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Autore: Nuel    05/06/2014    10 recensioni
L'idillio dei coniugi Malfoy sembra turbato dall'inspiegabile fuga di Narcissa, il cui comportamento appare, agli occhi di Lucius, quanto meno inopportuno.
In occasione del 5 giugno, compleanno di Draco, questa storia parla di lui, anche se lui non c'è.
◊ Imago Mundi III
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
- Questa storia fa parte della serie 'Imago Mundi ϟ'
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Litigarello

 

Era ormai pomeriggio avanzato ed il sole era basso sull’orizzonte.
    Una giovane donna sedeva ad uno dei tavolini esterni di una caffetteria di Diagon Alley. Aveva un portamento elegante ed era talmente bella che molti dei maghi che passavano di lì si giravano a guardarla.
    Molti di loro si sarebbero probabilmente fermati sperando di fare conoscenza, se non fosse stato per il cerchietto d’oro che portava all’anulare sinistro, segno inequivocabile che la signora non stava aspettando di incontrare il principe azzurro tra i passanti della trafficata via.
    Stava seduta lì ormai da diverse ore ed il suo sorriso stava scomparendo un po’ come il sole, in quella fredda serata di metà ottobre. Di tanto in tanto un sospiro le sollevava le spalle esili su cui ricadevano i lunghi capelli biondi lasciati sciolti. 
    Aveva consumato diverse tazze di tè e qualche pasticcino e cominciava a sentire fresco sebbene un mantello di velluto foderato e riccamente decorato le garantisse una buona protezione.
    Il proprietario della caffetteria la occhieggiava ormai da un po’, preoccupato dalla sua immobilità nonostante il trascorrere del tempo. Ne aveva dedotto che stesse aspettando qualcuno e che fosse ben determinata ad attenderlo fino a quando non fosse arrivato.
    La strada, però, si stava lentamente svuotando ed i negozi iniziavano a chiudere. I maghi tornavano ai caldi focolari delle loro case, stringendosi addosso i mantelli e schiacciandosi ben bene in testa i cappelli per ripararsi dal fastidioso vento che iniziava ad alzarsi, infilandosi tra gli edifici della via, come un prematuro assaggio d’inverno.
    Il mago che teneva d’occhio la donna, dall’interno della caffetteria, era quasi sul punto di andare a chiederle se non preferisse entrare, intenerito dall’espressione via via più triste che poteva scorgerle sul volto di porcellana che, caparbiamente, non accennava ad abbassare, troppo orgogliosa per accettare la sconfitta e coraggiosa a sufficienza per proseguire il resto della propria vita come aveva fatto fino a quel momento.
    Quando stava aprendo la porta del locale, però, la donna si alzò in piedi. Il sole stava tramontando dietro gli edifici di Diagon Alley e per la via non c’era quasi più nessuno quando, finalmente, colui che stava aspettando arrivò.
    Era un giovane alto, dalle spalle dritte sotto al mantello nero, elegante e sfarzoso ed anche lui aveva lunghi capelli biondi, molto chiari. La fronteggiò rimanendo ad un metro e mezzo da lei, guardandola con un misto di preoccupazione e rabbia negli occhi chiari.
    « Narcissa! » la chiamò con voce così bassa e controllata da far correre un brivido lungo la schiena della strega.
    « Lucius » rispose lei, con tono altrettanto basso, ma vibrante di emozione, prima di fare un passo nella direzione del marito, aspettando, forse, un abbraccio, che non arrivò.
    « Sei stata un’irresponsabile! Lo sai quanto ti ho cercata in questi giorni?! Dove sei stata? » a malapena mascherava la rabbia e la preoccupazione, mentre ancora non accennava ad abbracciare la giovane sposa.
    « A trovare mia sorella Andromeda »
    « Che cosa?! » sbraitò Lucius, tremando di rabbia. « Ma sei impazzita?! Narcissa, per l’amore del cielo! Cosa ti è passato per la testa?! » ora il giovane signor Malfoy non appariva più così controllato e composto: le sopracciglia chiare erano contratte ed in naso era arricciato con disgusto. Aveva sollevato le braccia, come sul punto di afferrarla, il busto inclinato in avanti, ma si era bloccato, riprendendo il controllo di sé e si accertò che non ci fosse nessuno ad osservarli.
    L’uomo della caffetteria richiuse la porta silenziosamente e lasciò la coppia ai propri problemi.
    « Sei stata in mezzo ai... babbani? » domandò con disgusto, osservandola come se avesse potuto contrarre qualche malattia contagiosa, parlando di nuovo a voce bassa quasi che l’iniziativa della moglie non fosse stata solo inappropriata, ma anche vergognosa.
    Narcissa annuì lentamente, ma con decisione, tornando ad alzare gli occhi chiari sul marito, affrontandolo con un orgoglio ed una determinazione che, se il più delle volte lo rendeva fiero di lei, talvolta gli faceva dubitare di chi avesse sposato.
    « Perché?! Lo sai in che posizione mi trovo! Questa tua... questa tua scelleratezza potrebbe compromettermi ai suoi occhi, se lo venisse a sapere! » si lamentò Lucius, con una chiara nota di preoccupazione nella voce.
    Narcissa non gli rispose, limitandosi a girargli intorno, dirigendosi verso la fine della strada. « Ho alloggiato al Paiolo Magico, Lucius. Mi farebbe piacere che rimanessi lì, con me, questa sera » gli disse invece.
    « In quella bettola?! » Malfoy era sempre più sconcertato e disgustato da sua moglie. 
    « In quella bettola, Lucius » Tagliò corto lei. « Dobbiamo parlare e non tornerò al maniero fino a quando non l’avremo fatto » Narcissa non aveva bisogno di usare un tono particolarmente duro col marito: era una donna di classe, era una strega purosangue di una delle più antiche e prestigiose famiglie d’Inghilterra. Era una Black e come tale si aspettava di essere trattata.
    Lucius, però, era un Malfoy, il che, nell’ordine naturale delle cose, significava che era lui quello che aveva l’ultima parola.
Effettivamente, era stato così, fino a quando non aveva deciso di sposare la più giovane delle sorelle Black, scoprendo che un singolo giorno lontano da lei gli pesava come il peggiore dei tormenti.
    Ovviamente, Narcissa lo sapeva, così come sapeva che, alla fine, avrebbe seguito Lucius anche all’inferno, ma non era necessario che lui ne fosse consapevole.
    Il Paiolo Magico era un piccolo pub dall’aspetto sordido, molto buio e dimesso, frequentato, per lo più, da vecchi maghi e streghe che vi oziavano tutto il giorno, tutti i giorni, come se non avessero altro da fare.
    L’ingresso di Narcissa fu salutato con un piccolo inchino dal barman, che le porse la chiave della sua stanza e dal sorriso di una strega intenta a fumare una lunga pipa, mentre giocava a carte con un mago dal naso rosso che sembrò colto da un fremito nel notare l’arrivo della giovane signora Malfoy.
    L’ingresso del signor Malfoy, invece, venne accolto con un sopracciglio alzato da parte del barman, da un deciso annuire della strega che fumava la pipa con aria saputa e da un brivido ed un’espressione mogia da parte del mago con naso rosso. 
    Narcissa guidò Lucius su per una bella scala di legno, fino ad una porta col numero 7 in cifre d’ottone, che aprì con la chiave.
    Dentro, c’erano un letto dall’aria molto comoda, mobili di quercia lucidissimi ed un fuoco che scoppiettava allegramente.
    « Meglio di quello che mi aspettavo » concesse Lucius, guardandosi attorno, valutando se fosse il caso di poggiare le proprie natiche su uno di quei mobili o se fosse preferibile rimanere in piedi il tempo necessario ad accontentare il capriccio della sua signora e ritornare al maniero il più rapidamente possibile.
    « Vuoi darmi il mantello, Lucius? » chiese la strega, che aveva già ripiegato il proprio suo braccio.
    « E’ proprio necessario, Narcissa? Non potremmo chiudere questa faccenda e tornare a casa? »
    « Secondo te, tuo padre ci lascerà parlare senza intervenire? »
    Lucius alzò il mento, interdetto. « Non avevo idea che gli interventi di mio padre... » cominciò lui, con cautela.
    « Non avevi idea? Lucius! Credevo che non avessi più di quindici anni da un pezzo! Non rimarrò ancora sotto il tuo tetto se tuo padre non la smette di criticare qualunque mia scelta! Non resterò con te se  questo significa sottostare ad Abraxas! » questa volta, Narcissa era stata chiara e decisa. Le si era formata una leggera ruga di espressione tra le sopracciglia mentre parlava e Lucius l’aveva osservata trattenendo il fiato, come se temesse che la moglie potesse trasformarsi in una Banshee da un momento all’altro.
    « Cerca di capire, Narcissa. Mio padre è anziano... » cercò di ammansirla.
    « Ho cercato di capire, Lucius! » lo interruppe di nuovo lei. « Ora, cerca di capire tu! »
    Lucius Malfoy deglutì a vuoto, senza parole come non capitava quasi mai. Guardava la sua bellissima moglie pregando Salazar di sussurrargli le parole adeguate per ammansirla e ricondurla alla ragione, ma Narcissa sembrava più agguerrita che mai, così, tentò una manovra di aggiramento. 
    « Posso sapere per quale ragione sei andata a trovare tua... Andromeda? » Andromeda non era più una Black, quindi non la considerava la sorella di Narcissa, anche se lei l’aveva definita proprio così, poco prima.
    Narcissa appese il proprio mantello ad un attaccapanni accanto alla porta d’ingresso e chinò il capo. 
    « Sapevi che ha avuto una figlia? »
    Lucius si limitò a scuotere il capo.
    « E’ una bellissima bambina. L’ha chiamata Ninfadora ».
    Lucius si limitò ad ascoltarla, senza dire nulla.
    « Desideravo tanto vedere Andromeda, Lucius! Sapere se sta bene, se... è felice con l’uomo che ha sposato ».
    Lucius si ritrovò a trattenere il fiato, mentre la scrutava attento ad ogni dettaglio della sua espressione. 
    « E... lo è? » si azzardò a chiedere un momento dopo, più guardingo che mai.
    Fu il momento di Narcissa di annuire e basta.
    Per qualche momento Lucius rimase in silenzio, valutando in quale modo continuare quella spinosa conversazione senza riportare troppi danni.
    « Rimpiangi qualcosa, Narcissa? » le chiese ripiegando su una domanda vaga perché chiederle se avesse rimpianto di avere sposato lui sarebbe stato troppo umiliante, se lei avesse risposto di sì.
    Narcissa lo osservò come se gli stesse leggendo nella mente e lo stesse deliberatamente lasciando cuocere nell’incertezza, infine, gli sorrise appena e scosse il capo così piano che Lucius dovette chiederle conferma.
    « Ne sei sicura? » se qualcuno lo avesse sentito, ma non lo avesse visto, non avrebbe mai creduto che quel soffio incerto fosse uscito dalle labbra di Lucius Malfoy.
    « Non c’è nessuno che vorrei come marito al di fuori dell’uomo che ho sposato » gli rispose con la stessa voce innamorata e commossa con cui aveva pronunciato i voti nuziali, quasi due anni prima e Lucius fece un gran sospiro di sollievo, ridendo imbarazzato e felice, mentre le prendeva le mani nelle proprie.
    « Ti prometto che convincerò mio padre a non starti così tanto addosso. Ora possiamo tornare a casa? »
    Narcissa gli sorrise soddisfatta, ma di nuovo scosse il capo. « Questa sera ceneremo qui, dormiremo qui e domattina torneremo a casa ».
    « Qui? » Chiese perplesso l’uomo, capendo che poteva aver vinto una battaglia, ma non aveva ancora vinto la guerra.
    « Sì, Lucius. Qui » ribadì lei con tutta l’elegante fermezza di cui una purosangue del suo calibro era capace.
    Malfoy si guardò di nuovo attorno, cominciando a registrare i dettagli dozzinali della camera, provando un indicibile disagio all’idea di soggiornarvi, anche solo per una notte.
    « Dovrei avvisare mio padre... » 
    « Tuo padre capirà, Lucius, se, per una volta, suo figlio e sua nuora desiderano trascorrere un po’ di tempo da soli ».
    Il mago annuì, comprendendo che c’era qualcosa che Narcissa non gli aveva ancora detto. Attese qualche momento, ma la moglie si limitò a posargli le mani sottili e delicate sul petto, osservandolo con lo sguardo carico di aspettativa.
A Lucius non restò che capitolare, avvolgendola in un tenero abbraccio mentre si piegava a baciarle la fronte per sussurrarle con voce carica di significato: «Perché, piuttosto, non saltiamo la cena ».

***

Quando Lucius si svegliò, Narcissa non era al suo fianco.
    Le lenzuola di cotone erano ruvide e Malfoy fu immediatamente consapevole di dove avessero trascorso la notte. Aggrottò le sopracciglia un istante, ma subito dopo la sua espressione si fece beata e soddisfatta.
    Allungò la mano verso il lato del letto dove avrebbe dovuto trovarsi la sua sposa, ma le lenzuola erano fredde. Contrariato, si decise ad aprire gli occhi: non doveva essere che l’alba a giudicare dalle lame di luce tenera che entravano dai vetri della finestra, troppo presto per alzarsi, eppure, Narcissa era in piedi, accanto alla finestra, a guardare lui, con un sorriso dolce sulle labbra.
    « Buongiorno, signor Malfoy » lo salutò non appena lui fu sufficientemente sveglio da cogliere ogni dettaglio.
    « Buongiorno, signora Malfoy » le rispose sorridendole e tendendole la mano perché lo raggiungesse. « Che cosa ci fai già in piedi? » le domandò notando che non solo era già in piedi, ma era già vestita e pettinata, i capelli non più sciolti come il giorno prima, ma perfettamente acconciati.
    « Pensavo volessi tornare presto al maniero » lei lo raggiunse, lo sguardo vivido e le guance leggermente arrossate.
    Lucius si incantò a guardarla, rendendosi conto, una volta di più, di quanto fosse bella sua moglie. 
    « Hai dormito bene? » gli chiese lei, premurosa come al solito. Lucius non si sarebbe mai abituato al suo modo tutto femminile di prendersi cura di lui e annuì sollevando una mano ad accarezzarle una guancia.
    « Che cosa c’è? » le chiese, intuendo che fosse giunto il momento di sapere quello che aveva taciuto la sera prima.
    L’espressione di Narcissa parve improvvisamente illuminarsi. Le sue guance si colorarono un po’ di più e si mordicchiò appena il labbro inferiore, come faceva da ragazzina, ogni volta che lo incontrava nei corridoi di Hogwarts e Lucius spostò la mano per premerle il pollice sul labbro e liberarlo dai denti, mentre le sorreggeva il mento, attendendo che lei si decidesse a parlare.
    « Sono incinta » gli disse lei, guardandolo negli occhi.
    L’espressione di Lucius si aprì improvvisamente, prima incredula e poi felice, incapace di mascherare le proprie emozioni. Scattò a sedere per  abbracciarla, stringendosela al petto.
    « Sei sicura, Cissy? » le chiese con voce tremula, mentre lei rideva e annuiva e lo abbracciava a sua volta. « E’ per questo che... » che aveva organizzato quella fuga, la visita alla sorella e quella notte. Lucius mise da parte ogni cosa: se Narcissa avesse voluto che le regalasse la luna, lui si sarebbe impegnato a conquistarla per lei.

 
***

    « Se sarà un maschietto, potremmo chiamarlo “Draco”? »
    « Sì, mi piace. Draco ».
_____________________
 
 
Questa storia si è classificata quinta (terza ex equo per punteggio) al contest Contest al contrario (edite) indetto da DonnieTZ sul forum di EFP, conseguendo, inoltre, il premio "Amortentia" per la miglior coppia.
 
   
 
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