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Autore: Placebogirl_Black Stones    05/06/2014    8 recensioni
Era già un miracolo che fosse riuscito a trascinarla fino a lì, ma di salire su quella barca non c’era proprio verso.
Come se non bastasse, il tabellone all’entrata del parco non aveva di certo aiutato.
“ La maledizione del Parco di Inokashira”
"Si narra che la dea Benzaiten, gelosa e vendicativa, faccia sì che le coppie rompano il loro rapporto non appena dopo l’uscita in barca.
Potete visitare il tempio dedicato alla dea all’interno del parco.
Si augura a tutti una piacevole gita."
Una piacevole gita un corno!!!
Come si poteva fare una piacevole gita dopo aver letto un cartello simile?!?!
** Fanfiction partecipante alla Settimana Zonami indetta dal Midori Mikan **
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo Test:
-Apri mai un cassetto di camera tua, sperando che Zoro emerga da esso in stile Doraemon?
-Piangi quando mangi un mandarino?
-Quando ti perdi -per qualsiasi motivo- non ti senti un po' come un Marimo?
-Quando ti arrabbi, sfoderi mai denti squalini e capelli ardenti di rabbia in stile cartografa?
-Inveisci mai contro Oda e la sua passione anti-zonami?
-Nell'ultima settimana, hai sognato, almeno una notte, un mandarino e un marimo che rotolavano insieme?
-Alla precedente domanda, hai aggiunto "E non solo"?
-A uno spdaccino privo di senso del'orientamento, serve una navigatrice sapiente?
-Ti sei mai chiesta perchè prorpio Nami e Zoro abbiano colori complementari?
-Alla vista di due oggetti vicini, uno arancione e uno verde, sfangirli urlando "Zonamiiiiiiiiiii"?
-Quando entri su EFP, prima ancora di leggere il titolo della prima Fan Fiction postata, vai di già sulla sezione "coppie" è clicchi Nami x Zoro ?
Se hai risposto SI per la maggioranza alle domande, un giro sul MIDORI MIKAN è d'obbligo.


INOKASHIRA’S PARK

 





- Io non ci salgo!- incrociò le braccia sotto al seno prosperoso.

 

Il ragazzo dai capelli verdi sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

Possibile che fra tante donne che popolavano la terra lui avesse scelto come compagna la più scettica e rompiscatole?!

La colpa era della sua migliore amica, Robin, che le aveva riempito la testa di sciocchezze prese dalle centinaia di libri che popolavano la sua libreria.

Erano solo leggende, storie senza un minimo di fondamento; eppure, la sua ragazza sembrava cederci come una bambina che insiste sull’esistenza di Babbo Natale.

 

- Andiamo Nami! È solo una stupida storiella inventata per spaventare i creduloni!-

- E se invece fosse vera? Se la dea si vendicasse del nostro amore? Ti ricordi quanto erano felici Robin e Rufy insieme?! Bene, quando lui l’ha portata qui si sono lasciati, e ora lei esce con Law! Ti sembra ancora una sciocchezza?!- insistette, sicura della sua teoria.

- Certo che è una sciocchezza! Robin e Rufy si sono lasciati perché lui era troppo immaturo per lei! Andava a casa sua e invece che darle attenzione le svuotava la dispensa e passava la serata a guardare i cartoni animati!- replicò il ragazzo, la cui versione dei fatti era molto più credibile.

- E allora se il motivo era questo mi spieghi perché non si sono lasciati prima?! Perché lei lo ha scaricato solo dopo aver fatto un giro in barca su questo lago?! Vorresti dirmi che è solo una coincidenza, Zoro?!- si portò le mani ai fianchi, sporgendo il busto in avanti verso di lui per far valere le sue ragioni.

- Forse ha voluto trovare il momento giusto per non farlo soffrire troppo, ci hai pensato a questo?-

- No, ti dico che è colpa della maledizione del lago!-

- Quanto sei noiosa…- scosse il capo.

- Lo vedi? Stiamo già litigando ora!- annuì decisa.

- Litighiamo perché tu sei una mocciosa credulona! Se mi ami così tanto come dici, non sarà certo un giro in barca a farci lasciare!- cercò di provocarla per metterla alla prova.

- E tu invece? Mi ami tanto come dici?- gli rigirò la frittata.

- Certo, ed è per questo che non ho paura a salire su quella maledetta barca!-

- Hai detto “maledetta”! Lo vedi?! Ho ragione io!-

 

Niente.

Quando s’impuntava su una cosa, non c’era verso di farle cambiare idea.

Solitamente le dava ragione, in un modo o nell’altro, perché non aveva nessuna voglia di sentire i suoi attacchi isterici e litigare.

Ma quel giorno non voleva e non poteva mollare.

Nami doveva salire su quella barca.

Se così non fosse stato, tutti i suoi sforzi per farle la sorpresa  più grossa che le avesse mai fatto si sarebbero rivelati vani.

Organizzava tutto nei minimi dettagli ormai da mesi, e finalmente il giorno tanto agognato era arrivato.

Pensava che una bella gita in uno stupendo parco con tanto di lago fosse la location ideale, ed era riuscito a convincerla, fino a quando Robin non le aveva detto della maledizione che celava quel lago.

Anche lui la conosceva, ma non gli aveva dato peso, poiché non era il tipo da credere a certe dicerie.

Non aveva però fatto i conti con la suscettibilità di Nami.

Appena l’amica le aveva detto che se una coppia faceva un paio di giri su quel lago il loro rapporto avrebbe finito per spezzarsi, lei non ne aveva più voluto sapere.

Era già un miracolo che fosse riuscito a trascinarla fino a lì, ma di salire su quella barca non c’era proprio verso.

Come se non bastasse, il tabellone all’entrata del parco non aveva di certo aiutato.

 

 

“ La maledizione del Parco di Inokashira”

 

Si narra che la dea Benzaiten, gelosa e vendicativa, faccia sì che le coppie rompano il loro rapporto non appena dopo l’uscita in barca.

Potete visitare il tempio dedicato alla dea all’interno del parco.

Si augura a tutti una piacevole gita.

 

 

 

 

Una piacevole gita un corno!!!

Come si poteva fare una piacevole gita dopo aver letto un cartello simile?!?!

La goccia che aveva fatto traboccare il vaso, insomma.

E ora spettava a lui e a tutta la sua pazienza convincere la rossa a fare un giro in barca, per non mandare a monte i suoi piani.

 

- Era in senso figurato, Nami!!! Ora smettila di fare i capricci e Sali sulla barca!-

- Non ci penso nemmeno! -

- Guarda che ti prendo di peso e ti trascino lì!- la minacciò, ormai al limite dell’esasperazione.

- Non lo farai!- assottigliò lo sguardo la ragazza.

- Oh, sì che lo farò!-

- Provaci e ti ammazzo!!!-

- La leggenda dice che le coppie si lasciano, non che uno uccide l’altro…- ironizzò.

- La smetti di ricordarmelo?!?! Non sei per niente simpatico!!!- gracchiò.

- Ascoltami…Ѐ solo una gita in barca, non succederà nulla. Quando torneremo sulla terraferma sarai ancora la mia donna- la rassicurò, usando un tono calmo ma deciso.

- Ma…- fece dubbiosa.

- Niente ma. In questo lago potrebbe esserci anche la dea più potente del mondo, ma non riuscirà a separarci. Se non ti prendo io, chi vuoi che ti sopporti?- concluse, per non rendere il discorso troppo sdolcinato.

 

Si era lasciato andare anche troppo, considerando la freddezza che da sempre lo caratterizzava.

Ma per una volta poteva dire apertamente alla sua donna quanto la amasse.

Ormai stavano insieme da tre anni, ed era certo che fosse quella giusta.

Amava tutto di lei, anche i difetti.

Si aspettava che rispondesse alla provocazione con una linguaccia, invece lo guardò fisso con l’aria di un cucciolo smarrito.

 

- Me lo prometti…?- cercò l’ennesima conferma che sarebbe andato tutto bene.

- Promesso. E sai che ogni mia promessa è debito- l’abbracciò forte, posandole un bacio sulla fronte - Andiamo?-

 

La vide annuire impercettibilmente, muovendo i primi passi verso la barca, senza mai mollare la sua mano.

Tirò un sospiro di sollievo: il suo progetto era andato a buon fine.

 

 

….

 

 

La guardò scendere in fretta e furia dalla barca, aspettandolo a pochi metri dalla riva del lago.

Lo capiva benissimo che non si era goduta per niente quella gita, e la cosa gli dispiaceva non poco.

Nonostante fosse riuscito a convincerla a salire sulla barca, non aveva cancellato il dubbio dal suo cuore.

Aveva cercato in tutti i modi di distrarla, parlandole, dedicandole attenzioni, ma nulla.

Nami aveva passato quegli ultimi venti minuti aggrappata saldamente ai bordi della barca, con le unghie conficcate nel legno e il volto teso, lo sguardo perennemente rivolto verso la riva.

Chi la vedeva avrebbe pensato che avesse paura dell’acqua, ma la rossa era un’abile nuotatrice, e da sempre le piaceva navigare.

Voleva che quella fosse una giornata memorabile per lei, ma avrebbe ricordato solo quanta paura quel posto le aveva suscitato.

Tuttavia, non aveva ancora perso la speranza.

Gli restava un’ultima carta da giocare, la più importante.

 

- Hai visto che non è successo nulla?- allargò le braccia, tentando di rassicurarla.

- La giornata non è ancora finita…- guardò in basso.

- Vero, ma finirà nel migliore dei modi -

- E come fai ad esserne certo?- alzò un sopracciglio.

- Vieni con me e lo scoprirai…- sorrise, tendendole una mano.

 

Confusa da tutto quel mistero, fissò interdetta il suo palmo per qualche secondo, accettando infine la proposta e porgendogli la sua piccola mano.

Stringendola forte, la guidò lungo uno dei tanti sentieri che percorrevano il parco, fino a quando non giunsero nei pressi di una panchina adibita al ristoro, posta sotto un grande albero di ciliegi in fiore, che faceva ricadere i suoi petali rosei come fiocchi di neve colorati dalla luce del sole calante.

Era l’atmosfera perfetta per ciò che stava per fare.

Ora era lui quello nervoso, e non aveva tutti i torti!

Stava per mettersi a nudo come mai aveva fatto in tutta la vita.

 

-Sediamoci…- la invitò a prendere posto sulla panchina, cosa che stranamente Nami non si fece ripetere due volte.

- Perché siamo qui?- chiese, dopo che anche lui si mise seduto.

- Perché c’è una cosa che devo dirti…- si fece serio.

 

La rossa non prese bene la sua reazione, dal momento che il suo viso impallidì come quello di un cadavere.

Solo allora si rese conto che forse aveva dato l’impressione sbagliata con il suo comportamento.

Nami era ipertesa, e ogni minimo segnale sbagliato poteva farla scattare come una molla.

Chissà cosa stava pensando ora in quella sua testolina laboriosa!

Molto probabilmente si era già convinta che volesse lasciarla.

 

- Zoro…- mormorò preoccupata, sgranando gli occhi.

- Che succede?! Perché fai quella faccia?-

- Non vuoi lasciarmi, vero…?-

 

Ecco, come non detto.

Aveva detto due parole in croce e già lei si metteva a farci i ricami intorno.

Maledetta Robin e i suoi libri del cavolo!

Promise a se stesso che se fosse uscito vivo da quella giornata l’avrebbe fatta pagare alla mora dagli occhi di ghiaccio.

 

-No che non voglio lasciarti! Mi lasci finire di parlare?- la invitò ad ascoltare in silenzio senza farsi prendere dal panico.

- Sì…scusami…- si strinse nelle spalle.

- Volevo solo dirti che…- prese un grosso respiro, cercando di mantenere la calma anche lui - …che stiamo insieme da un bel po’ ormai, e io…beh, ecco, io…- iniziò a tentennare, mentre gli si formava un groppo alla gola.

- Ti sei stancato?- si mise subito sull’attenti Nami, insospettita dal modo in cui il verde girava intorno alla cosa - Sono solo una seccatura vero? Una mocciosa, come dici tu!-

- Nami…-

- Vuoi stare con Tashigi, vero? Quella che insegna con te alla palestra di kendo, quella morettina secca con quegli orrendi occhiali! Lo sapevo che ti piaceva, te l’ho sempre detto, ma tu hai negato fino all’ultimo!-

- Nami…-

- Che cos’ha quella che io non ho, eh?! È perché sa usare una spada?! Ti interessa così tanto avere una donna che sappia maneggiare quei gingilli di ferro che tanto ami?! Non ti va bene una che si interessa di cartografia e condizioni atmosferiche?!-

- Nami…- iniziava a spazientirsi di quella sfuriata.

- Ti lavo i vestiti, cucino per te, ti faccio i massaggi quando torni a casa stanco, ti vengo a prendere quando ti perdi, ti faccio passare delle notti di fuoco e tu vuoi andare da quella là che inciampa a ogni passo?!?! Beh vai pure, ma sappi che con me hai chiuso! E te l’avevo detto che non dovevamo andare a fare quella stupida gita sulla barca!!!-

- VOLEVO SOLO CHIEDERTI SE VUOI SPOSARMI!!!!!!!!- sbottò il verde, ormai esausto di sentirla urlare una scemenza dopo l’altra.

 

Restarono così, a guardarsi negli occhi come due ebeti, uno più rosso dell’altro.

Lei era sbigottita per la proposta di matrimonio appena ricevuta, lui si vergognava di aver urlato una cosa tanto personale nel bel mezzo di un parco pieno di gente, senza contare che era un po’ scocciato dalla poca fiducia che Nami aveva mostrato di avere.

Le altre coppiette avevano interrotto la loro passeggiata, fermandosi a fissarli scioccati quanto loro.

 

- Beh?! Che avete da fissare?!- li smarrì Zoro con un’occhiataccia accompagnata da un ringhio.

 

Tornò a voltarsi verso Nami, in attesa di una sua qualsiasi reazione.

Lei stava ancora metabolizzando la notizia, con la bocca semiaperta e gli occhi sbarrati.

Va bene lo shock, ma che dicesse qualcosa però, o altrimenti anche lui avrebbe iniziato a dare di matto.

 

- Zoro…tu…- mormorò quasi impercettibilmente.

- Voglio che tu sia la mia donna a tutti gli effetti-

- Allora…non vuoi lasciarmi?-

- Te lo sto dicendo da quando siamo arrivati!-

- Vuoi sposarmi…- ripeteva meccanicamente, come se non riuscisse a capacitarsi della cosa.

- Sì…E tu lo vuoi?- chiese, desideroso di una conferma.

- Io…sì, sì lo voglio!- annuì decisa, rianimandosi all’improvviso - Lo voglio buzzurro, lo voglio!- gli saltò al collo con foga, facendolo barcollare con la schiena all’indietro.

- Davvero…?- volle un’ultima conferma.

- Sì!- annuì decisa, catturando le sue labbra in un bacio appassionato.

 

Si staccarono solo quando la mancanza di aria si fece insopportabile.

Tutto era andato per il meglio, anche se non era proprio così che se l’era immaginato.

Fu allora che gli venne in mente di essersi dimenticato la cosa più importante.

Preso com’era a fermare l’attacco isterico di Nami, gli era passato di mente quel particolare fondamentale.

 

- Accidenti!- imprecò.

- Cosa c’è?-

- Ho scordato una cosa…- iniziò a frugare nelle tasche dei pantaloni.

 

Sotto lo sguardo attento della rossa, estrasse una scatolina blu con delle decorazioni argentee.

Gli occhi di lei si illuminarono alla vista di quello che doveva essere il contenitore del suo anello di fidanzamento.

 

- Oh, Zoro…- avvicinò il volto curiosa.

- So che avresti voluto un anello di diamanti, ma questo è tutto quello che mi posso permettere…- aprì la scatolina, mostrando un anello sottile ma elegante, con due piccoli brillanti bianchi su ciascuno dei lati e una pietra più grossa e rosa al centro.

- Ѐ…è bellissimo…- lo fissò meravigliata, sentendosi fiera del buon gusto che aveva dimostrato il suo uomo.

- Ti piace?-

- Lo adoro…Che aspetti a mettermelo?- gli porse la mano sinistra, sorridendo.

 

Delicatamente, infilò il gioiello nell’anulare, facendolo brillare ancora di più su quella pelle nivea.

La guardò mentre si fissava il dito felice.

Che se andassero al diavolo la dea Benzaiten e la sua presunta maledizione.

Lui e Nami non si sarebbero mai lasciati.

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Un’altra shot scema ispirata ad una leggenda giapponese.

E’ una cosa senza impegno, spero vi piaccia!

Forse questa sarà la mia ultima fanfiction della settimana zonami, a meno che non riesca a finire il nuovo capitolo della spada maledetta prima di sabato. Se non dovessi riuscirci, auguro di nuovo a tutte un buon finale di Settimana Zonami e ringrazio tutte coloro che hanno partecipato prendendo parte all’iniziativa!

Baci

Place

   
 
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