
“Così la mia anima riposerà insieme alla sua, nonostante la lontananza dei nostri corpi. Ti prego, Francis, te lo chiedo come tuo amico.”
Francis chinò la testa e annuì:”Va bene, lo farò.”
 

…Ancora oggi, sulla tomba della Regina Anne, nell’Abbazia di Westminster, sono collocati un fazzoletto con la D ricamata agli angoli e un guanto femminile da cavallerizza. Le anime di Anne e Richard sono riuscite a ricongiungersi, nonostante tutto….
   
 
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