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Autore: vieniesorprendimi    04/06/2014    0 recensioni
Mi siedo, mi sistemo i capelli, la canotta, i pantaloncini.
Mi alzo, mi sistemo i capelli, la canotta, i pantaloncini.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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SUSSURRANTE 

Ormai sono due settimane che non lo vedo.
Ho amato la fine della scuola, le mattinate passate a dormire, i pomeriggi passati insieme a lui a casa sua e poi al parco a prendere il sole. Ho amato tutto, persino quando andava fuori Milano per fare gli show, anche se non potevo vederlo per un giorno. Poi è arrivato il momento di partire per me.
Sono partita il 4 luglio da Milano, in macchina, con madre, padre, sorella, cane e gatto. Un inferno, ma per lo meno la macchina è a sette posti. Starò a Tropea per più di un mese, perché torno a Milano il 16 agosto. Quindi non lo vedrò per tanto tempo, troppo.
Per fortuna si è fatto la promozione delle chiamate gratis verso un numero, cioè il mio. Durante queste due settimane ci siamo sentiti tutti i giorni tramite messaggi, ogni due giorni ci chiamiamo per sentirci ulteriormente. Sono due giorni fa mi ha detto che ha comprato i biglietti di andata e ritorno per venire a trovarmi. Riesce a restare per cinque giorni e poi dovrà partire di nuovo perché ha un altro show.
A me basta eccome.
Mi manca tutto di lui.
Sono le otto del mattino e mi sono appena svegliata per andare a prenderlo all’aereo porto di Lamezia. Mi sono fatta la doccia, ho fatto colazione e mi sono lavata. Ho indossato qualcosa di semplice: un paio di pantaloncini a vita alta neri, una canotta dentro i pantaloncini e delle converse ai piedi.
Ho passato una buona parte del tempo a fissarmi allo specchio dopo aver arricciato un po’ i capelli con la piastra e dopo essermi truccata. Devo essere perfetta per lui. Non mi vede da due settimane.
I miei genitori sono pronti da molto più tempo di me, e sono seduti sul divano dicendomi di sbrigarmi e che comunque sa come sono fatta.
Poco dopo partiamo e ci aspettano un ora e mezza di macchina fino all’aereo porto.
Il suo aereo arriva alle dieci e mezza.
Alle dieci e mezza precise arriviamo in aereo porto. I miei genitori parcheggiano, ma gli chiedo di restare in macchina, voglio andare a prenderlo solo io. Così mi guardo allo specchietto e poi scendo dalla macchina tutta agitata.
Cammino fino all’entrata, entro e vado verso i tabelloni dove vedo che l’aereo è appena atterrato. Decido quindi di sedermi ad aspettare il tempo che scenda dall’aereo.
Mi siedo, mi sistemo i capelli, la canotta, i pantaloncini.
Mi alzo, mi sistemo i capelli, la canotta, i pantaloncini.
Cammino un po’ fino a quando non vedo uscire la prima persona.
Lui non ha il bagaglio da aspettare quindi sarà uno dei primi ad uscire. Mi avvicino all’uscita e aspetto cercando di guardare appena dietro i pannelli dell’uscita senza nessun risultato.
Dopo neanche due minuti lo vedo uscire dalla porta: cappellino in testa, pantaloncini della Jordan rossi e neri, canotta bianca. Adoro il bianco su di lui.
Si guarda intorno, mi trova e mi sorride.
Ricambio il sorriso a trentadue denti, mi abbasso sorpassando le barriere che dividono gli arrivi dalle altre persone e gli vado incontro. Gli butto le braccia intorno al collo alzandomi sulle punte.
Sento il rumore della maniglia della valigia che scende, le sue mani che mi circondano la vita e mi sollevano da terra stringendomi. Chiudo gli occhi godendomi il suo abbraccio e poco dopo sposto la testa dal suo collo alle sue labbra.
Ci baciamo pochi secondi, giusto il tempo di far capire l’uno all’altro che finalmente siamo di nuovo insieme. Apro gli occhi e lo vedo che mi osserva. Mi sorride e ricambio di nuovo guardandolo negli occhi.
- Ti amo – gli dico.
- Anche io – risponde.
Ci spostiamo in fondo, dietro la fila che aspetta.
Ci stringiamo, ci baciamo, sussurriamo. 


 
I suoi show, gli show della sua squadra di schiacciatori e freestyle. Dunk Italy, dategli un'occhiata. 
http://www.dunkitaly.com/
  
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