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Autore: _Rael_89    06/08/2008    3 recensioni
Come un ciclo lunare, un amore può nascere e morire in un soffio.
In un periodo travagliato da guerre e dolore come l’epoca Edo un fiore sboccia nella corte dello shogun macchiata da perversioni, menefreghismo e perbenismo comune: ma si farà cogliere solo dalle mani di un giovane soldato Anbu.
Questo amore così fragile e pulito potrà durare?
[Sasuke x Ino] [Un pizzico di MadaIno]
(Vincitrice del 1° Contest sul SasuIno Italian Fan Forum)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Altri, Ino Yamanaka, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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aforismi della bestia dormiente

Frammenti della luna nuova

[-1#  Aforismi della bestia dormiente]

 

*L'essenziale e' invisibile agli occhi. [A. De Saint-Exupery]
La luna era crescente.
Odiava la villa dello zio, lo shogun del villaggio:
puzzava di perversione e di marciume. Però era comodo fermarsi lì,
tra una guerra e l’altra. Sasuke poteva riposare le membra stanche
su cuscini di seta e dissetare la gola arsa con sakè di prima qualità.
E poi c’era lei: lei, dai lineamenti perfetti e delicati incoronati da capelli biondi,
inusuali per una fanciulla della sua gente. Veniva dall’Ovest, si diceva,
veniva da un paese lontano: prigioniera di guerra,
eppure non abbassava mai lo sguardo color del mare di fronte ai suoi padroni.
Vestiva come una geisha da bordello, kimono sempre caduto sulle spalle nude,
seni gonfi che sporgevano, lunghe gambe evidenziate dalle calze a rete e
lasciate libere alla vista maschile, sandali col tacco, capelli e trucco a posto:
la più puttana di tutte. Eppure, si mormorava che la sua verginità fosse rimasta intatta.
E’ la più nobile, la preferita dello shogun: e può solo deliziare con la sua danza soave.
Ma nessuno deve parlarle, guardarla, desiderarla.

Però Sasuke non era nessuno.

 

*Datemi una maschera e vi dirò la verità. [O. Wilde]
Tremò leggermente, non appena la cortigiana le passò
un panno bagnato sulla pelle candida.
-Questi segni rossi sono le sue mani?- aveva occhi sottili e neri, che vedevano al di là dell’apparenza.
-Madara deve frenare i suoi desideri: ho fatto giuramento di castità.- sorrise.
-Ino-san, è questa la vita che vuole vivere?-
Si girò, sistemandosi la veste purpurea sul corpo nudo. Sbatté le ciglia lunghe e nere,
fissando quasi senza vederla la sua compagna, quella donna dalla treccia nera.
-Potrei chiederti lo stesso, Mikoto: sei sua cugina, ma sei la sua serva.-
-E mantengo la mia nobiltà.- si portò una mano sul cuore.
-Anche io.- armeggiò con i capelli, facendo cadere oro puro sulla sua schiena.
-La sua nobiltà è disobbedirgli? Rispondere a chiunque le rivolga la parola, guardare a testa alta gli uomini, dare del tu a tutti, chiamarli senza il suffisso?-
-Non lo chiamerò mai
Madara-sama.- schioccò la lingua sul palato. –Perché non mi ha sottomesso.-
Quegli occhi infelici le chiesero di nuovo
perché.
La fanciulla si girò a fissare una katana, tenuta appesa nel muro del suo alloggio.
-Perché Madara, dopo essersi preso la vita di mio padre, mi ha chiesto di scegliere il mio destino…
Lo divertiva il mio coraggio.- si alzò, avvicinandosi ad essa finchè
la sua ombra non l’oscurò. –Però, Mikoto, ho scelto la vita. Perché scegliere di morire è come
un suicidio: e dire di no alla vita è il massimo peccato mortale.-
La donna la fissò con un moto di rancore.

Sventurata.

 

*Nulla è più difficile che condurre un uomo alla propria felicità. [H. Hesse]
-E’ una breve permanenza?-  lo shogun soffiò il fumo maleodorante dalle labbra tirate.
Accanto a lui, il fratello annuì. –La guerra non è finita: ci richiamerà presto.-
-Per questo indossate ancora le divise da Anbu, eh?- suono sgradevole, la sua risata.
Sasuke storse il naso, ignorando quelle chiacchiere inutili: qualsiasi piaga
sul proprio corpo era un sollievo, al confronto con quelle presenze stomachevoli.
Non toccò quel cibo, permettendo al suo occhio di spiare ogni minimo
centimetro di pelle visibile sotto il suo kimono; e lei ricambiava
con uno sguardo divertito, che lo sa preda del desiderio, ma memore
che non poteva essere sua.
-Sei mai stato con una donna, Sasuke-kun?- la voce dello zio gli giunse chiara e forte.
Girò lo sguardo. –In guerra non si ha tempo da perdere, Madara-sama.-
-E’ un peccato.- aspirò dalla lunga pipa.
Tornò a guardare la geisha, disgustato dai suoi pensieri di prima.
-Ino-san è una bella donna, Madara-sama.- commentò Itachi, sorridendo sottilmente
al fratello.
-Ino-chan non è per te.- sbatté una mano sul tavolo in legno, placando
un istante dopo lo sguardo. –E nemmeno per me.- afferrò un bicchierino di sakè, mandandolo giù d’un colpo.
Sasuke scosse il capo.

Ino-san è come un giocattolo per voi?

 

*Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle. [O. Wilde]
La pietra sfregava sibilando sulla lama della katana.
-Sei il figlio di Mikoto, vero?-
Alzò gli occhi: non si stupì dell’ennesima disobbedienza della ragazza.
-E nipote di Madara-sama.-
Rise di gusto. –Non credi che chiamarlo così sia eccessivo?-
-Non crede che parlare con me sia eccessivo, Ino-san?-
-Perché dici questo?-
-Perché lei è proibita.-
Rilassò le spalle, lasciandosi andare ad un sospiro. –Vero, però tu mi guardi troppo.-
-Rispondo solo ai suoi sguardi, Ino-san.- tornò a levigare la sua arma.
Tirò le labbra, infastidita dalle sue frecciatine; sottrasse il suo corpo sinuoso
alla luce proveniente dalla finestra aperta.
-Sei diverso dagli altri Uchiha che ho conosciuto.-
Levò lo sguardo a guardarla.
-Ragioni con la testa, e non con il pube.-
-Ragiono con il cuore, Ino-san.- assottigliò gli occhi. –Amo la mia patria,
e voglio difenderla. Non ho tempo da perdere con una donna.-
Si alzò la sua risata: ma era pura, cristallina, come una bimba innocente.
-Allora, non mi desideri? Hai paura di tuo zio?-
Tornò a concentrarsi sul suo lavoro. –Penso solo che lei ha fin troppi problemi,
e fin troppi occhi maschili puntati sulle sue seminudità: non le serve il mio contributo.
Tantomeno, è la donna adatta a me.-
Lo shinobi alzò la lama verso il disco solare, studiando ogni minimo dettaglio
se il lavoro fosse venuto bene; non si accorse che la geisha continuava a fissarlo
con lo sguardo strettissimo ed i pugni chiusi, mordendosi un labbro.

Insolente. Sì, un insolente.
-
Però non smetti di guardarmi.- puntualizzò, graffiando il muro di legno
mentre si ritirava nella sua stanza.

****************************************
L’idea è nata per caso, schizzando dei ritratti di Sasuke ANBU  ed Ino geisha.
Mi piaceva provare con una storia ambientata nel passato del Giappone, l’epoca dei samurai e degli shogun… spero di averci azzeccato temporalmente! Se non fosse così, vi prego di dirmelo.
L’idea è che gli Anbu siano una sorta di “samurai-ninja”, al servizio dei piccoli regni locali dislocati nel Giappone feudale: ed Ino sia la cortigiana più bella dello shogun della famiglia Uchiha, straniera, appartenente soltanto a Madara. Mi stuzzicava la MadaIno: ci faccio qualche accenno.
Le citazioni sono un tocco di classe con il quale mi sono voluta destreggiare, spero vi piaccia.
Questa fanfiction, di 3 capitoli, ha partecipato al contest indetto sul forum SasuIno, vincendo; voglio dedicarla proprio agli utenti del mio forum.
A breve, il prossimo capitolo
La vostra Rael

  
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