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Autore: narcissus_kiss    07/08/2008    5 recensioni
Un qualunque uomo dovrebbe provare amore per le due persone che contribuiscono a rendere la sua vita meno grigia di quel che è.
Io non ci riesco.
Provo affetto, sì, un fortissimo affetto per Ninfadora. E nostro figlio è forse l’unica cosa buona che sia riuscito a combinare in vita mia. E a lei lo devo. Ma non riesco ad amarla.
Ci ho provato, davvero.
A volte, quasi mi illudo che sia così; a volte la guardo negli occhi, e mi sembra di amarla. Ma mi accorgo che è solo un’illusione: non è quel tipo di amore che dovrei provare. Le voglio bene, come si vuole bene ad un amica – o ad una sorella minore. Ma questo non basta per rendere felice un matrimonio.
Lo può tenere in piedi. Come una farsa, però.
Una farsa.
Quello che alla fine è stata un po’ tutta la mia vita.
[...]
E, ancora una volta, seduto davanti a questa finestre, che ogni volte mi rimanda un cielo più grigio, mi trovo a pensare a lui. A Sirius.
Ed il suo nome è un nodo in gola. É un cappio, che mi sta strozzando.
Introduzione modificata. E' vietato inserire il tag br all'inizio od alla fine della stessa.
Nausicaa212, assistente amministratrice.
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Senza fiato - Un minuto anche stasera, per dimenticare
Genere: romantico, malinconico, introspettivo, song-fiction
Personaggi: Remus (P.O.V.) – Remus/Sirius, Remus/Ninfadora
Rating: arancione
Avvertimenti: one-shot, slash – spoiler del settimo libro

Disclaimer: tutta questa roba – personaggi, luoghi, avvenimenti – appartiene ovviamente alla zia Row [alias J.K. Rowling]; tutto ciò che faccio io è ricamarci sopra e rimaneggiarli come mi pare u_u. E… pensate un po’… lo faccio addirittura a gratis! – che animo nobile, eh? XD

N.d.A.: per chi stava seguendo Sleeping with ghost… non lapidatemiii! Mi sento un verme ad aver abbandonato la fic, ma ho avuto decisamente quel che si suol dire “blocco dello scrittore” -_- il nuovo capitolo è lì, ma non mi convince… ma, prima o poi, arriverà… Voi intanto non odiatemi e (se volete) leggetevi questa ficcina che parla sempre della nostra coppia Rem/Sir, spin-off di Make me over.
Ovviamente, per rimanere fedele al libro, ho dovuto metterci come coppia Remus/Tonks… ma se ci sono amanti del suddetto pairing, non si aspettino affatto una fic su di loro XD, per chi la coppia la odia – come me – vi assicuro che l’insignificante donnina [oooooooo non ci riesco! È più forte di me XD la odio proprio] comparirà proprio di sfuggita. Anche perché questi fondamentalmente sono i pensieri di Remus prima della battaglia finale contro Voldemort, ad Hogwarts, e – sì – analizzerà i propri sentimenti per Tonks, ma soprattutto ripenserà ai propri sentimenti per Sirius.
Ovviamente, non c’è niente di allegro, e l’atmosfera della guerra non contribuisce ad alleggerire l’atmosfera, ma spero vi piacerà.
La colonna sonora è Piove, dei Prozac+: unica “licenza poetica” che mi sono concessa è stata il sostituire “bella” con “bello” – per questo di solito preferisco le canzoni in inglese, che spesso risultano più vaghe in queste cose… Anche il sottotitolo viene da una canzone dei Prozac: Un minuto per sempre. Il titolo vero e proprio è preso dall’omonima canzone delle Porno Riviste, e mi è sembrato il perfetto riassunto di come si sente Remus (lo so, potrebbe essere un’espressione a sé stante, ma mi è venuta in mente sentendo la canzone e ho pensato fosse giusto scriverlo, per onestà XD). E – e mo la finisco XD – le parole che aprono e che chiudono la fic sono sempre delle Porno Riviste, da L’urlo.

Bien, ho chiacchierato anche troppo…
Buona lettura! ^^



***

Senza fiato

Un minuto anche stasera, per dimenticare

**

C'è un momento della vita in cui non c'è
Quel riflesso che ti aiuta a vivere
Vuoi una prova ma non vuoi più vincere
Nel silenzio un urlo che stordisce
Nel silenzio un urlo che stordisce c'è

*




Piove se pensi e se non esisti
piove se c'e' il sole dentro di te
piove se piove e piove sempre
piove se piove dentro te...




Ad un qualunque padre dovrebbe far piacere sentire i versetti del proprio figlio.
Un qualunque marito dovrebbe osservare con un sorriso la propria moglie che gioca col bambino.
Un qualunque uomo apprezzerebbe uno spaccato di normalità in questo clima di terrore sempre più denso.
Un qualunque uomo dovrebbe provare amore per le due persone che contribuiscono a rendere la sua vita meno grigia di quel che è.

Io non ci riesco.
Provo affetto, sì, un fortissimo affetto per Ninfadora. E nostro figlio è forse l’unica cosa buona che sia riuscito a combinare in vita mia. E a lei lo devo. Ma non riesco ad amarla.
Ci ho provato, davvero.
A volte, quasi mi illudo che sia così; a volte la guardo negli occhi, e mi sembra di amarla. Ma mi accorgo che è solo un’illusione: non è quel tipo di amore che dovrei provare. Le voglio bene, come si vuole bene ad un amica – o ad una sorella minore. Ma questo non basta per rendere felice un matrimonio.
Lo può tenere in piedi. Come una farsa, però.

Una farsa.
Quello che alla fine è stata un po’ tutta la mia vita.

E mi rendo conto del mio egoismo. Mi rendo conto di averla sposata per i motivi sbagliati.
Per riparare ai miei sbagli. Per non ferire ancora una persona che mi ama.
E, soprattutto, per un terribile, estenuante bisogno di normalità. Per poter essere Remus Lupin, semplice marito e padre. Per creare l’illusione di una famigliola felice e perfetta, in un tempo in cui tutto sta cadendo a pezzi, e neanche sappiamo se arriveremo a domani.
Per non dover più essere Remus Lupin il lupo mannaro.
O Remus Lupin il poveraccio.
Remus Lupin il bugiardo.
Remus Lupin che ha avuto paura ad ammettere quello che era, per non diventare anche Remus Lupin il frocio.

E chi sono diventato?
Sono ancora bugiardo. Mento ogni dannato giorno, fingendo di stare bene. Con Dora e con me stesso.

Remus Lupin il pagliaccio.

Remus il vigliacco.

E, ancora una volta, seduto davanti a questa finestre, che ogni volte mi rimanda un cielo più grigio, mi trovo a pensare a lui. A Sirius.
Ed il suo nome è un nodo in gola. É un cappio, che mi sta strozzando.
É una ferita che né i primi, adorabili sorrisi di Teddy, né l’amore – dio, quanto non lo merito! – di Dora possono guarire.

Ho sempre vissuto nascondendomi – anche da me stesso.
Ho sprecato troppo, troppo tempo prezioso.
Ed ogni volta che penso… ogni volta che mi rendo conto che ormai è andato – Passato. Scaduto – ogni volta maledetta volta che spero, che immagino di poter riparare tutto, mi rendo conto che non si può. Non si può, cazzo, non si può. Perché lui non c’è più. É morto - dio, mio dio… non riesco neanche a formularlo, un pensiero del genere!
Morto.
Me lo sono visto cadere davanti agli occhi. E non ho potuto fare nulla. Non ho saputo fare nulla. Neanche dirgli che mi dispiaceva. Neanche chiedergli scusa.

E, sì, nel mio cieco, disperato egoismo, ho cercato di crearmi una vita normale. Ho pensato che, in fondo, senza di lui sarei potuto stare meglio.
Ah. Remus il bugiardo si è trasformato in Remus lo stolto!
Pazzo. Sono stato pazzo a lasciarmi sfiorare – anche solo per un secondo – da un pensiero del genere!

E di sicuro non sto meglio. Non sto affatto meglio.

Ed il quadro della finestra circonda un cielo sempre più cupo. Grigio piombo. Soffocante.
Mi sento continuamente schiacciato, come in una lenta tortura.

E, buffone, ho ricercato la normalità, ho sperato nella felicità.
Cosa ho ottenuto?
Cosa sono?
Solo un uomo mediocre, pieno di difetti e senza particolari virtù. Con una moglie ed un figlio splendidi. Continuamente in apprensione per la loro sorte, ma cui non riesco a donare tutto me stesso.

Piove se tutto ti torna in mente
piove se parli e se non senti
piove se piove se sei fuori o dentro
pioggia non guarda in faccia...


E quando me ne rendo conto, ogni volta sento una fitta di dolore che è troppo forte per essere ignorata.
E cominciano a tornare a galla i ricordi.
Sempre più rapidi.
Sempre più violenti.

Parole confuse nel buio. E le sue mani sul mio corpo. E la mia bocca sul suo collo.
E il suo odore e il calore del suo respiro sulla pelle.

E non c’è niente che possa aiutarmi a dimenticare tutto questo.
Nessuno può aiutarmi. Non mia moglie, né mio figlio.

Per questo dovrei cercare di tenere la mente impegnata. Dedicarmi all’Ordine, eseguire missioni. O, anche, semplicemente, badare a Teddy.
Ma serve davvero?

« Remus? »

Non mi chiama ad alta voce, tutt’altro. Lo fa con tono dimesso, gentile. Quasi intimidito. Eppure sobbalzo come se fosse arrivata a gridarmelo nell’orecchio. Come se mi avesse aggredito. Come se avesse potuto indovinare i miei pensieri.
Coda di paglia, eh, Remy?
Un brivido.
Questa vocina nella mia testa – quella che di solito mi sfotte quando mi comporto da perfetto idiota – ha la bruttissima fissa di parlare con la voce di Sirius.

Sirius…

Dora mi chiede se va tutto bene. Ok. É routine.
Rispondo e non so neanche cosa dico.
La rassicuro, con parole che non ascolto neanche. Non so e non m’importa neanche di sapere se sono convincente o meno.
E mentre lei mi risponde, non l’ascolto nemmeno. L’unica cosa a cui riesco a pensare è che deve aver cominciato o a piovere di brutto. Sento la gocce d’acqua picchiare sulla pergola del giardino. Violente. Gelide. Fuori, e dentro di me.
Dora sembra un po’ scocciata, quando la vedo salire al piano di sopra, con Teddy fra le braccia. Scocciata, oppure preoccupata.

Immagino il gelo che sentirà anche lei in questo momento.
E credo che la pioggia terrà sveglia anche lei, stanotte.

Mi sento uno schifo.
Il peggior uomo del mondo.

Eccomi qua.
Membro dell’Ordine.
Professore.
Lupo mannaro. Amante, ma nell’ombra.
Marito, senza amore.
Questo è Remus Lupin, che ha cercato solo di fare il suo dovere in questa dannata vita.


Piove se piove...
Piove comunque se vinci o perdi
piove se piangi se gridi lamenti
piove se sei bello piove se piove
piove sui vivi e i morti

Piove se piove...


Poi tutto succede troppo in fretta.
L’allarme dell’ordine, il dover scattare sull’attenti, bacchetta sferrata e salda in pugno. L’arrabattarsi per svegliare quanta più gente possibile, il chiamare tutti.
Un attacco ad Hogwarts. Voldemort è a Hogwarts. Ancora. Di nuovo.

« Remus! Corri! »
Dora ha nostro figlio fra le braccia e mi chiama, ritta sulla porta di casa, la mano sulla maniglia, pronta ad aprire « Andiamo! Dobbiamo solo lasciare Teddy dalla mamma e poi andremo… » No. Questo non posso permetterlo. Non altre vite spezzate. E forse il mio è più un cinico egoismo che un vero altruismo. « Non esiste nessun andremo, Dora. Tu rimarrai a casa di tua madre con Teddy » cerco di far suonare la mia voce autoritaria « Non voglio discuterne » aggiungo, in tono definitivo.
Lei protesta, sbatte i piedi, ed in quel momento mi rendo conto di aver sposato una ragazzina. Tanto più giovane di me… così sprecata per uno come me.
M’infastidisce terribilmente. « Smettila, Dora. Non voglio che ti accada niente. Quindi niente capricci! » Mio dio. La sto trattando come fosse mia figlia, più che mia moglie.
La sto trattando con quello stesso fare protettivo da fratello maggiore o paterno con cui la trattava Sirius.
Sirius…
All’improvviso un pensiero folle mi assale. É martellante, persistente. É pura follia.
Stanotte combatterò, sì, come mai prima d’ora. E cadrò combattendo. Cadrò combattendo per riscattare questa vita che è stata ben misera. Cadrò combattendo come lui. E forse mi riunirò a lui.

Non sarebbe né una vittoria né una sconfitta. E credo che questo dolore se ne possa andare solo così. Spero.

Da qui ad Hogwarts è un attimo, e a malapena mi accorgo di come ci sono arrivato.
Mi butto nella battaglia, dopo essere stato sottoposto alle solite domande su Teddy. Per placare gli animi ho mostrato loro una foto. Non ho tempo da perdere.
La mia determinazione è salda quanto mai lo è stata nella mia vita.
Combatterò, Sirius, per te. Smetterò di essere un vigliacco.

E lampi di luce verde e rossa. Uno mi sfiora il braccio e sento la pelle lacerarsi. Vedo il sangue e non sento più rumori. É tutto ovattato, mentre mi cullo in quella sensazione incessante di trovarmi ad annaspare sotto una pioggia troppo fitta. Altro sangue, stavolta è la gamba. Cado a terra e mi rialzo. E cado e mi rialzo ancora. Ed è un’infinita sequela di incantesimi, uno sempre più rapido.
Ne uccido due e non provo niente. Nella mia testa solo il suo nome. Solo il tuo nome.
Sirius, Sirius, Sirius. Sirius. É il vento che lo sussurra. É la pioggia nella mia testa che lo canta.
Sirius. É un lampo di luce che non riesco ad evitare.

Troppo forte.
Violenta. La sensazione di staccarsi dal suolo e dal proprio corpo. Come essere spaccati in due.

É così. Piove comunque se vinci o persi. Sento la pioggia gridare il tuo nome, Sir. Ed urla così forte da squarciarmi i timpani.

É così. Eccomi qua.
Membro dell’Ordine.
Professore.
Lupo mannaro. Amante anche, ma nell’ombra.
Marito, senza amore.
Pazzo, probabilmente.
Qui giace Remus Lupin, che nella vita cercò di essere tutto, ma lo fu invano.

Qui giace Remus Lupin, e nessuno penserà che nascondeva tanti segreti. Qui giace Remus Lupin, e se ne và stringendo un solo nome fra i denti serrati.

Piove sui vivi e i morti.

S.i.r.i.u.s.

Un urlo nella mia testa.
S.i..r.i.u.s.


*

Se stai male e pensi a quello che non c'è
È sempre peggio e non puoi vivere con te
Prima o poi un istante cambierà anche te Nel silenzio un urlo che stordisce
Nel silenzio un urlo che stordisce c'è


**

Nel silenzio un urlo che stordisce
Nel silenzio un urlo che stordisce c'è

***



  
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