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Autore: nainai    04/06/2014    5 recensioni
Rose rosse. Ambizioni. Desideri.
...il bisogno di attingere alla vita per essere vivi davvero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Placebo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: il presente scritto ha per protagonisti persone reali e personaggi di pura fantasia. Le vicende narrate sono frutto della fantasia dell'autrice e non c'è alcun intento di verità nè di verosimiglianza. Non s'intende offendere nessuno, i diritti legalmente tutelati spettano ai rispettivi titolari e nessun diritto s'intende leso.

Fissava il mazzo di rose con sospetto. Appoggiato all’indietro contro il bancone ingombro di trucchi e spazzole sbuffava il fumo, studiando il proliferare di petali rossi di sottecchi, come non fosse cosa sua.

In realtà lo era eccome.
Appena entrato in camerino uno Stefan alquanto infastidito gli aveva additato l’elegante – inappropriato – bouquet sul tavolino al centro della stanza, accompagnando il gesto con un sibilo incattivito con cui gli notificava la sua destinazione – a lui – ma non la provenienza. Quella se ne stava chiusa e custodita nel bigliettino cartonato che pendeva da un lato della raffinata confezione in carta di riso color carta di zucchero - un’assonanza accattivante. Doveva ammettere che lo svolazzare delle lettere sulla busta lo aveva incuriosito, ma non abbastanza da abbandonare la prima reazione che i fiori gli avevano suscitato: una risatina divertita ed irriverente ed una battuta volgare su quanto inopportuno fosse regalare dei fiori ad un uomo. La seconda reazione, poi, era stata un misto di sospetto e disagio che gli prudeva dietro la nuca e lo teneva con il sedere incollato al bancone del camerino e con le dita ad una sigaretta che si consumava ignorata, mentre lui mordicchiava nervoso lo smalto nero che le corde della chitarra avevano già scrostato.
Stefan non aveva detto altro, si era seduto sul divano che dominava il tavolino, aveva afferrato una rivista ed aveva ostentato tutta la propria indifferenza nell’ignorare caparbiamente il mazzo di rose ed il suo destinatario. Steve non c’era nemmeno, da qualche parte a “reidratarsi” senza aspettare che i due compagni andassero a tenergli compagnia.
Brian era formalmente solo con le proprie domande, il disagio ed un mazzo di rose rosse confezionato elegantemente in carta di riso color carta di zucchero. Un’assonanza accattivante…
Buttò la sigaretta a terra spegnendola rumorosamente con un colpo del tacco della scarpa.
-Ci sono i posacenere.- provò a fargli notare il suo bassista sollevando per un attimo lo sguardo.
Nemmeno lo ascoltò. Si mosse con una risolutezza ingiustificata verso il divano, ci si lasciò cadere con ben poca grazia scomodando l’altro occupante e maneggiò le rose in punta di dita per sfilare esclusivamente il bigliettino appuntato di lato.
-Che cosa idiota!- ribadì intanto in un borbottio scocciato. Stefan mise via la rivista e lo osservò sbrindellare la bustina di carta per tirare fuori il cartoncino.- Cosa sono? una soubrette da operetta?! Pensavo fosse ormai démodé regalare fiori ad una donna, figuriamoci ad un maschio!- si lamentò.
-Magari chi te li manda non lo sa. Che sei maschio, intendo.- lo prese in giro Stefan, venendo fulminato da un’occhiataccia.
Brian non perse comunque tempo a rispondergli. Venne a capo del cartoncino e lo lesse, mettendoci qualche momento a decifrare le righe stringate che componevano il messaggio all’interno. Poi la firma informale più sotto.
Un’espressione genuinamente stupita gli si dipinse in viso, cancellando in meno di un istante tutto l’astio di pochi momenti prima. Stefan non poté impedirsi di provare un moto di curiosità autentica che mise a freno velocemente, mordendosi la lingua.
-Merda!- fu il commento inelegante con cui esordì il cantante, abbassando il biglietto per fissarlo ad occhi spalancati e bocca aperta.- Lo sai chi mi manda questi cosi?!
La risposta era implicita nello sguardo interrogativo di Stefan, ma Brian non glielo disse comunque. Si alzò in piedi con una velocità nervosa che sfoggiava sempre quando qualcosa lo colpiva – e a lui non piaceva che qualcosa lo colpisse – e rigirò su se stesso come una trottola impazzita.
-Brian…tutto ok?- si ritrovò a chiedere lo svedese, pur sapendo che non era una buona idea. Siccome, però, l’altro continuava a non rispondergli, Stef cominciò a preoccuparsi davvero.- Andiamo! Chi accidenti ti manda quei fiori?! Qualche fan fuori di testa? se devo essere onesto li attiri tutti tu i maniaci di questo Stato…
-David Bowie.
-Ad esempio quel servizio fotografico che hai fatto, l’ultimo...se continui ad atteggiarti a quel modo farai una brutta fine, credi a me!
-I fiori li manda David Bowie.- specificò Brian all’ottusità dell’altro.
-Certo.- annuì Stefan senza soluzione di continuità.- O lui o la Regina Elisabetta.
Brian sollevò un sopracciglio, posò una mano sul fianco con aria di sfida e gli allungò il biglietto con l’altra.


Nota di fine capitolo della Nai:

Progetto nuovo.
Sono mancata per un casino di tempo (con tutto quel che ne consegue) e, allo stato, la  mia vita è incasinata di brutto e comprende un numero spropositato di progetti da portare a termine.
Quindi! non garantisco nulla sui tempi di aggiornamento nè sugli esiti di questa storia, che "macera" già da un pò e alla fine vuol vedere la luce.
Una piccola "dedica" mi sento di farla a Stregatta, perchè lei è la prima ad aver scritto di certe coppiette...
See you, space cowboys!
MEM
  
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